Fratelli Aletti

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Fratelli Aletti
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1849 a Monza
Fondata daCarlo Aletti
Chiusura1947
Sede principaleMonza
SettoreMusicale
Prodottiorgani a canne

La Fratelli Aletti fu una fabbrica di organi a canne, di impronta famigliare, con sede a Monza (Lombardia).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Fratelli Aletti fu una fabbrica di organi a canne, di impronta famigliare. Gli strumenti, presentati in diverse esposizioni, (Monza, Milano) furono premiati per la qualità nel 1881, 1894, 1906. Capostipite della famiglia organaria Aletti fu Carlo (Varese, 19 marzo 1821 - Monza, 17 febbraio 1899). Apprese l'arte organaria dai Biroldi di Varese (Luigi Maroni Biroldi, Eugenio Maroni Biroldi).

Nel 1847 si associò con il cognato Giuseppe Bernasconi per costituire un'attività in proprio. Nel 1849, dopo soli 2 anni, la società si sciolse e Carlo, trasferitosi a Monza, fondò la ditta "Carlo Aletti fabbrica organi Monza" (rilevando la ditta Tornaghi) nel 1849 con sede in via XX settembre, n. 6. Nel 1889 associò i figli nell'impresa che si denominò "Carlo Aletti & Figli". Giuseppe (1864-1922), Luigi (1865-1902, maestro diplomatosi al Conservatorio di Milano), Carlo jr (1866-1898) e Attilio (1873-1946) collaborarono attivamente con il padre e nel 1896 la ditta presentò un brevetto registrato il 19 ottobre e conosciuto come "somiere pneumatico Aletti". La fabbrica si trasferì in uno spazio più ampio ed attrezzato, in via Solferino, n. 1 sempre a Monza.

Alla morte del padre la ditta fu sempre più conosciuta come "Fratelli Aletti" anche se la trasformazione con atto camerale avvenne solo il 4 maggio 1911. In quell'anno figuravano soci Giuseppe ed Attilio, essendo già defunti Luigi e Carlo jr. Una successiva modificazione societaria avvenne nel 1922 alla morte di Giuseppe e la ditta prese il nome di "Fratelli Aletti di Attilio Aletti". Nel 1946, alla morte di Attilio subentrò il figlio Enrico, che chiuse definitivamente l'azienda nel dicembre 1947.

Nel 1899 furono i primi ad alimentare gli elettromagneti con la dinamo (organo degli Artigianelli di Monza), nel 1903 costruirono il primo organo italiano ad alimentazione elettrica di rete nella chiesa di Santo Stefano Maggiore a Milano. Enrico, nel 1939, ebbe il merito di brevettare il primo organo "elettronico" italiano funzionante con lampade a gas inerte.

Organi Aletti furono costruiti per chiese parrocchiali e anche cattedrali e sono ancora presenti soprattutto in Lombardia, Veneto, Trentino, Emilia-Romagna; ma anche a Bari, Rieti, Civita Castellana, Oristano e Sud America. Le caratteristiche foniche rispecchiano quelle della scuola lombarda ed in particolare la variante varesina, ricche di ance e registri suddivisi in bassi e soprani, per gli strumenti costruiti nell'Ottocento; e più aderenti agli stilemi della scuola (riforma) ceciliana a partire dall'inizio del XX secolo.

Evoluzione della denominazione aziendale[modifica | modifica wikitesto]

  1. Carlo Aletti
  2. C. Aletti & Figli
  3. Fratelli Aletti

Cronologia genealogica della famiglia Aletti[modifica | modifica wikitesto]

 Carlo Aletti
*18211899
 
    
Giuseppe
*18641922
Luigi
*18651902
Carlo jr.
*18661898
Attilio
*18731946
 
 
 Enrico
*19101981

Opere (elenco incompleto)[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso dei quasi 100 anni di attività gli Aletti costruirono o lavorarono circa 600 organi a canne con trasmissione: meccanica, pneumatico tubolare, elettrico pneumatica ed elettrica.

Un libretto-catalogo, con disposizioni foniche, è conservato presso la Biblioteca Comunale di Trento.

