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Fidesz

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Fidesz
PresidenteViktor Orbán
VicepresidenteKinga Gál
Szilárd Németh
Lajos Kósa
Gábor Kubatov
PortavoceJános Halász
StatoUngheria (bandiera) Ungheria
Sede1089 Budapest, Visi Imre utca 6.
AbbreviazioneFIDESZ
Fondazione30 marzo 1988
IdeologiaConservatorismo nazionale[1]
Conservatorismo sociale[2]
Illiberalismo[3][4]
Reazionarismo
Nazionalismo
Euroscetticismo[5][6]
Anti-immigrazione[7]
Populismo di destra[8]
Cristianesimo democratico[9]
Protezionismo[10]
Anticomunismo[11]
CollocazioneEstrema destra[6][12][13][14][15][16][17]
In passato:
Centro-destra[18]/Destra[19][20]
Coalizionecon il Partito Popolare Cristiano Democratico
Partito europeoPartito Popolare Europeo (fino al 2021)[21]
Patriots.eu (dal 2024)
Gruppo parl. europeoPatrioti per l'Europa
Affiliazione internazionaleUnione Democratica Internazionale
Internazionale Democratica Centrista
Seggi Assemblea nazionale
116 / 199
(2023)
[22]
Seggi Europarlamento
10 / 21
(2024)
Colori     Arancione
Sito webwww.fidesz.hu/
Bandiera del partito

Fidesz - Unione Civica Ungherese (in ungherese: FideszMagyar Polgári Szövetség), già "Fidesz – Unione dei Giovani Democratici" (Fiatal Demokraták Szövetsége) e "Fidesz – Partito Civico Ungherese" (Magyar Polgári Párt), è un partito politico ungherese di destra, nazional-conservatore, populista e illiberale,[3][4] che in seguito alle elezioni parlamentari del 2010 detiene la maggioranza assoluta all'Assemblea nazionale.[23][24][25]

Il Fidesz è stato membro del Partito Popolare Europeo, che tuttavia dal 2019 l'ha sospeso, fino alla sua uscita dal gruppo del PPE al Parlamento europeo il 3 marzo 2021[26] e dal partito stesso il 18 marzo dello stesso anno.[27]

È membro dell'Unione Democratica Internazionale (che raggruppa i partiti conservatori) e dell'Internazionale Democratica Centrista.

Il presidente di Fidesz e attuale Primo ministro ungherese Viktor Orban

Nel 1988 venne fondata la Fiatal Demokraták Szövetsége (Alleanza dei Giovani Democratici), da cui l'acronimo Fidesz, che si poneva come formazione politica anti-comunista e libertaria. Nel 1989 i "giovani ungheresi" vennero rappresentati in Parlamento da Péter Molnár.

Dal 1992 al 1999 il partito fu finanziato dal miliardario George Soros.[28]

Nel 1998 ottiene 1.263.522 di voti, pari al 28,18%, e per la prima volta nella sua storia entra nella coalizione di governo. Raddoppia i consensi nel 2002, quando raccoglie 2.306.763 di voti, pari al 41,07%. Il partito finisce però all'opposizione del governo socialista di Péter Medgyessy.

Ritorna al governo dopo le elezioni parlamentari ungheresi del 2010, vinte con il 52,7% in coalizione con il Partito Popolare Cristiano Democratico. Da allora il governo di Viktor Orbán viene da alcuni accusato di varare una serie di provvedimenti illiberali ed antidemocratici. Sostenuti, tuttavia, da un ampio consenso elettorale.

