European Processor Initiative

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L'European Processor Initiative (EPI) è un progetto, portato avanti da un consorzio di società ed università europee, attuato nell'ambito del programma Horizon 2020 della Commissione europea (FPA: 800928) e il cui obiettivo è progettare e realizzare una nuova famiglia di processori europei a bassa potenza per supercomputer, Big Data, automotive, e che offrono alte prestazioni su tradizionali applicazioni HPC e applicazioni emergenti o basate sul machine learning.[1][2][3]

Obiettivi del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Lo scopo del progetto EPI è progettare e realizzare un processore ad alte prestazioni e bassa potenza, implementando istruzioni vettoriali e acceleratori specifici, come gli acceleratori per AI, con accesso alla memoria ad elevata larghezza di banda.[1]

La progettazione si baserà sui risultati ottenuti attraverso un uso intensivo della simulazione, lo sviluppo di uno stack software completo e l'utilizzo dei tecnologie avanzate di produzione dei semiconduttori. Nel corso dello sviluppo del processore sarà attuata una metodologia di progettazione contestuale (co-design) per fare in modo che il processore sia adatto a eseguire in maniera efficiente un largo numero di applicazioni e che sia corredato dagli appropriati strumenti di sviluppo software.

L'obiettivo del EPI è sviluppare un know-how europeo sulla progettazione e realizzazione dei processori per il calcolo ad alte prestazioni, permettendo una indipendenza ed autonomia dell'Europa dalle compagnie hightech per lo più nord americane ed asiatiche.[2][4][5]

È previsto che i chip sviluppati nell'ambito del progetto EPI e che saranno realizzati dalla SiPearl, una società scelta dal consorzio per la registrazione dei brevetti e la commercializzazione del chip[2][3], verranno utilizzati a partire dal 2021 nei nuovi supercomputer di classe exascale del progetto Euro HPC.[6][7]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

I processori si baseranno sulle tecnologie ARM e RISC-V e, grazie all'utilizzo di queste tecnologie, saranno caratterizzati da elevate potenze computazionali e bassi consumi energetici.[5][7]

La prima versione del processore, che arriverà sul mercato attorno al 2021 e verrà fabbricata con tecnologia N6, si chiamerà Rhea.

La seconda versione del processore, il cui nome di progetto è Cronos , è previsto verrà realizzata tra il 2022 ed il 2023.[7]

Consorzio[modifica | modifica wikitesto]

Il consorzio è formato da 30 società ed università di 10 stati europei.[8]

Le organizzazioni italiane coinvolte nel consorzio sono[9]:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) EPI, su European Processor Initiative. URL consultato il 16 maggio 2020.
  2. ^ a b c (EN) Michael Feldman, Europe’s Homegrown HPC Compute Begins To Take Shape, su The Next Platform, 10 giugno 2019. URL consultato il 16 maggio 2020.
  3. ^ a b (EN) SiPearl, the Silicon Pearl, su sipearl.com. URL consultato il 16 maggio 2020.
  4. ^ Manolo De Agostini, Il processore europeo prende forma, i piani sono nelle mani della Commissione Europea, su Tom's Hardware, 6 giugno 2019. URL consultato il 17 maggio 2020.
  5. ^ a b Manolo De Agostini, Primi passi per i chip dei supercomputer "made in Europe", su Tom's Hardware, 6 luglio 2018. URL consultato il 17 maggio 2020.
  6. ^ (EN) Michael Feldman, First European Pre-Exascale Supercomputers Forgo Homegrown CPUs, su The Next Platform, 20 novembre 2019. URL consultato il 16 maggio 2020.
  7. ^ a b c Più vicino il supercomputer europeo, ecco i primi chip low-power, su CorCom, 5 novembre 2019. URL consultato il 17 maggio 2020.
  8. ^ Paolo Corsini, SiPearl e ARM per lo sviluppo di una CPU europea, su Hardware Upgrade, 22 Aprile 2020. URL consultato il 17 maggio 2020.
  9. ^ (EN) Consortium, su European Processor Initiative. URL consultato il 9 marzo 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]