Ferrovia Genova-Casella
Genova-Casella Ferrovia delle tre valli Trenino di Casella | |
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Inizio | Genova Piazza Manin |
Fine | Casella Paese |
Stati attraversati | Italia |
Lunghezza | 24,318 km |
Apertura | 1º settembre 1929 |
Chiusura | 2013 |
Riapertura | 2016 |
Gestore | AMT Genova |
Precedenti gestori | Società Ferrovie Elettriche Liguri (1929-1949) Gestione Commissariale Governativa Ferrovia Genova-Casella (1949-2002) Ferrovia Genova Casella Srl (2002-2010) |
Scartamento | 1000 mm |
Elettrificazione | 3 kV CC |
Ferrovie | |
La ferrovia Genova-Casella è una linea ferroviaria a scartamento metrico che collega il centro della città di Genova con il suo entroterra, giungendo nel paese di Casella in alta valle Scrivia. Il tracciato è lungo poco più di 24 chilometri ed effettua un percorso totalmente montano attraverso le valli Bisagno, Polcevera e Scrivia.
Aperta all'esercizio nel 1929, dal 2010 è gestita dall'Azienda Mobilità e Trasporti SpA di Genova, la quale vi opera sia come impresa ferroviaria che come gestore dell'infrastruttura. La ferrovia, chiusa nel novembre 2013 a causa di cedimenti e frane lungo il percorso, è stata riaperta il 21 maggio 2016 con venti corse al giorno.[1][2][3]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Progettazione e costruzione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1915 i primi progetti trovano concretizzazione in una convenzione a favore della Società Ferrovie Elettriche Liguri, appositamente costituita. Il sopraggiungere della prima guerra mondiale impone uno stop ai lavori di realizzazione della linea ferroviaria, che riprenderanno solo il 26 giugno 1921 con la posa della prima pietra. L'anno successivo la società Ernesto Breda si aggiudica l'appalto per la costruzione della linea aerea, del materiale rotabile e della sottostazione elettrica. Hanno così inizio i lavori che prevedono l'adozione dello scartamento ridotto (metrico) per ridurre i costi dell'infrastruttura. Il progetto originario prevedeva uno sviluppo a "T", con un ramo trasversale da Busalla a Torriglia con la prospettiva di una seconda fase di espansione verso il territorio piacentino[4]. Ma a causa dei mancati finanziamenti Casella diventa il capolinea.[5] Il preesercizio sulla linea parte il 24 giugno 1929 quando una delle due locomotive a vapore impiegate nella costruzione della linea stessa effettua un viaggio prova.
Il 1º settembre 1929 si svolge l'inaugurazione ufficiale della linea, limitata a Casella Deposito, con trazione a corrente continua a 2400 V. Il parco macchine di prima dotazione è costituito dai mezzi forniti dalla stessa Breda: 3 locomotori-bagagliaio (001-003) con rodiggio Bo'Bo' e 360 cavalli di potenza, caratterizzati dal sistema di recupero dell'energia Breda-Somarini; 4 carrozze di terza classe (50-53); 3 miste prima-terza classe (20-22) e 16 carri merci di vario tipo. L'anno seguente viene completato a Casella il ponte Vittorio Veneto sul torrente Scrivia, ma la linea non viene prolungata nel percorso.[6]
Il 23 agosto 1937 due dei locomotori andarono distrutti in un incidente nei pressi di Vicomorasso nel quale perirono cinque persone[7]; per rimediare alla carenza di materiale motore furono acquistate dalla Società Veneta tre elettromotrici, costruite dalla MAN nel 1913 con rodiggio (A1) (1A) per le tranvie Montebelluna-Asolo e Montebelluna-Valdobbiadene chiuse nel 1931.
Le macchine entrano in servizio nel 1939[8], mantenendo inizialmente la numerazione d'origine (053, rinumerata 055 nel 1943, 054 e 056), previa conversione del sistema di alimentazione originale da 975 Vcc a 2400 Vcc.
Durante la seconda guerra mondiale la linea non subisce particolari danneggiamenti nonostante i bombardamenti che imperversano sulla città di Genova e viene utilizzata assiduamente dalle famiglie genovesi sfollate e da lavoratori che vanno in città.
Gestione statale[modifica | modifica wikitesto]
La ferrovia, come molte linee concesse, rimane privata fino al 1949, quando passa in gestione commissariale governativa.[9]
Alla fine del conflitto sia il materiale rotabile che le strutture risultano danneggiati dall'usura alla quale sono sottoposti ed inizia a farsi sentire la necessità di rinnovare il parco trazione. A causa della mancanza di fondi, solo nel 1953 viene realizzato il prolungamento in regresso, interamente in sede stradale, dall'antica alla nuova stazione capolinea.[6][10] Nel 1956[11] fu acquisito dalla FAA un locomotore (l'unità 28) dalla potenza di 355 kW con velocità massima di 50 km/h già utilizzato sulla Ferrovia Sangritana; nel 1960 fu acquisita un'altra unità (la 29) e ricambi.[12] I locomotori erano parte di una commessa di quattordici locomotive a quattro assi costruite nel 1924 con equipaggiamento elettrico e carrelli forniti da TIBB e cassa realizzata da Carminati & Toselli. Originariamente a scartamento ridotto a 950 mm vengono convertite a quello metrico.
