Enrico Montesano
Enrico Montesano | |
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Enrico Montesano in una scena del film Piedipiatti (1991) | |
Eurodeputato | |
Durata mandato | 20 luglio 1994 – 11 novembre 1996 |
Legislature | IV |
Gruppo parlamentare |
PSE |
Circoscrizione | Italia centrale |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico della Sinistra |
Titolo di studio | Diploma di geometra |
Professione | Attore |
Enrico Montesano (Roma, 7 giugno 1945) è un attore e regista italiano.
Nella sua carriera ha spaziato dal teatro alla televisione al cinema. Debutta nel 1966 a teatro con Humor nero, e al cinema, con Caterina Caselli, in Io non protesto, io amo, di Ferdinando Baldi. Dagli anni settanta esordisce anche in televisione in programmi di successo, fino a vincere nel 1977 la "Rosa d'oro di Montreaux" con il varietà Quantunque io. L'anno successivo è protagonista della commedia musicale Rugantino.
Con la commedia musicale Bravo! (1981) riceve il "premio IDI". Al cinema recita in film di successo come Aragosta a colazione, Qua la mano, Il ladrone, I due carabinieri, Il conte Tacchia e Grandi magazzini, mentre in televisione conduce con Anna Oxa l'edizione 1988 del varietà Fantastico abbinato alla Lotteria Italia, rivelatasi quella di maggior successo, con un record di ascolti ancora imbattuto e la vendita di un numero di biglietti della Lotteria Italia mai più superato.
Attivo anche come cantante e, nel nuovo millennio, come scrittore, ha pubblicato nel 2003, per le edizioni Kovalski, Siamo nati per soffrire e ci siamo riusciti, nel 2011 Un alibi di scorta, romanzo nato da un'idea per un film, e Confesso, testo autobiografico edito da Edizioni Piemme nel 2015.
Ha avuto anche una breve esperienza in campo politico come consigliere comunale a Roma e al Parlamento Europeo, da dove si è dimesso dopo due anni, rinunciando alla pensione di europarlamentare.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Gli inizi[modifica | modifica wikitesto]
Proviene da una famiglia di artisti teatrali: il trisnonno Nicola, nato nel 1851, era un attore comico[1], il bisnonno Michele Montesano, con il fratello Achille, creò a Roma una compagnia di operette, il nonno Enrico fu un noto direttore d'orchestra della capitale e la nonna Bianca Castagnetta era anch'ella un'attrice[2]. Da subito interessato alla recitazione, Montesano debutta a teatro nel 1966 nello spettacolo Humor nero, di Vittorio Metz nel piccolo Teatro Goldoni, come imitatore. Nella stagione successiva (1967/1968), con la collaborazione di Leone Mancini, inizia la sua attività di cabaret al Puff, noto locale romano.
Il debutto in televisione porta la firma di Castellano e Pipolo e si intitola Che domenica amici, varietà che va in onda nel 1968 per la regia di Vito Molinari, condotto da Raffaele Pisu. L'attività teatrale prosegue parallelamente a quella televisiva, con la stagione de Il Bagaglino, insieme a Gabriella Ferri nello spettacolo Tiette la cica, verso la fine degli anni sessanta. È proprio qui che inizia un sodalizio artistico con Castellacci e Pingitore, che lo porterà nel 1970 a essere una presenza fissa nel programma Dove sta Zazà e Mazzabubù, sempre in coppia con Gabriella Ferri.
Approda alla radio e partecipa al programma Gran varietà per quattro stagioni, tra il 1972 e il 1976, per la regia di Federico Sanguigni. I suoi personaggi di Torquato il pensionato, Dudù il gagà e Cocò e la Romantica donna Inglese ottengono grande successo, diventando in seguito anche televisivi. Collabora per la stesura dei testi con Antonio Amurri e Ferruccio Fantone.
Nel 1972 incide anche il suo primo 45 giri, Fortuna sì, fortuna no, grazie a Guido e Maurizio De Angelis, che riscuote discreto successo, seguito poi dal più fortunato A me tu piaci te della Cinevox; tuttavia l'esperienza canora rimarrà un'attività marginale della sua lunga carriera.
Il successo[modifica | modifica wikitesto]
Da lì in poi la sua carriera si sviluppa tra il piccolo schermo e il teatro. Per quanto riguarda la carriera cinematografica, appare nei film Stasera mi butto, Io non protesto, io amo, Nel sole e I quattro del pater noster con Paolo Villaggio e Oreste Lionello.
