García Ordóñez

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

García Ordóñez (García anche in spagnolo, in galiziano e in asturiano, Garcia, in catalano e in portoghese, Garzia in aragonese e Gartzia, in basco) (... – 30 maggio 1108) è stato un militare spagnolo, signore di Nájera dal 1072 al 1076 e conte di Nájera, Grañón e di Calahorra dal 1076 alla sua morte.

Origine[1][modifica | modifica wikitesto]

Figlio del signore di Nájera, che in quel periodo era parte del regno di Navarra, Ordoño Ordóñez e della moglie Anderquina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte del re di Castiglia, Sancho II, il 6 ottobre 1072, fu tra coloro[2] che appoggiarono la nomina a re di Castiglia del fratello di Sancho, il re del León, Alfonso VI. Molto probabilmente nello stesso anno, alla morte del padre, divenne signore di Nájera. Nel 1074 avvicendò Rodrigo Díaz, conte di Bivar, detto il Cid, nella carica di Alfiere Reale (colui che portava lo stendardo del re in tutte le manifestazioni pubbliche; carica già rivestita da suo padre Ordoño, dal 1044 al 1047 col re di Castiglia, Ferdinando I).

Nel 1076 Garcia sposò Urraca di Navarra (?-dopo il 1089), figlia del re di Navarra, Garcia III e di Stefania di Foix; ed era anche la sorella del re di Navarra, Sancho IV il Nobile. Nello stesso anno, alla morte del re di Navarra, Sancho IV, mentre il regno di Navarra veniva occupato dal re d'Aragona, Sancho Ramirez, il feudo di Nájera, così come tutta La Rioja, venne occupato da Alfonso VI e annesso al regno di Castiglia e Garcia ampliò i suoi domini estendendoli anche ai feudi di Grañón e di Calahorra. In questo periodo Alfonso VI lo nominò conte (in un documento del 1077 di una donazione al Monastero di San Millán de la Cogolla è citato come conte per la prima volta[1]).

Nel 1079 il Cid venne incaricato dal re Alfonso di riscuotere le parias (tributi) dal re di Siviglia, al-Mutamid che allora era in guerra col re del Regno di Granada. Il re Alfonso che era alleato del re di Granada inviò, in suo aiuto delle truppe al comando di García Ordóñez. Il Cid si schierò invece col re di Siviglia, al-Mutamid, anche lui alleato del re Alfonso, e riuscì, nella battaglia di Cabra, a battere il re di Granada e a catturare García[1], aumentando la rivalità già esistente tra i due. Infatti, dopo che il Cid era stato coinvolto in fatto d'armi contro il re di Toledo, alleato del regno del León, García Ordóñez assieme a Pedro Ansúrez, molto potenti alla corte di León, furono tra coloro che convinsero il re Alfonso a punire il Cid, con l'esilio (1081).

Nel 1092 il Cid, che era stato nuovamente esiliato[3], aveva partecipato ad una spedizione castigliana contro gli Almoravidi di Andalusia, con la speranza di ottenere il perdono del re Alfonso; non avendolo ottenuto il Cid si vendicò attaccando e saccheggiando il distretto castigliano della Rioja e quando arrivò a Nájera, sfidò a duello García Ordóñez, che non raccolse la provocazione. García spostò il centro della sua contea da Nájera a Logroño, città sul fiume Ebro e posta sul Cammino di Santiago di Compostela, facendole ottenere, nel 1095, dal re Alfonso un fuero (statuto apposito di leggi). Dopo la nascita di Sancho, il suo unico figlio maschio, il re Alfonso, nel 1098, aveva legittimato Sancho e aveva nominato Garcia tutore dell'erede al trono. Dopo il 1100 García, che era rimasto vedovo nell'ultima decade dell'undicesimo secolo, sposò una nobildonna di nome Eva (per alcuni era Eva Pérez de Traba per altri Eva de Rochechouart, di origini francesi), che a sua volta rimasta vedova, nel 1109 circa, sposò don Pedro González de Lara, che poi divenne l'amante della regina di Castiglia, Urraca.

García morì alla battaglia di Uclés, il 30 maggio 1108, dove l'esercito leonese-castigliano comandato da Álvar Fáñez, subì una grave sconfitta. Durante la battaglia, come tutore dell'erede al trono Sancho (1093-1108), García cavalcava accanto a lui; quando il cavallo di Sancho fu colpito e l'erede al trono fu appiedato, García a sua volta saltò giù dal cavallo a difesa di Sancho, e combatté strenuamente finché, accerchiato, fu colpito e cadde sul corpo del giovane ed anche ferito gli fece scudo col suo corpo finché fu ucciso, e dopo di lui il povero Sancho.

Discendenza[1][modifica | modifica wikitesto]

García e Urraca di Navarra ebbero quattro figli:

  • Álvaro Garces (?-dopo il 1089), fu Alfiere Reale del re di Castiglia Alfonso VI dal 21 luglio 1087 al 30 aprile 1089;
  • Elvira Garces;
  • Ferdinando Garces;
  • Mayor Garces che sposò il conte Gómez Peláez (?-1118) figlio di don Pelayo Gómez e la moglie doña Elvira Muñoz.

García ed Eva ebbero un figlio:

  • García Garces conte di Aza (1106-16 dicembre 1160), fu Alfiere Reale del re Alfonso VII di Castiglia dal 12 dicembre 1126 al 13 novembre 1127, che sposò Sancha Perez de Traba, figlia del conte don Pedro Froílaz de Traba e la moglie, la contessa Mayor Rodríguez, da cui ebbe tre figli;

Garcia ebbe anche un figlio illegittimo:

  • Fernando Garces

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Nobiltà spagnola, su fmg.ac.
  2. ^ La Rioja, che comprendeva la signoria di Nájera era parte del regno di Navarra, solo dal 1038, quando il re di Castiglia, Ferdinando I, l'aveva donata al fratello, il re di Navarra, Garcia III, come ricompensa per averlo aiutato nella guerra contro il re di León, Bermudo III, per cui molti nobili della Rioja continuavano a militare nelle file dell'esercito castigliano.
  3. ^ Il Cid era rientrato in Castiglia nel 1086, ma, nel 1090, si scontrò di nuovo con Alfonso e questi lo condannò all'esilio per la seconda volta, dopo le maldicenze dei suoi nemici a corte avevano ripresero fiato perché era arrivato tardi con le sue truppe alla difesa del castello Aledo, in Murcia, nel 1089.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Rafael Altamira, La Spagna (1031-1248), «Storia del mondo medievale», V volume, 1999, pp. 865–896.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]