Far Side Virtual
| Far Side Virtual album in studio | |
|---|---|
| Artista | James Ferraro |
| Pubblicazione | 25 ottobre 2011 |
| Durata | 45:29 |
| Genere | Vaporwave[1][2] Musica da ascensore[2][3][4] |
| Etichetta | Hippos in Tanks |
| Produttore | James Ferraro |
| Formati | digitale, LP |
| James Ferraro - cronologia | |
| Singoli | |
| |
Far Side Virtual è un album in studio del musicista statunitense James Ferraro, pubblicato nel 2011 dall'etichetta Hippos in Tanks.
Concepito originariamente come una raccolta di suonerie per il cellulare (idea poi abbandonata), Far Side Virtual è un album di musica da ascensore strumentale che segna una parziale dipartita dal rumorismo e la bassa fedeltà delle precedenti pubblicazioni di Ferraro e venne costruito servendosi di fonti sonore considerate banali dal suo artista, tra cui suoni di sistemi operativi, applicazioni per cellulari e menu per console videoludiche. Nel disco vengono trattati i temi dell'iperrealtà, del consumismo e del retro-futurismo; la critica è concorde nel considerarlo un disco che vuole offrire un'immagine cupa e distopica del mondo moderno.[1][5]
Far Side Virtual è una delle uscite più controverse del 2011:[3][6][7][8] pur avendo ricevuto giudizi tendenzialmente favorevoli da parte della critica, che sembra aver apprezzato maggiormente il concept dell'album rispetto alla sua musica, fu poco apprezzata la scelta di Ferraro di impiegare fonti sonore intenzionalmente scontate. Fu bersaglio di critiche la scelta della rivista The Wire di inserirlo al primo posto nella sua classifica dei migliori album del 2011.[9][10][11]
A Far Side Virtual viene attribuita un'influenza significativa nella musica elettronica. Viene infatti considerato, assieme a Chuck Person's Eccojams Vol. 1 (2010) di Daniel Lopatin, una delle prime e più importanti uscite della vaporwave, corrente musicale che condivide molte delle tematiche trattate nel disco,[1][12][13] e gli viene attribuito il merito di aver ispirato numerosi artisti "hi-tech" e futuristici attivi a partire dagli anni 2010.
Antefatti
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Prima di registrare Far Side Virtual, Ferraro aveva pubblicato, tra gli anni 2000 e gli inizi del decennio seguente, decine di album, spesso su CD e cassetta, dal sound evocativo, rumorista, a bassa fedeltà, improvvisato e strumentale, dapprima negli Skaters e in seguito da solista, talvolta servendosi dei suoi molti alias.[14][15][16] Di questa prima fase di carriera fu particolarmente apprezzato dalla critica soprattutto Night Dolls with Hairspray (2010), considerato il primo album di pop ipnagogico.[17]
Ferraro intese originariamente Far Side Virtual al contempo come un album e un pacchetto di suonerie da scaricare.[10][18] Stando alle sue intenzioni, grazie agli ascoltatori che usano i brani di Far Side Virtual come suonerie, l'album sarebbe divenuto così una vera e propria "installazione di performance art".[19] Il musicista dichiarò:[20]
Nel corso di un'intervista, dichiarò:[21]
In un secondo momento, avrebbe rinunciato alla sua ambizione, in quanto temeva che nessuno sarebbe stato disposto ad acquistare il suo pacchetto di suonerie.[10]
Un altro importante spunto per l'album fu un'esperienza da lui vissuta in prima persona mentre si trovava in un bar dei frullati a Los Angeles:[22]
Concept
[modifica | modifica wikitesto]Temi principali
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L'artista considera Far Side Virtual una «sinfonia gommosa e plasticosa sul riscaldamento globale dedicata al Pacific Trash Vortex».[19] Stando a Ferraro, quella dell'album è «musica per suonerie da fruire con il mezzo post-strutturalista per eccellenza: lo smartphone».[19] Ferraro l'ha spesso descritta come una natura morta musicale del 21º secolo capace di rispecchiare perfettamente lo spirito del 2011, anno di uscita dell'album.[19][21][25] Ciononostante, ha sottolineato che non vuole essere inteso come un album politico.[26] Nel corso di un'intervista, il musicista spiegò l'origine del titolo dell'album, traducibile come "virtuale dell'altro lato":[27]