I primi ruoli da protagonista li ottiene in coppia con Alighiero Noschese, con Io non scappo... fuggo, Io non spezzo... rompo e Il furto è l'anima del commercio!?..., tutti prodotti da Dino De Laurentiis. La felice stagione prosegue con Boccaccio e Il prode Anselmo e il suo scudiero, entrambi diretti da Bruno Corbucci, e Io non vedo, tu non parli, lui non sente di Mario Camerini. Importante è anche la collaborazione con Steno nel film Il terrore con gli occhi storti (sempre con Alighiero Noschese), regista col quale collaborerà in altri importanti film successivi. Insieme a Barbara Bouchet recita nel film Amore vuol dir gelosia, ambientato a Procida e diretto da Mauro Severino.
Incide del suo primo 33 giri Tabaret, sempre a cura della Cinevox, successo replicato con i successivi Dudu e Cocò e Tabaret Vol.2.
Nel 1977 vince un David di Donatello Speciale e nello stesso anno torna in televisione sulla Rete 2 col varietà Quantunque io, di cui è mattatore assoluto, presentando i suoi personaggi e le sue imitazioni più riuscite. Grazie al programma, del quale è coautore dei testi insieme a Ferruccio Fantone, Montesano vince, insieme alla neonata seconda rete, il premio internazionale per la televisione la Rosa d'oro di Montreaux. Durante gli anni settanta recita in pellicole come Tutto suo padre, L'Italia s'è rotta, Il marito in collegio e Febbre da cavallo, divenuto un cult movie[3].
Con Rugantino di Garinei e Giovannini, nel 1978 Montesano coglie uno dei suoi successi teatrali più importanti, al fianco di Alida Chelli, Aldo Fabrizi e Bice Valori.
L'anno successivo Garinei e Giovannini gli affidano anche il musical Bravo!, del quale è coautore e che gli frutterà nel 1980 la "Maschera dell'Istituto del Dramma Italiano". Lo spettacolo andrà in scena per tre stagioni consecutive e verrà ripreso da Rai Uno e trasmesso in quattro puntate con grandi indici di ascolto. Tra il 1979 e il 1980 i ruoli di Aragosta a colazione diretto da Giorgio Capitani, de Il ladrone e di Qua la mano, diretti da Pasquale Festa Campanile, gli fruttano un David speciale. È del 1982 il ruolo de Il conte Tacchia di Sergio Corbucci accanto a Vittorio Gassman e Paolo Panelli. Nel 1982 è protagonista di Più bello di così si muore, per la regia di Pasquale Festa Campanile, tratto dal romanzo di Antonio Amurri, dove Montesano viene trasformato in donna dal grande costumista Piero Tosi.

Nel 1984 recita nel film Mi faccia causa di Steno e l'anno successivo, grazie al film A me mi piace, con le musiche di Fabio Concato e Mike Francis, vince un David di Donatello e il Nastro d'argento come miglior regista esordiente. Dello stesso anno è Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione, con la regia di Lina Wertmüller. Nel 1985 è protagonista in I due carabinieri, accanto a Carlo Verdone, film che diviene campione d'incasso e vincitore del Biglietto d'oro AGIS[4]. L'anno successivo è nel cast di Grandi magazzini, diretto nuovamente da Castellano e Pipolo. A seguire, Il tenente dei carabinieri (1986), con Nino Manfredi, Noi uomini duri (1987), con Renato Pozzetto, e Il volpone, insieme a Paolo Villaggio, Enrico Maria Salerno e Renzo Montagnani. Tutti e tre i film sono diretti da Maurizio Ponzi. Sempre nel 1987, torna con Mario Monicelli ne I picari, con Giancarlo Giannini.
In televisione ottiene il successo più grande nel 1988 conducendo la nona edizione del varietà del sabato sera Fantastico accanto ad Anna Oxa; considerata la migliore dal punto di vista coreografico, l'edizione di quell'anno detiene il record di audience (12 milioni di spettatori di media, con punte di oltre 14) e di vendita di biglietti della Lotteria Italia[5], risultato rimasto ancora oggi insuperato. Collegato alla trasmissione esce l'album Non mi lasciate solo, con le musiche di Claudio Mattone.