Nel maggio 2018, il Presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker partecipò a una celebrazione che commemorava i duecento anni dalla nascita di Marx, dove tenne un discorso in memoria del filosofo. Come risposta, i parlamentari europei provenienti da Fidesz scrissero: "L'ideologia marxista ha portato alla morte di decine di milioni di persone e rovinato le vite di miliardi di individui. La celebrazione del suo fondatore costituisce un insulto alla loro memoria."[11]

Nel 2019 Fidesz viene sospeso dall'appartenenza al Partito Popolare Europeo a causa dell'approvazione in Ungheria, secondo le valutazioni del PPE, di leggi illiberali e antidemocratiche e per aver intrapreso una campagna politica finanziata con soldi pubblici che attaccava tra gli altri il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, anch'egli membro del PPE.[29] Per effetto della sospensione Fidesz non potrà più presentare suoi candidati per gli incarichi di partito, non potrà più votare in nessuna delle assemblee del PPE e non potrà nemmeno partecipare agli incontri del partito.

Fidesz ha annunciato la sua uscita dal gruppo parlamentare del Partito Popolare Europeo (PPE) il 3 marzo 2021, dopo che il gruppo parlamentare ha approvato il nuovo regolamento che, tra i cambiamenti, introduce la possibilità di espellere dalla formazione intere delegazioni e non solo singoli eurodeputati, mossa che è stata letta come preludio all'espulsione di Fidesz dal PPE stesso.[26][29][30] Il 18 marzo 2021 Fidesz ha annunciato la sua uscita dal Partito Popolare Europeo.[27]

Storici risultati elettorali

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  • Elezioni parlamentari del 1990: 8,8% dei voti.
  • Elezioni parlamentari del 1994: 7,0% dei voti. Nel 1994 i "giovani ungheresi" si spostarono su posizioni conservatrici. Ciò provocò la scissione da parte di Péter Molnár, Gábor Fodor e Klára Ungár, che aderirono all'Alleanza dei Liberi Democratici. Nel 1995 Fidesz aggiunse al proprio nome la dicitura Partito Civico Ungherese.
  • Elezioni parlamentari del 1998: 29,4% dei voti. L'ottimo risultato portò i "civici" ad esprimere il nuovo primo ministro nella persona di Viktor Orbán. Il nuovo governo era sostenuto anche dall'Alleanza dei Liberi Democratici e dal Partito dei Contadini Indipendenti.
  • Elezioni parlamentari del 2002: Fidesz formò un'unica lista con i democristiani del Forum Democratico Ungherese (MDF); la lista Fidesz-MDF ottenne il 41,6% dei voti e 188 deputati su 386. Fidesz si ritrovò così all'opposizione di un governo formato dal Partito Socialista Ungherese e dall'Alleanza dei Liberi Democratici. Nel 2005 Fidesz assunse l'attuale denominazione di "Fidesz-Unione Civica Ungherese".
  • Elezioni parlamentari del 2006: Fidesz ha abbandonato l'alleanza con i democristiani del MDF per allearsi con il Partito del Popolo Cristiano Democratico (KDNP, cristiano conservatori). La Lista Fidesz-KDNP ha ottenuto il 42% dei voti e 164 deputati, finendo di nuovo all'opposizione di un governo formato da socialisti e liberali. Alle regionali del 2006, però, Fidesz ha ottenuto la maggioranza in 18 regioni su 20.
  • Elezioni parlamentari del 2010: a seguito della crisi del partito Socialista nel 2006, la coalizione Fidesz-KDNP ha ottenuto la maggioranza del 52,73%, conquistando due terzi dei seggi in parlamento, sufficienti a modificare la costituzione, cosa che ha fatto nel 2011. Fra le riforme costituzionali, il passaggio del controllo democratico della Banca nazionale ungherese al Parlamento della Repubblica.
  • Elezioni parlamentari del 2014: Fidesz ottiene il 44,54% dei voti, formando una nuova coalizione di governo con il Partito Popolare Cristiano Democratico.
  • Elezioni parlamentari del 2018: Fidesz, di nuovo in coalizione con il KDNP, ottiene il 49,27%, ha ottenuto la maggioranza.
  • Elezioni parlamentari del 2022: Fidesz, ancora in coalizione con il KDNP, ottiene il 54,10% dei voti e la maggioranza.