Anche la critica e la stampa approfondirono la natura concettuale dell'album e le tematiche in esso trattate, definendolo il primo disco di Ferraro dedicato alle preoccupazioni sociali contemporanee.[30] Tra i temi approfonditi nell'album vi sono quelli dell'iperrealtà, del consumismo, del retro-futurismo degli anni 1990, della pubblicità, dell'utopismo e della distopia.[5][31] Tali aspetti sono sottolineati da uno scrittore del blog musicale francese The Drone asserì che Far Side Virtual sarebbe un concept album ispirato ai temi dell'iperrealtà e del simulacro del teorico culturale postmoderno Jean Baudrillard.[32] Secondo qualcuno, l'album potrebbe trattare il tema dell'interazione uomo-macchina.[33] A detta di Karen Ka Ying Chan del sito Dummy, Far Side Virtual e l'EP di Ferraro Condo Pets, rispecchiano «il fascino trasmesso dal surreale stile di vita americano» dal punto di vista dell'artista.[34] Per Stefan Wharton di Tiny Mix Tapes l'album sarebbe una dichiarazione sui confini labili che intercorrono tra i consumatori e le loro tecnologie e cita come antecedente la scrittura di Markus Giesler. Stando alle sue parole, «Far Side Virtual riesce a eccitare la memoria collettiva di quella generazione che oggi è tanto legata alle sue appendici tecnologiche».[35] Secondo quanto riporta una retrospettiva dedicata alla vaporwave di Ondarock, «la Second Life luccicante e senza peso vendutaci dalla Silicon Valley del 2000 si è in qualche modo innestata sotto la nostra pelle diventando l'unico universo possibile; la simulazione ha invaso la realtà, l'iperconnessione di cui non potremmo più fare a meno ha finito per alienarci di più: somigliamo alle macchine che ci circondano.»[36]
Adam Harper di Dummy affermò che ogni traccia sembra il riflesso di un mondo ideale e massimalista ricolmo di opportunità a cui puoi accedere comodamente con due click di fronte a uno schermo. Questa musica rievoca un'epoca in cui avevamo molta meno familiarità e mostravamo meno cinismo nei confronti della tecnologia dei mondi virtuali ai quali siamo invece oggi abituati.[37] Sempre secondo Harper:[38]
I temi dell'utopia e della distopia
[modifica | modifica wikitesto]Diversi critici concordano sul fatto che Far Side Virtual sarebbe dedicato ai temi dell' utopia e la distopia. A detta di Simon Reynolds, laddove i titoli delle tracce dell'album alluderebbero al ventunesimo secolo, l'album ricorderebbe, dal punto di vista sonoro, gli anni 1990, periodo di tempo storico che interesserebbe tanto a Ferraro quanto ad altri suoi contemporanei come Oneohtrix Point Never. Reynolds scrisse che:[39][40]
In una recensione di Pitchfork, Brandon Soderberg scrisse: «queste tracce sembrano essere esattamente ciò che stanno parodiando. Questa è una scelta audace e forse è ciò esattamente ciò che Ferraro ha sempre voluto. (...) Ad un certo punto, ti accorgi di ascoltare 45 minuti di musica utilitaristica e inutile. Qualcosa può essere utopico e distopico allo stesso tempo? Probabilmente. Forse è sempre così».[41]
Altre interpretazioni
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene la cosa non sia mai stata confermata da Ferraro, Far Side Virtual venne interpretato da molti come una satira sul consumismo del ventunesimo secolo.[42] Amber Bravo di The Fader affermò che Far Side Virtual sarebbe stato «bollato come una critica culturale raccontata attraverso i sintetizzatori MIDI».[43]
Stando a quanto riportarono gli autori del saggio Producing Music, l'album potrebbe essere una riflessione ambientalista: «Se Ferraro ha avuto intenzione di cucire un arazzo sonoro sui vari disastri inerenti all'Antropocene, dobbiamo prendere in considerazione quanto il suono e l'ambiente abbiano guadagnato attenzione insieme alle crescenti preoccupazioni verso l'ambiente, così come è accaduto alla fine degli anni 1960».[44]
