Francesco Babuscio Rizzo
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Francesco Babuscio Rizzo
Ambasciatore d'Italia Ufficiale Pilota Aviazione | |
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Nascita | Potenza, 24 giugno 1897 |
Morte | Roma, 11 dicembre 1983 |
Dati militari | |
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Francesco Babuscio Rizzo (Potenza, 24 giugno 1897 – Roma, 11 dicembre 1983) è stato un ufficiale e diplomatico italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]
Nato a Potenza il 24 giugno 1897 da Giuseppe Babuscio ed Evelina Rizzo. Giovanissimo intraprende la carriera militare e partecipa alle campagne di guerra del 1916-1917-1918 come ufficiale di carriera nel 3º Battaglione Bersaglieri ciclisti, prima, poi come ufficiale pilota, meritandosi due medaglie di bronzo ed una croce di guerra al V.M. e varie decorazioni commemorative delle campagne di Guerra.
Studi e incarichi consolari[modifica | modifica wikitesto]
Compie gli studi universitari a Firenze dove si laurea in economia e commercio e il 21 luglio 1925, a seguito di regolare concorso inizia la carriera diplomatica presso il Ministero degli Affari Esteri.Ha prestato servizio in varie sedi diplomatiche in Europa, America Latina ed Estremo Oriente (Cina 1934-1937). Il 30 aprile 1926 è nominato addetto consolare ed il 15 dicembre successivo è destinato al consolato di Berna dove rimane per circa un anno. Nel frattempo la sua carriera diplomatica procede e il 1º aprile 1927 è nominato vice-console di 2ª Classe e il 1º luglio dello stesso anno è nominato vice-console di 1ª Classe. Il 3 marzo 1928 è destinato al consolato italiano di Buenos Aires fino all'aprile 1930 quando Vittorio Emanuele III lo nomina console di Digione.
Primi incarichi diplomatici[modifica | modifica wikitesto]
Rientrato in Italia nell'ottobre del 1932, Babuscio Rizzo presta servizio presso il Ministero degli Affari Esteri e nell'aprile del 1934 è membro della delegazione italiana alla Conferenza italo-svizzera per discutere su "questioni di stabilimento".
Il 20 dicembre 1934 è destinato all'ambasciata italiana a Pechino e vi rimane fino al 1936. In questi anni diventa console di 3^ e poi di 2ª classe. Il 1º agosto 1936 torna in servizio presso il Ministero degli Esteri a Roma a capo dell'ufficio II della Direzione generale Affari transoceanici, incarico che ricopre fino al dicembre dello stesso anno quando viene destinato a Tirana (Albania) dove rimane per tre anni. Dal dicembre 1939 al Gennaio 1943 è destinato all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede in qualità di consigliere. Dal 9 Febbraio al 25 luglio 1943 è Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri, e il 25 luglio 1943 a seguito della caduta del governo fascista, nell'attesa del nuovo Ministro degli Affari Esteri Raffaele Guariglia, esercita la reggenza del ministero.
-L'Armistizio di Cassibile è un episodio della 2ª Guerra Mondiale, con il quale il 3 settembre 1943 l'Italia firmo' la resa incondizionata agli alleati. Tale fatto sancì il disimpegno dell'Italia dall'alleanza con la Germania Nazista di Adolf Hitler e l'inizio della campagna d'Italia e della Resistenza per la Guerra di Liberazione italiana contro il Nazi-Fascismo; gia' un anno prima dell'Armistizio di Cassibile, ossia nel settembre 1942 si erano avviati tramite Guido Gonella contatti con il Vaticano nella persona di Mons. Montini e avvalendosi della Diplomazia Vaticana e quindi dell'Incaricato d'Affari dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, l'Ambasciatore Francesco Babuscio Rizzo, subentrato in Ambasciata a Galeazzo Ciano, per fare quindi da tramite ed aprire un canale di comunicazione con gli Alleati Anglo-Americani ed in particolare con l'Ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede Myron C. Taylor al fine di far uscire l'Italia dalla Seconda Guerra Mondiale.
