Ettore Castiglioni
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Ettore Castiglioni | ||
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Nazionalità | ![]() | |
Alpinismo ![]() | ||
Specialità | roccia | |
Conosciuto per | Parete sud della Marmolada, via Vinatzer-Castiglioni, 1936 | |
Premi | medaglia d'oro al merito alpinistico, 1936 | |
Ettore Castiglioni (Ruffré, 28 agosto 1908 – Valmalenco, 12 marzo 1944) è stato un alpinista e scrittore italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ettore Castiglioni nasce a Ruffré in Val di Non nel 1908 da una ricca famiglia milanese. Riconosciuto Giusto dell'Umanità dal Comune di Milano il 6 marzo 2017 [A].
Laureato in giurisprudenza, amante della musica, dell'arte e delle montagne, diviene uno dei più forti alpinisti del periodo tra le due Guerre. A soli 13 anni d'età scala per la prima volta sulle Dolomiti e la sua passione per le scalate lo porta ad aprire più di 200 nuove vie nell'intero arco alpino [AA].
Portatore di un ideale alpinistico volto non tanto alla ricerca della difficoltà pura, quanto all'esplorazione dei gruppi montuosi quale studioso estremamente pignolo e scrittore di guide di valore riconosciuto, e ricercatore dell'ascensione alpinistica intesa come momento estetico, aprì numerosissime vie anche di difficoltà non elevate, con diversi compagni.
Le imprese vere e proprie le effettua però assieme a compagni fidati. Il primo è Celso Gilberti, con cui sale lo spigolo Ovest della Presolana nell'ottobre del 1930 (assieme a Vitale Bramani) e la difficile via sulla parete nord-ovest della cima Busazza nell'agosto del 1931. Nel 1933 trova un compagno ideale in Bruno Detassis, con il quale compie molte salite importanti. Nell'estate del 1933 i due aprono molte vie nelle Dolomiti di Brenta, come la nord del Dos di Dalun e la diretta della neo-battezzata Torre Gilberti.
Nel 1937 partecipa ad una spedizione alpinistica in Patagonia guidata da Aldo Bonacossa e nello stesso anno conquista la parete nord-ovest del Pizzo Badile in cordata con Vitale Bramani (con cui ha già salito e salirà diverse vie, come la sud della Cima Brenta Occidentale)[1].
Scrive per il CAI/TCI parecchie guide alpinistiche ed escursionistiche: Pale di San Martino; Gruppo dei Feruc; Alpi Feltrine; Odle, Sella, Marmolada; Dolomiti di Brenta; Alpi Carniche.
È considerato uno tra i migliori alpinisti italiani, nel 1936 fu decorato della medaglia d'oro al merito alpinistico[1].
La Resistenza[modifica | modifica wikitesto]
Ettore Castiglioni | |
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Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Corpo | Alpini |
Anni di servizio | 1943 |
Grado | sottotenente |
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Nel 1943 viene richiamato alle armi e, come sottotenente degli alpini. è istruttore presso la scuola militare alpina di Aosta [B]. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, cambia la sua visione della vita che diventa altruista. Con un gruppo di ex-commilitoni organizza una comunità in una malga sull'Alpe Berio in Valpelline. La posizione strategica a ridosso del confine italo-svizzero e l'esperienza alpinistica del gruppo, dal 16 settembre al 7 ottobre permise di accompagnare oltre confine alcuni dissidenti politici, tra i quali Giulio e Luigi Einaudi con la moglie Ida Maria Pellegrini, ed ebrei perseguitati dalle leggi razziali fasciste[C].
Per il sostentamento e l'autofinanziamento, il gruppo di Castiglioni contrabbandava con le guardie svizzere forme di formaggio. In questo modo risultava anche più facile far attraversare la frontiera ai fuggiaschi [C]. In una di queste operazioni, l'8 ottobre, Castiglioni fu però arrestato sul confine Svizzero ed accusato di contrabbando. Dopo una reclusione nelle carceri del Vallese per cinque settimane venne rimpatriato l'11 novembre, ma ormai il territorio svizzero gli era vietato[D].
Rientrato in Italia cerca di ricostruire un gruppo come quello del Berio, ma non trova l'interesse delle sue conoscenze di Torino e Milano dove aveva la residenza[E].
