Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola

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Porto San Giorgio-Amandola
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioPorto San Giorgio
FineAmandola
Attivazione1908
Soppressione1956
GestoreSocietà per le Ferrovie Adriatico Appennino
Precedenti gestoriFAA
Lunghezza56,964 km
Scartamento950 mm
Elettrificazione2.600 V CC
DiramazioniFermo Biforcazione – Fermo Città (2,31 km)
Ferrovie

La ferrovia Porto San Giorgio-Amandola [1] è una linea ferroviaria italiana, dismessa nel 1956, che attraversava la valle del Tenna collegando Porto San Giorgio, Fermo e Amandola nelle Marche, fino al 1928 esercitata con trazione a vapore, dal 1928 a trazione elettrica[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo progetto, risalente al 1877, prevedeva una ferrovia di collegamento tra la linea Adriatica e Amandola e un suo prolungamento attraverso il valico di Visso per la Val Nerina fino a raggiungere Terni e la linea delle Strade Ferrate Romane[2]. Nel 1879 venne stipulata una convenzione tra Governo e Deputazione della Provincia di Ascoli Piceno nella quale si stabiliva che la spesa sarebbe stata ripartita in ragione di 2/3 a carico dello Stato e 1/3 a carico della'amministrazione provinciale e di un consorzio dei 45 comuni interessati, in ragione del 50% ciascuno[3]. Il 30 aprile 1881 fu approvato il progetto, ma non poté essere realizzato a causa di vertenze giudiziarie tra l'appaltante, Ditta Anaclerio di Napoli e la Provincia[4] che, nel 1885, portarono alla decadenza della concessione e nel 1892 al suo abbandono[5].

Il progetto venne ripreso nel 1903 e la sua realizzazione venne affidata all'ingegnere Ernesto Besenzanica[6](lo stesso progettista della Ferrovia Sangritana), che ne adeguò le caratteristiche, iniziando infine i lavori di costruzione nel 1905.

Il 21 dicembre 1906 l'ingegnere Besenzanica costituiva, intanto, la Società Anonima per le Ferrovie Adriatico Appennino (FAA), divenendone anche direttore[7].

La linea per Amandola venne inaugurata, con trazione a vapore, il 14 dicembre 1908[8] e la sua diramazione, di poco meno di 2,5 km, per Fermo Città venne aperta l'anno dopo, all'inizio di agosto del 1909[8]. Il percorso di quest'ultima era molto impegnativo, date le elevate pendenze fino al 70 per mille, e impose l'utilizzo della frenatura a pattini per una migliore sicurezza. Sulla linea venne anche tentato l'impiego di due tipi di automotrice a vapore della nota fabbrica di materiale ferroviario ungherese Ganz[9], senza avere tuttavia dei risultati concreti. La tratta iniziale Porto San Giorgio-Fermo, che era percorsa da numerose coppie di treni giornalieri, venne attrezzata con il blocco a bastone pilota per regolarne in sicurezza la circolazione. Nel 1921 la società esercente, la FAA, chiese al Ministero dei Lavori Pubblici l'autorizzazione a prolungare la linea nelle direzioni di Ascoli Piceno e Tolentino, senza ottenerla, e a elettrificare la linea esistente. Nel 1927 giunse infine l'autorizzazione per la conversione alla trazione elettrica, per cui a partire dall'estate del 1928 venne abbandonato l'esercizio a vapore. Il periodo bellico portò anche su questa linea distruzione e devastazione, ma il servizio riprese nel 1945 . La linea venne dismessa il 27 agosto 1956 a causa delle forti passività (nel 1954 il coefficiente d'esercizio, ovvero il rapporto tra costi e ricavi, era pari a 2,10). Sul tratto Porto San Giorgio-Fermo la FAA costruì una linea filoviaria, attiva dal 1958 al 1977[10]. Nell'ultimo decennio del XX secolo diverse iniziative sono state prospettate per la rinascita, a scopo turistico, del trenino dei Monti Sibillini[11].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

La linea, della lunghezza di 56,92 km, era a scartamento ridotto da 950 mm , armata con rotaie da 21 kg/m su traversine di rovere, e, all'attivazione, con trazione a vapore; vi erano utilizzate delle locomotive Mallet di costruzione Borsig. A partire dal 1928 venne convertita a trazione elettrica a corrente continua alla tensione di 2 600 volt a cura del Tecnomasio Italiano Brown Boveri.

