Enrico Buemi

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Enrico Buemi

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato23 maggio 2013 –
15 marzo 2018
LegislaturaXVII (Dal 23/05/2013)
Gruppo
parlamentare
Per le Autonomie
CircoscrizionePiemonte
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato30 maggio 2001 –
28 aprile 2008
LegislaturaXIV, XV
CircoscrizionePiemonte 1
CollegioXIV:
11 (Settimo Torinese)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPCI (fino al 1987)
PSI (1987-1994)
SI (1994-1998)
SDI (1998-2007)
PSI (dal 2007)
Titolo di studioPerito Industriale
Professioneimprenditore

Enrico Buemi (Gassino Torinese, 6 luglio 1947San Raffaele Cimena, 20 aprile 2024[1]) è stato un politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver conseguito il diploma di perito industriale a Torino, frequenta la facoltà di scienze politiche presso l'Università di Torino, senza però laurearsi. È iscritto all'albo dei giornalisti pubblicisti.

Dal 1970 al 1975, già giovane militante del Partito Comunista Italiano, ricopre la carica di assessore presso il comune di San Raffaele Cimena. Dal 1975 al 1987 è stato vicesindaco di San Mauro Torinese per il PCI, nelle cui liste era stato eletto consigliere della Provincia di Torino alle elezioni amministrative del 1980.

Verso la fine degli anni Ottanta lascia il PCI e aderisce al Partito Socialista Italiano, nelle cui liste è rieletto consigliere comunale di San Mauro Torinese alle elezioni comunali del 1990.

Alle elezioni regionali in Piemonte del 1990 si candida nelle liste del PSI per la provincia di Torino, ottenendo 1601 preferenze e non risultando eletto.

Dopo la dissoluzione del PSI, si ricandida alle elezioni regionali in Piemonte del 1995 nel listino del candidato presidente della Lista Pannella-Riformatori Carmelo Palma, ma non è eletto, dato che la formazione si ferma al 2,04%.

Anche alle successive elezioni del 2000 si candida per i Socialisti Democratici Italiani per la provincia di Torino: ottiene 1340 preferenze, ma risulta il primo dei non eletti.

Prima esperienza parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

È eletto alla Camera dei deputati alle elezioni politiche del 2001 nel collegio di Settimo Torinese nelle file dell'Ulivo (in quota SDI), ottenendo il 50,72% e superando Leone Delfino della Casa delle Libertà (42,36%). Nel corso della XIV Legislatura è anche Segretario del gruppo SDI, membro della Commissione Giustizia e Presidente del Comitato Carceri della medesima Commissione.

In quella legislatura fu relatore della legge che diede luogo all'unico indulto concesso dal 1989[2].

Seconda esperienza parlamentare[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni politiche del 2006 è nuovamente eletto deputato nella circoscrizione Piemonte 1 nelle liste della Rosa nel Pugno, che comprendeva SDI e Radicali Italiani. Diviene segretario della Federazione Provinciale di Torino dello SDI e componente dell'Esecutivo Nazionale dei Socialisti Democratici Italiani e della Rosa nel Pugno. Nella XV Legislatura è membro della Commissione Giustizia, della Giunta per le Autorizzazioni, e del Comitato Parlamentare per i Procedimenti d'Accusa.

Alle elezioni comunali del 2006 è candidato sindaco di San Mauro Torinese per il centrosinistra: ottiene il 35,89% ed è sconfitto dal candidato di centrodestra Giacomo Coggiola (58,84%), entra comunque in consiglio comunale.

Non è rieletto deputato alle elezioni politiche del 2008, dove è capolista del Partito Socialista Italiano nella circoscrizione Piemonte 1, ma lo 0,98% raccolto dalla lista a livello nazionale non permette l'assegnazione di seggi.

Elezione a senatore[modifica | modifica wikitesto]

In virtù dell'accordo elettorale tra PSI e PD, alle elezioni politiche del 2013 viene candidato alla Senato della Repubblica per la circoscrizione Piemonte nelle liste del Partito Democratico, risulta tuttavia il primo dei non eletti.