Registrazione
[modifica | modifica wikitesto]Con Far Side Virtual, Ferraro si affrancò dalle pubblicazioni analogiche degli esordi per adottare sonorità interamente digitali.[45] Registrato esclusivamente con l'ausilio del software audio GarageBand della Apple[10][45][46] installato su un MacBook Pro,[47] l'album venne composto utilizzando campionamenti "intelligentemente curati" e, a detta dell'artista, "insulsi"[10][19][48] tra cui i suoni di sistemi operativi dei computer, applicazioni per cellulari e menu per console videoludiche, (ad esempio quello di accesso alla piattaforma Skype),[48] suoni di sintetizzatori MIDI non alterati[49] e voci.[33][48] Luke Degnan di Bomb riportò che, nei suoi 45 minuti, Far Side Virtual «ricorda all'ascoltatore che questi suoni sono nati digitalmente e moriranno digitalmente. Questo è un album digitale per un'epoca digitale.»[47]
Nel corso di un'intervista, Ferraro dichiarò di aver dovuto affrontare una situazione spiacevole a causa della scelta di non registrarlo a bassa fedeltà come le uscite precedenti:[50]
Ferraro compose una seconda versione del brano di Far Side Virtual Dubai Dream Tone per un'installazione di una sua mostra tenuta dal marzo al giugno 2014 presso il MoMA PS1 di New York.[51][52]
Pubblicazione
[modifica | modifica wikitesto]Dopo alcuni mesi di improduttività da parte di Ferraro,[53] Far Side Virtual venne annunciato il maggio 2011 e si tratta del primo album di Ferraro pubblicato per l'etichetta Hippos in Tanks.[54] Stando a quanto riportò la Hippos in Tanks prima dell'uscita dell'album:[53]
Quando annunciò l'uscita dell'album, Ferraro affermò scherzosamente che «tutti i proventi di Far Side Virtual serviranno a finanziare il mio intervento di chirurgia plastica facciale. Il mio nuovo volto, modellato a immagine e somiglianza di Lady Diana, la regina satellite delle televisioni a circuito chiuso, sarà visibile durante i concerti del Far Side Virtual World Tour... Always Coca-Cola».[54]
Far Side Virtual venne anticipato da Condo Pets, EP musicalmente simile pubblicato dalla Hippos in Tanks nel mese di settembre,[53] e i due singoli Adventures in Green Foot Printing e Earth Minutes, pubblicati l'ottobre del 2011 dalla stessa etichetta.[55][56] Far Side Virtual venne edito dalla Hippos in Tanks il 25 ottobre 2011 in formato digitale e su vinile.[15][53]
Caratteristiche artistiche
[modifica | modifica wikitesto]Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Diversamente da quanto accade con le prime pubblicazioni di Ferraro, Far Side Virtual abbandona le sonorità nostalgiche, i riverberi e i feedback per abbracciare una più pulita muzak e easy listening[14][15][57] futuristica[58] e reimmaginare la forma e l'etica del rumorismo.[10] L'album attinge a piene mani dalla musica da ascensore aziendale, dal minimalismo, dalla pop art, dal kitsch musicale, dalle animazioni della Pixar e dai suoni emessi dai computer di vecchia data;[53][10][59] secondo molti, l'album divenne un trait d'union tra il pop ipnagogico e la nascente scena vaporwave.[60] L'artista riportò di essersi ispirato alla città di Dubai, aspetto sottolineato da una traccia dell'album intitolata Dubai Drem Tone:[22]