A Servigliano era presente l'unica sottostazione della linea, dove per la prima volta in Italia[12], vengono impiegati i raddrizzatori a vapori di mercurio, per rendere l'erogazione dell'elettricità automatica[13].

Percorso[modifica | modifica wikitesto]

 Stazioni e fermate 
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linea per Ancona
Unknown route-map component "exKHSTa" Station on track
0+000 Porto San Giorgio (FS) 3 m s.l.m.
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "CONT2+g"
linea per Lecce
Unknown route-map component "exBHF"
0+602 Porto San Giorgio Transito 5 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
1+193 Casello 1
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 2[14]
Unknown route-map component "exHST"
5+595 Castiglione[14] (Casello 3) 112 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
8+911 Casello 4 Biforcazione
Unknown route-map component "uexKRWl" + Unknown route-map component "exSTR"
Unknown route-map component "uexKRW+r"
linea per Fermo Città
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "uexHST"
San Francesco
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "uexHST"
La Torretta
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "uexHST"
Galleria Vinci
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "uexTUNNEL2"
galleria Vinci
Unknown route-map component "exSTR" Unknown route-map component "uexKBHFe"
Fermo Città
Unknown route-map component "exBHF"
10+313 Fermo Santa Lucia 217 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 5 Madonna del Ferro
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 6 San Giuliano
Unknown route-map component "exBHF"
15+967 Monturano-Rapagnano 77 m s.l.m.
Unknown route-map component "exHST"
19+072 Girola Scuole (Casello 7)
Unknown route-map component "exBUE"
21+315 Casello 8 Girola Valtenna[14]
Unknown route-map component "exBHF"
24+192 Grottazzolina 135 m s.l.m.
Unknown route-map component "exWBRÜCKE1"
25+102 ponte sul fiume Tenna (153 m)[14]
Unknown route-map component "exBHF"
25+987 Magliano di Tenna 140 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBHF"
27+863 Montegiorgio 160 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBHF"
29+983 Belmonte Piceno 168 m s.l.m.
Unknown route-map component "exHST"
Monteverde[14] (Casello 9)
Unknown route-map component "exBHF"
33+627 Falerone 211 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 10[14]
Unknown route-map component "exhKRZWae"
35+504 ponte sul fiume Tenna (278 m)
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 11
Unknown route-map component "exBHF"
36+924 Servigliano 228 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
40+590 Casello 12 Parapina
Unknown route-map component "exBHF"
43+380 Santa Vittoria in Matenano 263 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBHF"
44+881 Monte San Martino[14] 287 m s.l.m.
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 13 San Ruffino[14]
Unknown route-map component "exBHF"
48+983 Montefalcone Appennino 344 m s.l.m.
Unknown route-map component "exWBRÜCKE1"
51+259 viadotto Fosso Villa Basso (111 m)
Unknown route-map component "exHST"
52+772 Marnacchia (Casello 14) 390 m s.l.m.
Unknown route-map component "exWBRÜCKE1"
55+097 viadotto Fosso Callugo (117 m)
Unknown route-map component "exBUE"
Casello 15 S. Maria a Pié d'Agello
Unknown route-map component "exKBHFe"
56+964 Amandola 457 m s.l.m.
Manuale · Legenda · Convenzioni di stile