Ideologia e posizioni

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La posizione politica di Fidesz è mutata nel tempo. Verso la fine degli anni ottanta, il partito sosteneva posizioni liberali ed era favorevole all'integrazione europea. Dopo la prima elezione nell'Ungheria post-comunista, Fidesz iniziò a spostarsi a destra.

Fidesz è considerato un partito nazionalista, reazionario e illiberale, che tuttavia favorisce l'intervento dello Stato in materia economica (come nel caso del controllo sulle banche) e di libertà individuali. La riforma costituzionale promossa dal partito ha sottoposto la Banca Centrale Ungherese al controllo del Parlamento. Si manifestano, inoltre, istanze fortemente nazionaliste a proposito di politiche sociali e di integrazione europea.[31][32][33]

Durante gli anni di governo, ha sempre di più ridotto l’indipendenza della magistratura, i diritti e le libertà individuali, e occupato la pubblica amministrazione, i mass media e l'informazione. Ha infatti dato poteri speciali all'autorità nazionale di controllo dell'informazione il diritto di vietare o punire informazioni mediatiche che violano presunte “regole morali”. Ha epurato i media pubblici, le manifestazioni parlamentari dell'opposizione sono passate sotto silenzio, un migliaio di giornalisti sono stati licenziati.[34] Ha emanato una legge per portare tutti i media sotto un'unica fondazione che appartiene ad un amico del presidente Viktor Orbán.[35]

Fidesz ha inoltre adottato politiche fortemente contrarie all'immigrazione,[36][37][38][39] rendendo anche illegali le ong che aiutavano i migranti a salvarsi.[40]

Slogan elettorali

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  • 1990: Hallgass a szívedre, szavazz a Fideszre! (Ascolta il tuo cuore, vota per Fidesz!)[41]
  • 1994: Ha unod a banánt, válaszd a narancsot! (Se ti annoia la banana, scegli l'arancia!)
  • 1998: Van választás, polgári Magyarország! (Avere la scelta, è l'Ungheria civica)
  • 2002: A jövő elkezdődött! (Il futuro è già cominciato!)
  • 2006: Rosszabbul élünk, mint négy éve (Viviamo peggio di quattro anni fa)
  • 2010: Csak a Fidesz! (Solo il Fidesz!)
  • 2014: Magyarország jobban teljesít! (L'Ungheria funziona meglio)
  • 2018: Nekünk Magyarország az első! (Per noi l'Ungheria è la prima!)
Immagine Presidente Inizio mandato Fine mandato Note
1 Viktor Orbán 18 aprile 1993 29 gennaio 2000 Primo ministro, 1998–2002
2 László Kövér 29 gennaio 2000 6 maggio 2001
3 Zoltán Pokorni 6 maggio 2001 3 luglio 2002
4 János Áder 3 luglio 2002 17 maggio 2003
(1) Viktor Orbán 17 maggio 2003 in carica Primo ministro, dal 2010

Risultati elettorali

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Elezione Voti % +/- Seggi +/- Posizione
Parlamentari 1990 439.649 8,95 -
21 / 386
- Opposizione
Parlamentari 1994 378.678 7,02 Diminuzione1,9
20 / 386
Diminuzione1 Opposizione
Parlamentari 1998 1.340.826 28,48 Aumento21,46
148 / 386
Aumento128 Maggioranza
Parlamentari 2002[N 1] 2.306.763 41,07 Aumento12,6
188 / 386
Aumento40 Opposizione
Parlamentari 2006[N 2] 2.272.979 42,03 Aumento0.7
164 / 386
Diminuzione24 Opposizione
Parlamentari 2010 2.706.292 52,73 Aumento10,7
263 / 386
Aumento99 Maggioranza
Parlamentari 2014 2.264.780 44,87 Diminuzione7.86
133 / 199
-[42] Maggioranza
Parlamentari 2018 2.824.206 49,27 Aumento4,4
133 / 199
Stabile Maggioranza
Parlamentari 2022 2.758.502 53,29 Aumento4.02
135 / 199
Aumento2 Maggioranza

