GAUSS (azienda)

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G.A.U.S.S.
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariasocietà a responsabilità limitata
Fondazione2012[1]
Fondata daFilippo Graziani, Chantal Cappelletti, Mauro Pontani[1]
Sede principaleRoma
Persone chiaveFilippo Graziani (CEO)[1]
ProdottiSatelliti
Dipendenti10-20
Sito webwww.gaussteam.com

G.A.U.S.S. (acronimo di "Gruppo di Astrodinamica per l'Uso dei Sistemi Spaziali" e conosciuta anche come GAUSS) è un'azienda privata italiana, a responsabilità limitata, specializzata in progetti di ingegneria aerospaziale, sviluppo e lancio di piccoli satelliti, CubeSat and PocketQube.[2]

Il campo di lavoro dell'azienda è principalmente collegato al design ed allo sviluppo di microsatelliti, intesi anche come CubeSat, PocketQube e strutture per il rilascio di piccoli satelliti in orbita, nonché la validazione in orbita di tecnologie aerospaziali. Varie Università e centri di ricerca internazionali hanno integrato propri esperimenti a bordo dei satelliti dell'azienda o lanciato il proprio satellite attraverso le piattaforme di lancio di tipo UniSat, facendo sì che l'azienda entrasse nel mercato dei servizi di lancio orbitali per piccoli satelliti.

I satelliti miniaturizzati dell'azienda sono utilizzati come piattaforme di lancio per altri satelliti di terze parti, di dimensioni minori. Come azienda privata, ha lanciato due piccoli satelliti di questa tipologia, UniSat-5, UniSat-6 ed UniSat-7.

Le attività dell'azienda includono il design delle strutture, la realizzazione e l'integrazione dei principali sotto-sistemi e payload, e tutte le operazioni riferite al settore della stazione di terra.

L'azienda ha sede a Roma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La GAUSS Srl è stata fondata nel 2012 ed ha preso origine dal gruppo di ricerca "GAUSS" dell'Università di Roma "La Sapienza", creato nel laboratorio di Astrodinamica della cattedra di Astrodinamica Applicata tenuta dal Prof. Filippo Graziani dal 1978 al 2010.

Il Direttore generale dell'azienda, Filippo Graziani, è un professore di Astrodinamica e membro dell'International Academy of Astronautics, con oltre trent'anni di attività alla Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell'Universita di Roma "La Sapienza", insieme con i due co-fondatori Chantal Cappelletti e Mauro Pontani. Il prof. Graziani ha portato avanti l'attività didattica e di addestramento pratico in parallelo con la tradizionale attività curricolare universitaria - principalmente focalizzata sulla teoria e lo sviluppo delle capacità tecniche dello studente - con metodologie atte a tradurre in modo pratico, con lo sviluppo di piccoli satelliti, ciò che veniva appreso nelle tradizionali lezioni teoriche, così da rendere gli studenti maggiormente preparati al mondo del lavoro.

La missione scientifica ed educativa dell'azienda è anch'essa molto importante: molti esperimenti sono integrati nei singoli micro-satelliti, passando da strumenti per l'osservazione di detriti spaziali ad esperimenti di biomedicina.[1]

In collaborazione con il Comune di Castelgrande (PZ) e con l'Istituto Keldysh di Matematica Applicata dell'Accademia russa delle scienze, l'azienda è anche attiva nella ricerca sui detriti spaziali e gestisce la stazione dei detriti spaziali (progetto CastelGauss) dell'Osservatorio astronomico di Castelgrande. L'obiettivo della Società è l'osservazione dei satelliti e dei detriti spaziali per l'analisi dell'orbita, la determinazione del tempo di vita ed il miglioramento della conoscenza dell'ambiente spaziale.[1] L'Azienda il 31 marzo 2018 ha registrato un'immagine astrografica della stazione spaziale cinese Tiangong-1, dal suo osservatorio per i detriti spaziali sito in Castelgrande, durante gli ultimi momenti prima del decadimento della stazione, immagine che è stata riproposta da diversi quotidiani e telegiornali nazionali e non.[3][4] Dal dicembre 2020 la GAUSS Srl collabora con l'azienda privata tedesca Orbit Recycling nel progetto del recupero e riciclaggio degli stadi superiori del razzo europeo Ariane 5 per la costruzione della base lunare[5][6][7].

