Ferdinando Pistorius

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Ferdinando Pistorius (Stoccarda, 22 dicembre 1841Melegnano, 8 agosto 1884) è stato un imprenditore italiano di origini tedesche, pioniere dello sviluppo industriale in Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Stoccarda[1] alla metà dell'Ottocento, Ferdinando Pistorius focalizzò ben presto la sua attività di imprenditore e commerciante dapprima nell'agricoltura, allora principale settore dell'economia, e in seguito in quello dei trasporti pubblici, grazie al commercio di locomotive a vapore e alla costruzione ed esercizio di una vera e propria rete di linee tranviarie in Lombardia ove morì, nel 1884, a Melegnano[2]. I suoi resti si trovano al cimitero monumentale di Milano[3].

Commercio di macchine agricole[modifica | modifica wikitesto]

Catalogo 1876

Durante la cosiddetta seconda rivoluzione industriale il settore delle macchine agricole risultava particolarmente fiorente in virtù delle innovazioni tecnologiche introdotte. In tale ambito, Ferdinando Pistorius divenne titolare nel 1875 di una ditta di "macchine e strumenti agrari"[4] che portava il suo nome e risultava una delle più note aziende di importazione di macchine agrarie della seconda metà dell'Ottocento[5]; la sede della società era a Milano, in via Ponte Seveso 117[2].

Questa, fondata nel 1872, risultava inizialmente una filiale di una società napoletana la quale operava in collaborazione con la Casa di Commissione Whitmore e Grimaldi, per "il commercio di macchine e strumenti agrari"[5]; tale azienda fu a sua volta rilevata da Pistorius dagli imprenditori milanesi John Whitmore e Filippo Grimaldi[6] e consolidata nella Ferdinando Pistorius[7]

Per la rilevanza di questa attività il Pistorius venne proposto per un'onorificenza[8] e nel 1884 gli venne conferita la medaglia di bronzo per l'introduzione di strumenti a mano fabbricati all'estero[9].

Pioniere delle tranvie a vapore[modifica | modifica wikitesto]

Melegnano, cartolina di inizio Novecento

Appassionato di cavalli, quale complemento rispetto al commercio di macchine agricole nel 1876 Pistorius intraprese l'attività di importazione e vendita di locomotive tranviarie a vapore[10].

Un primo lotto di 12 locomotive a vapore acquistate a Winterthur presso l'azienda di Charles Brown[10], seguite dal 1 maggio 1877 da altre locomotive importate per i mercati di Milano e Torino[10].

Ben presto Pistorius divenne concessionario esclusivista della Henschel & Sohn di Kassel, in virtù di un contratto[11] che impegnò la sua azienda fino al 1907, sostituito alla sua morte dell'ingegnere Edoardo Baravalle[10]. Una importante sede della società era in quel periodo a Torino in corso Vinzaglio 20[10]. L'interesse per cavalli e locomotive manifestato dall'imprenditore italo-tedesco lo portò ad "onorare i suoi puro sangue" facendo verniciare le motrici Henschel in marrone, colore che in Italia le stesse mantennero fino all'entrata in vigore nel 1928 del decreto legge che prescrisse per tutti i veicoli di servizio pubblico il colore verde Veronese[10].

Nel 1878 Pistorius, che aveva nel frattempo preso direttamente in carico l'esercizio delle tranvie Fornaci-Treviglio-Caravaggio, Melegnano-Sant'Angelo Lodigiano, Milano-Lodi e Lodi-Treviglio-Bergamo, acquistò il terreno su cui sorgeva il cimitero di San Rocco a Milano, presso Porta Romana, sul quale sorse la prima stazione capolinea della Milano-Lodi e dal 1881 la direzione di una nuova compagnia cui venne dato il nome di Società Anonima dei Tramways a vapore Interprovinciali di Milano, Bergamo e Cremona, in breve mutato in Tramvie Interprovinciali[12] alla quale era stata nel frattempo devoluta la concessione delle linee esercite direttamente da Pistorius.

Locomotive utilizzate direttamente da Pistorius per l'esercizio tranviario[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alle unità importate per la vendita ad altre aziende, diverse locomotive furono acquistate da Pistorius per il regolare impiego sulle linee di cui deteneva la concessione; tali unità erano tutte di costruzione Henschel & Sohn e contraddistinte dal rodiggio 0-2-0[13]:

Unità Anno di acquisizione N. costruzione
1 - Bergamo 1879 1005
2 - Treviglio 1879 1006
3 - Lodi 1879 1048
4 1879 1050
5 - Stezzano 1879 1034
6 1879 1033
7 1879 1035
8 - Arcore 1879 1049
9 1879 1059
10 1880 1016
11 - Roma 1880 1017
12 - Milano 1880 1018
13 - Crema 1880 1019
14 - Cassano 1880 1020
15 - Melegnano 1880 1021
16 - Sant'Angelo 1880 1022
17 - Assago 1879 1071
18 - Inzago 1879 1072
19 - Cernusco 1880 1104
20 - Villa Fornaci 1880 1105
21 - Napoli 1880 1127
22 - Ferdinanda 1880 1128
23 - Adda 1880 1139
24 - Lambro 1880 1140
25 - Serio 1880 1156
26 - Po 1880 1157
27 - Gamboloita 1881 1158
28 - Rogoredo 1881 1159
29 - San Donato 1881 1175
30 - San Giuliano 1881 1176
31 - San Grato 1881 1177
32 - Tavazzano 1881 1227

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fra borgo e Naviglio. URL consultato nell'ottobre 2015.
  2. ^ a b Storia dei servizi pubblici di Melegnano Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.. URL consultato nell'ottobre 2015.
  3. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  4. ^ Scheda "33/8 Whitmore e Grimaldi (ora) ditta Ferdinando Pistorius. Foggia". Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. URL consultato nell'ottobre 2015.
  5. ^ a b Giorgio Bigatti, La città operosa: Milano nell'Ottocento, FrancoAngeli, Milano, 2000. ISBN 88-464-1807-7. Parzialmente consultabile su Google books.
  6. ^ Scheda "33/8. Whitmore John e Grimaldi Filippo. Milano".. Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. URL consultato nell'ottobre 2015.
  7. ^ Giurisprudenza italiana, volume XXV, Sentenze 1873, Unione Tipografico-Editrice, 1873, Torino. Parzialmente consultabile su Google books.
  8. ^ Scheda "Proposta di distinzione onorifica per il sig. Ferdinando Pistorius, fabbricante di macchine. 1875". sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. URL consultato nell'ottobre 2015.
  9. ^ Annali di agricoltura - 1884, n. 45. Parzialmente consultabile su Google books
  10. ^ a b c d e f Giuseppe Croci, Il Gamba de legn, in [1], n. 24, febbraio 1958, pp. 14-17.
  11. ^ Giuseppe Bianchi, L'impianto e l'esercizio dei tramways nella provincia di Milano, Hoepli, Milano, 1883. Parzialmente consultabile su Google books.
  12. ^ F. Ogliari, Milano in tram. Storia del trasporto pubblico milanese, op. cit., p. 111. Parzialmente consultabile su Google books.
  13. ^ G. Cornolò, Fuori porta in tram, op. cit., p. 39.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Cornolò, Fuori porta in tram. Le Tranvie extraurbane milanesi 1876-1980, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1980, ISBN non esistente.
  • Francesco Ogliari, Milano in tram. Storia del trasporto pubblico milanese, Hoepli editore, 2006, ISBN non esistente.
  • Paolo Zanin, Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2ª ed., Firenze, Phasar, 2009, ISBN 9788863580280.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]