Vai al contenuto

Filologia semitica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La filologia semitica è un ramo della filologia che studia le lingue semitiche, la loro evoluzione e la loro tradizione testuale. Comprende l’analisi di testi in lingue come l’ebraico, l'aramaico, l'arabo, l’accadico e il fenicio, ed esplora le connessioni tra queste lingue all'interno della famiglia linguistica afroasiatica.[1]

Storia e ambito di studio

[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi semitici risalgono al Rinascimento, quando studiosi europei iniziarono a interessarsi ai testi biblici e alle culture del Vicino Oriente. La disciplina si è evoluta nei secoli grazie all’influenza della linguistica comparativa e degli studi biblici, assumendo una struttura accademica formale tra il XIX e il XX secolo. Le università moderne, come l’Università Complutense di Madrid e l’Università di Torino, offrono programmi di filologia semitica che includono lo studio di grammatica, storia, e tradizione culturale delle lingue semitiche, da quelle antiche a quelle medievali e moderne.[2]

Metodi e approcci

[modifica | modifica wikitesto]

La filologia semitica adotta una metodologia comparativa per analizzare le strutture grammaticali, fonetiche e morfologiche delle lingue semitiche, studiando anche le loro scritture. Dalla cuneiforme dell’accadico fino ai primi alfabeti dell’aramaico e del fenicio, questo campo include lo studio delle modalità di trasmissione e di conservazione dei testi sacri e letterari, che hanno attraversato secoli di tradizione orale e scritta. Gli studiosi impiegano anche tecniche moderne, tra cui l’analisi digitale dei manoscritti, per preservare e studiare testi rari o danneggiati.[3][4]

Principali aree di ricerca

[modifica | modifica wikitesto]

Tra i temi di ricerca principali nella filologia semitica ci sono:

  • La comparazione grammaticale e lessicale delle lingue semitiche, tra cui l’ebraico biblico, il siriaco e l’arabo classico.
  • Lo studio delle varianti testuali e delle tradizioni manoscritte, come quelle della Bibbia ebraica e dei Targum, oltre che dei testi in aramaico e siriaco.
  • La ricerca sulle lingue semitiche minori, come l’accadico e il fenicio, che rivelano informazioni preziose sulle antiche civiltà del Medio Oriente e sulla nascita dei sistemi alfabetici.
  • L’analisi della cultura religiosa e letteraria ebraica, islamica e cristiana, comprese le relazioni intertestuali e la letteratura di polemica tra ebrei, cristiani e musulmani, tema centrale negli studi di studiosi come Amparo Alba Cecilia.[5]

Importanza e applicazioni

[modifica | modifica wikitesto]

La filologia semitica offre una chiave per comprendere non solo la storia linguistica del Medio Oriente, ma anche la trasmissione di idee religiose, filosofiche e culturali tra le civiltà antiche. Le sue applicazioni si estendono agli studi biblici, alla linguistica storica e alla storia delle religioni, fornendo strumenti per l’interpretazione critica di testi che hanno avuto un profondo impatto su molte culture. La disciplina contribuisce inoltre alla conservazione del patrimonio culturale e all’analisi delle relazioni tra le lingue semitiche e quelle della famiglia afroasiatica.

  1. ^ Treccani, Ernesto, in Benezit Dictionary of Artists, Oxford University Press, 31 ottobre 2011. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  2. ^ N. G. Wilson, R. Grisolia: Oίκονομία Struttura e tecnica drammatica negli scoli antichi ai testi drammatici. (Pubblicazioni del Dipartimento di Filologia Classica dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II, 20.) Pp. 125. Naples: Dipartimento di Filologia Classica dell’ Università degli Studi di Napoli Federico II, 2001. Paper. No ISBN., in The Classical Review, vol. 54, n. 1, 2004-04, pp. 241–241, DOI:10.1093/cr/54.1.241. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  3. ^ Stephen G. Nichols, Introduction: Philology in a Manuscript Culture, in Speculum, vol. 65, n. 1, 1990-01, pp. 1–10, DOI:10.2307/2864468. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  4. ^ Moshe Goshen-Gottstein, Hebrew - Preliminary Material, in Textus, vol. 16, n. 1, 19 agosto 1991, pp. 156–157, DOI:10.1163/2589255x-01601011. URL consultato il 28 ottobre 2024.
  5. ^ David Goldstein, Il Commento di Emanuele Romano al Capitolo I della GenesiTocciFranco Michelini Il Commento di Emanuele Romano al Capitolo I della Genesi Studi Semitici 10RomeUniversità di Roma—Centro di Studi Semitici, 1963, 141, in Journal of Jewish Studies, vol. 15, n. 3-4, 1964-10, pp. 167–171, DOI:10.18647/514/jjs-1964. URL consultato il 28 ottobre 2024.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]