Fettuccine
| Fettuccine | |
|---|---|
| Origini | |
| Luogo d'origine | |
| Regione | Lazio |
| Diffusione | mondiale |
| Zona di produzione | Italia centrale |
| Dettagli | |
| Categoria | primo piatto |
| Ingredienti principali |
|
Le fettuccine sono un formato di pasta all'uovo di forma lunga e piatta, simile alle tagliatelle ma con una larghezza leggermente inferiore, solitamente compresa tra i 3 e i 5 mm. Diffuse soprattutto nell'Italia centrale, sono particolarmente rappresentative della cucina laziale.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "fettuccine" deriva dal diminutivo di fettuccia, ovvero una striscia sottile di tessuto, in riferimento alla forma lunga, piatta e sottile di questa pasta.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'origine delle fettuccine è molto antica: discendono infatti dai capelli d'angelo del Rinascimento, una pasta sottilissima di farina e uova realizzata a mano dalle suore nei conventi romani e destinata alle puerpere, poiché si riteneva che favorissero la produzione di latte.[2]
Da questa pasta si svilupparono presto formati più larghi, che presero il nome di "maccaroni" e che possono essere considerati gli antesignani delle moderne fettuccine. Attorno al XVI secolo, tra le famiglie nobili romane era diffusa l'usanza di organizzare sontuosi banchetti in cui i maccaroni erano serviti come segno di raffinatezza ed eleganza.[3]
Alcune ricette di maccaroni compaiono nell'Opera (1570) di Bartolomeo Scappi, dove si cita anche l'uso di strumenti specifici come il "ferro da maccaroni", arnese che, fatto scorrere sulla sfoglia, permetteva di ottenere lunghe strisce regolari di pasta.[4][5]
Nel corso del Novecento le fettuccine si sono affermate come uno dei simboli della cucina romana, trovando spazio nei ristoranti più rinomati della capitale. Oggi sono facilmente reperibili, sia fresche sia secche, in qualsiasi supermercato; nelle campagne e nei centri minori, però, resta viva la tradizione di prepararle in casa, soprattutto nei pranzi domenicali.[2]
Preparazione
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La preparazione delle fettuccine inizia formando una fontana di farina su una spianatoia di legno, al cui centro vengono aggiunte le uova. Queste vengono incorporate gradualmente con una forchetta e successivamente con le mani, fino a ottenere un impasto compatto, liscio e asciutto.
Il panetto così ottenuto viene avvolto in pellicola trasparente e lasciato riposare per circa 30 minuti. Trascorso il tempo necessario, l'impasto viene steso con il mattarello, arrotolando progressivamente la sfoglia intorno ad esso e applicando una leggera pressione con i palmi delle mani, fino a raggiungere uno spessore compreso tra 1 e 2 mm.
La sfoglia viene quindi lasciata asciugare brevemente prima di essere arrotolata e tagliata con un coltello affilato in strisce di circa 3 mm di larghezza. Le fettuccine così ottenute vengono poi infarinate leggermente per evitare che si attacchino tra loro e coperte con un canovaccio.
La cottura avviene in abbondante acqua bollente salata per un tempo breve, compreso tra 5 e 6 minuti, fino a raggiungere la consistenza al dente.[6]
Condimenti
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Le fettuccine si prestano a numerosi condimenti grazie alla loro superficie porosa e alla consistenza corposa. Tra le ricette più note figurano le fettuccine alla papalina, nate negli anni Trenta per volontà di papa Pio XII e preparate con uova, prosciutto crudo e Parmigiano Reggiano.[7]
Grande notorietà internazionale hanno invece raggiunto le fettuccine Alfredo, ideate nel 1914 dal ristoratore romano Alfredo di Lelio con burro e Parmigiano Reggiano. Il piatto, diffuso negli Stati Uniti grazie agli attori Mary Pickford e Douglas Fairbanks, è oggi considerato un classico elegante della cucina italoamericana, celebrato ogni anno il 7 febbraio con una giornata nazionale dedicata.[3][7]
Varianti
[modifica | modifica wikitesto]Le fettuccine presentano numerose varianti locali, soprattutto nell'Italia centro-meridionale. Nel Lazio, a Capranica Prenestina, si producono le lane pelose, realizzate con farina e crusca; a Casape, Roviano e Percile esistono le sottili ramicce; invece a San Gregorio da Sassola si consumano le sagne co jaju pistatu, condite con una salsa a base di aglio crudo.[2]
In Umbria, dove vengono chiamate maccheroni, si condiscono con miele e noci per la vigilia di Natale; nella zona di Orvieto era solito servirle con ragù d'oca durante il pranzo della trebbiatura. In Abruzzo i tajarelloni sono accompagnati da sottaceti saltati in padella.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ fettuccìna, su dizionario-italiano.it. URL consultato il 1º agosto 2025.
- ^ a b c d (EN) Oretta Zanini De Vita, Encyclopedia of Pasta, Univ of California Press, 17 settembre 2019, ISBN 978-0-520-32275-2. URL consultato il 10 agosto 2025.
- ^ a b Fettuccine Pasta di Montagna, su pastadimontagna.it. URL consultato il 10 agosto 2025.
- ^ Bartolomeo Scappi, Opera di M. Bartolomeo Scappi, cuoco secreto di Papa Pio V diuisa in sei libri..., apresso Michele Tramezzino, 1570. URL consultato il 10 agosto 2025.
- ^ Pierluigi Ridolfi, Rinascimento a tavola: La cucina e il banchetto nelle corti italiane, Donzelli Editore, 14 ottobre 2015, ISBN 978-88-6843-428-1. URL consultato il 10 agosto 2025.
- ^ Giorgia Di Sabatino, Fettuccine fresche: come farle e gustarle, su La Cucina Italiana, 10 novembre 2019. URL consultato il 25 agosto 2025.
- ^ a b FETTUCCINE, su passione-pasta.it, 14 giugno 2019. URL consultato il 25 agosto 2025.
Voci correlate
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