Per portare dei diari ed oggetti personali necessari al nipote Saverio Tutino, internato, torna clandestinamente in Svizzera sotto falso nome, ma scoperto viene arrestato. Privato degli scarponi da montagna, della giacca a vento, dei pantaloni e degli sci, è trattenuto nell'Hotel Longhin a Maloja. Il 12 marzo 1944 fugge verso l'Italia e vestito di una coperta, lenzuola e senza scarpe, tenta di scendere attraverso il Passo del Forno verso la Valmalenco. Ma con l'improvvisato equipaggiamento, la sua resistenza alle basse temperature montane soccombe. si accascia sfinito sulla neve dopo il confine di Stato e muore assiderato in patria[F]. (il luogo è stato recentemente identificato e confermato, grazie a una foto storica, a quota 2600 m, 46°19′44.3″N 9°43′39″E / 46.328972°N 9.7275°E).
È sepolto a Tregnago (Verona) dove la famiglia possiede una villa (Villa Adelia) all'epoca utilizzata da Castiglioni per i suoi soggiorni e per scrivere alcune delle sue guide alpinistiche. La locale sezione del Club alpino italiano, costituita nel 1999, è a lui intitolata.
Ascensioni[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito sono elencate alcune tra le più significative prime ascensioni di Ettore Castiglioni[1]:
- Sass Maòr: spigolo sud-est, con Bruno Detassis nel 1934; V e VI-, 700 m;
- Pizzocco: parete nord, con Bruno Detassis e A. Zoia nel 1935; V e VI-, 700 m;
- Cima del Focobon: parete nord, con Camillo Battisti nel 1934; VI, 450 m;
- Spiz d'Agnér nord: parete nord, con Bruno Detassis nel 1934; V e VI, 700 m;
- Spiz de la Lastia: parete nord, con Bruno Detassis nel 1935; V+, 750 m;
- Pala Canali: parete sud-est, con Bruno Detassis nel 1934; V e VI, 800 m;
- Marmolada: parete sud di Punta Rocca, con Batista Vinatzer nel 1936; VI+, 1000 m;
- Pizzo Badile: parete nord-ovest, con Vitale Bramani nel 1937; V, 750 m;
- Croda dei Toni: parete est della Croda Antonio Berti, con Saverio Tutino nel 1942; V e VI, 700 m.
- Torre Castello: spigolo sud-est, con Vitale Bramani nel 1936: V, 200 m.[1]
Scritti[modifica | modifica wikitesto]
Ettore Castiglioni fu autore di numerose guide alpinistiche.
- Pale di San Martino. Gruppo dei Feruc, Alpi Feltrine, in Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1935.
- Odle, Sella, Marmolada, in Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1937.
- Guida sciistica delle Dolomiti, Torino, Edizioni Montes, 1942.
- Dolomiti di Brenta, in Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1949.
- Alpi Carniche, in Guida dei Monti d'Italia, CAI-TCI, 1954.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b c Ettore Castiglioni, su montagnadilombardia.com.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Marco Albino Ferrari, Il vuoto alle spalle. Storia di Ettore Castiglioni, Corbaccio Exploits, 1999, ISBN 978-88-797-2348-0.
- Marco Albino Ferrari, La storia di Ettore Castiglioni. Alpinista, scrittore, partigiano, TEA storica, 2008, ISBN 978-88-502-0106-8.
- Lorenzo Della Fonte, Il codice Debussy. Storia di una resistenza montana, e della musica che l'ha accompagnata, Elliot Scatti, 2019, ISBN 978-88-6993-825-2.
- Marco albino Ferrari - a cura di, Il giorno delle Mèsules - I diari di un alpinista antifascista, Vivalda, 1993, ISBN 88-7808-105-1. Riedito da Hoepli, 2017, ISBN 9788820379308.
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Andrea Azzetti e Federico Massa, Oltre il confine, la storia di Ettore Castiglioni, 2017. Documentario di 66'.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Biografia di Ettore Castiglioni a cura dell'ANPI - osservato il 29 luglio 2011, su anpi.it.
- Biografia di Ettore Castiglioni su Area quindicinale di critica sociale, su area7.ch. URL consultato il 29 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2011).
- Ettore Castiglioni alla Croda dei Tóni (PDF), su caisidoc.cai.it. URL consultato il 2 marzo 2014.
- Ettore Castiglioni Giusto dell'Umanità (jpeg) su caisidoc.cai.it [A]
- Ettore Castiglioni Una vita di Alpinismo (pdf) su caisidoc.cai.it [AA]
- Il Giorno delle Mésules (pdf) su liberliber.eu - pagine: [B]=304; [C]=308>319; [D]=320>341; [E]=341>344 .
- Archivio Federale CH (web) dossier su bar.admin.ch [F]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 64926195 · ISNI (EN) 0000 0000 1465 8592 · LCCN (EN) nr95035524 · GND (DE) 123901111 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr95035524 |
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