Il 14 Agosto 1943 dopo lunghe trattative fra l'amb. Babuscio Rizzo, rappresentante del Governo italiano presso la Santa Sede, il Conte Calvi di Bergolo da una parte, e i tedeschi dall'altra, Roma fu dichiarata unilateralmente Citta' Aperta (solo da parte delle autorita' italiane). L'occupazione tedesca di Roma Citta' Aperta, se risparmio' da parte tedesca, il patrimonio storico e architettonico della Citta' di Roma e tutto il patrimonio artistico dei più importanti musei del centro Italia trasferiti al sicuro in Vaticano dall'Amb.Babuscio Rizzo con la fattiva collaborazione del Segretario di Stato Mons. Montini (Papa Paolo VI°) e del direttore dei Musei Vaticani Bartolomeo Nogara, fu pero' durissima con la popolazione romana con deportazioni di militari italiani e di ebrei, molti caduti a via Tasso (circa 2000) molti altri fucilati a Forte Bravetta o trucidati alle Fosse Ardeatine. Il salvataggio di preziose Opere d'Arte dalle razzie nazi fasciste e portate in salvo in Vaticano, provenivano da varie importanti città d'arte quali Venezia (Palazzo Regio- tesoro di San Marco con la celebre Pala d'oro), Milano, dalla Rocca di Sassocorvaro in provincia di Pesaro Urbino, dove erano custodite importanti tele come la Flagellazione di Cristo e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca, La Profanazione dell'Ostia di Paolo Uccello, il San Giorgio del Mantegna, la tempesta del Giorgione e tanti altri; e poi ancora opere di importanti musei come gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese, Palazzo Corsini, Palazzo Spada a Roma nonché di tutti gli importantissimi Arazzi ed arredi del Palazzo del Quirinale.;questo immane lavoro di salvataggio è stato portato a termine oltre che dall'Ambasciatore Babuscio Rizzo che prese in consegna dette importanti opere artistiche catalogandole e redigendo, in triplice copia, un verbale di consegna mettendole al sicuro in Vaticano, anche da una squadra di funzionari e critici d'arte quali il Prof. Emilio Lavagnino, il prof. Marino Lazzari, il prof. Carlo Giulio Argan, il prof. Romanelli ed altri, nonostante il Governo fascista di Salo' fosse contrario alla consegna in uno Stato estero (il Vaticano) di tale ingente, preziosissimo ed inestimabile patrimonio artistico di proprieta' dello Stato Italiano.
Il 9 Giugno 1944 Riceve Attestato di Benemerenza e ringraziamento del Comandante Civile e Militare della Citta' di Roma il Generale Roberto Bencivenga per aver respinto, nel settembre 1943, con reciso atteggiamento,e a nome anche del Conte Calvi di Bergolo, la richiesta tedesca di consegnare 6000 ostaggi, interessandone la Santa Sede ed in particolare il Segretario di Stato di Sua Santita' Cardinal Maglione, ed offrendosi personalmente al posto degli ostaggi. Tale lodevole iniziativa, l'Ambasciatore Babuscio Rizzo la porto' di comune accordo con i Martiri Filippo de Grenet ed il Colonnello Giuseppe Cordero di Montezemolo, trucidati poi alle Fosse Ardeatine dalla ferocia nazista il 24 marzo 1944.
Il 29 ottobre 1944 Riceve Encomio e Attestato di Benemerenza del Presidente del Consiglio dei Miinistri Ivanoe Bonomi e del Ministro Per La Guerra Alessandro Casati per l'alto sentimento di patriottismo e per il generoso prestito fatto al Fronte Clandestino della Resistenza durante il periodo dell'occupazione nazi-fascista.
Nel mese di agosto dello stesso anno è nominato incaricato d'affari presso la Santa Sede, carica che ricoprirà fino al marzo del 1946, quando è nominato Ministro d'Italia a Dublino (Irlanda 23 Gennaio 1946-30 settembre 1949). Il 23 Giugno 1952 è nominato Ministro Plenipotenziario di 1ª classe.
Secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]
Il 3 novembre 1949 è destinato a Bonn quale capo della missione diplomatica italiana ed il 20 luglio 1951 è accreditato quale primo Ambasciatore d'Italia nella Repubblica Federale tedesca e si guadagna stima, apprezzamento ed amicizia del Cancelliere Tedesco Adenauer che lo insignisce dell'alta onorificenza di Gran Croce con Placca e Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca e della Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale Tedesca; restera' a Bonn fino al gennaio del 1955. Nel febbraio del 1955 è nominato ambasciatore in Argentina dove rimane fino al luglio del 1962, quando si ritira in congedo per raggiunti limiti di età. Ad Aprile 1961 organizza ed ospita il viaggio del Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi in Argentina e poi in Uruguay e Peru' e in tale occasione viene emesso dall'Italia il 3 Aprile 1961 il famoso francobollo (Gronchi rosa) per commemorare il viaggio del Presidente Italiano in Sudamerica e stampato con uno sbaglio dei confini del Peru' dove si evidenziano quelli precedenti la Guerra con l'Ecuador del 1941-1942 escludendo i confini della parte amazzonica ormai annessa al Peru'; per tale sbaglio detto francobollo fu ritirato dal commercio, ma in ritardo, e quindi i pochi esemplari andati in circolazione, sono diventati un raro e molto ambito oggetto da collezione..