Il 22 maggio 2013 il Senato accoglie con 179 voti a favore, 67 contrari e 10 astenuti, espressi con scrutinio segreto, le dimissioni da senatore di Ignazio Marino, candidato sindaco di Roma per il centro-sinistra ed eletto nella circoscrizione Piemonte. Enrico Buemi gli subentra dunque come senatore della XVII legislatura.

Enrico Buemi, leader del Partito Socialista Italiano piemontese, siede tra i banchi di Palazzo Madama, nel gruppo Per le Autonomie - PSI - MAIE (di cui è vicepresidente), accanto al segretario nazionale Riccardo Nencini e a Fausto Guilherme Longo. È stato il terzo esponente del Partito Socialista Italiano a entrare al Senato, facendo salire a sette il numero dei socialisti presenti nei due rami del parlamento dopo le elezioni politiche del 2013.

Da membro della Giunta per le Elezioni si è detto contrario all'esame accelerato impresso nel settembre-ottobre 2013 per la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore, proponendo di posticiparla una volta che la condanna interdittiva per il caso Mediaset fosse stata ricalcolata e divenuta definitiva: se accolto, il cosiddetto "lodo Buemi" avrebbe fatto slittare il voto finale sulla decadenza di tre-quattro mesi, applicando il codice penale invece della legge Severino[3]. In ogni caso la proposta fu giudicata irricevibile[4].

Nel prosieguo dell'iter per la decadenza, il senatore Buemi nella seduta del 18 settembre 2013 votò a favore di questioni preliminari volte a deferire la questione della legge Severino alla Corte costituzionale[5]: una volta respinte, ha votato per la decadenza di Berlusconi da senatore, così come anche in aula.

Da primo firmatario e da relatore della legge 27 febbraio 2015, n.18, ha difeso la nuova legge sulla responsabilità civile dei giudici anche dopo la sua approvazione[6].

Alle elezioni politiche del 2018 è ricandidato al Senato nel collegio uninominale Piemonte - 02 (Moncalieri) per la coalizione di centro-sinistra (in quota PSI), dove ottiene il 23,24% ed è superato da Marzia Casolati del centrodestra (37,61%) e Marco Scibona del Movimento 5 Stelle (31,67%), e da capolista di Italia Europa Insieme (che comprendeva PSI, Federazione dei Verdi e Area Civica) nel collegio plurinominale Piemonte - 01, non risultando eletto in quanto la lista non supera lo sbarramento del 3%.

Non è ricandidato alle elezioni politiche del 2022.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Buemi è morto nel 2024, dopo essere caduto in un burrone con l'escavatore che stava guidando nei campi di sua proprietà.[7][8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Emiliano Rozzino, E' morto il Senatore Enrico Buemi: travolto e ucciso da un escavatore, su giornalelavoce.it, 20 aprile 2024.
  2. ^ Enrico Buemi, su www.ristretti.it. URL consultato il 3 agosto 2023.
  3. ^ Due anni dopo, spiegò la sua proposta come l'unica che avrebbe consentito di operare ", senza alcun danno per l'assoggettamento del reo ai rigori di legge, ma scegliendo la legge più solida tra quelle a disposizione, cioè il codice penale, e non questo pasticcio giuridico che è il decreto legislativo n. 235”: http://www.agenparl.com/anticorruzione-buemi-psi-necessaria-una-norma-piu-puntuale/
  4. ^ "Berlusconi decaduto perché interdetto non per la Severino": lodo Buemi, no Pd |, su Blitz quotidiano, 17 settembre 2013. URL consultato il 3 agosto 2023.
  5. ^ senato.it - Senato della Repubblica, su www.senato.it. URL consultato il 3 agosto 2023.
  6. ^ Ombre sulla sentenza Montedison. Csm apre fascicolo | Avanti!, su avantionline.it. URL consultato il 15 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).
  7. ^ https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/24_aprile_20/morto-l-ex-senatore-enrico-buemi-e-caduto-col-trattore-in-burrone-52e90fc0-cce6-42f4-9941-adde36e3axlk.shtml
  8. ^ https://torinocronaca.it/news/provincia/323816/la-politica-i-campi-l-impegno-per-gli-altri-il-ricordo-dell-ex-senatore-morto-sotto-l-escavatore.html

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