Negli anni novanta dirige e interpreta per due stagioni la serie Pazza famiglia, andata in onda con grandi ascolti su Rai Uno. Con Una prova di innocenza (1990), miniserie sempre per Rai Uno, con la regia di Tonino Valerii, si cimenta in un insolito ruolo drammatico nei panni di un sacerdote testimone di un omicidio, in un tipico intreccio giallo con Claudio Gora, Corinne Dacla, Luigi Pistilli, Angiola Baggi, Victor Cavallo.
Nel 1991 torna al cinema con Renato Pozzetto in Piedipiatti.
Record di incassi al Teatro Sistina nella stagione 1999/2000 con lo spettacolo E menomale che c'è Maria!, per la regia di Pietro Garinei, replicando il successo con Malgrado tutto beati voi[6].
Inizialmente escluso dal progetto, nel 2002 torna a interpretare 'Er Pomata' in Febbre da cavallo - La mandrakata, sequel del celebre cult di Steno, diretto da Carlo Vanzina.
Nel 2004 è mattatore del sabato sera di Rai Uno con lo spettacolo Trash - Non si butta via niente, tratto da un suo omonimo show teatrale di successo, andato in onda il 24 e il 31 gennaio con ospiti: Tiziano Ferro, Renato Pozzetto, Nancy Brilli, Nino D'Angelo, Mino Reitano, Gabriella Ferri, Richard Galliano e Luciano Gaucci. Il programma è ideato da Montesano ed Enrico Vaime, scritto con Francesco Signor, Davide Lubrano, Adriano Vianello, per la regia di Maurizio Pagnussat. Il varietà ottiene importanti risultati d'ascolto con più di 6 milioni di telespettatori.
Nel 2005 torna in televisione con il film Il mondo è meraviglioso, mentre nel 2009 è nel cast di Ex e nel 2010 di Tutto l'amore del mondo per la regia di Fausto Brizzi. Nel 2013 torna in teatro con la commedia musicale C'è qualche cosa in te, riproposto in più occasioni grazie al successo ottenuto. Lo spettacolo è stato trasmesso anche in tv su Rai Uno il 21 agosto 2015 con ottimi ascolti.
Dal 2016 al 2017 fa parte della giuria del programma di Rai 1 Tale e quale show condotto da Carlo Conti: è affiancato nello stesso ruolo da Loretta Goggi e Claudio Amendola nell'edizione 2016 e da Loretta Goggi e Christian De Sica nell'edizione successiva.
Impegno politico[modifica | modifica wikitesto]

L'attore è stato anche impegnato politicamente, seppur per brevi periodi. Intorno alla metà degli anni settanta aderì al PSI e, in vista delle elezioni regionali del 1975, realizzò con l'Equipe 84 un disco propagandistico (a cura della Sezione Stampa e Propaganda del partito), in cui invitava a votare per i socialisti[7].
Nei primi anni novanta si avvicinò al PDS di Achille Occhetto: con la Quercia si candidò sia alle elezioni comunali del 1993 come consigliere comunale di Roma, risultando il più votato della sua lista con circa 8.300 voti[8], sia alle elezioni europee dell'anno seguente, in cui fu eletto europarlamentare con 144.004 preferenze[9]. L'esperienza a Strasburgo non fu però delle più positive. Anni dopo dirà: «Non vedo un’Europa dei popoli, ma dei burocrati»[10]. Si dimette dall'incarico il 24 ottobre 1996 (le dimissioni saranno accettate il successivo 11 novembre)[11], prima quindi di maturare il vitalizio[8].
Nel 2013 aderisce brevemente al Movimento Libertario[8]. L'anelito di novità lo fa simpatizzare per il neonato Movimento 5 Stelle e partecipa ad alcune iniziative politiche dei pentastellati[8][12][13]. Tra il 2019 e il 2020, si segnalano però alcune sue prese di posizione critiche nei confronti del M5S per i suoi cambiamenti di rotta rispetto al programma originario[14][10].
