Emma Hayes

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Emma Hayes
Hayes (a destra) come tecnico del Chelsea nel 2015.
Nazionalità Bandiera dell'Inghilterra Inghilterra
Calcio
Ruolo Allenatore
Squadra Chelsea
Carriera
Carriera da allenatore
2001-2003Rough RidersFemminile
2003-2006Bandiera non conosciuta Iona College
2006-2008ArsenalAssistente
2008-2010Chicago Red Stars
2012-Chelsea
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 15 novembre 2023

Emma Hayes (Camden, 18 ottobre 1976) è un'allenatrice di calcio inglese, tecnico del Chelsea. Dal 1º luglio 2024, sarà il commissario tecnico della nazionale femminile statunitense.

Diventata allenatrice a 20 anni dopo che un grave infortunio aveva irrimediabilmente compromesso la sua carriera calcistica,[1][2] è principalmente nota per il suo contributo allo sviluppo della squadra femminile del Chelsea e, più in generale, del movimento calcistico femminile in Inghilterra,[2][3] meriti per cui ha anche ricevuto due onorificenze dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 2016[4] e nel 2022.[5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata e cresciuta a Camden, un borgo nei pressi di Londra, Hayes inizia a giocare a calcio durante l'infanzia; tuttavia, a 17 anni, ha subito un grave infortunio alla caviglia, dovuto a un incidente sugli sci, che le ha impedito di continuare l'attività agonistica.[1][2][3] Quindi, ha deciso di iniziare a frequentare un corso per allenatori di calcio, conseguendo la licenza all'età di 20 anni;[1] inoltre, ha condotto i propri studi alla Liverpool Hope University, dove si laureò nel 1999,[1][3] prima di conseguire un master.[3]

Nel dicembre del 2016, è stata insignita del titolo onorario di Dama di Commenda dell'Ordine dell'Impero Britannico, per i suoi contributi allo sviluppo del movimento calcistico femminile nel Regno Unito.[4][6]

All'inizio del 2018, ha annunciato di aspettare due gemelli: pur avendo perso uno dei due bambini attorno al settimo mese di gravidanza,[2] ha poi dato alla luce l'altro figlio, Harry, il 17 maggio seguente.[3][7][8]

Nel novembre del 2021, è stata introdotta nella Hall of Fame della Women's Super League inglese.[9]

Nel gennaio del 2022, è stata insignita del titolo onorario di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico.[5][10]

Dopo aver sofferto per anni di endometriosi, nell'ottobre del 2022 si è dovuta sottoporre a un intervento urgente di isterectomia.[11][12]

Nell'agosto del 2023, ha pubblicato il suo primo libro, Kill the Unicorn, scritto insieme a Michael Calvin e distribuito sotto forma di audio-libro in esclusiva sulla piattaforma Audible;[13] nel volume, l'allenatrice ha raccontato le sue esperienze da allenatrice nel calcio femminile professionistico.[12][13]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Gli inizi e l'esperienza negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001, Hayes decide di trasferirsi negli Stati Uniti d'America, dove diventa responsabile tecnico delle Rough Riders, squadra femminile di Long Island, per quell'anno iscritta al campionato di W-1 Division: nella sua prima stagione, riesce subito a raggiungere il primo posto in Northern Division e ottenere la qualificazione alle Conference Finals.[senza fonte] Rimane sulla panchina della società newyorkese anche per le due stagioni seguenti, con la squadra nuovamente iscritta alla W-League, mantenendosi su ottimi livelli.[senza fonte] Al termine della stagione 2003, finalizza un accordo con l'Iona College di New Rochelle, che le offre la guida della squadra femminile di calcio, un ruolo che manterrà fino al 2006.[senza fonte] In seguito, l'allenatrice ha riconosciuto che l'esperienza oltreoceano è stata fondamentale per permetterle di imparare come seguire al meglio le proprie giocatrici, sia come gruppo, sia singolarmente.[14]

La collaborazione con l'Arsenal e il ritorno negli Stati Uniti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006, Hayes coglie l'occasione per rientrare in Europa, sottoscrivendo un contratto con l'Arsenal Ladies e lavorando come assistente della prima squadra e direttrice del settore giovanile, incarichi che manterrà fino al 2008.[2] Durante quel biennio, sulla panchina delle londinesi siede Vic Akers, che l'allenatrice poi considererà il suo mentore,[2][15] capace di guidare l'Arsenal alla vittoria di ben sei trofei (la Premier League, la FA Women's Cup, la Coppa di Lega, il Community Shield, la UEFA Women's Cup e la London Women's Cup) nella sola stagione 2006-2007.[16]

