Filippo Caracciolo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Filippo Caracciolo
Il principe Filippo Caracciolo nel giugno del 1965
VIII Principe di Castagneto
Stemma
Stemma
In carica1938 –
1965
PredecessoreCarlo Caracciolo, VII principe di Castagneto
SuccessoreCarlo Caracciolo, IX principe di Castagneto
III Duca di Melito
In carica1912 –
1965
PredecessoreNicola Caracciolo, II duca di Melito
SuccessoreCarlo Caracciolo, IV duca di Melito
Altri titoliPrincipe del Sacro Romano Impero
Patrizio Napoletano
NascitaNapoli, 4 marzo 1903
MorteNapoli, 16 luglio 1965 (62 anni)
DinastiaCaracciolo
PadreNicola Caracciolo, II duca di Melito
MadreMeralda Mele Barrese
ConsorteMargaret Clarke
FigliMarella
Carlo
Nicola
ReligioneCattolicesimo

Filippo Caracciolo, VIII principe di Castagneto, III duca di Melito (Napoli, 4 marzo 1903Napoli, 16 luglio 1965), è stato un nobile, politico e antifascista italiano appartenente alla famiglia dei Caracciolo di Castagneto.

Era il padre di Marella Agnelli Caracciolo di Castagneto, dell'editore Carlo Caracciolo e del giornalista Nicola Caracciolo[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laurea in scienze politiche e commerciali e nel 1934 assume incarichi diplomatici in Turchia, in Svizzera e a Strasburgo. Durante il congresso di Bari[2], svoltosi nel 1944 dai Comitato di Liberazione Nazionale assume l'incarico di segretario della giunta esecutiva e successivamente ricopre il ruolo di sottosegretario del Ministero dell'interno nel secondo governo di Pietro Badoglio. Enzo Santarelli, nel suo libro Mezzogiorno 1943-1944 Uno sbandato nel Regno del Sud, racconta come Caracciolo si adoperò per l'ingresso, fino ad allora osteggiato, nel governo Badoglio dei comunisti.

Tra il settembre 1943 e il settembre 1945 viene nominato segretario del Partito d'Azione[3], insieme con Pasquale Schiano e Adolfo Omodeo e con Ferruccio Parri, responsabile militare al Nord. Dal 1949 al 1954 è segretario generale aggiunto del Consiglio d'Europa.

Fra la fine del secondo conflitto e l'inizio degli anni '50 in parallelo all'impegno politico assume ruoli inerenti allo sviluppo nazionale e alla difesa del patrimonio paesaggistico-culturale: presidente dell'Automobile Club d'Italia dal 1951 al 1965 (e direttore della rivista dell'ACI l'Automobile dal maggio 1948 al maggio 1950), presidente di Italia Nostra, presidente della Federazione Internazionale dell'Automobile (FIA), vicepresidente dell'OTA (Organizzazione del Turismo e dell'Automobile), consigliere ANFIA, e ulteriori incarichi in vari enti e associazioni quali la SARA (società di assicurazioni), la società L'Editrice dell'Automobile, Cofige, Sicreo, Sacop.

È autore anche di opere letterarie. L'assidua partecipazione allo sviluppo del settore automobilistico e del turismo gli fruttò la medaglia d'oro di benemerito della scuola e della cultura.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • I canti di ognuno
  • Il passaggio d'Irene
  • I trionfi
  • Il vivaio
  • due pubblicazioni una personale ed una con Sergio Romano Diario di Napoli 1943-1945 Passigli, 1992

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Nicola Caracciolo di Castagneto, IV principe di Castagneto Gaetano Caracciolo di Castagneto  
 
Beatrice Caracciolo di Lavello  
Filippo Caracciolo di Castagneto, I duca di Melito  
Emanuela Caracciolo di Sant'Eramo Carlo Caracciolo, IX marchese di Sant'Eramo  
 
Maria Teresa Gaetani dell'Aquila d'Aragona  
Nicola Caracciolo di Castagneto, II duca di Melito  
Giuliano Campagna, barone  
 
 
Emilia Compagna  
Giulia Pandola Gaetano Pandola  
 
Emilia Mizzino  
Filippo Caracciolo di Castagneto  
Francesco Mele Barese  
 
 
Ippolito Mele Barese  
Antoinette Charlotte de Salles  
 
 
Meralda Mele Barese  
Winthrop Mackworth-Praed William Mackworth-Praed  
 
Elizabeth Winthrop  
Elizabeth Lilian Mackworth-Praed  
Helen Bogle George Bogle of Effingham and Burlington Str.  
 
Adelaide Lamoninary  
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sergio Rizzo, Nicola Caracciolo l'irriducibile, La Repubblica, 26 aprile 2020, p. 33.
  2. ^ lagazzettadelmezzogiorno[collegamento interrotto]
  3. ^ biografia di Ugo La Malfa da ANPI Archiviato il 4 ottobre 2008 in Internet Archive.

    «Dopo il 25 luglio, La Malfa torna in Italia dall'Inghilterra con l'autorevole appoggio del "clan" al suo programma. A Roma vive in casa del principe Filippo Caracciolo (poi suocero di Gianni Agnelli), che già lo ha ospitato clandestinamente in Svizzera.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mireno Berrettini, Gli inglesi, la diplomazia clandestina e l'Italia badogliana. Lo Special Operations Executive e la “missione” di Filippo Caracciolo, in «Nuova Storia Contemporanea», n. 1, a. 2008, p. 31-44.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN79091370 · ISNI (EN0000 0000 5622 2463 · SBN CUBV047374 · BAV 495/335368 · LCCN (ENnr94011104 · GND (DE119149257 · BNF (FRcb123203397 (data) · J9U (ENHE987007378802405171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr94011104