Genetta tigrina

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Genetta macchiata)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Genetta del Capo
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
Ordine Carnivora
Sottordine Feliformia
Famiglia Viverridae
Sottofamiglia Viverrinae
Genere Genetta
Specie G.tigrina
Nomenclatura binomiale
Genetta tigrina
Schreber, 1776
Areale

La genetta del Capo (Genetta tigrina Schreber, 1776) è un carnivoro della famiglia dei viverridi diffuso in Sudafrica[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Carnivoro di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 480 e 540 mm, la lunghezza della coda tra 380 e 540 mm, la lunghezza del piede tra 60 e 105 mm, la lunghezza delle orecchie tra 41 e 65 mm e un peso fino a 3,2 kg.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Il colore del corpo varia dal biancastro al bianco-grigiastro, spesso con dei riflessi giallo-ocra. Una striscia dorsale scura mediana si estende dalle spalle alla base della coda. Lungo i fianchi si estendono diverse file di macchie grandi e ben distanziate, che variano dal nerastro al rossastro. Inoltre sono presenti due bande scure che si estendono dalla nuca per curvarsi verso il basso lungo le spalle, dove si trasformano in una fila di macchie. Ognuna di queste bande è affiancata da una più indistinta. Sul muso sono presenti due macchie bianche sotto gli occhi e una marrone scura alla base delle vibrisse. Una banda longitudinale si estende dal lato interno di ogni occhio fino alla fronte. Le parti ventrali sono più chiare. Il mento è bianco. Le parti inferiori degli arti anteriori sono privi di macchie e dello stesso colore delle parti dorsali. Le parti inferiori delle zampe posteriori sono simili. I piedi sono solitamente nerastri. La coda è lunga quanto la testa ed il corpo, varia dal nerastro al rossastro ed ha 6-8 anelli bianco-grigiastri. L'estremità è nera. Le femmine hanno 2 paia di mammelle addominali.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie notturna e solitaria. Durante il giorno si rifugia in crepacci, buche, alberi caduti e altri luoghi simili. Si nutre principalmente al suolo, tuttavia è un'agile arrampicatrice.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre principalmente di insetti e piccoli mammiferi, incluse le talpe dorate e i pipistrelli. Inoltre fanno parte della sua dieta piccoli invertebrati, uccelli, rane e frutta. Talvolta fa irruzione nei pollai.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La gestazione dura 70 giorni. Le femmine danno alla luce fino a 5 piccoli alla volta, principalmente tra agosto e marzo. I nascituri aprono gli occhi dopo 10 giorni. Diventano adulti dopo 11 mesi.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nel Sudafrica.
Vive in zone densamente alberate e con presenza d'acqua come il fynbos. Talvolta è presente anche in boscaglie, praterie e arbusteti durante la ricerca di cibo.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 2 sottospecie[2]:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione numerosa e la presenza in diverse aree protette, classifica G.tigrina come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Gaubert, P. & Hoffmann, M. 2008, Genetta tigrina, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Genetta tigrina, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Skinner & Chichimba, 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jonathan Kingdon, East African Mammals: An Atlas of Evolution in Africa, Volume 2, Part B, University of Chicago Press, 1974, ISBN 978-0-226-43720-0.
  • J.D.Skinner & Christian T.Chimimba, the Mammals of the Southern African Sub-region, 3rd Edition, Cambridge University Press, 2005, ISBN 978-0-521-84418-5.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Mammiferi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mammiferi