Il tracciato partiva da un raccordo di circa 600 m su sede stradale che iniziava di fronte alla stazione delle FS di Porto San Giorgio e giungeva alla stazione vera, munita di uno scalo a doppio scartamento per facilitare il trasbordo delle merci dalle FS alle FAA. Fermava poi al casello di Castiglione e alla progressiva 8+911 si trovava la fermata Biforcazione[15] dove la linea si biforcava per Fermo e per Amandola giungendo poi alla stazione di Santa Lucia; seguiva per buona parte la vallata del fiume Tenna giungendo alle stazioni di Monte Urano-Rapagnano, poi di Grottazzolina, Magliano di Tenna, Montegiorgio, Belmonte Piceno, fermata Monteverde, Falerone, Servigliano, Santa Vittoria, fermata Parapina, Monte San Martino, Montefalcone, fermata Marnacchia inerpicandosi infine fino ai 550 m di Amandola. Le curve avevano il raggio minimo di 80 m e venivano raggiunte pendenze massime del 30 per mille. Dal casello Biforcazione, poco prima di Fermo Santa Lucia, si diramava un breve tratto di collegamento, di 2,31 km con pendenza del 70 per mille, fino al centro urbano ascolano raggiungendolo nella stazione terminale di Fermo Città.

Le stazioni[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le stazioni della linea oggi sono conservate o abbandonate, ad eccezione della stazione di Monte San Martino (in prossimità della Strada Provinciale 113), che è stata demolita per far posto ad una abitazione civile.

Le fermate[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i fabbricati delle fermate ancora oggi esistono:

  • La fermata di Castiglione, situata nei pressi della Strada Provinciale Castiglionese, in condizioni fatiscenti.
  • La fermata Biforcazione, situata in via Ottorino Respighi, ristrutturata di recente.
  • La fermata di Girola, situata in via Contrada Girola di Fermo 7, attualmente abbandonata.
  • La femata di Monteverde, situata nei pressi della Strada Provinciale 239, usata come abitazione.
  • La fermata di Parapina, situata vicino alla Strada Provinciale 239 tra Servigliano e Santa Vittoria in Matenano, ampliato e usato come abitazione.
  • La fermata di Marnacchia, situata vicino alla Strada Provinciale 239, trasformata in abitazione di recente.


I caselli[modifica | modifica wikitesto]

Fermata di Castiglione in condizioni fatiscenti, 2022

Quasi tutti i caselli sono ancora presenti (o abbandonati o trasformati in abitazione), tranne i caselli 2, 8, 10 che sono stati demoliti.

I caselli non assegnati come fermata superstiti si trovano:

  • Casello 1: a Porto San Giorgio in via Fratelli Rosselli 110
  • Casello 5: a Fermo in via Massimo D'Azeglio 8-34
  • Casello 6: a Fermo in via XXV Aprile 95
  • Casello 8: era situato a Grottazzolina in via Alcide de Gasperi; è stato demolito nel 2017[16]
  • Casello 11: a Servigliano in via Amendola, 5
  • Casello 13: nella frazione di Val di Tenna del comune di Smerillo.
  • Casello 15: ad Amandola sopra la Strada Provinciale 239.

Materiale rotabile[modifica | modifica wikitesto]

Locomotive a Vapore [17][modifica | modifica wikitesto]

Per la ferrovia furono ordinate alla Borsig alcune locomotive a vapore; avevano una livrea verde vescica, per cabina e casse d'acqua, e rossa per il rodiggio.

Munite del sistema frenante Boecker per affrontare le forti pendenze della linea, fecero servizio costante fino all'elettrificazione della linea avvenuta nel 1928.