Stando a una dichiarazione di Joseph Stannard di The Wire, «i brani di Far Side Virtual hanno una natura architettonica di forte impatto che ricorda Laurie Anderson, Philip Glass e i Rush».[61] Secondo Piero Scaruffi, i brani di Far Side Virtual sono «situati a metà strada tra la musica plastica di Frank Zappa degli anni '60 e gli acquerelli per pianoforte di Claude Debussy del XIX secolo, e forse il teatro dell'assurdo francese del XX secolo, influenzati da aggressive colonne sonore di videogiochi e roboanti jingle commerciali».[14] Stando al sito musicale italiano Ondarock, «Far Side Virtual è la celebrazione di un universo sintetico e naif, imparentato con la new-age più banale, con la muzak più terra-terra e attraversato da un ottimismo di plastica, pur sempre trasfigurato dall'ormai "ovvia" ideologia ipnagogica.»[3] Secondo SentireAscoltare, quelle di Far Side Virtual sono «tracce con suoni dello zeitgeist deep-now, inserendo atmosfere sintetiche d'antan che ricordano le definizioni ritmiche dei Talking Heads e il jazz-pop che negli '80 si è mutato sia in new age che in AOR.»[62]
Il giornalista Andy Battaglia dichiarò che la musica di Far Side Virtual richiama tanto il mondo virtuale di Second Life, un city-building game online in stile SimCity, quanto i lavori del regista sperimentale Ryan Trecartin.[23] Il sopracitato Adam Harper lo definì un «pastiche di musica di cui ignoravi l'esistenza: musica promozionale di stampo tecno-capitalista per l'era del personal computer.»[37] Così come capita con i precedenti album di Ferraro Last American Hero del 2008[34] e Night Dolls with Hairspray del 2010[32] Far Side Virtual richiamerebbe, secondo le parole di Noel Gardner di Drowned in Sound, «un'estetica dell'era pre-DVD, quella che incomincia con Reagan e termina con Clinton, ove pullulano volgarità al neon e suoni deteriorati».[63]
Dopo l'uscita di Far Side Virtual, Ferraro tornerà a pubblicare altra musica simile solo occasionalmente, come confermano l'album Human Story 3 del 2016[14][64] e l'EP Troll del 2017.[14][65]
L'estetica rumorista
[modifica | modifica wikitesto]La critica e la stampa sottolinearono più volte la dipartita dell'album dalle sonorità più rumorose e lo-fi delle prime uscite di Ferraro.[48][53] Tra questi figura ad esempio Miles Bowe di Fact stando al quale Far Side Virtual è un album di "easy listening nichilista" dove «non c'è alcuna distorsione, nessun fruscio di nastri, nessun evidente significante sotterraneo (...) tuttavia, questo stile più pulito non inficia in alcun modo la potenza allucinatoria della musica di Ferraro (...) i brani vi incuteranno profondo terrore anche se rievocano la colonna sonora di una scadente commedia romantica con Melanie Griffith o un lato B dimenticato di Phil Collins».[66] Un altro specialista affermò che, «sebbene l'album tratti il tema della distanza e dell'impermanenza, Ferraro lo ha registrato senza usare un solo fuzz a bassa fedeltà o delle nostalgiche nebbie sonore. Ferraro ha voluto che l'album alludesse infatti a un certo tipo di musica brutta e inconsistente.»[67] Secondo un altro giornalista di Fact, Luke Degan la musica in esso contenuta sarebbe "noise dell'era digitale".[47][67] Lo storico dell'arte Andrew Cappetta tracciò un parallelismo tra Far Side Virtual e le teorie compositive di John Cage. Stando a Cappetta, nella realizzazione di Far Side Virtual, Ferraro avrebbe «adattato l'ascolto inteso come metodo compositivo di Cage al contesto musicale del XX secolo, impiegando una tavolozza di suoni funzionali digitali che spaziano dal 'non intenzionale' al musicale»; sempre secondo Cappetta, se all'epoca di Cage il rumore aveva una sua dimensione all'infuori dalla musica, essa sarebbe oggigiorno parte integrante di essa, elemento caratterizzante dell'estetica di Far Side Virtual.[68]
Brani
[modifica | modifica wikitesto]L'album si apre con Linden Dollars, brano minimalista per pianoforte, tamburino in biscroma e voci di sottofondo[14][44] che ricorda il tema dei Peanuts.[63] Segue Global Lunch, traccia "minimal-wave"[3] in cui le tecnologie MIDI riproducono i suoni di Skype e un sitar[63][44] e dove una voce chiede a un lettore se desidera leggere il New Yorker sul suo tablet.[69] La terza Dubai Dream Tone cita Gloria di Umberto Tozzi[14] mentre in Sim una voce elogia il mondo virtuale di SimCity accompagnata da suoni di fiati, pianoforte e archi.[63][69]