Ultimi incarichi[modifica | modifica wikitesto]
La stima ed il rispetto guadagnati nella sua lunga e brillante carriera diplomatico-istituzionale fanno sì che continui a ricoprire incarichi importanti: dal 1963 al 1964 è Presidente dell'Istituto per la documentazione e gli studi legislativi del ministero; è Presidente della Commissione d'esame per l'ammissione alla Carriera Diplomatica dal 1963 al 1965; Capo della Delegazione Italiana per negoziazioni culturali con il Governo del Cairo (1963). Capo della Delegazione italiana alla Conferenza italiana dei Plenipotenziari della Agenzia U.I.T.alle Nazioni Unite in materia di Telecomunicazioni (Montreux-1965); è poi nominato COMMISSARIO GENERALE all'EXPO 1967 svoltasi a Montréal (Canada) dal 28 aprile al 27 ottobre 1967. Il 4 maggio 1968 il Presidente della repubblica Giuseppe Saragat inaugura la Grande sfera dello scultore Arnaldo Pomodoro,richiesta all'artista dall'Ambasciatore Babuscio Rizzo per porla sul tetto del padiglione italiano all'Expo di Montréal; il Maestro Pomodoro regalo' poi al Commissario Babuscio Rizzo detta Opera che a sua volta l'Ambasciatore dono' allo Stato Italiano per porla davanti al Ministero degli Affari Esteri nel Piazzale della Farnesina; detta sfera rappresenta gli Italiani che Onorano la Patria nel mondo ed è ormai diventata il Simbolo del Ministero degli Affari Esteri.

Socio onorario dell'ISLE (Istituto di Studi Legislativi) e vice Presidente della Commissione per lo studio della riforma dei servizi diplomatici italiani; in tale qualita' ha curato i lavori preparatori e l'elaborazione del volume: "Indagine sulla Diplomazia italiana" edito da Giuffre' (1964).
Nel 1969 Babuscio Rizzo è nominato membro del consiglio della fondazione del Premio internazionale della pace Giovanni XXIII.
Presidente della Commissione per gli immobili adibiti ad uso dell'Amministrazione del Ministero Affari Esteri (CIMAE) istituita con D.P.R. 5 Gennaio 1967.
Il 25 Maggio 1970 in Campidoglio fu insignito del Titolo di Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto con Medaglia d'Oro su Decreto del Presidente della Repubblica e consegnatagli dal Sindaco di Roma Clelio Darida, e con la seguente motivazione:"La Patria Le conferisce questa Onorificenza come doveroso riconoscimento del contributo che Ella, nel dolore della lotta piu' sanguinosa, in trincea,sui mari o nei cieli, ha recato per l'affermazione della Sacra intangibilità della Nazione Italiana".
Sposa la Nobildonna Ameri Bellinzaghi Locatelli Cambiaghi che morirà prematuramente nel 1957 e dalla quale non avrà figli. Ha un'unica nipote Ilda Ricasoli, figlia della sorella Ester, giornalista, sposata con Antonio de Bonis, funzionario del Ministero Affari Esteri-giornalista- e da cui Annafranca, Gabriele, Carlo, e Roberta de Bonis Ricasoli.
È morto a Roma l'11 dicembre 1983.
L'importante Archivio personale di S.E. Babuscio Rizzo è depositato presso l'Archivio Apostolico Vaticano ed è inserito nell'Archivio personale di S.S. Papa Pio XII ed identificato come "Carte Babuscio Rizzo"; tale importante documentazione riguardante il periodo nel quale Babuscio Rizzo ha ricoperto la carica di Incaricato d'affari-Ambasciatore presso l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede (1943-1946), sono state al centro del Convegno Internazionale per l'apertura ufficiale dell'Archivio inerente al Pontificato di Pio XII e svoltosi in Vaticano il 21 Febbraio 2020. A tale importante avvenimento sono intervenuti studiosi da tutto il mondo ed in particolar modo anche un folto numero di studiosi di religione ebraica. Tale studio sara' determinante nel percorso che portera' alla Santificazione di Papa Pacelli.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]
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Croce al merito di guerra (Regno d'Italia) |
— Vittorio Veneto, 30 ottobre 1918 |
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Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) |
— San Rossore, 25 ottobre 1932 |
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Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (Regno d'Italia) |
— 31 maggio 1934 |
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Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia (Regno d'Italia) |
— San Rossore, 27 ottobre 1935 |
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Croce al merito di guerra, 2º conferimento (Regno d'Italia) |
— Tirana, 8 aprile 1939 |
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Croce al merito di guerra, 3º conferimento (Regno d'Italia) |
— 8 luglio 1941 |
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Grande Ufficiale dell'Ordine della Besa (Regno d'Albania) |
— Roma, 20 novembre 1941 |
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Grande Ufficiale dell'Ordine di Scanderbeg (Regno d'Albania) |
— Roma, 20 novembre 1941 |
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Grande Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— Roma, 2 giugno 1955 |
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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— Roma, 2 giugno 1961[1] |
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Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto |
— 25 maggio 1970 |
Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]
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Commendatore con placca dell'Ordine Piano (Santa Sede) |
— Città del Vaticano, 1º marzo 1940 |
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Cavaliere di gran croce di grazia magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM) |
— dicembre 1941 |
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Cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Silvestro Papa (Santa Sede) |
— Città del Vaticano, 25 gennaio 1946 |
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Gran croce al merito con placca e cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica federale tedesca |
— 1954 |
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Gran croce dell'Ordine al Merito della Repubblica federale tedesca |
— Bonn, 1955 |
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Gran croce dell'Ordine del Sole del Perù (Perù) |
— Lima, 6 agosto 1956 |
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Gran croce dell'Ordine del liberatore San Martín (Argentina) |
— Buenos Aires, 22 giugno 1961 |
Note[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Carriera diplomatica (Italia)
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