Nel 2008, Hayes fa ritorno negli Stati Uniti, dopo che la squadra femminile delle Chicago Red Stars, squadra iscritta alla Women's Professional Soccer, le aveva offerto il posto di allenatrice.[17] Manterrà l'incarico fino al suo esonero, ufficializzato il 24 maggio del 2010.[18]

Continua comunque a lavorare nella massima serie americana: prima, come direttrice tecnica delle Western New York Flash, che con il suo aiuto ingaggiano giocatrici come la futura stella Alex Morgan e la campionessa Marta da Silva, allestendo così una rosa in grado di vincere la WPS nel 2011; poi, nel consiglio amministrativo delle Washington Freedom.[senza fonte]

Il Chelsea e l'epoca di successo[modifica | modifica wikitesto]

L'approdo a Londra e gli inizi[modifica | modifica wikitesto]

(EN)

«[Hayes] built everything at Chelsea – from having the kit washed to having food, to having our own building, to having our own training and pitches. Now, it’s an absolute professional setup, but everything's been a fight over the years to do that.»

(IT)

«[Hayes] ha costruito tutto da zero al Chelsea - dalla lavanderia per le divise da gioco, alla mensa, fino a dei campi di allenamento tutti nostri. Adesso è una squadra professionistica a tutti gli effetti, ma si è dovuto lottare negli anni per poter fare tutto questo.»

Dopo essere tornata a Londra e aver lavorato per un breve periodo nell'impresa di famiglia (un ufficio specializzato in cambi di valute),[2][3] nell'agosto del 2012 Emma Hayes è stata ufficialmente nominata allenatrice della squadra femminile del Chelsea, in sostituzione del dimissionario Matt Beard.[20]

Tuttavia, nei primi anni con le Blues l'allenatrice si ritrova a lavorare in condizioni tutt'altro che favorevoli:[3] pur giocando nella massima serie, le giocatrici sono prive di tutele adeguate (in quanto la squadra è organizzata su base semi-professionistica)[21] e ancora strettamente dipendenti dalle strutture di allenamento della squadra maschile, e non dispongono nemmeno di una lavanderia e una mensa vere e proprie.[3][21] Tutti questi svantaggi si ripercuotono anche sul rendimento della squadra stessa che, pur contando su giocatrici di qualità come Eniola Aluko e Sofia Jakobsson, conclude terzultima in campionato nel 2012 e sfiora la retrocessione un anno dopo.[senza fonte]

La rinascita del club[modifica | modifica wikitesto]

Per svoltare le sorti del Chelsea, che nel frattempo ha avviato le operazioni per ottenere la licenza professionistica, nel 2014 Emma Hayes predispone un ampio rinnovamento della squadra, favorendo l'ingaggio di giocatrici del calibro di Katie Chapman (con cui aveva già lavorato all'Arsenal e a Chicago), Yūki Nagasato e la futura icona del club Ji So-yun. Le Blues terminano il campionato in seconda posizione, cedendo il passo al Liverpool solo per via della differenza reti, e si qualificano per la prima volta alla Women's Champions League; in più, raggiungono le semifinali in entrambe le coppe nazionali.[senza fonte]

In preparazione alla stagione del 2015, i successi dell'anno precedente convincono la società ad investire ancora di più nella squadra, che nel frattempo è entrata a tutti gli effetti nel mondo del professionismo.[21] Sotto la guida di Emma Hayes, il Chelsea vince sia la sua prima FA Cup,[22] sia il suo primo campionato,[23] oltre a raggiungere i sedicesimi di finale della Champions League.[24]

Nell'ottobre 2017, Hayes rinnova il suo contratto con la società per altri tre anni e mezzo.[25] Nella stagione seguente, le Blues vincono di nuovo campionato e coppa nazionale, e riescono a raggiungere per la prima volta le semifinali di Champions League, dove però vengono eliminate dal Wolfsburg.[26]