La Ferrovia Genova Casella sopravvive grazie alla mancanza di una rete stradale soddisfacente nella prima metà della tratta e recuperando materiale rotabile dismesso da altre ferrovie via via soppresse.[6]
Nel 1963, con la chiusura della linea a scartamento metrico Ora-Predazzo, gestita dalla Ferrovia Elettrica Val di Fiemme, la Ferrovia Genova Casella eredita le due locomotive B51 e B52 con rodiggio Bo'Bo', 420 cavalli di potenza e velocità massima di 45 km/h; tre elettromotrici (A1-A3) costruite da TIBB per l'equipaggiamento elettrico e da C&T per la parte meccanica nel 1929. Sempre dalla Val di Fiemme arrivano sei carrozze a carrelli di cui due di tipo lungo classificate come C101 e C102 e quattro di tipo corto numerate dalla C103 alla C106 ed infine due convertitori statici al mercurio che vengono installati nella sottostazione elettrica di Vicomorasso dove rimpiazzano gli originali raddrizzatori a gruppi rotanti ed elevano la tensione della linea di contatto da 2,4 a 2,6 kV in continua. Poiché i nuovi convertitori statici non permettono più il recupero dell'energia, tutto il materiale di trazione di origine e anche quello proveniente dalla Società Veneta viene accantonato e successivamente demolito.[13]
Cinque anni più tardi vengono acquistate quattro elettromotrici dalla ferrovia Spoleto-Norcia: si tratta di mezzi costruiti da C&T\TIBB nel 1926 e ricostruiti da Casaralta\TIBB nel 1957 con nuovi equipaggiamenti elettrici. Trasferite a Genova nel 1970 entreranno in servizio regolare, numerate A4-A7, tra il 1971 e il 1973[14] dopo aver provveduto alla necessaria variazione di scartamento da 950 mm a 1000 mm.
Il 17 gennaio del 1974 l'elettromotrice A3 deraglia a causa di una frana a Sardorella, causando un morto. Il 31 ottobre dello stesso anno[15] l'intera linea venne posta sotto sequestro per ordine della magistratura e potrà essere riaperta al traffico solo dopo il completamento dei lavori più urgenti. Così nel 1975 viene compiuta un'opera di rinnovamento dell'armamento con rotaie da 36 kg/m in luogo di quelle originali da 27 kg/m che permette di innalzare la velocità massima della linea.
Gli interventi di ammodernamento della rete e dei rotabili non sono conclusi: nel 1980 viene realizzato l'ampliamento del ponte sullo Scrivia con spostamento in sede propria dell'ultimo tratto della linea, prima in sede promiscua, e costruzione di un binario di raddoppio a Casella Paese. Ha inoltre inizio l'applicazione di un nuovo schema di verniciatura amaranto e crema destinato a tutto il materiale viaggiatori e la ditta Gleismac viene incaricata di ricarrozzare ben 9 vetture su 12 ad esclusione della C22, trasformata in precedenza in carrozza-bar e divenuta parte del Treno Storico, e delle C103-104, assegnate anch'esse al Treno Storico. Le elettromotrici A1 ed A2 vengono ricarrozzate mantenendo l'estetica tradizionale negli anni seguenti dalle officine sociali. Infine, nel 1985, rientra in servizio l'elettromotrice A3 con cassa completamente ridisegnata, equipaggiamento elettrico a chopper realizzato dalla società EEA di Genova e due pantografi Faiveley con doppio strisciante già sperimentati sulle B51 e A4. Due anni più tardi la ditta Gleismac fornisce alla FGC una locomotiva diesel-idraulica classificata D1 con rodiggio B'B', potenza 400 kW e velocità massima di 40 km/h, costruita nel 1964 per la Deutsche Bundesbahn, verrà impiegata in testa ai treni cantiere e come locomotiva di soccorso.[16]
La riscoperta turistica[modifica | modifica wikitesto]
Nel corso degli anni ottanta, accanto alle esigenze di trasporto pendolare, prende forma la vocazione turistica della linea, per via dei paesaggi e dei panorami attraversati. Nasce nel 1989 (il viaggio inaugurale avvenne il 5 novembre[17]), tra i primi in Italia, il Treno Storico, che ha lo scopo di valorizzare la vocazione turistica della linea. La composizione completa prevede in testa la locomotiva 29, la più antica locomotiva elettrica funzionante in Italia,[18][19] le carrozze C103 e C104 e la carrozza-bar C22. I prezzi relativamente contenuti del suo noleggio sono la ragione del successo di questo convoglio che può essere affittato completo o in parte per eventi particolari come matrimoni, treni fotografici ed altri eventi speciali.
