Filippo di Svevia
Filippo di Svevia | |
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Re dei Romani | |
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In carica | 6 marzo 1198 – 21 giugno 1208 (in opposizione a Ottone IV) |
Incoronazione |
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Predecessore | Enrico VI |
Successore | Ottone IV |
Duca di Svevia | |
In carica | 1196 – 21 giugno 1208 |
Predecessore | Corrado II |
Successore | Ottone IV |
Altri titoli | Duca di Toscana |
Nascita | Pavia, agosto 1177 |
Morte | Bamberga, 21 giugno 1208 |
Luogo di sepoltura | Duomo di Spira |
Dinastia | Hohenstaufen |
Padre | Federico Barbarossa |
Madre | Beatrice di Borgogna |
Consorte | Irene Angela |
Figli | Beatrice Maria Reginaldo Cunegonda Elisabetta Federico Beatrice |
Filippo di Svevia vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Würzburg (1190-1191) |
Nato | agosto 1177 a Pavia |
Deceduto | 21 giugno 1208 a Bamberga |
Filippo di Svevia (Pavia, agosto 1177 – Bamberga, 21 giugno 1208) fu dapprima vescovo di Würzburg dal 1190 al 1191 e, abbandonata la carriera ecclesiastica, margravio di Toscana dal 1195 al 1197, duca di Svevia dal 1196 fino alla sua morte e infine re dei Romani dal 1198 fino alla sua morte in opposizione al rivale della stirpe Welfen Ottone IV; fu assassinato prima di essere incoronato imperatore romano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Filippo era il più giovane dei figli maschi di Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna (figlia di Rinaldo III di Borgogna, conte dell'Alta Borgogna). Era di conseguenza fratello dell'imperatore Enrico VI e un appartenente alla stirpe degli Hohenstaufen.
Dedicò la sua gioventù alla vita ecclesiastica e divenne prevosto di Aix-la-Chapelle. Nel 1190 o 1191 venne nominato vescovo di Würzburg.
Avendo accompagnato Enrico VI in Italia nel 1191, Filippo abbandonò le vesti ecclesiastiche e, nel 1195, fece ritorno in Italia, dove venne nominato margravio di Toscana ricevendo in dotazione i "beni matildini" (i territori che erano stati di Matilde di Canossa). Nel 1196, alla morte del fratello Corrado, divenne duca di Svevia; e nel maggio 1197 sposò Irene Angelo, figlia dell'imperatore bizantino Isacco II, e vedova di Ruggero III di Sicilia; una dama che viene descritta da Walther von der Vogelweide come "rosa senza spine, colomba senza inganno."
Da Irene ebbe sette figli[1]:
- Beatrice (1198 - Nordhausen, 11 agosto 1212), che morì pochi giorni dopo il matrimonio con Ottone IV di Brunswick;
- Maria (ca. 1200 - Lovanio, 1235), che nell'agosto 1215, sposò Enrico II di Brabante (1207-1248);
- Reginaldo (ca. 1201 - morto giovane), tumulato nell'abbazia di Lorsch;
- Cunegonda (1202 - 13 settembre 1248), che sposò l'erede e futuro re di Boemia, Venceslao I di Boemia, figlio di Ottocaro I di Boemia;
- Elisabetta (Beatrice) (1203 - Toro, 30 novembre 1235), che sposò il re di Castiglia, Ferdinando III, figlio del re del León, Alfonso IX e della seconda moglie, Berenguela di Castiglia;
- Federico (ca. 1205 - morto giovane), tumulato nell'abbazia di Lorsch;
- Beatrice (agosto 1208), nata postuma e vissuta poche ore, tumulata nell'abbazia di Lorsch.
Dopo l'improvvisa morte del fratello Enrico VI, che lasciava come successore al trono dei Romani il giovane Federico (il futuro imperatore Federico II), scoppiarono notevoli disordini fra coloro che disapprovavano un re non ancora maggiorenne. Per difendere gli interessi del nipote, Filippo acconsentì ad essere eletto re e venne incoronato l'8 settembre 1198, divenendo così il nuovo punto di riferimento del ghibellinismo in Italia. Il partito guelfo, invece, aveva sostenuto la candidatura di Ottone, secondo figlio del duca di Sassonia e Baviera Enrico il Leone, senza successo.
Nella guerra scatenatasi in seguito all'incoronazione di Filippo, si schierò in sua difesa Filippo II, re di Francia mentre assunse una posizione contraria la monarchia inglese, imparentata con Ottone.
Il papa Innocenzo III si schierò a favore della fazione guelfa che venne però definitivamente sconfitta il 27 luglio 1206 nella battaglia di Wassenberg.
Quando anche l'arcivescovo di Colonia (Adolfo di Colonia) che fino ad allora aveva sostenuto la causa guelfa, passò dalla sua parte, Filippo fu nuovamente e definitivamente incoronato. Nel 1208 anche il papa lo riconobbe come imperatore.
