Esercito di difesa dell'Artsakh

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Արցախի Հանրապետության պաշտպանության բանակ

Artsakhi Hanrapetut’yan pashtpanut’yan banak

Esercito di Difesa dell'Artsakh
Insegna da spalla
Descrizione generale
Attiva9 maggio 1992
NazioneArtsakh Artsakh
ServizioEsercito
TipoGuerra terrestre, supporto aereo, supporto di difesa aerea
Dimensione18,500-20,000
Guarnigione/QGStepanakert
Battaglie/guerreGuerra del Nagorno Karabakh
Scontri di Martakert del 2008
Scontri di Martakert del 2010
Guerra dei quattro giorni in Nagorno Karabakh
Scontri nel Nagorno-Karabakh del settembre 2020
Comandanti
Comandante attualePresidente della Repubblica
Luogotenente generale: Ministro della Difesa
http://gov.nkr.am/index.html
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L'esercito di difesa dell'Artsakh (Արցախի Հանրապետության պաշտպանության բանակ, Artsakhi Hanrapetut’yan pashtpanut’yan banak), originariamente Esercito di difesa del Nagorno Karabakh, è la forza militare ufficiale dell'autoproclamata repubblica dell'Artsakh (chiamata fino al 20 febbraio 2017 "Nagorno Karabakh"). Il comandante in capo è il Presidente della Repubblica; il luogotenente generale è il ministro della Difesa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'esercito viene ufficialmente fondato il 9 maggio 1992, all'indomani della conquista di Shushi, con l'obiettivo di proteggere la popolazione armena della regione dagli attacchi azeri.

Conta ufficialmente poco meno di ventimila uomini e viene posto sotto il comando del generale Movses Hakobyan. Tra i fondatori della milizia figurano Robert Kocharyan e Serž Sargsyan (futuri presidenti della repubblica dell'Armenia), Vazgen Sargsyan (futuro primo ministro armeno), Monte Melkonian (responsabile del settore di Martowni) e Samuel Babayan (ministro della Difesa dal 1995 al 1999).

L'istituzione dell'esercito ha lo scopo di riorganizzare tutti i gruppi combattenti e creare un unico comando delle operazioni raccordando le varie unità operative.

Fino a quel momento i miliziani armeni combattono in piccoli distaccamenti di volontari formati da non più di 40 elementi, spesso armati in modo improvvisato con le armi che hanno a disposizione. Nei primi mesi della guerra (gennaio 1992) le milizie armene sono disorganizzate e poco coordinate. Il loro obiettivo primario è quello di difendere le comunità locali dei villaggi, ciascuna operando indipendentemente dalle altre. L'intensificarsi dell’azione azera (con pesanti bombardamenti) e la progressiva trasformazione del conflitto su più vasta scala spingono le milizie armene ad organizzarsi sotto un unico comando.

Il primo risultato è la liberazione del corridoio di Lachin (18 maggio 1992). Il miglioramento dell’equipaggiamento, ottima conoscenza del territorio, creatività e motivazione sono le caratteristiche che consentono all’esercito di difesa di avere la meglio su un nemico molto più numeroso e meglio equipaggiato. Numerosi combattenti dell'esercito di difesa, caduti in battaglia, sono sepolti nel cimitero militare di Yerablur.

L'esercito di difesa[modifica | modifica wikitesto]

Il ruolo primario è quello di difendere i confini della repubblica ed in particolare la linea di contatto con l'Azerbaigian che si sviluppa sul fianco orientale e settentrionale dello stato. Lungo tale confine sono schierate in trincea le prime linee con il compito di monitoraggio e difesa.

Negli ultimi anni si sono registrate numerose violazioni dell’accordo di cessate il fuoco che hanno portato in alcuni casi soprattutto nella zona di Martakert (marzo 2008, giugno 2010) a vere e proprie battaglie con lo schieramento avversario. Lo scontro più violento si è registrato nell'aprile 2016 e viene comunemente chiamato guerra dei quattro giorni.

Armamento[modifica | modifica wikitesto]

Non esiste un dato ufficiale, preciso ed aggiornato, della dotazione dell’esercito di difesa dell'Artsakh. Negli ultimi anni, anche grazie agli aiuti armeni, la dotazione è molto aumentata e l’unico dato stabile riguarda il numero degli effettivi che dovrebbe essere sempre intorno alle ventimila unità. Altrettanti o poco più i riservisti. I dati disponibili parlano di meno di 400 carri armati, poco più di veicoli equipaggiati e meno di 500 pezzi di artiglieria ai quali sono da aggiungere un numero imprecisato di sistemi lanciamissili. L’aviazione conterebbe su due Sukoy Su-25, 5 Mil Mi-24, e 5 Mi-8 con un personale complessivo di circa 250 uomini.

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