Galeopsis segetum

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Canapetta campestre
Galeopsis segetum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi I
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Sottofamiglia Lamioideae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Lamiales
Famiglia Lamiaceae
Genere Galeopsis
Specie G. segetum
Nomenclatura binomiale
Galeopsis segetum
Neck., 1770
Nomi comuni

Galeopside delle messi

La canapetta campestre (nome scientifico Galeopsis segetum Neck., 1770) è una piccola pianta erbacea dai fiori labiati appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Linneo nel 1753 nel creare il nome generico di queste piante ha pensato indubbiamente alla forma di “elmo” del labbro superiore della corolla.[2] Galeopsis è un antico nome greco/latino (derivato da "galea" = casco) già usato da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, per qualche pianta simile alle ortiche.[3][4] L'epiteto specifico (segetum) indica l'habitat abituale di questa specie: i campi di grano e di mais (cresce in preferenza fra le colture).[5][6]

Il nome scientifico della specie stato definito per la prima volta dal botanico e fisico belga Noel Martin Joseph de Necker (1730 - 1793) nella pubblicazione "Historia et Commentationes Academiae Electoralis Scientiarum et Elegantiorum Litterarum Theodoro-Palatinae. Mannheim - 2: 474 (1770)" del 1770.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie di piante può raggiungere i 10 – 30 cm di altezza. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[2][8][9][10][11][12]

Descrizione delle parti della pianta
Il portamento
Le foglie
Infiorescenza
I fiori

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono del tipo a fittone.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

La parte aerea del fusto è eretta e ricoperta, soprattutto nella zona alta, da peli crespi e peli ghiandolari (non rigidi). La sezione è più o meno tetragona (o sub-cilindrica) a causa della presenza di fasci di collenchima posti nei quattro vertici, mentre le quattro facce sono concave. Il fusto non è ingrossato ai nodi.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie sono disposte in modo opposto a verticilli alterni. La lamina ha delle forme ovato-lanceolate con base cuneata, consistenza molle e superficie pubescente. I bordi sono percorsi da 3 - 9 denti ottusi per lato. Le nervature sono prominenti. Dimensione delle foglie: larghezza 0,5 – 2 cm; lunghezza 2 – 4 cm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è formata da alcuni fiori disposti in verticillastri all'ascella delle foglie superiori, ed è sorretta da brattee molto simili alle foglie vere e proprie. Le brattee del verticillo superiore sono disposte in modo opposto.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (il calice è più o meno attinomorfo), tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice– corollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla sono formati da cinque elementi). Lunghezza del fiore: 20 – 35 mm.

X, K (5), [C (2+3), A 2+2], G (2), supero, drupa (4 nucole)
  • Calice: il calice gamosepalo e sub-attinomorfo è strettamente campanulato a 10 nervi con 5 denti acuti lunghi più o meno uguali. Il calice è sericeo-tomentoso. Dimensione del tubo calicino: 6 – 7 mm; lunghezza dei denti 3 mm.
  • Corolla: la corolla zigomorfa e gamopetala è a forma tubolare; i 4[12]/5 petali sono completamente fusi nella tipica forma bilabiata di questa famiglia. All'apice la corolla si allarga per dare spazio a due labbra. I labbro superiore ha il margine intero e la forma ricorda quella di un elmo. Il labbro inferiore è trilobo: quello centrale è bifido e più grande; i due lobi laterali più piccoli sporgono all'esterno in modo patente. Il colore della corolla è giallo pallido (a volte è screziata di violetto). Le fauci della corolla sono prive dell'anello di peli presente invece in altri generi della famiglia delle Lamiaceae. Dimensione della corolla: 20 – 30 mm.
  • Androceo: l'androceo possiede quattro stami didinami e sporgenti dalla corolla e posizionati sotto il labbro superiore. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere sono biloculari. Le teche sono più o meno distinte. La deiscenza è longitudinale per due valve. I granuli pollinici sono del tipo tricolpato o esacolpato.
  • Gineceo: l'ovario (tetraloculare) è supero formato da 2 carpelli saldati (ovario bicarpellare). Lo stilo, inserito alla base dell'ovario (stilo ginobasico), ha lo stigma bifido.
  • Fioritura: da luglio a agosto (ottobre).

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio) formato da quattro nucule arrotondate all'apice e glabre.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[13] – Distribuzione alpina[14])

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico alpino Galeopsis segetum appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]

  • Formazione: comunità delle fessure, delle rupi e dei ghiaioni.
  • Classe: Adiantetea
  • Ordine: Galeopsietalia
  • Alleanza: Galeopsion segetum

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della specie (Lamiaceae), molto numerosa con circa 250 generi e quasi 7000 specie, ha il principale centro di differenziazione nel bacino del Mediterraneo e sono piante per lo più xerofile (in Brasile sono presenti anche specie arboree). Per la presenza di sostanze aromatiche, molte specie di questa famiglia sono usate in cucina come condimento, in profumeria, liquoreria e farmacia. Il genere Galeopsis si compone di qualche decina di specie, otto delle quali vivono in Italia. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia è chiamata Labiatae.

Il numero cromosomico di Galeopsis segetum è: 2n = 16.[12][15].

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Dalanum segetum (Neck.) Dostál
  • Galeopsis cannabina (L.) Pollich
  • Galeopsis conillii Sennen
  • Galeopsis dubia Leers
  • Galeopsis elegans Boreau
  • Galeopsis grandiflora Roth
  • Galeopsis ochroleuca Lam.
  • Galeopsis segetum var. aranensis O.Bolòs & Vigo
  • Galeopsis segetum f. glabra J.Duvign.
  • Galeopsis tetrahit var. cannabina L.
  • Galeopsis villosa Huds.
  • Ladanella segetum (Neck.) Pouzar & Slavíková
  • Ladanum dubium (Leers) Kuntze
  • Ladanum luteum Gilib.
  • Ladanum ochroleucum (Lam.) Slavíková
  • Tetrahit longiflorum Moench

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la medicina popolare questa pianta ha le seguenti proprietà medicamentose:[16]

  • astringente (limita la secrezione dei liquidi);
  • diuretica (facilita il rilascio dell'urina);
  • espettorante (favorisce l'espulsione delle secrezioni bronchiali).

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

La galeopside delle messi in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Gelber Hohlzahn, Bleiche Hanfnessel
  • (FR) Galéopsis des moissons
  • (EN) Downy Hemp-nettle

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Galeopsis segetum, su The Plant List. URL consultato il 26 agosto 2016.
  2. ^ a b Motta 1960, Vol. 2 - pag. 275.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 21 luglio 2016.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 174.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 agosto 2016.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 347.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 26 agosto 2016.
  8. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 454.
  9. ^ a b Judd, pag. 504.
  10. ^ Strasburger, pag. 850.
  11. ^ a b dipbot.unict.it, https://web.archive.org/web/20160304200501/http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Lami_fam.html (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  12. ^ a b c Kadereit 2004, pag. 221.
  13. ^ Conti et al. 2005, pag. 98.
  14. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 112.
  15. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 26 agosto 2016.
  16. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 26 agosto 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 761.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 454, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 112.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 850, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 98, ISBN 88-7621-458-5.
  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 221.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 26 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.

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