Realizzata servendosi dei suoni di avvio di Windows, Bags è una traccia meditativa, psichedelica e influenzata dall'ambient e il jazz, non dissimile dal Brian Eno degli anni ottanta e la musica del "quarto mondo" di Jon Hassell.[14][69] Secondo le parole di Ondarock, si tratta di un'«ipotesi di colonne sonore per lanci commerciali di quarta mano».[3]
Dopo l'assurdista PIXARnia and the Future of Norman Rockwell[14] vi è Palm Trees, Wi-Fi and Dream Sushi brano per chitarra, sintetizzatore, percussioni e voce[70] che, secondo Drowned in Sound, sarebbe «narrata da due camerieri che dialogano utilizzando la sintesi vocale e lavorano in una sorta di ristorante virtuale a Dubai (...) forse quelle persone circondate dal lusso non stanno realmente vivendo, oppure tutto questo altro non è che un campionamento di Second Life.»[63]
Piero Scaruffi considera Fro Yo and Cellular Bits, una «danza robotica alla New Order che si scontra con archi sinfonici»[14] mentre Pitchfork la definisce «una tripla minaccia di batteria rock, sintetizzatori scioglienti e un assolo di chitarra che vuole essere di Eddie Van Halen ma si avvicina di più a Stan Bush».[71]
Google Poeises ha vivaci linee di synth[35] e «richiama più il sarcasmo di A Wizard, a True Star di Todd Rundgren che l'austero Before and After Science di Brian Eno»;[14] mentre nella successiva Starbucks, Dr. Seussism, and While Your Mac Is Sleeping si può sentire un campionamento del jingle della Saban.[72]

Il singolo Adventures in Green Foot Printing è un brano jazz[71] per pianoforte e voci che riporta alla memoria la musica da camera di Michael Nyman[14] e i Birdsongs of the Mesozoic;[3] secondo Pitchfork, «sembra concepita all'epoca dei VHS.»[73]
Pur essendo simile alla coda di una canzone pop,[14] Dream On è una traccia cupa, ritmica e dissonante nella quale figurano un drone che riporta alla mente quello di Citrac dell'album di Ferraro Night Dolls with Hairspray[71] e una melodia vocale intenzionalmente messa in secondo piano da accordi di pianoforte.[69] Seguono il singolo Earth Minutes, in cui figurano "archi surrogati istericamente"[63] e la breve Tomorrow's Baby of the Year.
Secondo Cokemachineglow, le conclusive Condo Pets e Solar Panel Smile «sembrano portare i suddetti rumori di avvio e spegnimento di Windows alla loro logica conclusione, trasformandoli in brani strumentali in cui Eno sarebbe forse stato tangenzialmente coinvolto durante il suo apice collaborativo».[69] Se la prima viene considerata la composizione più "organica" dell'album[69] e riprenderebbe le sonorità dissonanti e sinistre di Dream On,[14][71] la seconda si affida a ritmi sincopati[14] e a campionamenti di Microsoft rallentati più a quello del menu della Nintendo Wii.[69]
Copertina
[modifica | modifica wikitesto]La copertina di Far Side Virtual mostra un paio di iPad raffiguranti lo stesso volto astratto in stile Miró su un cielo sereno. Uno di essi, quello più grande, è situato in primo piano ed è posizionato a mo' di testa sopra un abito da smoking.[24] Dietro di essi vi è una fotografia a bassa risoluzione della Sesta Strada di Manhattan catturata da Google Street View.[23][24]
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]| Recensione | Giudizio |
|---|---|
| Metacritic | 77/100[74] |
| Pitchfork | 7.6[41] |
| Piero Scaruffi | |
| Ondarock | |
| Rumore | |
| Drowned in Sound | |
| Tiny Mix Tapes | |
| Spin | |
| SentireAscoltare | 7.85[62] |
| Cokemachineglow | 77/100[74] |
Far Side Virtual divenne, nell'arco di due mesi, uno dei lavori più controversi del 2011.[3][6][7][8][26]