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
Cinema[modifica | modifica wikitesto]
- Io non protesto, io amo, regia di Ferdinando Baldi (1966)
- Stasera mi butto, regia di Ettore Maria Fizzarotti (1967)
- Nel sole, regia di Aldo Grimaldi (1967)
- Zum Zum Zum - La canzone che mi passa per la testa, regia di Bruno Corbucci e Sergio Corbucci (1968)
- L'oro del mondo, regia di Aldo Grimaldi (1968)
- Donne... botte e bersaglieri, regia di Ruggero Deodato (1968)
- I quattro del pater noster, regia di Ruggero Deodato (1969)
- Io non scappo... fuggo, regia di Franco Prosperi (1970)
- Io non spezzo... rompo, regia di Bruno Corbucci (1971)
- Il furto è l'anima del commercio!?..., regia di Bruno Corbucci (1971)
- Io non vedo, tu non parli, lui non sente, regia di Mario Camerini (1971)
- Causa di divorzio, regia di Marcello Fondato (1972)
- Boccaccio, regia di Bruno Corbucci (1972)
- Il terrore con gli occhi storti, regia di Steno (1972)
- Il prode Anselmo e il suo scudiero, regia di Bruno Corbucci (1972)
- La signora è stata violentata!, regia di Vittorio Sindoni (1973)
- Amore vuol dir gelosia, regia di Mauro Severino (1975)
- 40 gradi all'ombra del lenzuolo, regia di Sergio Martino (1976)
- Remo e Romolo - Storia di due figli di una lupa, regia di Castellacci e Pingitore (1976)
- L'Italia s'è rotta, regia di Steno (1976)
- Tutti possono arricchire tranne i poveri, regia di Mauro Severino (1976)
- Febbre da cavallo, regia di Steno (1976)
- Spogliamoci così, senza pudor..., regia di Sergio Martino (1976)
- Nerone, regia di Castellacci e Pingitore (1976)
- Il marito in collegio, regia di Maurizio Lucidi (1977)
- Stato interessante, regia di Sergio Nasca (1977)
- Tre tigri contro tre tigri, regia di Sergio Corbucci e Steno (1977)
- Pane, burro e marmellata, regia di Giorgio Capitani (1977)
- Melodrammore, regia di Maurizio Costanzo (1978)
- Le braghe del padrone, regia di Flavio Mogherini (1978)
- Io tigro, tu tigri, egli tigra, regia di Giorgio Capitani (1978)
- Tutto suo padre, regia di Maurizio Lucidi (1978)
- Aragosta a colazione, regia di Giorgio Capitani (1979)
- Il ladrone, regia di Pasquale Festa Campanile (1980)
- Qua la mano, regia di Pasquale Festa Campanile (1980)
- Un amore in prima classe, regia di Salvatore Samperi (1980)
- Odio le bionde, regia di Giorgio Capitani (1980)
- Camera d'albergo, regia di Mario Monicelli (1981)
- Quando la coppia scoppia, (anche soggetto) regia di Steno (1981)
- Culo e camicia, regia di Pasquale Festa Campanile (1981)
- Il paramedico, regia di Sergio Nasca (1982)
- Più bello di così si muore, regia di Pasquale Festa Campanile (1982)
- Grand Hotel Excelsior, regia di Castellano e Pipolo (1982)
- Il conte Tacchia, regia di Sergio Corbucci (1982)
- Sing Sing, regia di Sergio Corbucci (1983)
- Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione, regia di Lina Wertmüller (1984)
- I due carabinieri, regia di Carlo Verdone (1984)
- Mi faccia causa, regia di Steno (1985)
- A me mi piace, regia di Enrico Montesano (1985)
- Il tenente dei carabinieri, regia di Maurizio Ponzi (1986)
- Grandi magazzini, regia di Castellano e Pipolo (1986)