Satelliti[modifica | modifica wikitesto]

Un render 3D che mostra la fase di rilascio dei CubeSat ospitati all'interno del satellite UniSat-6, sviluppato e realizzato dalla GAUSS Srl

Dal 2000 fino ad oggi, l'azienda, dagli inizi come laboratorio universitario fino alla conversione a Società Privata, ha sviluppato, realizzato e lanciato nove microsatelliti: UniSat-1, UniSat-2, UniSat-3, UniSat-4, UniSat-5, UniSat-6, UniSat-7, UniCubeSat-GG, EDUSAT.

Lo stemma di missione di UNISAT-6

UniSat-4 non ha raggiunto l'orbita, poiché il lanciatore DNEPR ha avuto una failure 86 secondi dopo il lancio.[8][9] Il Gruppo GAUSS ha lanciato il CubeSat UniCubeSat-GG a bordo del volo inaugurale del lanciatore VEGA il 12 febbraio 2012.[10][11]

UniSat-5 è stato il primo satellite progettato, costruito e lanciato dall'azienda che eredita l’esperienza prodotta con il programma UniSat presso la Scuola di Ingegneria Aerospaziale dell’Università di Roma “La Sapienza”. Il veicolo spaziale è stato inserito in un’orbita quasi-eliosincrona ad un’altitudine di 634 km alle ore 07:25:48 UTC.[12][13] Il lancio del satellite UniSat-5, a bordo del vettore Dnepr, avvenne il 21 novembre 2013, dal cosmodromo Yasny in Russia, segnando un evento storico nel mondo dei CubeSat e dei nanosatelliti. UniSat-5 ha ospitato a bordo quattro CubeSat e quattro PocketQube.

UniSat-6 è stato lanciato il 19 giugno 2014 alle ore 21:11:11 CET dal Cosmodromo Dombarovsky presso la base di lancio Yasny, a bordo del razzo Dnepr dalla Società Kosmotras, in Russia, ed è entrato in un'orbita eliosincrona 16 minuti dopo. Le comunicazioni con i controllori della stazione di terra furono acquisite 90 minuti dopo il lancio, mentre il satellite passava sopra l’Italia. Il satellite trasmette dati beacon alla frequenza UHF 437.425 MHz, ed ha diversi sensori a bordo. I dati sono attualmente scaricati dalla stazione di terra GAUSS Srl presso la sede della Società a Roma.[14]

Lo stemma di missione di UNISAT-7

L'azienda, grazie ad una collaborazione internazionale, ha progettato e sviluppato il primo meccanismo di rilascio orbitale realizzato interamente in materiale plastico con tecnologia di produzione additiva WindForm, per la missione denominata TuPOD, un CubeSat di tipo 3U che al suo interno alloggiava due nano-satelliti di tipo TubeSat, TANCREDO-1 e OSNSAT. Il TuPOD è stato rilasciato dalla Stazione spaziale internazionale il 16 gennaio 2017, tramite il modulo giapponese J-SSOD dell'Agenzia Spaziale Giapponese. 84 ore più tardi, il TuPOD ha rilasciato in orbita i due satelliti TubeSat, divenendo la prima missione in assoluto a rilasciare questo tipo di satelliti in orbita. Il TuPOD, non appena rilasciato dalla ISS, ha cominciato a trasmettere un segnale identificativo con codice morse, ed è rientrato nell'atmosfera terrestre pochi mesi dopo la conclusione della missione di rilascio.[15]

UniSat-7[16] è stato lanciato il 22 marzo 2021 alle ore 08:07:12 CET dal Cosmodromo di Bajkonur a bordo del razzo Sojuz 2-1a[17][18].

I sistemi di rilascio orbitale GAUSS, utilizzati nella piattaforma di lancio UniSat sono costruiti per essere compatibili con lo standard CubeSat. I satelliti di tipo CubeSat ospitati a bordo delle piattaforme Unisat sono quindi rilasciati in un'orbita di Terra bassa, come la stessa piattaforma di lancio.

