Ennio Poleggi
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Ennio Poleggi (Genova, 23 settembre 1927 – Genova, 17 febbraio 2017) è stato uno storico, insegnante e politico italiano.
È stato direttore dell'Istituto di Storia dell'Architettura presso l'Università di Genova, ha ricoperto la carica di assessore al centro storico negli anni novanta ed è l'artefice della promozione dei Palazzo dei Rolli di Genova a Patrimonio UNESCO. È stato professore presso la facoltà di Architettura di per meriti acquisiti, in quanto non laureato. Infatti nel 1971 era ancora in vigore una legge che regolamentava la docenza all'Università senza essere laureati bensì in base a chiari meriti culturali.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ennio Poleggi nasce in piazza Embriaci, a Genova, il padre, sarto, muore nel 1944; venendo quindi a mancare le possibilità economiche per la prosecuzione gli studi, Ennio trova impiego presso una tipografia.
Ma Poleggi è interessato alla storia di Genova e al periodo genovese relativo alla fioritura delle strade vicino alle quali è nato: egli asserisce che gli studi al tempo erano molto limitati e disquisivano semplicemente degli stili architettonici, mentre alla base del suo interesse c'è il desiderio di collegare l'aspetto architettonico a quello storico e sociale. Svolge la maggior parte delle sue ricerche nella Biblioteca Universitaria, ma dopo aver trovato il trattato di Piero Barbieri Forma Genuae (del 1938) ritenne, inizialmente, che quel volume esaurisse già ogni progetto di ricerca: tuttavia, dopo alcuni riscontri, comprende che quel trattato è una raccolta di documenti senza collegamenti allo sviluppo storico-sociale con carte e piante, utile quindi per l'inizio di studio più organico. Per cui inizia una ricerca che lo porterà dapprima alla stesura di Strada Nuova ed è proprio questa opera che gli permette l'ingresso all'università come didatta. Il libro viene ben accolto sia dalla Genova colta che dal pubblico generico e viene presentato su Palladio, la più prestigiosa rivista di architettura del periodo. Seguirono altri libri, scritti da solo o assieme a Grossi Bianchi.
Fu assessore al Centro storico nella Giunta comunale Burlando (1992-1993)[1].
Il 29 marzo 2008 ha ricevuto il Grifo d'Oro[2].
Morto a Genova il 17 febbraio 2017.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ scheda biografica per la presentazione di E. Poleggi - I Croce, Ritratto di Genova nel ‘400. Veduta d’invenzione, Genova (Sagep) 2008.
- ^ sito Palazzo Ducale, su palazzoducale.genova.it. URL consultato il 30 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2008).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ennio Poleggi, Paolo Cevini, Le città nella storia d'Italia, Editore Laterza, Roma-Bari 1981
- Ennio Poleggi, De Ferrari - La piazza dei Genovesi, De Ferrari Editore, Genova 2005 - ISBN 88-7172-679-0
- Ennio Poleggi, Città portuali del Mediterraneo, storia e archeologia. Atti del Convegno Internazionale di Genova 1985, SAGEP editrice, Genova 1989 - ISBN 88-7058-303-1
- Ennio Poleggi, De Ferarri, la piazza dei genovesi, De Ferrari editore
- Ennio Poleggi, Atlante dei palazzi di Genova in collaborazione con esperti della facoltà di architettura di Genova, 1998, Umberto Allemandi & C
- Ennio Poleggi, Conti Sergio, Genova. Retrado de una ciudad, Genova, SAGEP
- Ennio Poleggi (a cura di), Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664, Torino, 1998
- Luciano Grossi Bianchi - Ennio Poleggi, Una città portuale del medioevo, Genova nei secoli X-XVI, 19801 (19872), Sagep Editrice, Genova - ISBN 88-7058-226-4
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Scuola tecnica serale di Genova
- Mura di Genova
- Rolli di Genova
- Piazza De Ferrari
- Bibliografia su Genova
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Ennio Poleggi
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Intervista ad Ennio Poleggi [collegamento interrotto], su mentelocale.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 17239372 · ISNI (EN) 0000 0000 8096 1426 · SBN CFIV021320 · BAV 495/282468 · LCCN (EN) n50020450 · GND (DE) 129168750 · BNE (ES) XX1710959 (data) · BNF (FR) cb15290931t (data) · J9U (EN, HE) 987007388897405171 · CONOR.SI (SL) 105611363 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50020450 |
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