Elezioni europee

Elezione Voti % Seggi
Europee 2004 1.457.750 47,40
12 / 24
Europee 2009 1.632.309 56,36
14 / 22
Europee 2014 1.193.991 51,48
11 / 21
Europee 2019 1.824.220 52,56
13 / 21
Europee 2024 2.048.211 44,82
11 / 21
  1. ^ Wolfram Nordsieck, Hungary, su Parties and Elections in Europe, 2018.
  2. ^ Orban drags Hungary through rapid change, in Financial Times, 7 febbraio 2011.
  3. ^ a b Trust in Europe’s illiberal governments grows, su ft.com. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  4. ^ a b (EN) Peter Foster, A 'climate of fear': Hungary, inside a dying democracy propped up by the EU, in The Telegraph, 29 maggio 2019, ISSN 0307-1235 (WC · ACNP). URL consultato il 10 gennaio 2021.
  5. ^ Can the right in East and West unite?, su ips-journal.eu, 27 maggio 2019.
  6. ^ a b https://www.opendemocracy.net/en/can-europe-make-it/it-is-also-economy-stupid-rise-of-economic-euroscepticism-in-ce/
  7. ^ (HU) Bíró András, Boros Tamás e Varga Áron, Euroszkepticizmus Magyarországon (PDF), su Policy Solutions (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2015).
  8. ^ Hans-Jürgen Bieling, Uneven development and 'European crisis constitutionalism', or the reasons for and conditions of a 'passive revolution in trouble', in Johannes Jäger e Elisabeth Springler (a cura di), Asymmetric Crisis in Europe and Possible Futures: Critical Political Economy and Post-Keynesian Perspectives, Routledge, 2015, p. 110, ISBN 978-1-317-65298-4.
  9. ^ Hungary: the Fidesz Project (PDF), in Aspen Institute. URL consultato il 26 agosto 2017.
  10. ^ The Hungarian Patient: Social Opposition to an Illiberal Democracy, Central European University Press, 2015, p. 21.
  11. ^ a b Hitchens, Timothy Mark, (born 7 May 1962), HM Diplomatic Service, retired; Chief Executive, Commonwealth Summit 2018, 2017–May 2018; President, Wolfson College, Oxford, from May 2018, in Who's Who, Oxford University Press, 1º dicembre 2007. URL consultato il 16 novembre 2018.
  12. ^ Sabrina P. Ramet, Central and Southeast European Politics since 1989, su books.google.it, Cambridge University Press, 18 febbraio 2010. Ospitato su Google Books.
  13. ^ Johannes Jäger e Elisabeth Springler, Asymmetric Crisis in Europe and Possible Futures: Critical Political Economy and Post-Keynesian Perspectives, su books.google.it, Routledge, 10 aprile 2015. Ospitato su Google Books.
  14. ^ Patrick Kingsley, Opposition in Hungary Demonstrates Against Orban, in Rare Display of Dissent, su nytimes.com, 16 dicembre 2018. Ospitato su NYTimes.com.
  15. ^ Benjamin Novak e Patrick Kingsley, Hungary Creates New Court System, Cementing Leader’s Control of Judiciary, su nytimes.com, 12 dicembre 2018. Ospitato su NYTimes.com.
  16. ^ Ashley Cowburn, Michael Gove refuses to condemn far-right Hungarian leader Viktor Orban - The Independent, su independent.co.uk, 17 settembre 2018. Ospitato su www.independent.co.uk.
  17. ^ Carol Schaeffer, How Hungary Became a Haven for the Alt-Right, su theatlantic.com, 28 maggio 2017.
  18. ^ Stunning win for centre-right Fidesz party, su The Irish Times.
  19. ^ Fidesz: The story so far, su economist.com. Ospitato su The Economist.