Coloro che lo apprezzarono lo definirono "importante"[26] e "originale",[26] nonché una delle migliori uscite dell'artista,[14] sebbene paia che le tematiche affrontate dall'album fossero state apprezzate maggiormente rispetto alla musica proposta.[9][10][11] Stando all'aggregatore di recensioni Metacritic, Far Side Virtual avrebbe ottenuto recensioni "generalmente favorevoli" assegnandogli un punteggio pari a 77/100 basato sulla media di sette recensioni professionali diverse.[77] Per Steve Shaw di Fact, l'album è «un'esperienza di ascolto intensa e coinvolgente, profondamente confortante e al contempo inquietante (...) probabilmente, è più un'opera d'arte che una raccolta musicale (...) Dal punto di vista compositivo, Far Side Virtual è davvero frenetico, niente è al sicuro dall'intromissione di Ferraro, tutti gli elementi sonori sono completamente malleabili e alla mercé della sua eccentrica immaginazione».[33] Stando a Spin è «un album brillante e lucido, composto da detriti digitali quotidiani. Se sarete in grado di navigare in questa musica fatta di strazianti sitar sintetici, melodie che sembrano uscite dall'atrio di una banca, techno per il fitness casalingo e break di batteria ripresi da chissà quale televendita, potrete scorgere e apprezzare la giocosità di Ferraro».[76][78] In un trafiletto di Tiny Mix Tapes sulla nostalgia nella musica pop, Jonathan Dean scrisse: «potresti voler scagliare Far Side Virtual contro una parete per il senso di malizia e di insipidezza kitsch che trasmette, ma riesce comunque nel suo tentativo di rivoltare il pop contro se stesso. Che piaccia o meno, ciò lo rende un progetto progressista. Il suo concettualismo puro e audace si distingue in un anno dominato dalla 'sterilità febbrile' propria dei microgeneri della generazione post-Internet e in un certo postmodernismo entrato in un circolo vizioso senza fine.»[11] Il critico musicale Jonah Weiner definì Far Side Virtual "insipido in modo antagonistico, alienante e meraviglioso" in un articolo di fine anno sul tema delle canzoni di protesta.[67] Fact considerò Far Side Virtual una delle più belle uscite di Ferraro; inserì la Hippos in Tanks al primo posto della sua classifica sulle migliori etichette dell'anno, attribuendo parte del merito al fatto di aver pubblicato l'album.[79] Secondo quanto riportò il suddetto saggio Producing Music, «come le voci di Second Life e i consigli di sintesi vocale che spiegano come ordinare il sushi oppure avvertire di essere arrivati a destinazione, Far Side Virtual è calato in una distintiva esperienza utente di ascolto».[44] L'album venne apprezzato dal sito sloveno Radio Študent, che lo considera "innovativo" e lo definisce un'«immagine iperrealista che, colta in un inafferrabile presente, si trasforma in un'amplificazione della realtà tramite il preciso assemblaggio dei suoi singoli elementi.»[80]
Altri estimatori dell'album sono il musicista elettronico Dan Deacon, che apprezzò la scelta di averlo registrato senza alterare i suoni MIDI in esso presenti[49] e lo YouTuber Anthony Fantano, secondo il quale è uno degli album migliori dell'artista, sebbene non sarebbe significativo e profondo al pari di altri lavori come NYC, Hell 3:00 AM; Fantano consigliò Far Side Virtual a chi «vuole sentire della musica elettronica che sembra la colonna sonora di una realtà alternativa dove la tecnologia migliora le nostre vite anziché distruggerla.»[81]
Far Side Virtual venne inserito in alcune liste di fine anno e dei migliori album. Tiny Mix Tapes, ad esempio, lo nominò ventunesimo miglior album dell'anno, definendolo «iperreale... frivolo... stranamente familiare e spaventosamente confortevole: queste architetture pop si avvicinano sempre più al "carillon sintetico" de Il mondo nuovo di Aldous Huxley.»[82] Fact lo nominò sesto migliore album dell'anno: «(si tratta dell') album più bello e accessibile finora uscito di Ferraro. Egli è in grado di trasformare i detriti e la spazzatura della cultura di massa statunitense in oro - o, in ogni caso, qualcosa di psichedelico da capogiro, inquietante ma stranamente celebrativo.»