- Noi uomini duri, regia di Maurizio Ponzi (1987)
- I picari, regia di Mario Monicelli (1987)
- Il volpone, regia di Maurizio Ponzi (1988)
- Piedipiatti, regia di Carlo Vanzina (1991)
- Caino e Caino, regia di Alessandro Benvenuti (1993)
- Anche i commercialisti hanno un'anima, regia di Maurizio Ponzi (1994)
- Febbre da cavallo - La mandrakata, regia di Carlo Vanzina (2002)
- Il lupo, regia di Stefano Calvagna (2007)
- Bastardi, regia di Federico Del Zoppo e Andres Alce Meldonado (2007)
- Ex, regia di Fausto Brizzi (2009)
- Tutto l'amore del mondo, regia di Riccardo Grandi (2010)
- Vivere, regia di Francesca Archibugi (2019)
Televisione[modifica | modifica wikitesto]
- Il sistema Ribadier, commedia di Georges Feydeau e Maurice Hennequin, regia di Vittorio Sindoni (1974)
- Anfitrione,di Plauto, regia di Marcello Aliprandi (1975)
- La stagione delle piogge – film TV (1984)
- Sogni e bisogni (1985)
- Una prova d'innocenza – miniserie TV (1990)
- Pazza famiglia (1995-1996)
- L'ispettore Giusti (1999)
- Il mondo è meraviglioso – film TV (2005)
Teatro[modifica | modifica wikitesto]
- Humor nero (1966)
- Homo Cras (1971)
- C'eravamo tanto amati (1974)
- Rugantino (1978)
- Bravo! (1981)
- Se il tempo fosse un gambero (1986)
- Non mi lasciate solo (1990)
- Cercasi tenore (1990)
- Il vantone (1990)
- L'uomo la bestia e la virtù (1990)
- Beati voi! (1993)
- Trash - non si butta via niente (1997)
- E meno male che c'è Maria (1999)
- Malgrado tutto beati voi (2001)
- I più amati (2003)
- Riccardo III (2004)
- Noio vulevan savuar... ancor (2005)
- È permesso? (2006)
- Stasera, che sera (2008)
- Un sogno di famiglia (2010)
- Passeggiate romane (2011)
- Buon compleanno (2011)
- Sistina Story (2014)
- C'è qualche cosa in te (2015)
- Il Marchese del Grillo (2015)
- Vita semiseria di un comico semiserio - con Riccardo Russo (2016)
- Il Conte Tacchia (2018)
- Rugantino (2019)
Programmi TV[modifica | modifica wikitesto]

- Che domenica amici (Programma Nazionale, 1968-1969)
- Senza rete (Programma Nazionale, 1970)
- Dove sta Zazà (Programma Nazionale, 1973)
- Mazzabubù (Programma Nazionale, 1975)
- Io non c'entro (Secondo Programma, 1975)
- Quantunque io (Rete 2, 1977)
- Giochiamo al varieté (Rete 1, 1980)
- Premiatissima (Canale 5, 1986)
- Carnevale (Rai 1, 1988)
- Fantastico 9 (Rai 1, 1988-1989)
- S.P.Q.M. - Lezioni di storia romana (Telemontecarlo, 1991)
- Fantastico Enrico (Rai 1, 1997)
- Trash (Rai 1, 2004)
- Tale e quale show (Rai 1, 2016-2017) Giurato
- Alla lavagna! (Rai 3, 2018) 9ª puntata
Radio[modifica | modifica wikitesto]
- Gran varietà (1972-1976)
- Più di così... (1977)
- Montesano per quattro, ovvero come mi sono divertito oh come mi sono divertito!, con Enrico Montesano, programma a cura di Ferruccio Fantoni 1977
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Siamo nati per soffrire. E ci siamo riusciti, Kowalski Editore, Milano, 2003 (raccolta di testi comici e racconti vari).
- Un alibi di scorta, Gremese Editore, Roma, 2011 (romanzo - Premio "Coppedè").
- Confesso. Vita semiseria di un comico malinconico, Edizioni Piemme, Milano, 2015 (autobiografia).
