Ferrante Loffredo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Ferdinando Loffredo)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ferrante Loffredo, anche noto come Ferdinando Loffredo (1501Napoli, 12 aprile 1573), è stato 1º marchese di Trevico, signore di San Sossio e Zungoli, patrizio napoletano; capitano di guerra e governatore della Terra di Bari e di Terra d'Otranto dal 1542 al 1557.

Ferrante Loffredo
Marchese di Trevico
Governatore della Terra di Bari e Terra d'Otranto
In carica1542-1557
Altri titoliSignore di San Sossio, Zungoli, Francavilla, Casalnuovo, Mottola, Oria (permutato successivamente con Ostuni)
Nascita1501
Morte12 aprile 1573
PadreCicco Loffredo
MadreBeatrice Caracciolo
ConiugeDiana Spinelli
FigliFrancesco e Carlo

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque probabilmente a Napoli, figlio di Francesco (Cicco) Loffredo (viceprotonotario del Regno di Napoli e presidente del Sacro Regio Consiglio, appartenente alla famiglia Loffredo, ascritta al patriziato napoletano di seggio di Capuana) e di Beatrice Caracciolo Pisquizi, signora di Montefalcone.

Primo di sei figli, fu avviato alla carriera militare e prese parte alle guerre che Carlo V condusse in Italia, Germania, Fiandre e nella campagna di Ungheria contro gli Ottomani.

Sposò Diana Spinelli, figlia di Carlo, conte di Seminara, dalla quale ebbe i figli Francesco e Carlo, e sette figlie femmine.

Nell'aprile 1542 fu nominato governatore delle province di Terra d'Otranto e di Bari. Per difendere la Puglia dalle incursione di corsari saraceni nel 1544 ordinò la demolizione di Roca e predispose le operazioni per difendere Ugento. A Lecce, dove fu anche castellano, fece ricostruire la cinta muraria, ingrandì il castello e fece erigere un arco di trionfo con una dedica a Carlo V (1548).

Fedele al viceré de Toledo, Loffredo ebbe nel 1552 un ruolo importante nella repressione della congiura di Nardò: Ferrante Sanseverino e altri nobili ribelli erano intenzionati ad occupare Nardò e consegnarla agli Ottomani, alleati della Francia, ma furono smascherati dal Loffredo e condannati a morte (Sanseverino riparò in Francia).

Nel corso della guerra del 1556-57 tra papa Paolo IV e Filippo II, il Loffredo, si oppose in Abruzzo contro le forze papali guidate da Antonio Carafa e poi respinse l'attacco delle forze franco-papali del duca di Guisa, contribuendo in maniera decisiva alla vittoria dell'esercito del duca d'Alba, Fernando Álvarez de Toledo, viceré di Napoli.

Nel 1557, lasciato l'ufficio di governatore, comprò i feudi di Francavilla, di Casalnuovo, di Mottola e di Oria (permutato poi con Ostuni). Nel 1560 e nel 1564 partecipò come deputato del baronaggio ai Parlamenti, durante i quali si verificarono aspri contrasti tra i rappresentanti della nobiltà e quelli della città di Napoli.

Fu sovrintendente alle fortificazioni del Regno e nel 1566 inviò al viceré di Napoli un'ampia relazione sullo stato di tutti i castelli del Regno, trasmessa poi a Madrid. Edificò la chiesa di Monte di Dio a Napoli. Scrisse Le antichità di Pozzuolo, et luoghi convicini (Napoli 1570 e più volte ristampato).

Morì a Napoli il 12 aprile 1573. I figli, il primogenito Francesco (Cicco) e il secondogenito Carlo seguirono la carriera paterna.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Strazzullo, Architetti e ingegneri napoletani dal '500 al '700, Ercolano 1969, pp. 309–311;
  • G. D'Agostino, Il governo spagnolo nell'Italia meridionale (Napoli dal 1508 al 1580), in Storia di Napoli, V, 1, Napoli 1972, pp. 69 s., 115 s.;
  • Giuseppe Coniglio, Il viceregno di don Pietro di Toledo (1532-53), II, Napoli 1984, pp. 553, 598, 641 s., 706, 710;
  • Giuseppe Coniglio, Il Viceregno di Napoli e la lotta tra Spagnoli e Turchi nel Mediterraneo, I, Napoli 1987, pp. 303–311;
  • Oronzo Brunetti, Un contributo alla storia dell'architettura militare del Cinquecento: Ferrante Loffredo marchese di Treviso e il piano per Otranto, in "Quaderni dell'Istituto di storia dell'architettura", XXXIII (1999), pp. 35–42.
  • Massimo Carlo Giannini, LOFFREDO, Ferdinando (Ferrante), in Dizionario biografico degli italiani, vol. 65, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 2 febbraio 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • La famiglia Loffredo, su nobili-napoletani.it, nel sito Nobili napoletani. URL consultato il 2 febbraio 2022.