Le unita impiegate per la linea principale erano:

Numerazione FAA Officina e numeri Data di consegna Rodiggio Potenza (indicata) Tipo Note
1 Borsig n°5900 30 agosto 1906 B'B n4vt 185 Kw Locotender Mallet Smantellata alla fine degli anni '60
2 Borsig n°5901 8 dicembre 1906
Locomotiva N°2, posta sotto collaudo a Fermo, 1906/7
Smantellata nel 1956 a Lanciano
3 Borsig n°7145 28 dicembre 1908 C n2t 118 Kw Locotender a tre assi Locomotive molto simili a quelle ordinate per la ferrovia tedesca Mosbach-Mudau.
4 Borsig n°7146 29 dicembre 1908
7 Borsig n°7610 10 agosto 1910 B'B n4vt 185 Kw Locotender Mallet
9 Borsig n°8106 6 ottobre 1911 Smantellata alla fine degli anni '60
10 Borsig n°8105 30 ottobre 1911 Oggi accantonata a Monserrato
Locomotiva N°10 accantonata a Monserrato, 1989

Per il servizio tra il tronchetto di Fermo e quello di Porto San Giorgio:

Numerazione FAA Officina e numeri Data di consegna Rodiggio Tipo
5 Borsig n°7231 7 giugno 1909 B Locotender a due assi
6 Borsig n°7232 12 giugno 1909 B Locotender a due assi
8 Borsig n° B Locotender a due assi

Carrozze e carri merci[modifica | modifica wikitesto]

Per il trasporto passeggeri furono inizialmente ordinate 16 carrozze, dotate anche queste del sistema frenante Boecker, che negli anni andranno ad aumentare per ampliare il servizio passeggeri:

Denominazioni Numero di carrozze Officine di costruzione Anno di costruzione Posti di I classe Posti di III classe Note
'Napoletane' 4 Officine Ferroviarie Meridionali 1907 16 18 Facenti parte della dotazione originale del 1908
'Napoletane' 10 Officine Ferroviarie Meridionali 1907 - 34 Facenti parte della dotazione originale del 1908
'Giardiniere' o 'Napoletane' 2 Officine Ferroviarie Meridionali 1907 - - Facenti parte della dotazione originale del 1908
'Carminati' 2 Carminati & Toselli 1910 8 16 Dotate di scompartimento postale
'Carminati' o 'Giardiniere' 6 Carminati & Toselli 1912 - 20
'Carminati' 2 Carminati & Toselli 1928 - 32
'Carminati' 1 Officina ferroviaria di Fermo Anni '30 8 32 Autocostruita nelle officine ferroviarie di Fermo.


Per il trasporto merci risultavano 83 carri, suddivisi in:

Tipo Numero di carri Portata (tonnellate) Note
Carri chiusi (Tipo G.) 38 10
Carri a sponde alte (Tipo M.) 26 10/12 Due tipi, uno con superficie di 12mq e uno da 12,5mq
Carri a sponde basse (Tipo V.) 6 10
Carri a bilico (Tipo VB.) 9 10
Carro longherone (Tipo W.) 1 25
Bagagliaio (Tipo D.) 3 10 Con scompartimento per capotreno e sacchi postali

Automotrici a Vapore[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1907 vennero ordinate 5 automotrici a vapore dalle officine Ganz, di cui 2 da impiegare sulla linea principale e 3 sul Tronchetto.

Queste non diedero buoni risultati, e dopo qualche miglioria[18] furono trasferite in Sangritana per poi essere vendute alla SFV per il servizio come rimorchiate sulla ferrovia Roma-Fiuggi-Frosinone, che le utilizzò sino al 1921 prima di trasformarle in carri pianale[19].

Elettromotrici e Locomotori[modifica | modifica wikitesto]

Locomotore n° 32 alla Stazione AFA di Porto San Giorgio, anni '50

A partire dal 1928, con l'elettrificazione della ferrovia a corrente continua a 2600 Volt, vennero messe in servizio oltre alle nuove locomotive elettriche, altre vetture viaggiatori, di stampo più moderno, costruite dall'officina di Milano Carminati & Toselli.

Per il servizio merci/passeggeri sulla linea principale vennero trasferiti 5 locomotori[20] dalla Ferrovia Adriatico Sangritana, mentre per il servizio sul tronchetto furono ordinate 3 elettromotrici[12], che negli anni '50 verranno usate anche sull'intera tratta ferroviaria.