Discografia[modifica | modifica wikitesto]
33 giri[modifica | modifica wikitesto]
- 1974: Tabaret (Cinevox, SC 33/23)
- 1979: Dudù e Cocò (Cinevox, SC 33/26)
- 1979: Le favole di Luna Park (Cinevox, ORL 8352)
- 1980: Tabaret vol. 2 (Cinevox, CAB 2010)
- 1981: Bravo! (WEA, T 68036)
- 1987: Se il tempo fosse un gambero, (Durium, ms AI 77468/69) (doppio LP)
- 1988: Non mi lasciate solo (Fonit Cetra, STLP 212)
- 1988: Natale con Enrico Montesano (Spinnaker, SPI 10, ristampa di Le favole di Luna Park, con artwork e disposizione delle tracce diversi)
- 1993: Beati voi! (Easy Records, ESY 20662)
45 giri[modifica | modifica wikitesto]
- 1972 - Fortuna sì, fortuna no/Fortune for two (It, ZT 7036; solo lato A; lato B di Guido e Maurizio De Angelis)
- 1974 - A me tu piaci te/Amarsi quando piove (Cinevox, SC 1083)
- 1975 - 15 giugno '75/Felice Allegria: Io la penso così (Partito Socialista Italiano, SSP 6; solo lato B; lato A dell'Equipe 84)
- 1978 - L'O di Giotto (CAM, AMP 217)
- 1979 - Il pulcino/La marcia della frutta (Cinevox, SC 1131)
- 1979 - Il re della Polonia/Il barone e il passerotto (Cinevox, SC 1132)
- 1979 - Il millepiedi/Storia di una caramella (Cinevox, SC 1133)
- 1979 - San qualcuno/Ufo ufetto (Cinevox, SC 1134)
- 1981 - Bravo!/Un pomeriggio troppo breve (WEA Italiana, T 18728)
- 1982 - 'N sai che pacchia!/Dimme te (che me doveva capita'!) (General Music, GM 30004)
- 1985 - A me mi piace/Arturo e Mario (Cinevox, MDF 143; solo lato A; lato B di Vince Tempera)
- 1986 - Grandi magazzini/Happinesse (RCA, BB 41011; solo lato A con tutto il cast del film omonimo; lato B di Lino Banfi)
- 1987 - I picari/Duelze amada (RCA, PB 41681; solo lato A con Giancarlo Giannini; lato B brano strumentale di Lucio Dalla e Mauro Malavasi)
Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]
- Angelo Nicotra in Nel Sole
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Michele Montesano: "Casanova? Attuale perché è un uomo soggetto alle passioni", in Informazioni condivise, 10 maggio 2017. URL consultato il 22 maggio 2017.
- ^ Enrico Montesano, Confesso, Edizioni Piemme, 10 novembre 2015, ISBN 9788858514412. URL consultato il 28 dicembre 2017.
- ^ a b "Febbre da cavallo", 40 anni fa usciva al cinema la commedia cult, su tgcom24.mediaset.it, 17 maggio 2016.
- ^ Scheda film - I due carabinieri - Banca Dati - Libero Cinema, su cinema.libero.it. URL consultato l'11 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2013).
- ^ Aldo Grasso, Enciclopedia della Televisione, Garzanti, Milano, 1996
- ^ Enrico Montesano
- ^ Equipe 84 / Enrico Montesano – 15 Giugno '75 / Felice Allegria : Io La Penso Così, discogs.com.
- ^ a b c d Montesano: “Mussolini era un uomo che voleva bene agli Italiani”, leggilo.org, 25 ottobre 2018.
- ^ Europee 12/06/1994 Area ITALIA + ESTERO Circoscrizione ITALIA CENTRALE, elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ a b Enrico Montesano, «ma ‘ndo annate? Facciamo tante cose inutili, è l'occasione per un ripensamento», Corriere della Sera, 20 aprile 2020.
- ^ MONTESANO ' IN CONTO' ALL' ULIVO ' NON AVEVO DIRITTO A LAVORARE?', La Repubblica, 23 novembre 1996.
- ^ LE METAMORFOSI POLITICHE DI ENRICO MONTESANO. #LACOERENZAANDRÀDIMODA, matteoderrico.it, 25 gennaio 2015.
- ^ Le capriole (discutibili) di Montesano Ma per noi resta sempre «er Pomata», Il Tempo, 25 gennaio 2015.
- ^ Enrico Montesano, lo strano caso del suo intervento a Domenica In sparito da RaiPlay: “Parlava del governo e dei 5 Stelle”, Il Fatto Quotidiano, 7 febbraio 2019.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Andrea Jelardi, Queer tv, omosessualità e trasgressione nella televisione italiana, Croce, Roma 2007 - prefazione di Carlo Freccero.
- Andrea Jelardi, Giuseppe Farruggio In scena en travesti, Il travestitismo nello spettacolo italiano, Croce, Roma 2009, con divagazioni di Vittoria Ottolenghi
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Enrico Montesano
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Enrico Montesano
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su enricomontesano.com.
- Enrico Montesano, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Registrazioni di Enrico Montesano, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Enrico Montesano, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- (EN) Enrico Montesano, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Enrico Montesano, su AllMovie, All Media Network.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 87054688 · ISNI (EN) 0000 0000 7824 0080 · SBN IT\ICCU\CFIV\216105 · LCCN (EN) n2003018080 · GND (DE) 110009945X · BNE (ES) XX1291849 (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n2003018080 |
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