  20. ^ https://www.news.com.au/breaking-news/right-wing-fidesz-party-wins-by-landslide-in-hungary-elections/news-story/a8af30fbfe2bb1060de4fec7ca3502c8
  21. ^ Hungary’s Orbán clings on to Europe’s power center, su POLITICO, 20 marzo 2019.
  22. ^ Tibor Navracsics eletto in fidesz passa il 6 Giugno 2023 con il Partito Popolare Cristiano Democratico
  23. ^ Hungary's Ruling Party Loses Two-Thirds Majority after By-Election, in The Wall Street Journal. URL consultato il 22 febbraio 2015.
  24. ^ Szabolcs Dull, Győzött a Jobbik a tapolcai választáson, Index HU. URL consultato il 12 aprile 2015.
  25. ^ Lili Bayer, Orbán poised to tighten grip on power, in Politico, 10 aprile 2018. URL consultato il 10 aprile 2018.
  26. ^ a b Il partito di Viktor Orbán è uscito dal centrodestra europeo, su Il Post, 3 marzo 2021. URL consultato il 3 marzo 2021.
  27. ^ a b (EN) Deutsche Welle, Hungary: Viktor Orban's ruling Fidesz party quits European People's Party | DW | 18.03.2021, su DW.COM. URL consultato il 18 marzo 2021.
  28. ^ (EN) Paul Lendvai, Orbán: Hungary's Strongman, Oxford University Press, 12 febbraio 2018, ISBN 978-0-19-087486-5. URL consultato il 29 agosto 2018.
  29. ^ a b Il PPE ha sospeso il partito del primo ministro ungherese Viktor Orbán, in Il Post.it, 20 marzo 2019.
  30. ^ Il partito Fidesz di Viktor Orban abbandona il Ppe al Parlamento europeo: "Manovre antidemocratiche", su Il Fatto Quotidiano, 3 marzo 2021. URL consultato il 3 marzo 2021.
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  32. ^ Éva Zsák, Zsuzsa Kovácsné Török e Katalin Hegedűs, A perinatalis veszteségek és intrauterin magzati halálozások aktuális szakmai gyakorlatának, valamint a szakemberekre gyakorolt hatásainak vizsgálata, in Orvosi Hetilap, vol. 156, n. 29, 2015-07, pp. 1174–1178, DOI:10.1556/650.2015.30199. URL consultato il 16 novembre 2018.
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  34. ^ Ungheria, la lenta deriva dei diritti - Leggi liberticide nel cuore dell'Europa, su la Repubblica. URL consultato il 23 aprile 2023.
  35. ^ Quanti media controllo oggi? Il piano di Orbán e la sfacciataggine che poi si paga, su ilfoglio.it. URL consultato il 23 aprile 2023.
  36. ^ Far-Right Politics in Europe, Harvard University Press, 31 dicembre 2017, pp. 1–52, ISBN 978-0-674-97846-1. URL consultato il 16 novembre 2018.
  37. ^ Ian R. Lamond e Chelsea Reid, The 2015 UK General Election and the 2016 EU Referendum, Springer International Publishing, 2017, pp. 51–59, ISBN 978-3-319-54779-4. URL consultato il 16 novembre 2018.
  38. ^ Director Link’s Hungary visits focus on anti-Semitism and situation of Roma, su Human Rights Documents Online. URL consultato il 16 novembre 2018.
  39. ^ 02 Dairy products and birds' eggs: Hungary, su dx.doi.org, 16 ottobre 2015. URL consultato il 16 novembre 2018.
  40. ^ Fidesz orbanizza anche il potere giudiziario ungherese, su ilfoglio.it. URL consultato il 23 aprile 2023.
  41. ^ Így kampányolt eddig a Fidesz, su kreativ.hu. URL consultato il 4 aprile 2018.
  42. ^ Non riferito in seguito alla modifica della costituzione e al conseguente taglio dei parlamentari passati da 386 a 199.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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