Numerazione FAA Officina(e) Anno di Costruzione Potenza Posti Rodiggio Note
21-23 Carminati & Toselli

TIBB

1928 188 kW di I - 8, di III - 24 Bo'Bo' Avevano una livrea bianca-verde vagone;

L'unità n°21 rimase completamente distrutta nel disastro del 26 novembre 1930

30-34 Carminati & Toselli

TIBB

1924 263kW Vano merci Bo'Bo' Queste locomotive erano originarie della Ferrovia Sangritana

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michele Paoletti, La vita dietro il filo: storia ed evoluzione del campo di prigionia PG70, Youcanprint, 30 dicembre 2022, p. 59-64, ISBN 979-12-214-5639-4. URL consultato il 4 aprile 2023.
  2. ^ Bartolomei 2008, p. 34.
  3. ^ Bartolomei 2008, pp. 35-36.
  4. ^ Bartolomei 2008, p. 36.
  5. ^ Mondo ferroviario 196, p. 20, gennaio 2003.
  6. ^ Seremailragno.com™, Ferrovia Porto San Giorgio-Amandola: raro documento storico sulla convenzione del 1903, su Seremailragno.com, 9 maggio 2023. URL consultato il 19 maggio 2023.
  7. ^ TuttoTreno-Tema n. 4, p. 28.
  8. ^ a b Trenidicarta:Aperture a cura di Alessandro Tuzza, su trenidicarta.it. URL consultato il 17/05/2008.
  9. ^ Tuttotreno Tema n. 14, p.12.
  10. ^ Paolo Gregoris, Francesco Rizzoli, Claudio Serra, Giro d'Italia in filobus, Calosci, Cortona (AR), 2003, pagg. 204-207
  11. ^ Emilio Ganzerla, La rinascita della Porto San Giorgio-Fermo-Amandola, in MF, 196/2000
  12. ^ a b The Brown Boveri Review, luglio 1930, p. 216, su search.abb.com.
  13. ^ Francesco Mauro e Felice Fiorentini, L'automatismo nell'elettrotrazione e l'elettrificazione della ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola, 1928.
  14. ^ a b c d e f g h Demolito
  15. ^ Società FAA, Orario di Servizio del 1948.
  16. ^ Serve spazio per la rotatoria, demolito il casello dell'antica ferrovia 02-02-2017
  17. ^ Aldo Riccardi e Andrea Martinelli, Le Mallet della Fermana, in I Treni, n. 431.
  18. ^ Rivista tecnica delle ferrovie italiane, su google.it, p. 299.
  19. ^ Rimorchiate ex FAA, su tramroma.com, http://www.tramroma.com. URL consultato il 2 gennaio 2015.
  20. ^ Archivio FAS di Lanciano, documenti riguardanti i locomotori in servizio su Sangritana e Fermana., su archiviosangritana.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Archivio FAS, Fondo ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola, Lanciano.
  • Paolo Bartolomei, Il Trenetto della Besenzanica, Ponte San Nicolò, Duegi, 2008, pp. 32-39, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  • Pino Bartolomei La Ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola. Percorso nella memoria 1908-1956, Fermo, Andrea Livi editore, 2007, ISBN 88-7969-220-8.
  • Marco Cacozza, Le ferrovie private in Italia dalle origini agli anni '70. TuttoTreno Tema n. 4, Albignasego, duegi editrice, 1993.
  • Antonio Federici, Lo scartamento ridotto in Italia. La storia, i treni, le linee. TuttoTreno Tema n. 14, Albignasego, duegi editrice, 2000, ISSN 1124-4232 (WC · ACNP).
  • (DE) Dietrich Kutschik, Borsig: Lokomotive fur die Welt, Eisenbahn Kurier, Berlino, 1985.
  • Andrea Martinelli e Aldo Riccardi, Le Mallet della Fermana, i Treni n. 431, 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]