Approfondimento: La vettura storica |
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Come detto la ferrovia possiede un treno storico che viene utilizzato prevalentemente a nolo. In alcuni eventi il convoglio è stato trasformato in un palcoscenico per prose teatrali e utilizzata in grandi eventi. Dall'epifania del 2000 il treno diventa Befana Express e viene utilizzato dalla befana per portare i doni ai bambini[20], nel 2001 la carrozza bar è stata ospitata all'Euroflora[21], mentre dal 2008 ospita lo spettacolo del Teatro Cargo Donne in guerra[22] pièce che racconta il periodo di guerra visto dall'universo femminile[23] |
Gli anni novanta portano alla linea un'ulteriore ventata di novità: nel 1991 viene rinnovata completamente la linea aerea dalla ditta Ansaldo Trasporti con la sostituzione della caratteristica palificazione originale Breda con il sistema a contrappesi assai simile a quello in uso da RFI a doppio filo di contatto di 100+100 mm². La tensione viene quindi elevata a 3000 V CC. Qualche anno più tardi, nel 1993, vengono consegnate dalla Firema-Officine di Cittadella due elettromotrici di tipo E46 a chopper (rodiggio Bo'Bo', potenza 350 kW e velocità massima 45 km/h) con cassa identica alla ristrutturata A3, denominate A8 e A9, che montano carrelli provenienti rispettivamente dai locomotori B51 e B52, nel frattempo accantonati.
Un ulteriore esemplare di questa famiglia di elettromotrici è consegnato nel 1995 dal Firema Consortium: si tratta dell'elettromotrice A10 che differisce dalle sorelle A8-A9 solo per linea dei finestrini più bassa in modo da permettere una migliore visione del panorama e monta carrelli provenienti dalla A2,[24] rimpiazzati successivamente da quelli dell'A3 nel frattempo accantonata (sarà demolita solo nel 2011).[25] Infine, nel 1998 vengono consegnate due elettromotrici di tipo E46A a chopper (potenza 560 kW) con cassa identica alla A10 e che montano carrelli nuovi costruiti appositamente da ADtranz di Vado Ligure. Sono prodotte anche 3 carrozze (C60-C62) che condividono cassa e carrelli delle elettromotrici di ultima generazione.[24]
Gli anni 2000 portano con sé una svolta nella gestione della linea: infatti nel 2002 cessa l'affidamento temporaneo alle Ferrovie dello Stato SpA iniziato tre anni prima e la gestione passa alla Regione Liguria che la esercita con la società Ferrovia Genova Casella Srl. Alla fine dello stesso anno, una frana caduta a Sant'Olcese Tullo rende necessaria la chiusura della linea per tre mesi in modo da consentire i necessari lavori di messa in sicurezza. Nello stesso periodo viene eseguita anche una breve rettifica del percorso presso Molinetti.
Il 2005 vede il restauro, alla Cmf di Strevi, e la messa in esercizio un carro merci chiuso F23 acquistato con fondi europei dalla dismessa ferrovia Rimini – San Marino che viene adibito al trasporto biciclette[26] mentre nel 2009 viene ceduto alla Trentino Trasporti il locomotore B51 con carrelli provenienti dalla elettromotrice AB.04 della ferrovia Rimini-San Marino mentre il gemello B52 è avviato alla demolizione (avvenuta nel 2014).[25]
Dal 16 aprile 2010, a seguito delle esito di una gara bandita dalla regione, la gestione della ferrovia è passata all'AMT di Genova[27]. Con AMT, l'elettromotrice A5 viene sottoposta ad un restauro integrale che la dota, fra l'altro, del dispositivo vigilante e di una pellicola anti-graffiti.[28] È inoltre affidato l'appalto per il rifacimento ed adeguamento alla normativa vigente della sottostazione elettrica di Vicomorasso.[29] La nuova gestione ha infine eseguito nel 2011 lavori di manutenzione straordinaria all'armamento per ridurre i rallentamenti che erano stati istituiti negli ultimi anni a causa del deterioramento dello stesso. Sono inoltre sottoposte a restauro e dotate di una pellicola anti-graffiti le elettromotrici A1 e A11.
Progetti futuri[modifica | modifica wikitesto]
Nel corso degli anni sono stati effettuati studi per un suo prolungamento dalla stazione di piazza Manin, poco distante dal castello Mackenzie: una relazione del 1926 della SFEL prevedeva il raccordo della stazione con la rete tranviaria di Genova[30], mentre un progetto del 1953 prevedeva la trasformazione della linea in tranvia extraurbana, con la costruzione di una nuova stazione di fronte al liceo ginnasio Andrea D'Oria e impianto di binari lungo via Burlando e corso Monte Grappa, con innesto alle tranvie urbane genovesi in via Canevari[31]. Si era inoltre ipotizzata nei primi anni Ottanta[32] una diramazione volta a servire il quartiere di Begato, sopra Rivarolo, che avrebbe così collegato - come una sorta di metropolitana leggera in affiancamento all'attuale metropolitana genovese - la delegazione ponentina con il centro della città ed anche un prolungamento dal capolinea di Casella fino al comune di Isola del Cantone[33]. Nessuno di questi progetti si è tuttavia concretizzato.
