Franco Lanfredi

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Franco Lanfredi
NascitaMantova, 20 dicembre 1920
MorteMantova, 1º gennaio 2009
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoItalian Co-Belligerent Air Force
SpecialitàCacciabombardieri
Reparto209ª Squadriglia
102º Gruppo
5º Stormo Tuffatori
GradoTenente pilota
ComandantiGiuseppe Cenni
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia di mezzo giugno
Battaglia di mezzo agosto
Decorazionivedi qui
dati tratti da Duecento grammi di pane al giorno. Il secolo breve nella memoria di una città di provincia. Mantova e il Novecento[1]
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Franco Lanfredi (Mantova, 20 dicembre 1920Mantova, 1º gennaio 2009) è stato un ufficiale e aviatore italiano. Tenente pilota della Regia Aeronautica durante il corso della seconda guerra mondiale, fu decorato con due Medaglie d'argento, due Medaglie di bronzo al valor militare e tre Croci al merito di guerra.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Mantova il 20 dicembre 1920,[2] figlio di Giacomo, e si arruolò nella Regia Aeronautica. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940, combatte in Africa Settentrionale Italiana, dove fu decorato con una Medaglia di bronzo al valor militare.

Il 1º maggio 1942 fu assegnato alla 209ª Squadriglia del 102º Gruppo Tuffatori, costituito in quella data sull’aeroporto di Lonate Pozzolo, equipaggiato con i cacciabombardieri Junkers Ju 87 Picchiatello. Il comando del neonato 102 Gruppo fu assegnato all’asso dei tuffatori Giuseppe Cenni, futura Medaglia d'oro al valor militare. Partecipò alla battaglia di mezzo giugno e a quella di mezzo agosto, venendo decorato con due Medaglie d'argento al valor militare.

Nel febbraio 1943 il reparto ricevette i nuovi Reggiane Re.2002 Ariete, e nel corso del 1943 il Gruppo viene rischierato presso l'aeroporto di Manduria, in provincia di Taranto. Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 entrò a far parte dell’Italian Co-Belligerent Air Force, e il suo reparto fu disloccato vicino a Palata in provincia di Foggia, Galatina ed altre basi pugliesi da dove effettuò fino al termine del conflitto numerose azioni sull'Albania e sulla Jugoslavia, utilizzando anche velivoli Aermacchi C.202 Folgore, C.205 Veltro e perfino Supermarine Spitfire Mk. V.

Un cacciabombardiere Reggiane Re.2002 Ariete appartenente all’ICAF fotografato in volo.

Alla fine del conflitto risultava decorato con due Medaglie d’argento e due di bronzo al valor militare, tre Croci al merito di guerra e una promozione per merito di guerra.[3]

Lasciò la vita militare subito dopo la fine della guerra, laureatosi in economia e commercio presso l’Università di Bari nel 1947. Ritornato a vivere a Mantova per molti anni fu agente di zona per la compagnia assicuratrice "La Previdente".[2] Fu Consigliere Nazionale e Presidente della sezione provinciale di Mantova dell’Istituto del Nastro Azzurro,[3] Consigliere Nazionale e Presidente della sezione provinciale di Mantova dell’Associazione nazionale combattenti e reduci,[2] e Consigliere Nazionale e Presidente della sezione provinciale di Mantova dell’Associazione Nazionale Guerra di Liberazione.[3]

