Frédéric Soulacroix

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Federigo Soulacroix nel suo studio, circondato dalla sua famiglia

Frédéric Joseph Pierre Timothée Soulacroix, spesso italianizzato in Federigo Soulacroix[1][2][3][4] (/sulakʁwa/; Roma, 1º ottobre 1858Cesena, 3 settembre 1933), è stato un pittore francese attivo in Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Frédéric Joseph Pierre Timothée Soulacroix era il figlio di Charles Soulacroix (1825-1879), uno scultore e pittore francese, e di Giacinta Diofebo. Dopo aver passato la sua infanzia a Roma, egli seguì suo padre in Francia tra il 1863 e il 1870 e poi tornò in Italia, a Firenze, dove si trovava il resto della famiglia.[5] Nel 1873 egli si iscrisse all'Accademia di belle arti di Firenze e nell'ottobre del 1876 venne ammesso alla Scuola di Pittura.[6]

Dopo essersi sposato il 6 giugno 1890 con Julie Fernande Blanc, l'artista visse in una casa che si affacciava sul piazzale Donatello.[7] Soulacroix ebbe cinque figli: Richard, Olivier, George, Gabriel e Amélie. Olivier morirà durante il primo conflitto mondiale e il suo nome verrà inciso su una lapide attribuita proprio a Federigo Soulacroix.[8]

Le autorità francesi nominarono Frédéric Soulacroix e sua moglie Julie Fernande degli ufficiali dell'Accademia: Frédéric nel 1924 "per la sua devozione alla causa francese" e Julie nel 1954 "per i servizi resi alla cultura francese". Nell'agosto del 1929, Frédéric Soulacroix venne nominato cavaliere della Legion d'onore.[8]

La proposta di matrimonio, 1890 circa

Soulacroix era un pittore specializzato nelle scene di genere aneddotico settecentesco o a lui contemporaneo,[9][10] dipingendo dei soggetti allora alla moda che gli valsero un grande successo in Italia, Regno Unito, Germania (in particolare a Monaco di Baviera), negli Stati Uniti d'America, in Canada e in America del Sud. Alcune opere sono conservate al museo d'arte di Filadelfia e nella Mansion House di Londra.[6]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Marion Lagrange, Les peintres italiens en quête d'identité: Paris 1855-1909, CTHS, 2010, ISBN 978-2-7355-0708-5. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  2. ^ Mario Praz, Gusto neoclassico, Rizzoli, 1974. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  3. ^ (EN) The Connoisseur, Hearst Corporation, 1972. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  4. ^ Angelo De Gubernatis e Ugo Matini, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Tipi dei successori Le Monnier, 1889. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  5. ^ Anna Amoroso, I nostri francesi della Grande Guerra, su Corriere Fiorentino, 11 agosto 2018. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  6. ^ a b Frédéric Soulacroix, su Galleria Ottocento - vendita di importanti opere d'arte. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  7. ^ Annuario d'Italia amministrativo-commerciale, Annuario d'Italia, 1889. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  8. ^ a b Lapide dei francesi di Toscana caduti nella grande guerra | Institut français Firenze, su www.institutfrancais.it. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  9. ^ (EN) Ashton Rollins Willard, History of Modern Italian Art, Longmans, Green, 1900. URL consultato il 21 febbraio 2022.
  10. ^ (EN) Frederic Soulacroix - 30 artworks, su Art Renewal Center. URL consultato il 21 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emmanuel Bénézit, Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs, graveurs, 14 vol., Parigi, Librairie Gründ, 1999.

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