Lista dei Satelliti[modifica | modifica wikitesto]

Nome Satellite Configurazione Data di Lancio Lanciatore Scopo CubeSat a bordo PocketQube a bordo
UniSat-5[12] 50*50*50 cm piccolo satellite 21-11-2013 Dnepr[9] Dimostratore tecnologico, piattaforma di lancio per CubeSat and PocketQube PUCP-Sat-1, ICUBE-1, HUMSAT-D, DOVE-4 Eagle1[19], Eagle2, WREN[20], QBScout-S1[21]
UniSat-6[14][22] 40*40*40 cm piccolo satellite 19-06-2014 Dnepr[9] Dimostratore tecnologico, Piattaforma di lancio per CubeSat TigriSat[23], Lemur 1, AntelSat, AeroCube6
UniSat-7[16][24] Ottagonale piccolo satellite 22-03-2021 Sojuz 2-1a Dimostratore tecnologico, piattaforma di lancio per CubeSat and PocketQube BCCSAT 1[25], FEES[26] DIY 1 (Arduiqube), SMOG 1[27], STECCO

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e About Us - GAUSS, su gaussteam.com, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  2. ^ GA.U.S.S. Srl website, su gaussteam.com, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  3. ^ GAUSS IS MONITORING CHINESE SPACE STATION TIANGONG-1 REENTRY, su gaussteam.com, 2018. URL consultato il 12 aprile 2018.
  4. ^ PRESS COVERAGE OF GAUSS MONITORING TIANGONG-1, su gaussteam.com, 2018. URL consultato il 12 aprile 2018.
  5. ^ Updates from CastelGAUSS Observatory and New Partnership, su gaussteam.com, 2021. URL consultato il 30 marzo 2021.
  6. ^ Castelgrande e "Orbit Recycling": il progetto spaziale che unisce l'alluminio e la Luna, su lecronache.info, 2021. URL consultato il 30 marzo 2021.
  7. ^ Our Partners – Orbit Recycling, su orbitrecycling.space, 2021. URL consultato il 30 marzo 2021.
  8. ^ UniSat 1, 2, 3, 4, 5, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  9. ^ a b c Dnepr - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  10. ^ (EN) UniCubeSat-GG (Gravity Gradient), su directory.eoportal.org. URL consultato il dicembre 2020.
  11. ^ (EN) Vega, su space.skyrocket.de (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2015).
  12. ^ a b UniSat-5 - G.A.U.S.S. Srl page, su gaussteam.com, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  13. ^ UniSat-5 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  14. ^ a b UniSat-6 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  15. ^ (EN) TuPOD – GAUSS Srl – Italy, su gaussteam.com. URL consultato il 26 aprile 2018.
  16. ^ a b UniSat-7 - GAUSS Srl, su gaussteam.com, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  17. ^ Launches - ROSKOSMOS, su en.roscosmos.ru, 2021. URL consultato il 30 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2021).
  18. ^ Запуски - РОСКОСМОС, su roscosmos.ru, 2021. URL consultato il 30 marzo 2021.
  19. ^ Eagle-1 Web Page, su 50dollarsat.info, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2015).
  20. ^ WREN - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  21. ^ QBScout-S1 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  22. ^ UniSat-6 - G.A.U.S.S. Srl page, su gaussteam.com, 2015. URL consultato il 25 settembre 2015.
  23. ^ Copia archiviata, su tigrisatcubesat.com. URL consultato il 25 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2015).
  24. ^ UniSat 7 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2021. URL consultato il 20 marzo 2021.
  25. ^ BCCSAT 1 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2021. URL consultato il 20 marzo 2021.
  26. ^ FEES 1, 2 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2021. URL consultato il 20 marzo 2021.
  27. ^ SMOG-P (MO 105, Magyar-OSCAR 105) / SMOG 1, 2 - Gunter's Space Page, su space.skyrocket.de, 2021. URL consultato il 20 marzo 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]