Forte Dossobuono

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Forte Dossobuono
Werk Erzherzogin Gisela
Sistema difensivo di Verona
Fotografia ottocentesca del forte Dossobuono di Moritz Lotze
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
CittàVerona
IndirizzoVia Mantovana
Coordinate45°24′49.96″N 10°56′33.74″E / 45.413877°N 10.942705°E45.413877; 10.942705
Informazioni generali
TipoForte
Primo proprietarioEsercito imperiale austriaco
Condizione attualeconservato
Informazioni militari
UtilizzatoreRegno Lombardo-Veneto
Regno d'Italia
Armamento2 cannoni da 15 cm
6 cannoni da 12 cm
24 cannoni di diverso calibro
Presidio375 fanti
72 artiglieri
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Forte Dossobuono, chiamato originariamente Werk Erzherzogin Gisela, è una fortificazione posta a sud-ovest di Verona, parte del complesso sistema difensivo cittadino e più in particolare del secondo campo trincerato di pianura, messo in opera tra 1859 e 1866. La struttura fortificata fu realizzata tra 1860 e 1861 e i lavori furono diretti dall’Imperiale Regio Ufficio delle Fortificazioni di Verona.[1]

Il forte è intitolato alla arciduchessa Gisella d'Asburgo-Lorena, secondogenita dell'imperatore Francesco Giuseppe e sorella maggiore dell'arciduca Rodolfo.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il forte, a tracciato poligonale (un sistema poligonale misto tipico della scuola fortificatoria neotedesca) con ridotto centrale, era situato in aperta campagna, a circa 1 400 metri di distanza dal borgo di Santa Lucia. Collocato sulla strada per Mantova, la obbliga ad aggirarlo, verso nord-ovest, prendendola così d'infilata con le sue artiglierie, anche sul rovescio verso Santa Lucia dalle postazioni sul paradorso. Nello stesso tempo batteva di fronte e di fianco la ferrovia proveniente da Mantova e quella proveniente da Milano. Il forte incrociava il fuoco d'artiglieria con i forti collaterali di Lugagnano e di Azzano, esercitando una potente azione di combattimento sulla pianura campestre antistante, fino quasi al piede del crinale morenico di Sona e Sommacampagna. Verso la pianura di Villafranca si opponeva alle operazioni nemiche provenienti dal medio Mincio. Il forte Dossobuono è quasi del tutto eguale, per tracciato, dimensioni e caratteri architettonici, al forte Lugagnano.[1]

L'ingresso al forte fu risolto dal progettista con una disposizione complessa, coordinata al doppio recinto di sicurezza interno. Nel terrapieno del fronte di gola rettilineo è inserita un'opera casamattata, alla quale è innestata la caponiera di gola, per artiglieria e fucileria, che difendeva l'accesso. La strada di accesso si sdoppia quindi davanti alla caponiera arrotondata, in direzione dei due portali laterali, simmetrici, preceduti dal ponte levatoio. Dai due portali ad arco si accede al piazzale interno, sotto il tiro dei fucilieri.[1]

Fotografia aerea del forte Dossobuono, del tutto simile sia in pianta che in elevato ai forti Lugagnano, Azzano e Tomba

Al centro del forte si eleva, su due piani e con copertura casamattata, il ridotto a corpo lineare, piegato sul tracciato a lunetta, con raccordi d'angolo arrotondati. Lungo il cortile interno del ridotto, al centro della facciata, sporge un corpo su pianta trapezoidale che contiene la scala e i servizi igienici. Sui due piani, nei locali a volta, sono disposti i ricoveri per la numerosa guarnigione e le varie funzioni logistiche, che rendevano l'opera autosufficiente. Il fronte principale del ridotto è ordinato per la difesa, su ogni piano, con galleria perimetrale a feritoie per fucilieri. Sul fronte secondario, concavo, il cortile è chiuso da un muro rettilineo di sicurezza. Nel mezzo, ai lati del passaggio per l'accesso al cortile, altri due muri paralleli si collegano alle casematte del fronte di gola, delimitando un ulteriore compartimento di sicurezza. Il tutto forma un doppio recinto a feritoie che, assieme alle gallerie per fucilieri del fronte principale, assicurava la difesa progressiva dell'opera. Inoltre tre pozzi per le riserve d'acqua sono collocati agli angoli del piazzale interno, in nicchie casamattate.[1]

Attorno al ridotto, il grande terrapieno si eleva sull'impianto a lunetta pentagonale, e copre in aderenza anche l'intero fronte di gola. Le postazioni di combattimento per l'artiglieria da fortezza, a cielo aperto, sono protette da numerose traverse, in parte casamattate. All'esterno, completavano l'opera la scarpa a pendenza naturale, rivestita dal muro aderente solo in corrispondenza delle tre caponiere.[1]

Dall'esterno, verso il fronte principale, si percepisce l'architettura di terra, con masse dai profili ben modellati dalla geometria del defilamento, mentre le opere murarie sono completamente sottratte alla vista. Nel fronte di gola, secondo un modello classico, spiccano i portali monumentali, inseriti nelle severe membrature murarie. Nel nucleo del forte il ridotto assume duplice fisionomia: fortificatoria, nel prospetto esterno, convesso, con la serrata sequenza di feritoie su due ordini; quasi civile, nel prospetto concavo interno, che affaccia sulla corte, con la successione di bifore a sesto ribassato. Una rarità costruttiva la si incontra nelle poterne principali, coperte da volte di laterizio a gradoni discendenti e con il tratto terminale a volta gotica. Ciottoli e listati di laterizio (come nella tradizione costruttiva del medioevo veronese) rivestono i muri di controscarpa, mentre il tufo di Verona riveste gli altri edifici del forte, conferendogli un aspetto di straordinaria saldezza.[1]

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

L'armamento della fortificazione consisteva in:[1]

  • 6 cannoni ad anima rigata da 12 cm a retrocarica
  • 2 cannoni ad anima rigata da 15 cm a retrocarica
  • 24 cannoni di diverso calibro ad anima liscia

Riserve di munizioni: 52 500 kg di polveri.

Presidio di guerra[modifica | modifica wikitesto]

Il presidio in caso di guerra della fortificazione consisteva in:[1]

Era inoltre possibile disporre un presidio di emergenza di 616 uomini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Forte Dossobuono, su mapserver5.comune.verona.it. URL consultato il 25 novembre 2020 (archiviato il 25 novembre 2020).

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