Nel 2007 è stata manifestata l'intenzione di assemblare un altro trenino storico da far circolare in settimana (al traino dell'A2 restaurata) e di aprirsi al mercato internazionale, stringendo accordi con Costa Crociere e Acquario di Genova.[5]
Nel 2010 è stato ordinato un tram-treno basato sul tram Sirio di AnsaldoBreda. A seguito di problemi riscontrati sui carrelli il convoglio non è stato consegnato, ed il progetto abbandonato dalla casa costruttrice (Hitachi Rail Italy). I soldi ricavati verranno riutilizzati per manutenzione e revamping delle elettromotrici già in servizio sulla linea.
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
La linea è una ferrovia a binario semplice a scartamento metrico. La trazione è elettrica a 3000 volt in corrente continua.
Per l'orografia dell'Appennino ligure sono tredici le gallerie presenti lungo la linea con una lunghezza che varia dai 30 m ai 150 m. Le curve seguono l'andamento delle montagne e compongono il 45% dei 24 318 m dell'intero percorso con un raggio minimo di 60 m. I ponti sovrastano piccole valli che si creano tra una cima e l'altra: sei sono lunghi dieci metri e in muratura, di cui uno da quattro arcate e gli altri da tre. Lo Scrivia è scavalcato da un viadotto a campata unica.
Le altimetrie toccate sono di 93 metri s.l.m. della stazione di Genova Piazza Manin che passa in nove chilometri ai 370 m di località Trensasco, per giungere a 410 metri di altitudine del capolinea di Casella dopo aver valicato il punto più alto del tracciato, lo spartiacque della frazione di Crocetta d'Orero, a 458 metri s.l.m. La pendenza massima è del 45‰.[34]
Lungo il percorso, oltre ai due capolinea, sono presenti nove stazioni, dotate di binari di raddoppio, e dieci fermate a binario singolo; in tutte le località adibite al servizio viaggiatori la fermata è a richiesta (quindi se nessuno deve salire o scendere viene saltata). Di queste ultime, due risultano soppresse, mentre Vallombrosa e Liggia sono servite solo nei giorni feriali[35]. Casella Deposito funge da deposito e da regresso, mentre l'officina è collocata a Genova Piazza Manin e la sottostazione elettrica è posta a Vicomorasso.
Gli scambi degli impianti di Torrazza e Casella Deposito vengono manovrati elettricamente mediante un sistema automatico di gestione degli itinerari denominato Apparato Centrale Automatico ad Itinerari (ACAI) derivato dall'ACEI impiegato sulle linee di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). Sono inoltre presenti otto passaggi a livello incustoditi, quali sono azionati tramite pedali di comando disposti lungo il tracciato. La sottostazione elettrica di Vicomorasso viene controllata in remoto dalla stazione genovese.
Percorso[modifica | modifica wikitesto]
Stazioni e fermate | ||||
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0,00 | Genova Piazza Manin | 93 m s.l.m. | |
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1,230 | San Pantaleo | 127 m s.l.m. | |
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1,639 | San Pantaleo 2 * 1980 † 1994 | 132 m s.l.m. | |
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2,880 | Sant'Antonino | 190 m s.l.m. | |
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5,000 | Cappuccio | 270 m s.l.m. | |
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6,720 | Poggino † 1994 | 340 m s.l.m. | |
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8,850 | Trensasco | 370 m s.l.m. | |
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9,490 | Campi | 364 m s.l.m. | |
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10,020 | Pino | 360 m s.l.m. | |
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10,738 | Torrazza | 339 m s.l.m. | |
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12,288 | Sardorella | 330 m s.l.m. | |
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torrente Sardorella | |||
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13,900 | Vallombrosa * 1984 | 286 m s.l.m. | |
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14,318 | Vicomorasso | 297 m s.l.m. | |
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15,351 | Sant'Olcese Chiesa | 335 m s.l.m. | |
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16,618 | Sant'Olcese Tullo | 390 m s.l.m. | |
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18,770 | Busalletta | 456 m s.l.m. | |
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19,000 | Molinetti | 440 m s.l.m. | |
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20,600 | Niusci | 452 m s.l.m. | |
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21,501 | Liggia | 456 m s.l.m. | |
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21,921 | Crocetta d'Orero † 1994 | 458 m s.l.m. | |
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22,000 | Canova-Crocetta | 456 m s.l.m. | |
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23,210 | Casella Deposito | 410 m s.l.m. | |
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torrente Scrivia | |||
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24,318 | Casella Paese | 405 m s.l.m. |
Oltre ai comuni di Genova e Casella, la linea attraversa anche i territori dei comuni di Sant'Olcese e Serra Riccò.