XIX Secolo[modifica | modifica wikitesto]

Opus Anno Località Edificio Tastiere Registri Immagine
? 1868 Grandate (CO) Santuario della Madonna del Noce[1]
su materiale fonico attribuibile alla scuola di Carlo Prati (sec. XVII)
I+P 22
1869 Sesto Calende (VA) Abbazia di San Donato[2] I+P
1870 Rivalta sul Mincio (MN) Chiesa dei Santi Donato e Vigilio[3] I+P
1870 Cornaredo (MI) Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo[4]
? 1873 Milano Chiesa di Santa Francesca Romana II+P 20
1875 Cadorago (CO) Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo I+P
1880 Pietra de' Giorgi (PV) Chiesa di Santa Maria Assunta a Castagnara
1881 Carzeto (PR) Chiesa di San Giovanni Battista
1882 Roncole di Busseto (PR) Chiesa di San Rocco
restauro e ampliamento[5]
1883 San Giovanni in Persiceto (BO) Chiesa Collegiata di San Giovanni Battista
organo in cornu Epistolae
1884 Cremnago di Invernigo (CO) Chiesa di San Vincenzo martire[6]
restauro/ampliamento
I+P
1884 Chiavazza (BI) Chiesa di Santa Maria Assunta e San Quirico
Modifiche/ampliamento
1884 Pressana (VR) Chiesa ex parrocchiale dell'Annunciazione di Maria (sec. XV)
Trasferito nell'attuale Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta
1+P
1885 Piacenza Basilica di San Giovanni in Canale
ampliamento
1886 Abbasanta (OR) Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria[7]
1887 Borghetto di Borbera (AL) Chiesa di San Vittore[8]
1887 Fidenza (PR) Chiesa di Santa Maria Annunziata
? 1888 Oristano Cattedrale di Santa Maria Assunta
Trasferito nel 1961 nella chiesa della Madonna del Rimedio di Donigala Fenughedu (OR)
I+P 23
1888 Gazzuolo (MN) Chiesa di Santa Maria Nascente
? 1890 Civita Castellana (VT) Cattedrale di Santa Maria Maggiore
entro la cassa del precedente organo settecentesco
I+P 35
1891 Calalzo di Cadore (BL) Chiesa di San Biagio
1893 Spercenigo (TV) Chiesa di San Bartolomeo
1894 Vigo di Cadore (BL) Chiesa di San Martino
ampliamento
1898 Este (PD) Tempio di Don Bosco del Collegio Salesiano Manfredini
1898 Cibiana di Cadore (BL) Chiesa di San Lorenzo
1899 Monza Chiesa della Santa Trinità detta "degli Artigianelli"[9] I+P
1895 Gaggio Montano (BO) Chiesa dei Santi Michele Arcangelo e Nazario[10]

XX Secolo[modifica | modifica wikitesto]

Opus Anno Località Edificio Tastiere Registri Immagine
? 1903 Milano Basilica di Santo Stefano Maggiore[9] II+P 29
? 1903 Verona Chiesa di San Nicolò all'Arena II+P 23
1904 Parma Chiesa di Sant'Antonio Abate
Rifacimento
? 1905 Casier (TV) Chiesa di San Teonisto Martire
su preesistente materiale Pugina del 1893
II+P 21
1906 Arena Po (PV) Chiesa di San Giorgio Martire[11]
1911 Settimo Milanese (MI) Chiesa di Santa Margherita[12]
1924 Predazzo (TN) Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
utilizzando materiale fonico del precedente organo Tonoli
II+P 22
? 1924 Chironico (Canton Ticino, Svizzera) Chiesa di San Maurizio II+P 18
1925 Verrone (BI) Chiesa di San Lorenzo[13]
1926 Rieti Cattedrale di Santa Maria
non più esistente
1926 Morbegno (SO) Chiesa di San Giovanni Battista II+P 25
1926 Oropa (BI) Basilica antica del Santuario di Oropa
Ampliamento
? 1927 Sinalunga (SI) Chiesa di San Bernardino II+P 14
1930 Olgiate Molgora (LC) Chiesa di San Zeno[14]
1930 Condino (TN) Chiesa di Santa Maria Assunta[15] II+P 19
1931 Castel de' Britti (BO) Chiesa di San Biagio
1932 Ville di Giovo (TN) Chiesa di San Nicolò
1936 Bari Chiesa rettoria di San Giuseppe[16] II+P 17
1936-37 Bari Chiesa di Maria Santissima del Rosario (in San Francesco da Paola)[16] II+P 24
574 1937 Monza Duomo
non più esistente
580 1939 Como Chiesa di Sant'Eusebio II+P
580 [?] 1939 Dongo (CO) Santuario della Madonna delle Lacrime
589 19.. Galgiana (LC) Chiesa di San Biagio I+P 6
591 1943 Casatenovo (LC) Chiesa di San Giorgio
594 Rivamonte (BL) Chiesa di San Floriano martire
non più esistente
595 1940 Rovenna (CO) Chiesa prepositurale di San Michele. II+P 12
596 1945 Arcore (MB) Chiesa di Sant'Eustorgio
non più esistente
600 19.. Monza (MB) Chiesa di San Carlo
non più esistente

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Serafino Corno: Enrico Aletti e la storia inedita del primo organo elettronico italiano, agosto 2015