Il consolidamento del dominio in Inghilterra e la scalata al tetto d'Europa[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 2020-2021, con una rosa rinforzata da ulteriori acquisti, e in primis dalla danese Pernille Harder, il cui trasferimento richiede la spesa di una cifra record per il calcio femminile,[2][27] Hayes conquista con le Blues il Community Shield (superando il Manchester City) e la Coppa di Lega (contro il Bristol City) e vincono il loro quarto campionato, stabilendo i nuovi record di vittorie (18) e punti (57) totalizzati in una singola stagione.[28] Inoltre, diventa la prima donna in grado di condurre la propria squadra a una finale di Women's Champions League,[29] poi persa contro il Barcellona (4-0).[2][30] Nel luglio del 2021, l'allenatrice rinnova ancora il proprio contratto con la società londinese.[31]

Nel gennaio del 2022, vince il premio The Best FIFA Women's Coach per i risultati raggiunti durante l'annata 2020-2021.[32]

Il 4 novembre 2023, il Chelsea annuncia ufficialmente la separazione di Hayes dal club al termine della stagione 2023-2024.[33][34]

Nazionale femminile statunitense[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 novembre 2023, Hayes viene ufficialmente ingaggiata come commissario tecnico della nazionale femminile degli Stati Uniti, sottoscrivendo un accordo valido a partire da maggio 2024.[35][36][37] Secondo stime indipendenti, in virtù di tale accordo l'inglese diventa l'allenatrice di calcio femminile più pagata al mondo, percependo uno stipendio pari a quello del CT della nazionale maschile statunitense, Gregg Berhalter.[36][37]

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Chelsea: 2015, 2017-2018, 2019-2020, 2020-2021, 2021-2022, 2022-2023
Chelsea: 2014-2015, 2017-2018, 2020-2021, 2021-2022, 2022-2023
Chelsea: 2020