Il tracciato costeggia nella prima tratta bisagnina la linea di fortificazioni che costituisce parte del nucleo levantino dei forti di Genova e delle mura di Genova d'epoca medievale, per proseguire, dopo la galleria Trensasco a 100 m s.l.m., in Valpolcevera, con un andamento inizialmente più dolce, per poi riprendere, specie sugli spettacolari tornanti di Sant'Olcese che consentono di prendere quota, le caratteristiche della prima tratta: pendenze sino al 45 per mille e curve di raggio minimo di 60 metri.
La breve galleria Crocetta di 58 m, che segue immediatamente l'omonima ex fermata al punto di valico a 458 m s.l.m., immette in Valle Scrivia.
Il capolinea di Casella Paese viene raggiunto dopo una ripida discesa, un regresso alla radice del grande impianto di Casella Deposito, un breve tratto parzialmente in sede promiscua e lo scavalcamento del torrente Scrivia.
Previa prenotazione, è possibile ottenere il noleggio della corsa di interi convogli, costituiti di norma da una elettromotrice e da uno o più vagoni, storici o no, per matrimoni o per il trasporto di biciclette e per gruppi di escursionisti numerosi.[36]
Luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
Molti sono i luoghi interessanti raggiungibili o visitabili dalle stazioni e fermate del trenino di Casella:
- La stazione di Piazza Manin è raggiungibile dalla stazione di Genova Brignole utilizzando le linee AMT 36[37] e 49, dalla stazione Principe FS utilizzando la linea AMT 34; in auto uscendo al casello autostradale di Genova Est, lasciando il proprio mezzo nel parcheggio d'interscambio della Piastra e servendosi della linea 34 in partenza dal Cimitero monumentale di Staglieno; nei dintorni della stazione è possibile visitare il castello Mackenzie, a metà tra il centro della città e il quartiere di Marassi percorrendo in discesa via Assarotti è possibile ammirare piazza Corvetto in pieno centro a Genova; invece scendendo, dalla parte opposta, scalinata Montaldo si giunge in piazzale Atleti Azzurri d'innanzi lo stadio Luigi Ferraris[38].
- Dalla stazione di Campi è possibile raggiungere i forti Diamante, Fratello Minore, Puin, Sperone e Castellaccio[38][39].
- Dalla stazione di Pino, servita dalla linea 481, si arriva in circa 3 ore di escursione a piedi a Creto[38].
- Dalla stazione di Torrazza si può arrivare al Centro di Educazione Ambientale, il quale organizza giornate naturalistiche per scolaresche[38].
- Dalla fermata S. Olcese Tullo, si va a piedi alla strada per Ronco e al sentiero botanico di Ciaè.[5]
- Dalla fermata Canova/Crocetta, si arriva in circa 3 ore di escursione al Santuario di Nostra Signora della Vittoria[38].
- Dal capolinea di Casella Paese si possono visitare il Castello della Pietra, la Chiesa di Santo Stefano, il Palazzo Fieschi e l'Oratorio di Sant'Antonio Abate. Oltre a visitare il paese di Casella è possibile effettuare escursioni in mountain bike e a piedi[38].
Stazione di piazza Manin sullo sfondo il Castello Mackenzie
Traffico[modifica | modifica wikitesto]
Con dieci coppie giornaliere di treni nei giorni feriali, la ferrovia trasporta circa 250.000 passeggeri all'anno fra turisti e pendolari.[40] La ferrovia ha unito alla tradizionale vocazione pendolare anche quella di ferrovia turistica per via dei panorami, degli ambienti attraversati e dei luoghi di interesse storico irraggiungibili se non attraverso boschi e sentieri.
Il tempo di percorrenza dell'intera linea è di circa un'ora.[1]
Materiale rotabile[modifica | modifica wikitesto]
Materiale motore[modifica | modifica wikitesto]
Il materiale motore della Ferrovia Genova-Casella[41] annoverava, nel 2012:
- Locomotiva 29: costruita nel 1924 per la Ferrovia Adriatico-Appennino. L'equipaggiamento elettrico e i carrelli sono forniti da TIBB di Vado Ligure; la cassa, invece, è stata realizzata da Carminati&Toselli. Fa parte di una commessa del 1922 di 14 locomotive a 4 assi con scartamento a 950 mm per la Ferrovia Sangritana delle quali 2 (numerate 28 e 29) vengono cedute alla FGC alla fine degli anni cinquanta previa conversione allo scartamento metrico e modifica da locomotore bagagliaio a trasporto passeggeri. Il locomotore 29 entra in servizio nel 1962 e le principali modifiche riguardano lo scomparto passeggeri da 16 posti ricavano nel vano bagagli, la sostituzione delle originali casse reostatiche e l'installazione di un pantografo a stanghe tipo FS. Il Locomotore Storico 29 viene utilizzato in composizione con le carrozze C22-C103-C104 del Treno Storico al traino di treni speciali mentre il 28 venne demolito nel 1998[12] dopo un lungo periodo di accantonamento iniziato nel 1975.
