Gabriele Del Grande
Gabriele Del Grande (Lucca, 19 maggio 1982) è un blogger, giornalista e regista italiano.
La sua attività principale è legata al blog Fortress Europe, in cui sono raccolti e catalogati tutti gli eventi riguardanti le morti e i naufragi dei migranti africani nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l'Europa.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato a Lucca da Massimo e Sara Urro, originari di Porcari, in provincia di Lucca, si è trasferito in seguito a Bologna dove ha conseguito una laurea in Studi Orientali[1]. Nel 2006 ha fondato l'osservatorio Fortress Europe, e messo online il blog ad esso correlato. Il blog elenca tutti i singoli eventi di morti o naufragi censiti dai mezzi di informazione in Europa e nel Maghreb a partire dal 1988, allegando anche il link a una fonte affidabile relativo all'episodio per consentire una verifica più approfondita dell'evento agli utenti.
Quella di Del Grande è una delle principali attività di monitoraggio del fenomeno realizzata su scala europea. Tutti i monitoraggi successivi si basano sostanzialmente sui dati di Fortress Europe, come riconosciuto anche dai relativi censimenti realizzati[2][3].
Come giornalista, anche se non iscritto all'albo,[1] ha collaborato con Times, Vocativ, Taz, RAI, Radio 3, L'Unità, Redattore Sociale, Peace Reporter[4]. Ha pubblicato con Infinito edizioni i libri Mamadou va a morire (2007), Il mare di mezzo (2010) e Roma senza fissa dimora (2009)[1] e con Mondadori il libro Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori (2018). Nel 2013 ha realizzato un reportage sulla guerra civile siriana, pubblicato da Internazionale[5].
Nel 2014, insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, ha realizzato il documentario Io sto con la sposa[6] che racconta la vera storia di cinque profughi palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa, che per arrivare in Svezia mettono in scena un finto matrimonio coinvolgendo un'amica palestinese e una decina di amici che si fingeranno invitati. Così mascherati attraversano in corteo mezza Europa, tra il 14 e il 18 novembre 2013, sino ad arrivare a Stoccolma[6][7].
Il 9 aprile 2017 è stato arrestato a Reyhanlı, nella provincia di Hatay, in Turchia, vicino al confine con la Siria, dove stava realizzando alcune interviste[8]. Il 18 aprile, gli stata invece concessa una telefonata alla compagna che è stata trascritta e pubblicata: «Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti».
In seguito a una campagna di mobilitazione in Italia e all'interessamento del ministro degli Esteri, il 24 aprile 2017, dopo quindici giorni di detenzione, dei quali undici trascorsi in isolamento, è stato liberato.[9]
Il suo libro del 2018, Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori, edito da Mondadori, è anche stato tradotto in spagnolo.
Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]
- Mamadou va a morire : la strage dei clandestini nel Mediterraneo. Roma : Infinito, 2007
- Mamadous Fahrt in den Tod. Die Tragödie der irregulären Migranten im Mittelmeer. Von-Loeper, Karlsruhe, 2008
- Mamadú Va A Morir Oriente y Mediterráneo, Madrid, 2009
- Roma senza fissa dimora. Roma, Infinito 2009
- Il mare di mezzo. Roma, Infinito, 2009
- Das Meer zwischen uns. Flucht und Migration in Zeiten der Abschottung. Von-Loeper, Karlsruhe, 2011
- Quemar la frontera. Editorial Popular, Madrid, 2012
- Io sto con la sposa, 98minuti, Milano 2014, Gina Films
- Dawla. La storia dello Stato islamico raccontata dai suoi disertori. Milano : Mondadori, 2018
- Dawla: La historia del Estado Islámico contada por sus desertores Oriente y Mediterráneo, Madrid, 2019
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Biografia su Infinitoedizioni
- ^ United for Intercultural Action, su unitedagainstracism.org.
- ^ The Migrants Files, su themigrantsfiles.com.
- ^ Biografia su Internazionale
- ^ Intervista a Gabriele Del Grande, reporter Archiviato il 14 luglio 2014 in Internet Archive.
- ^ a b Io sto con la sposa Internazionale, 19 maggio 2014
- ^ "Io sto con la sposa", un film documentario che infrange le regole: per un'Europa più coraggiosa su Rainews.it
- ^ Farnesina: "Il giornalista Gabriele Del Grande fermato in Turchia sta bene, seguiamo il caso", su rainews. URL consultato il 14 febbraio 2022.
- ^ FNSI - Federazione Nazionale Stampa Italiana, FNSI - Gabriele Del Grande è libero. La Fnsi: «Grazie a chi si è mobilitato per la sua liberazione», in FNSI - Gabriele Del Grande è libero. La Fnsi: «Grazie a chi si è mobilitato per la sua liberazione». URL consultato il 3 maggio 2017.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gabriele Del Grande
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Opere di Gabriele Del Grande, su Open Library, Internet Archive.
- Registrazioni di Gabriele Del Grande, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (EN) Gabriele Del Grande, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- Blog Fortress Europe, su fortresseurope.blogspot.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 80897286 · ISNI (EN) 0000 0000 5962 1558 · LCCN (EN) no2007143640 · GND (DE) 136576532 · BNE (ES) XX4871040 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-no2007143640 |
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