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

2021

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi al calcio.»
— 11 giugno 2016[38][39]
Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico - nastrino per uniforme ordinaria
«Per i servizi alle associazioni calcistiche.»
— 1º gennaio 2022[40]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Emma Hayes Chelsea Ladies, 2012-Present, su Coaches Voice.com. URL consultato il 26 marzo 2018.
  2. ^ a b c d e f g h i Emma Hayes, che ha costruito il Chelsea, su Il Post, 6 aprile 2022. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  3. ^ a b c d e f g h (EN) ‘She has a skill you can’t buy’: the making of Chelsea’s Emma Hayes, su The Guardian, 14 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato il 14 maggio 2021).
  4. ^ a b (EN) Supplement 61608, 11 June 2016, su The Gazette, 11 giugno 2016, p. B19. URL consultato il 26 agosto 2021.
  5. ^ a b (EN) The London Gazette, n. 63571, 1º gennaio 2022, p. N12. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  6. ^ (EN) Chelsea Ladies boss awarded for service, su ESPN.com, 10 giugno 2016. URL consultato il 18 novembre 2023.
  7. ^ (EN) Emma Hayes: Chelsea Ladies manager gives birth to boy, su BBC Sport, 17 maggio 2018. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato il 16 maggio 2021).
  8. ^ (EN) Emma Hayes gives birth, su Chelsea Football Club, 17 maggio 2018. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2021).
  9. ^ (EN) WSL: Chelsea head coach Emma Hayes becomes fourth inductee into Hall of Fame, su Sky Sports, 3 novembre 2021. URL consultato il 18 novembre 2023.
  10. ^ (EN) Daniel Pentland, Chelsea boss Hayes awarded an OBE in the Queen's New Year's Honours, su WSL Full-Time, 31 dicembre 2021. URL consultato il 18 novembre 2023.
  11. ^ (EN) Emma Hayes to take time away from Chelsea after emergency hysterectomy, in The Guardian, 13 ottobre 2022. URL consultato il 18 novembre 2023.
  12. ^ a b (EN) Donald McRae, Emma Hayes: ‘This isn’t just about a kiss. This is about systemic misogyny’, in The Guardian, 8 settembre 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  13. ^ a b (EN) Wilf Frith, Emma Hayes to release audiobook entitled Kill the Unicorn, su SheKicks, 18 luglio 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  14. ^ (EN) Emma Hayes' psychological methods keep Chelsea women flying high, su SportStar, The Hindu, 13 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato il 24 maggio 2021).
  15. ^ (EN) Emma Hayes: Chelsea boss says winning is in the DNA of the club after historic week for men and women's teams, su Sky Sports, 7 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato il 7 maggio 2021).
  16. ^ (EN) Nande Anushree, Arsenal won 6 trophies in the 2006-07 season. No, really!, su footballparadise.com, 25 aprile 2013. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2021).
  17. ^ (EN) Coaches, su womensprosoccer.com, Women's Professional Soccer (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2008).
  18. ^ (EN) Emma Hayes released from coaching duties; Red Stars defeat FC Gold Pride 1-0, su chicagonow.com. URL consultato il 26 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2012).
  19. ^ 'She has a skill you can't buy': the making of Chelsea's Emma Hayes, su theguardian.com, 14 maggio 2021. URL consultato il 9 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2021).
  20. ^ (EN) HAYES APPOINTED AS NEW LADIES MANAGER, su chelseafc.com (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2013).
  21. ^ a b c (EN) Nizaar Kinsella, Abramovich took Chelsea Women from playing before '100 people and a dog' to a Champions League final, su Goal.com, 16 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato il 16 maggio 2021).
  22. ^ (EN) Chelsea see off County to win SSE Women's FA Cup Final, su The Football Association. URL consultato il 26 agosto 2021.
  23. ^ (EN) Tom Garry, Chelsea Ladies 4-0 Sunderland Ladies, in BBC Sport, 4 ottobre 2015. URL consultato il 26 agosto 2021.
  24. ^ (EN) Chelsea Ladies 1-2 Wolfsburg Ladies, in BBC Sport, 11 novembre 2015. URL consultato il 26 agosto 2021.
  25. ^ (EN) Emma Hayes: Chelsea Ladies manager signs new three-and-half-year contract, su bbc.com, 23 ottobre 2017. URL consultato il 26 marzo 2018.
  26. ^ (EN) Bristol City Women 0-2 Chelsea Ladies, in BBC Sport, 15 maggio 2018. URL consultato il 26 agosto 2021.
  27. ^ (EN) Chelsea Women sign Pernille Harder from Wolfsburg for world record fee, su the Guardian, 1º settembre 2020. URL consultato il 26 agosto 2021.
  28. ^ Charlotte Marsh, Chelsea Women win 2020/21 Women's Super League title with Man City Women second, Bristol City Women relegated, su Sky Sports, 9 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2021).
  29. ^ Asif Burhan, Emma Hayes Attempts To Become First Female Coach In 12 Years To Reach Champions League Final, su Forbes, 1º maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2021).
  30. ^ Barcelona beats Chelsea 4-0 to win Women's Champions League final for first time, su The Hindu, 17 maggio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2021).
  31. ^ (EN) Chelsea boss Hayes extends contract, in BBC Sport, 2 luglio 2021. URL consultato il 26 agosto 2021.
  32. ^ Fifa The Best 2021, i vincitori, su Sky Sport, 17 gennaio 2022. URL consultato il 18 novembre 2023.
  33. ^ (EN) Emma Hayes to depart Chelsea at the end of the season, su Chelsea Football Club, 4 novembre 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  34. ^ (EN) Sophie Downey, Emma Hayes to leave Chelsea at end of season and linked with USWNT job, in The Observer, 4 novembre 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  35. ^ (EN) Emma Hayes named new head coach of U.S. Women's National team, in US Soccer, 14 novembre 2023. URL consultato il 15 novembre 2023.
  36. ^ a b (EN) Ali Rampling, USWNT confirm Emma Hayes as new head coach on record-breaking deal, su The Athletic, 14 novembre 2023. URL consultato il 18 novembre 2023.
  37. ^ a b Emma Hayes alla guida della USWNT e diventerà l'allenatrice più pagata nel calcio femminile, su L Football, 15 novembre 2023. URL consultato il 28 novembre 2023.
  38. ^ (EN) The London Gazette, n. 61608, 11 giugno 2016, p. B19. URL consultato il 26 gennaio 2022.
  39. ^ (EN) Queen presents MBE to honoured and humble Hayes, 2 dicembre 2016. URL consultato il 26 marzo 2018.
  40. ^ (EN) The London Gazette, n. 63571, 1º gennaio 2022, p. N12. URL consultato il 26 gennaio 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Emma Hayes, su it.soccerway.com, Perform Group. Modifica su Wikidata
  • Emma Hayes, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH. Modifica su Wikidata
  • (DE) Emma Hayes, su soccerdonna.de, Soccerdonna.de. Modifica su Wikidata