- Elettromotrici A1-A2: costruite nel 1929 per la Ferrovia della Val di Fiemme (Ora-Predazzo); sono state realizzate da TIBB, per l'equipaggiamento elettrico, e da C&T, per la parte meccanica. Peculiarità di questi mezzi è l'impiego del Freno continuo automatico Hardy. L'unità classificata A1, atta e impiegata correntemente per i treni più frequentati, è stata sottoposta nel 2011 ad un intervento di applicazione di pellicola anti-graffiti crema/blu e nuovi loghi AMT. L'A2 dopo un lungo restauro che la ha riportata allo stato d'origine del 1929, è stata rimessa in servizio a Giugno 2018; nella giornata del sabato effettuava una coppia di treni in servizio regolare per consentire a turisti e cittadini di poter viaggiare con essa. Iniziativa durata poco, poiché a Dicembre 2018 è stata coinvolta in un incidente in linea da cui ne è uscita fortemente danneggiata. A Settembre 2019, in occasione dei festeggiamenti dei 90 anni della ferrovia, è stata presentata dopo gli interventi di ripristino. A partire dal 15 Febbraio 2020 effettua alcune corse aperte al pubblico previste da orario ogni sabato[42]. Infine, l'unità gemella A3, ricostruita a cura della Gleismac/EAA dopo essere andata semidistrutta nell'incidente di Sardorella del 1974 e rimessa in servizio nel 1983 con nuova cassa ed equipaggiamenti di trazione elettronici a chopper (fungendo da prototipo per le successive EM A8-A12), è stata demolita nel 2011 dopo un lungo accantonamento. A1 ed A2 sono attualmente le ultime elettromotrici atte e funzionanti di un insieme di una trentina di elettromotrici che hanno fatto la storia delle concesse elettrificate in continua a scartamento ridotto. Di queste, 23, estremamente simili fra loro al punto di essere definite impropriamente "unificate", vennero prodotte fra il 1924 ed il 1940 dalla milanese C&T: 9 destinate alla FAA (Fermana e Sangritana), 5 alla Spoleto-Norcia, 3 alla Ora-Predazzo, 2 alla Pescara-Penne, e qualche anno dopo 4 alla Rimini-S.Marino. Analogo disegno per le 6 elettromotrici della Domodossola-Locarno a 1500V, mentre il materiale della Calalzo-Dobbiaco, esteticamente simile alle precedenti, era di produzione Stanga[43].
- Elettromotrici A4-A7: vengono costruite nel 1957 su telai e carrelli delle elettromotrici C&T\TIBB del 1926 (assai simili alle A1-A2) prodotte per la Ferrovia Spoleto-Norcia. La ricostruzione del 1957, a cura di Casaralta\TIBB, vede l'applicazione di nuovi equipaggiamenti elettrici e l'adozione di una nuova cassa dal design tondeggiante tipico di quegli anni che condividono con le automotrici Stanga-TIBB. Trasferite a Genova nel 1970 con la chiusura della celebre Spoleto-Norcia, entrano in servizio regolare, ri-numerate A4-A7, tra il 1971 e il 1973 dopo aver provveduto alla necessaria variazione di scartamento da 950 mm a 1000 mm. Attualmente solo l'unità A5 svolge servizio regolare dopo essere stata rimessa in condizioni di viaggiare a febbraio 2010 con l'installazione di dispositivi totalmente elettronici di misura della velocità e l'apparecchio "uomo morto " tra i più sofisticati esistenti in commercio, e l'applicazione di una pellicola anti-graffiti crema/blu e nuovi loghi AMT. Le unità A4 e A7 sono state demolite (rispettivamente nel 2014 e nel 2016), mentre l'A6 giace accantonata a Casella Deposito in attesa di restauro.[14]
- Elettromotrici A8-A10: costruite nel 1993 dalla Firema-Officine di Cittadella su richiesta della stessa Ferrovia Genova-Casella sono dotate di un avviamento a chopper a indebolimento di campi e casse identiche alla demolita A3 ma montano motori e carrelli provenienti da altre elettromotrici. In particolare l'A8 utilizza i carrelli TIBB provenienti da B51, l'A9 quelli del B52 e l'A10 quelli dell'A3. Quest'ultima unità presenta anche una cassa leggermente differente dalle altre per la linea dei finestrini più bassa. Tutte e tre le unità sono in servizio regolare e vengono utilizzate assiduamente.