Si spense presso l'ospedale Carlo Poma,[2] a Mantova, il 1º gennaio 2009, lasciando la signora Dina[N 1] e i cinque figli (Dario, Liana, Laura, Franca e Flavia).[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Partecipava come capo pattuglia di una formazione di tuffatori, alla luminosa vittoria dell’Ala d’Italia nei giorni 14 e 15 giugno 1942 nel Mediterraneo. In un attacco di un convoglio nemico fortemente scortato, incurante della precisa e violenta reazione contraerea, si lanciava con sereno sprezzo del pericolo trascinando i gregari su un mercantile di notevole tonnellaggio, che colpiva con tiro preciso, provocandone l’immediato affondamento. Cielo del Mediterraneo, 14-15 giugno 1942.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane pilota, ardito ed abile tuffatore, già distintosi in numerose azioni di guerra, partecipava all’attacco di un convoglio nemico fortemente scortato, e incurante della violenta reazione C.A. e degli attacchi della caccia avversaria che gli colpivano ripetutamente l’apparecchio, si gettava arditamente in tuffo, in due successive ondate, sganciando bombe di massimo calibro, che danneggiavano gravemente un cacciatorpediniere nemico e colpivano in pieno un grosso mercantile, affondandolo. All’uscita di un tuffo seguiva il velivolo del proprio comandante sceso a minima quota nel mezzo della formazione mitragliando a volo radente la tolda delle navi nemiche. Cielo del Mediterraneo, 12-13-14 giugno 1942.»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane pilota, già precedentemente distintosi, durante l’attacco in picchiata a mezzi corazzati nemici difesi da intensa reazione contraerea ed aerea, veniva colpito da una raffica di mitragliatrice che gli provocava una vasta ferita ad una spalla e gli danneggiava seriamente il motore. Continuava la fase critica del tuffo fino allo sgancio regolare del carico bellico, dando prova di un profondo attaccamento al dovere. Dolorante, con braccio immobilizzato, riusciva a raggiungere un aeroporto amico e portava a salvamento l’equipaggio e il prezioso materiale. Cielo dell’Africa Settentrionale Italiana, agosto 1941-dicembre 1941.»
— Regio Decreto 10 maggio 1943[4]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Bombardiere a tuffo, già precedentemente distintosi, durante un attacco in picchiata su mezzi corazzati nemici difesi da intensa reazione contraerea ed aerea, veniva colpito da una raffica di mitragliatrice che gli provocava una vasta ferita ad una spalla e gli danneggiava seriamente il motore. Continuava la fase critica del tuffo fino al regolare sgancio del carico bellico, dando prova di un profondo attaccamento al dovere. Dolorante, con braccio immobilizzato, riusciva a raggiungere un aeroporto amico e portava a salvamento l’equipaggio e il prezioso materiale. Cielo dell’Africa Settentrionale Italiana, agosto-dicembre 1941.»
— Regio Decreto 5 aprile 1943[5]
Croce al merito di guerra (3) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sposata nel febbraio 1945, poco prima della fine della seconda guerra mondiale.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lonardo 2006, pp. 309-410.
  2. ^ a b c d e Mantova piange Franco Lanfredi, in La Voce di Mantova, Mantova, venerdì 2 gennaio 2009, pag.13.
  3. ^ a b c Addio al pilota Franco Lanfredi in Gazzetta di Mantova, Mantova, 2 gennaio 2009, pag.13.
  4. ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 23, registrato alla Corte dei conti addì 6 luglio 1943, registro n.I Aeronautica, foglio n.145.
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 19, pagina 1157, registrato alla Corte dei conti addì 7 luglio 1943, registro n.I Aeronautica, foglio n.190.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sergio Govi, I Reggiane dall'A alla Z. Descrizione tecnica degli aerei Reggiane, Milano, Giorgio Apostolo Editore, 1985.
  • Luigi Lonardo, Duecento grammi di pane al giorno. Il secolo breve nella memoria di una città di provincia. Mantova e il Novecento, Milano, Franco Angeli s.r.l., 2006.
  • Giuseppe Pesce, Giuseppe Cenni, pilota in guerra, Roma, Aeronautica Militare, 2002. URL consultato il 10 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2018).
Pubblicazioni
  • Gilberto Cavicchioli, Eppur bisogna andare, in Rivista quadrimestrale dell'Associazione Postumia, n. 16, Gazoldo degli Ippoliti, Edizioni Postumia, gennaio 2005, p. 117-132.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]