Gazometro di Firenze

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Gazometro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
Quartiere4
Informazioni generali
Tipoopera d'arte
Mappa
Map
Coordinate: 43°46′17.04″N 11°14′18.96″E / 43.7714°N 11.2386°E43.7714; 11.2386

L'ex gazometro di Firenze o gasometro del Pignone[1][2][3][4][5][6] è uno dei pochi resti di archeologia industriale ottocentesca visibili a Firenze; dell'originale architettura rimane solo la struttura metallica che conteneva il gasometro vero e proprio. Fu costruito nel 1845 e ampliato nel 1896. La funzione dei gasometri era di immagazzinare e regolare la pressione del "gas di città", prodotto dalla parziale combustione del carbone, che veniva utilizzato per usi domestici, il riscaldamento e l'illuminazione pubblica. Il gasometro si trova in via dell'Anconella, in zona Pignone.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Con la diffusione dell'uso del gas metano tali stabilimenti divennero obsoleti in tutta Europa, venendo demoliti o dando spazio a progetti per il loro riutilizzo per altre funzioni. Nel caso di Firenze, se ormai il progetto di realizzare alloggi "bioclimatici" sembra tramontato, gli spazi dello stabilimento sono stati destinati a ludoteca e centro di ritrovo. La struttura fu eretta vicino al vecchio macello pubblico e ai tempi di Firenze capitale provvisoria del Regno d'Italia (1865-1871) l'architetto Giuseppe Poggi, nell'ambito del progetto di risanamento della città, aveva previsto che il gazometro fosse spostato altrove insieme al macello. Il progetto non fu però rispettato e, traslocato il solo macello la cui area venne occupata da una nuova caserma, il gasometro rimase nello stesso luogo.[7]

Il gazometro vero e proprio, a pianta circolare, è composto da una base in muratura e da una parte superiore con condotti in acciaio. Peculiare è la decorazione con bulbi appuntiti sugli elementi verticali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paolo Rosseti, Storia di Massimiliano Guerri "Il Brutto". Patriota reggellese del Risorgimento (PDF), collana Edizioni dell'Assemblea, Firenze, Consiglio regionale della Toscana, 2020, p. 57, ISBN 9788885617759, SBN IT\ICCU\CFI\1034077. URL consultato il 18 ottobre 2022.
  2. ^ Armando Niccolai (a cura di), Giuseppe Dolfi. Il "capopopolo" del 1859, fra sovranità nazionale, democrazia, diritti sociali (PDF), collana Edizioni dell'Assemblea, Firenze, Consiglio regionale della Toscana, 2019, p. 82, ISBN 9788885617506, SBN IT\ICCU\CFI\1009328. URL consultato il 18 ottobre 2022.
  3. ^ (EN) Elvira Grifi, Saunterings in Florence. A new artistic and pratical hand-book for English and American tourists, 6ª ed., Firenze, R. Bemporad & figlio, 1924, p. 364, SBN IT\ICCU\RAV\0164591.
  4. ^ Gianni Carpini, Viaggio nello scheletro del gasometro, in Il Reporter, Quartiere 4, anno VI, n. 25, Firenze, Web&Press Edizioni – Tabloid, aprile 2012, p. 3. URL consultato il 18 ottobre 2022. Ospitato su Issuu.
  5. ^ Francesca Tacchi, Firenze al lavoro: sviluppo e impatto ambientale delle manifatture (PDF), in Percorsi della Firenze preunitaria, Archivio storico del Comune di Firenze, 2004, p. 80. URL consultato il 18 ottobre 2022.
    «Pianta a colori del progetto del gasometro del Pignone»
  6. ^ Archeologia industriale in Toscana: il Gasometro di Firenze, su tuttatoscana, 22 giugno 2018. URL consultato il 28 agosto 2023.
  7. ^ Pietro Franceschini, Il nuovo osservatore fiorentino, Firenze, Tipografia Coppini e Bocconi, 1885-1886, p. 58. URL consultato il 18 ottobre 2022. Ospitato su Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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