- Elettromotrici A11-A12: costruite nel 1998 dalla Firema-Officine di Cittadella su richiesta della stessa Ferrovia Genova-Casella sono dotate di un avviamento a chopper a indebolimento di campi, di accoppiatore a 78 poli e montano carrelli di nuova concezione sviluppati appositamente da ADTranz. Presentano una cassa identica alla A10. L'A11 è stata sottoposta nel 2011 ad intervento di restyling con applicazione di pellicola anti-graffiti crema/blu e nuovi loghi AMT) e viene utilizzata correntemente nel servizio regolare. Anche l'A12 è in servizio dopo una revisione straordinaria ai carrelli.[44]
- Locomotiva D1: costruita nel 1964 per conto delle ferrovie tedesche dal costruttore Gmeinder & Co. adattando allo scartamento metrico il progetto MaK della diffusissima V 100 a scartamento normale, viene classificata come V52 902 (poi rinominata in 252 902) ed impiegata sulla Mosbach-Mudau lunga 28 km ed a scartamento metrico. In seguito alla soppressione della stessa, il 2 giugno 1973, la locomotiva viene trasformata a scartamento ordinario dalla stessa Gmeinder e viene rilevata dalla Sudwestdeutsche Eisenbahngesellschaft (SWEG) che l'impiega lunga la linea Breisach-Endingen-Riegel con classificazione VL 46-01. Qui rimane sino al 1986 quando viene venduta alla ditta Gleismac che dopo le opportune revisioni e la ritrasformazione a scartamento metrico, la cede alla FGC che l'impiega al traino di treni cantiere e viaggiatori durante i lavori di rifacimento della linea aerea. Rimasta accantonata per oltre 10 anni a Casella Deposito, nel 2008 la locomotiva fu inviata a Monopoli dove fu ricostruita[45] sino al 2014, rientrando in servizio a novembre 2015[46].
Dati tecnici[modifica | modifica wikitesto]
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Carrozze[modifica | modifica wikitesto]
Per quanto riguarda il materiale passeggeri, la ferrovia Genova-Casella possiede le seguenti carrozze:[50]
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C22 Carrozza Bar costruita dalla Breda di Milano come carrozza di prima e di terza classe, faceva parte della dotazione originaria, venne trasformata in carrozza bar a metà degli anni sessanta con i materiali moderni dell'epoca con laminati e profili in alluminio. Nel 1990 l'intero vagone, così come tutto il treno storico, è sottoposto a un completo restauro che ha reintrodotto parte della componentistica originale[21], il tetto è rivestito in tela olona, abat-jour caratteristiche, una macchina da caffè ed un erogatore di birra alla spina costituito da una colonna in ceramica ed ottone dell'epoca; l'arredo ricorda, secondo la stampa, l'Orient Express.[4][55]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Orari, su ferroviagenovacasella.it.
- ^ Il trenino di Casella riparte sabato 21 maggio.
- ^ Trenino di Casella, tutto esaurito per il viaggio inaugurale, su Il Secolo XIX, 21 maggio 2016. URL consultato il 20 luglio 2020.
- ^ a b Il trenino Genova-Casella, su ww1.zenazone.it, 17 giugno 2013. URL consultato il 20 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 17 giugno 2013).
- ^ a b c Maria Vittoria Cascino, Il trenino di Casella: terapia su rotaia contro noia e stress, su ilgiornale.it, 28 novembre 2007. URL consultato il 20 luglio 2020.
- ^ a b c Ferrovia Genova Casella
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 67.
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 68.
- ^ Copia archiviata (PDF), su ferroviagenovacasella.it. URL consultato il 7 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
- ^ Roberto Cocchi, Alessandro Muratori, "Le ferrovie secondarie italiane - raccolta di fascicoli allegati alla rivista Mondo ferroviario", ed. del Garda, 1988-1996, p 214
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 98.
- ^ a b Bozzano, Pastore e Serra, p. 184.
- ^ Roberto Cocchi, Alessandro Muratori, "Le ferrovie secondarie italiane - raccolta di fascicoli allegati alla rivista Mondo ferroviario", ed. del Garda, 1988-1996, p218
- ^ a b Bozzano, Pastore e Serra, p. 191.
- ^ Il giudice fa sequestrare il trenino "pericoloso", La Stampa 2 novembre 1974, pag. 13
- ^ Roberto Cocchi, Alessandro Muratori, "Le ferrovie secondarie italiane - raccolta di fascicoli allegati alla rivista Mondo ferroviario", ed. del Garda, 1988-1996 p218
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 141.
- ^ L'Italia da un finestrino, a bassa velocità, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 20 luglio 2020.
- ^ Trenino di Casella, su altavallepolcevera.com, 27 dicembre 2013. URL consultato il 20 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2013).
- ^ Sul trenino di Casella con la Befana - La Repubblica
- ^ a b Euroflora, la rosa nera è l'ospite d'onore - La Repubblica
- ^ Cargo: a teatro sul Trenino di Casella, su genova.mentelocale.it. URL consultato il 10 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2012).