[83] Dummy lo inserì nella sua lista dedicata 12 albums for 2011; in essa è presente un'affermazione di Ruth Saxelby, secondo la quale Ferraro «non vuole né celebrare né criticare il regno di internet, ma semplicemente osservarlo profondamente affascinato. In stile Andy Warhol, riflette l'ambiguità della cultura consumistica nell'era digitale, riportandola a noi, strizzando l'occhio allo stile animato della Pixar.»[84] In una classifica dedicata ai migliori album dell'album di Pazz & Jop, un sondaggio compilato dal quotidiano The Village Voice, l'album venne inserito alla posizione numero 316 basandosi sulla valutazione di quattro critici.[85] Manfredi Zappalà di Ondarock lo inserì in un elenco di trenta album vaporwave consigliati.[36] Nel 2019, Esquire lo inserì in un suo elenco dei "migliori album degli anni dieci".[86] In un suo articolo del 2017, il sito web polacco di musica indipendente Porcys lo definì uno dei migliori album di Ferraro, sostenendo che «attraversa un terreno massimalista» simile a quello che caratterizza il film Koyaanisqatsi per «catturare la totalità delle esperienze dell'umanità mentre entra nella nuova era digitale, con la differenza che lo fa in modo molto più leggero, meno impegnativo e decisamente più divertente.»[87]
Nonostante questi giudizi positivi, Far Side Virtual venne mal accolto da altri recensori e fu talvolta oggetto di derisione.[88] Tra gli aspetti più criticati dell'album vi fu la scelta dell'artista di comporlo sfruttando fonti sonore intenzionalmente scontate.[26][68] Secondo Francesco Nunziata, un altro recensore di Ondarock che non apprezza la musica di Ferraro, Far Side Virtual «sostanzialmente, dice (poco o) nulla, aggiungendo al massimo candore e briciole di delicata visionarietà alle vostre giornate. (...) questi scarti di sogni Eighties, che ormai collidono con tanto immaginario virtuale degli ultimi vent'anni, riusciranno a far riempire le pagine di riviste à la page, pregne di filosofia del postmoderno, anzi del post-postmoderno, mentre la retromania striscia dentro di noi, silenziosa, provocatrice, stucchevole.»[3] Il sopracitato Soderberg, pur considerandolo concettualmente un album "frustrante e capace di mettere la critica in difficoltà", invita a «non prendere in considerazione le recensioni negative perché, in tal caso, i giornalisti che le hanno scritte non sono riusciti a capire ciò che Ferraro vuole comunicarci.»[89]
Il responso di The Wire
[modifica | modifica wikitesto]Joseph Stannard di The Wire giudicò positivamente l'album dichiarando «qualora altro non fosse se non un'elaborata messinscena (e sospetto che Ferraro non sia contrario a farsi beffe del suo pubblico), Far Side Virtual potrebbe comunque rimanere il punto più alto raggiunto dopo una ricerca mandata avanti nel corso di varie pubblicazioni. (...) Indipendentemente dal fatto che il suo creatore ci stia prendendo in giro, Far Side Virtual rimane pur sempre una convincente rievocazione del tempo del sogno digitale (sic).»[61]
Far Side Virtual venne inserito al primo posto della classifica di The Wire dei migliori album dell'anno, superando Glass Swords di Rustie e Transamorem - Transmortem di Éliane Radigue. Tale scelta fu oggetto di non poche polemiche.[89][90][91][92][93][94][95] Tra i detrattori vi fu Alberto Asquini di Vice, secondo cui «iniziare a parlare di Ferraro da quel disco credo sia la cosa più sbagliata si possa fare per inquadrare la sua figura.»[96] Il caporedattore di The Wire Tony Herrington giustificò tutto ciò affermando che solo sette dei sessanta elettori avrebbero inserito Far Side Virtual nelle loro liste degli album migliori e nessuno di loro lo avrebbe considerato il migliore dell'anno; secondo lui, la scelta sarebbe comunque stata "assolutamente appropriata" in quanto «la mole di musica prodotta a causa della tecnologia digitale nel 2011 ha reso davvero impossibile trovare un consenso genuino (...) potete decidere se svenire per l'audacia concettuale della sua (di Ferraro) impassibile appropriazione di muzak in stile tarda era capitalista, oppure sostenere che si tratti del peggior disco di Dave Grusin mai realizzato.»[97] In seguito alle molte lamentele ricevute, la redazione di The Wire pubblicò comunque una lettera di scuse ai lettori.[30]
