Eugenio Spreafico

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Bambini sotto l'ombrello, 1884

Eugenio Spreafico (Monza, 2 aprile 1856Magreglio, 2 ottobre 1919) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si forma artisticamente all'Accademia di Brera, dove è allievo di Francesco Hayez, Giuseppe Bertini[1] e Raffaele Casnedi, dai quali viene indirizzato a un Verismo di stampo romantico.

Inizia la sua attività professionale nel 1880, quando presenta due Studi dal Vero all'Esposizione di Brera[2], dove è presente l'anno successivo con Bosco e In processione, nel 1882 con otto opere[3], nel 1883 con Quanto sa di sale lo pane altrui e Benedizione delle case[4] e nel 1885 con tre opere. Nel 1883 esordisce alla Esposizione di Belle Arti in Roma con Ritorno alla cascina e Nel parco di Monza[5], nel 1884 è all'Esposizione di Belle Arti di Torino con Nozze paesane, L'Ave Maria del mattino e Sabato, dove espone anche nel 1898 con Temporale in primavera, Predestinati e Mattino d'inverno.

Dalla metà degli anni ottanta si trasferisce a Magreglio, dove si dedica alla pittura di paesaggio, soprattutto di Monza, della Brianza e dei suoi laghi, oltre all'esecuzione di ritratti su commissione. In questa fase, alterna una pittura realistica, con intenti narrativi e sentimentali a una forte attenzione a temi sociali e al lavoro nei campi, in particolare quello femminile[6] (Sfogliatrici di granoturco, Alla sbianca, Dal lavoro. Il ritorno dalla filanda[7], I calderai), in analogia ad alcune opere dei colleghi Emilio Longoni e Pellizza da Volpedo[6].

Espone per l'ultima volta alla Permanente di Milano del 1916; muore per gli effetti dell'influenza spagnola nel 1919 a Magreglio[8], dove è sepolto nel locale cimitero. La città natale gli ha dedicato retrospettive nel 1923, nell'ambito del Premio Città di Monza del 1953 presso la Villa Reale e nel 1989.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

La voce (Primavera)

«Raccoglie sempre con un equilibrio e un'armonia mirabili l'impressione vera, esatta, parlante di un dato momento e di un dato sentimento, che sono da lui resi con amore grande d'artista»

Paesista di rilievo, appartenente al gruppo di realisti monzesi come Gerardo Bianchi, Mosè Bianchi, Emilio Borsa, Pompeo Mariani ed Emilio Parma.

Nella prima fase della sua attività, esordisce con ritratti di Romanticismo sentimentale, influenzati dal maestro Hayez. A partire dal 1881, il cosiddetto periodo monzese, Spreafico si accosta al Verismo del concittadino Mosè Bianchi, che rivolge comunque particolare attenzione alla trame della contemporanea Scapigliatura.

Nel periodo brianzolo, precedente al trasferimento a Magreglio, viene apprezzato come attento illustratore della natura, con opere ispirate alla campagna lombarda. I soggetti prediletti, in questa fase, sono le lavoratrici e i lavoratori: contadini, lavandaie, operai, bambini intenti nella lettura mentre curano il bestiame, figure rappresentate mentre sono immerse nella natura, in uno stretto rapporto tra la figura e il paesaggio.

Nel suo periodo più tardo, che decorre da inizio 1900 alla morte, cerca un'elaborazione del dipinto in chiave post-scapigliata.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Spreafico Eugenio, su http://istitutomatteucci.it. URL consultato il 21 giugno 2022.
  2. ^ Real Accademia di Brera. Esposizione 1880. Catalogo Ufficiale, Milano, 1880
  3. ^ Real Accademia di Brera. Esposizione 1882. Catalogo Ufficiale, Milano, 1882
  4. ^ Real Accademia di Brera. Esposizione 1883. Catalogo Ufficiale, Milano, 1883
  5. ^ Dizionario degli artisti italiani viventi, De Gubernatis, Firenze, 1889
  6. ^ a b Il duro lavoro delle donne tra Otto e Novecento: un percorso tra le opere d'arte del tempo, su https://www.finestresullarte.info. URL consultato il 21 giugno 2022.
  7. ^ DONNE ALL’OPERA: IL RITORNO DALLA FILANDA, su https://www.museicivicimonza.it. URL consultato il 22 giugno 2022.
  8. ^ ACCADDE OGGI IN VALLASSINA 7 GENNAIO 1919, su https://www.vallassina.com. URL consultato il 22 giugno 2022.
  9. ^ Ritratto di Giuseppe Bonsaglio, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  10. ^ Dolori. La sagra dei morti, su https://www.museicivicimonza.it. URL consultato il 20 giugno 2022.
  11. ^ Ritratto di Francesco Boffa, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  12. ^ Dal lavoro. Il ritorno dalla filanda, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  13. ^ Ritratto del Cav. Sac. Prof. Cesare Aguilhon, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  14. ^ Ritratto di Carlo Panceri, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  15. ^ Ritratto di Angelo Rovelli, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  16. ^ Ritratto di Gaetano Molina, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  17. ^ Ritratto di Giuseppe Pennati, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  18. ^ Ritratto del Cav. Uff. Dott. Luigi Erba, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  19. ^ Ritratto di Giuseppe Cernuschi, su https://www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 17 giugno 2022.
  20. ^ Eugenio Spreafico - I calderai, su https://www.artgate-cariplo.it. URL consultato il 17 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Monteverdi, Eugenio Spreafico, Galleria Civica, Monza, Tipografica Sociale, Monza, 1969;
  • Paolo Biscottini, Eugenio Spreafico 1856 – 1919, catalogo della mostra, Fabbri editore, Milano, 1989;
  • Giovanni Morello, Il lavoro dell’uomo nella pittura da Goya a Kandinskij, Fabbri editore, Milano, 1991;
  • Giovanni Anzani, Alberto Montrasio, Eugenio Spreafico, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2005, ISBN 88-366-0626-1

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