- ^ Sul trenino di Casella lo spettacolo 'Donne in Guerra', su genova.mentelocale.it. URL consultato il 10 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2012).
- ^ a b Mondo Ferroviario n. 143
- ^ a b Rotabili alienati, su amicifgc.it. URL consultato il 13 marzo 2018.
- ^ Non più trenino, ora vuole l'ascensore - IlGiornale.it
- ^ Da FGC a AMT, in "I Treni" n. 326 (maggio 2010), p. 6
- ^ http://www.ferroviagenovacasella.it/images/stories/bandi/aggiudicati/avviso_appalto_aggiudicato_elettromotrici_210409.pdf[collegamento interrotto]
- ^ Copia archiviata (PDF), su ferroviagenovacasella.it. URL consultato il 16 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 31.
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 91.
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 139.
- ^ in effetti il progetto originario prevedeva uno sviluppo a "T", con un ramo trasversale da Busalla a Torriglia
- ^ Aspetti tecnici, su ferroviagenovacasella.it. URL consultato il 20 luglio 2020.
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 169.
- ^ Ferrovia Genova Casella
- ^ Ex 33 nel 2011 unita al 36
- ^ a b c d e f Copia archiviata (PDF), su ferroviagenovacasella.it. URL consultato il 7 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2015).
- ^ Giro dei Forti a piedi e con il trenino di Casella, su forti-genova.com, 1º luglio 2012. URL consultato il 20 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2012).
- ^ Ferrovia Genova Casella - CHI SIAMO
- ^ Ferrovia Genova Casella
- ^ Volantino A2 dal 15 Febbraio 2020 (PDF), su ferroviagenovacasella.it.
- ^ TuttoTreno TEMA numero 14
- ^ Bozzano, Pastore e Serra, p. 198.
- ^ Maria Vittoria Cascino, Il trenino di Casella arranca in ritardo tra guasti e amianto, su ilgiornale.it, 20 marzo 2008. URL consultato il 20 luglio 2020.
- ^ Andrea Martinelli, La D1 è tornata!, in iTreni n° 388, gennaio 2016, pp. 24-26
- ^ unità A1 con cassa modificata anni '80 in servizio ordinario, A2 ricostruita storica ed in servizio storico
- ^ solo unità A5 in servizio, A6 accantonata ed altre unità demolite
- ^ riutilizzando motori e carrelli del 1926
- ^ Ferrovia Genova Casella
- ^ Utilizzata a composizione del treno storico come carrozza bar
- ^ Utilizzate a composizione del treno storico
- ^ Non in servizio
- ^ Non in servizio, cedute a TRANSDOLOMITES nel 2018-2019
- ^ Storia di Genova: il trenino di Casella, su genova.erasuperba.it, 10 marzo 2012. URL consultato il 20 luglio 2020.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Azienda Municipalizzata Trasporti, Storia del trasporto pubblico a Genova, Genova, Sagep, 1980. ISBN non esistente
- Azienda Mobilità e Trasporti, Genova. Orario Grafico estivo
- Corrado Bozzano, Roberto Pastore e Claudio Serra, Storia illustrata della Ferrovia Genova-Casella, Recco (GE), Il Geko Edizioni, 2016, ISBN 978-88-9800-463-8.
- Roberto Cocchi, Alessandro Muratori, Le ferrovie secondarie italiane, in Mondo ferroviario (raccolta fascicoli), 1988-1996.
- Emilio Cogorno, Viaggiando e ricordando per Genova e dintorni, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1998, ISBN 978-600-08-9781-9.
- Paolo Gassani, Genova–Casella: tante cose nuove, in "I Treni Oggi" n. 14 (novembre 1981).
- Paolo Giardelli, In treno da Genova a Casella, 2ª ed., Genova, Sagep, 1996, ISBN 978-88-7058-618-3.
- Maurizio Lamponi, Claudio Serra, I Trasporti in Valpolcevera - Dalla via Postumia alla Metropolitana, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1996.
- Francesco Ogliari, Franco Sapi, Signori, in vettura!, stampato in proprio, 1965, ISBN non esistente.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ferrovia Genova-Casella
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito web ufficiale, su ferroviagenovacasella.it.
- Donne in guerra, su amt.genova.it.
- Donne in guerra, su genova.mentelocale.it. URL consultato il 5 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2012).
- Archivio fotografico sulla Ferrovia Genova-Casella, su photorail.com. URL consultato il 3 luglio 2004 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2004).
- Archivio fotografico sulla Ferrovia-Genova Casella, su trainzitaliafoto.com.
- La Ferrovia delle tre Valli - Sito dedicato alla Ferrovia Genova-Casella (con treni per il simulatore BVE), su fgc.altervista.org. URL consultato il 31 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2007).
- Scenario della Ferrovia Genova-Casella per il simulatore BVE, su bve.altervista.org.