Impatto culturale
[modifica | modifica wikitesto]Nella vaporwave
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Secondo molti, Far Side Virtual è, insieme a insieme a Chuck Person's Eccojams Vol. 1 (2010) di Daniel Lopatin (meglio conosciuto come Oneohtrix Point Never), una delle prime e più influenti pubblicazioni della vaporwave: un genere di musica elettronica, nato e spopolato via Internet, che, adottando campionamenti di musica da ascensore, pubblicità e di diversi generi musicali pop e jazz del passato, richiama certe atmosfere aziendali e critica la società dei consumi con spirito ambiguo, ironico e nostalgico.[14][38][60][46][88][98][99][100] A detta di Resident Advisor, si tratta della pietra miliare della vaporwave ispirata alla musica d'atmosfera aziendale nonché un anticipatore di «una cultura globale di produttori elettronici che utilizzavano librerie di campioni online e identificativi di app software standard come fonti audio primarie».[46] Ferraro apprezzò quando venne a sapere che all'album era stata attribuita un'importante influenza al genere vaporwave:[50]
L'album avrebbe anche esercitato un'influenza significativa sulla correlata scena chillwave[101] e sulla cosiddetta utopian virtual, un sottogenere della vaporwave ispirato al progressismo e finalizzato a rievocare certe atmosfere aziendali futuristiche e disturbanti.[36][102]
Nell'elettronica "hi-tech"
[modifica | modifica wikitesto]Secondo alcuni, tra cui Adam Harper, Far Side Virtual è il capostipite di un certo tipo di elettronica digitale, hi-tech, futuristica, ad alta fedeltà e d'avanguardia che, scevra da ogni riferimento nostalgico, sembra riflettere le teorie di Jean Baudrillard sulla decadenza del realismo nell'iperrealismo. Questo tipo di musica avrebbe, tra i suoi molti esponenti, Daniel Lopatin, Fatima Al Qadiri, Arca, Holly Herndon e gli artisti delle etichette indipendenti PC Music[103] e Orange Milk Records.[104][105]
Tracce
[modifica | modifica wikitesto]I brani sono stati tutti composti ed eseguiti da James Ferraro.[3]
- Linden Dollars – 1:57
- Global Lunch – 2:13
- Dubai Dream Tone – 1:49
- Sim – 2:53
- Bags – 3:25
- PIXARnia and the Future of Norman Rockwell – 1:44
- Palm Trees, Wi-Fi and Dream Sushi – 2:39
- Fro Yo and Cellular Bits – 2:19
- Google Poesies – 3:51
- Starbucks, Dr. Seussism, and While Your Mac Is Sleeping – 2:25
- Adventures in Green Foot Printing – 3:28
- Dream On – 3:07
- Earth Minutes – 4:17
- Tomorrow's Baby of the Year – 1:49
- Condo Pets – 3:31
- Solar Panel Smile – 4:08
Formazione
[modifica | modifica wikitesto]- James Ferraro – produzione
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c (EN) Comment: Vaporwave and the pop-art of the virtual plaza, su dummymag.com. URL consultato il 15 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º aprile 2015).
- ^ a b (EN) Nicholas Cook, Monique M. Ingalls, David Trippett, The Cambridge Companion to Music in Digital Culture, Cambridge University Press, 2019, p. 120.
- ^ a b c d e f g h i j James Ferraro - Onda Rock, su ondarock.it. URL consultato l'11 novembre 2019.
- ^ (EN) How Internet music is frying your brain1, su cambridge.org. URL consultato il 20 ottobre 2025.
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Far Side Virtual, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Far Side Virtual, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Far Side Virtual, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Far Side Virtual, su Metacritic, Red Ventures.