Il 21 giugno 1208 il giovane re fu assassinato a Bamberga nella Vecchia Corte[senza fonte], pugnalato a morte da Ottone VIII di Wittelsbach, un nipote del duca Ottone I di Baviera e figlio di Ottone IV di Wittelsbach, apparentemente per motivi personali. Nonostante ciò vennero sospettati dell'omicidio anche la dinastia degli Andechs, ed Enrico II d'Istria e il vescovo di Bamberga Ecberto dovettero fuggire in Ungheria.
Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Federico I di Svevia | Friedrich von Büren | ||||||||||||
Hildegard von Bar-Mousson | |||||||||||||
Friedrich di Svevia | |||||||||||||
Agnese di Waiblingen | Enrico IV di Franconia | ||||||||||||
Berta di Savoia | |||||||||||||
Federico Barbarossa | |||||||||||||
Enrico IX di Baviera | Guelfo IV d'Este | ||||||||||||
Giuditta di Fiandra | |||||||||||||
Giuditta di Baviera, duchessa di Svevia | |||||||||||||
Wulfhilde di Sassonia | Magnus di Sassonia | ||||||||||||
Zsófia d'Ungheria | |||||||||||||
Filippo di Svevia | |||||||||||||
Stefano I di Mâcon | Guglielmo I di Borgogna | ||||||||||||
Stephanie di Vienne | |||||||||||||
Rinaldo III di Borgogna | |||||||||||||
Beatrice di Lorena | Gerardo di Lorena | ||||||||||||
Hedwige di Namur | |||||||||||||
Beatrice di Borgogna | |||||||||||||
Simone I di Lorena | Teodorico II di Lorena | ||||||||||||
Hedwige di Formbach | |||||||||||||
Agata di Lorena | |||||||||||||
Adelaide di Lovanio | Enrico III di Lovanio | ||||||||||||
Gertrude delle Fiandre | |||||||||||||
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Eduard Winkelmann: Philipp von Schwaben und Otto IV. von Braunschweig, 1. Bd., König Philipp von Schwaben, 1197–1208, Leipzig 1873, Neudruck Darmstadt 1963
- Bernd Ulrich Hucker: Der Königsmord von 1208 – Privatrache oder Staatsstreich? In: Die Andechs-Meranier in Franken. Europäisches Fürstentum im Mittelalter. Mainz 1998, S. 111–128 (nicht unproblematisch).
- Joachim Heinzle: Philippe – des rîhes krône – der weise. Krönung und Krone in Walthers Sprüchen für Philipp von Schwaben. In: Walther von der Vogelweide. Textkritik und Edition, hrsg. von Thomas Bein. Berlin 1999, pp. 225–237.
- Bernd Ulrich Hucker, Philipp von Schwaben
- Hans Martin Schaller: Der deutsche Thronstreit und Europa 1198–1218. Philipp von Schwaben, Otto IV., Friedrich II. In: Krönungen. Könige in Aachen. Geschichte und Mythos, hrsg. von Mario Kramp. Mainz 2000, S. 398–406.
- Egon Boshof: Innozenz III. und der deutsche Thronstreit, Papst Innozenz III. Weichensteller der Geschichte Europas, a cura di Thomas Frenz, Stuttgart 2000, pp. 51–67.
- Bernd Schütte, Konig Philipp von Schwaben: Itinerar, Urkundenvergabe, Hof, Monumenta Germaniae Historica. Schriften 51, Hannover 2002
- Klaus von Eickels: Otto IV. (1198-1218) und Philipp (1198-1208), in: Die deutschen Herrscher des Mittelalters. Historische Portraits von Heinrich I. bis Maximilian I., hrsg. von Bernd Schneidmüller – Stefan Weinfurter, München 2003, pp. 272–292.
- Peter Csendes: Philipp von Schwaben. Ein Staufer im Kampf um die Macht. Darmstadt 2003, ISBN 3-89678-458-7.
- Andreas Bihrer: König Philipp von Schwaben – Bamberg, 21. Juni 1208. In: Politische Morde. Vom Altertum bis zur Gegenwart, hrsg. von Michael Sommer, Darmstadt 2005, pp. 117–126.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Filippo di Svevia, in Enciclopedia fridericiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
- Filippo di Svevia, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Bernd Schütte, FILIPPO DI SVEVIA, RE DI GERMANIA, in Federiciana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005.
- (EN) Philip, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) David M. Cheney, Filippo di Svevia, in Catholic Hierarchy.
- (DE) Onlineversion Archiviato il 3 marzo 2009 in Internet Archive. dei Regesta Imperii.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 262057925 · ISNI (EN) 0000 0001 1765 0868 · SBN RMLV212264 · CERL cnp00396114 · LCCN (EN) no2001036597 · GND (DE) 118593854 · BNF (FR) cb13601946n (data) · J9U (EN, HE) 987007266394305171 · WorldCat Identities (EN) viaf-262057925 |
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