Gaio Stertinio Massimo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gaio Stertinio Massimo
Console dell'Impero romano
Nome originaleGaius Stertinius Maximus
Nascita19 a.C. circa
Hasta ?
Mortedopo il 30
GensStertinia
PadreMarco Stertinio
Questuraprima del 23
VigintiviratoXvir stlitibus iudicandis (prima del 23)
Tribunato della plebeprima del 23
Preturaprima del 23
Consolatoluglio-dicembre 23 (suffetto)
ProconsolatoAsia, 40/41 ?
Prefettopraefectus aerarii militaris, prima del 23

Gaio Stertinio Massimo (in latino: Gaius Stertinius Maximus; Hasta?, 19 a.C. circa – dopo il 30) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Forse proveniente dalla colonia di Hasta nella Regio IX Liguria - dove in ogni caso aveva dei possedimenti -[1], Gaio Stertinio Massimo, figlio di Marco[2], era un homo novus[1], e la sua carriera ci è nota prevalentemente da testimonianze di tipo epigrafico.

Stertinio ricoprì la carica vigintivirale di Xvir stlitibus iudicandis, entrò in senato con la questura e, dopo aver ricoperto sicuramente il tribunato della plebe, la pretura e la prefettura dell'erario militare[2], e forse altre cariche perdute nelle lacune epigrafiche, raggiunse il consolato nel 23, sostituendo il nobile Gaio Antistio Vetere al fianco dell'altrettanto nobile Gaio Asinio Pollione per il secondo semestre dell'anno[3].

Sotto il suo consolato, oltre ad aver assistito alla morte di Druso minore[4] - per il cui dolore i consoli si erano seduti in seggi comuni per poi essere riportati alla loro dignità da Tiberio[4], e per cui fu emanato un senatusconsultum che configurava una lunga serie di onori[5] -, di Germanico Gemello[6] e Lucilio Longo[6], rispettivamente figlio, nipote e caro amico di Tiberio, come anche alla rifioritura della casa di Germanico nella figura di Nerone Cesare[4][6], dovette svolgersi parte dell'attività diplomatica con la quale numerose città e isole greche richiesero la conferma del diritto di asilo per i propri templi e santuari[7]. Sono sopravvissute, infatti, epigrafi che testimoniano l'erezione di statue nel tempio di Era a Samo in onore dell'attività dei due consoli Stertinio e Pollione come auctores del ius asyli per il tempio[7][8][9].

Inoltre, il nome del futuro medico di Claudio e importante notabile dell'isola di Cos, Gaio Stertinio Senofonte, attesta chiaramente che questi ricevette la cittadinanza romana su proposta di Stertinio[10][11]. Questo ha portato la critica a proporre due ipotesi: da una parte, Senofonte potrebbe essere stato uno degli ambasciatori inviati per confermare il ius asyli del santuario di Asclepio di Cos[7][9], e aver quindi ricevuto la cittadinanza in occasione del vincente dibattito in senato[12]; dall'altra parte, Stertinio potrebbe aver ricoperto un breve e altrimenti non attestato proconsolato in Asia[10], forse tra 40 e 41 in sostituzione di Gaio Cassio Longino, rimosso da Caligola[11].

Suo liberto, un tempo scriba librarius di Stertinio, fu Gaio Stertinio Orpice di Efeso, fondatore di una fondazione cittadina[13] (altro elemento usato a favore di un suo proconsolato in Asia[11]), mentre suo comes fu Vallio Siriaco, che fu in officio di Stertinio per dodici o quindici anni[14] e che fu probabilmente accusato o ricevette testimonianze incriminanti da Stertinio in occasione della caduta del patrono Gaio Asinio Gallo nel 30[10][15]. Dopo questa testimonianza, e in ogni caso dopo il suo ipotizzato proconsolato in Asia, Stertinio scompare dalla storia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b T.P. Wiseman, New Men in the Roman Senate (139 B.C.-A.D. 14), Oxford 1971, p. 263 nr. 415; E. Groag, Stertinius 13, in RE (zweite Reihe) III A.2, coll. 2454-2455.
  2. ^ a b CIL V, 7557.
  3. ^ Fasti Arvalium (Inscr. It. 13, 1, 24).
  4. ^ a b c Tacito, Annales, IV, 8-9.
  5. ^ AE 1952, 80 (Tabula Illicitana).
  6. ^ a b c Tacito, Annales, IV, 15.
  7. ^ a b c Tacito, Annales, IV, 14.
  8. ^ IG XII,6 1:367.
  9. ^ a b IG XII,6 1:163.
  10. ^ a b c E. Groag, Stertinius 13, in RE (zweite Reihe) III A.2, coll. 2454-2455.
  11. ^ a b c R. Syme, Roman Papers, IV (ed. by A.R. Birley), p. 357-358.
  12. ^ PIR2, S 913, vol. VII.2 (2006), p. 338.
  13. ^ AE 1935, 169
  14. ^ Seneca il Vecchio, Controversie, II, 36 + excerpta al libro II.
  15. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LVIII, 3, 2 e 3, 7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edmund Groag, Stertinius 13, in RE (zweite Reihe) III A.2 (1929), coll. 2454-2455.
  • Klaus Wachtel, S 908, in Werner Eck, Matthäus Heil, Klaus Wachtel, M. Horster, A. Krieckhaus, A. Strobach (a cura di), PIR2 VII.2, Berlin-New York 2006, p. 336.
Predecessore Fasti consulares Successore
Gaio Antistio Vetere luglio-dicembre 23 Lucio Visellio Varrone
con Gaio Asinio Pollione con Gaio Asinio Pollione con Servio Cornelio Cetego