Festivalbar
Festivalbar | |
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Logo della manifestazione dal 2001 al 2004 | |
Paese | Italia |
Anno | 1964-2007 |
Genere | musicale |
Edizioni | 44 |
Durata | 120 min |
Lingua originale | italiano |
Crediti | |
Conduttore | Vari |
Ideatore | Vittorio Salvetti |
Regia | Vari |
Autori | Vari |
Rete televisiva | Secondo Programma (1967, 1969-1971, 1973-1975) Programma Nazionale (1968, 1972) Rai Rete 2 (1976-1982) Canale 5 (1983-1988) Italia 1 (1989-2007) |
Emittente radiofonica | Radio Juke-Box (1964-1966) |
Festivalbar è stata una manifestazione canora estiva svoltasi ogni anno principalmente in Italia dal 1964 al 2007.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
L'ideazione e l'affermazione[modifica | modifica wikitesto]
Il Festivalbar nasce nel 1964 da un'idea di Vittorio Salvetti. La misurazione delle preferenze del pubblico avviene attraverso gli ascolti rilevati dai jukebox disseminati nei bar di tutta Italia (da cui il nome della kermesse): ad ogni apparecchio era applicato un "contatore" che rilevava quante volte un brano veniva scelto e di conseguenza suonato. Da questo congegno nacque il neologismo "gettonare", dal momento che il brano partiva inserendo nel juke-box un apposito gettone; alla fine dell'estate, a decretare il vincitore era la somma di tutte le "gettonature".
Il Festivalbar ha una sola premiazione finale a settembre, che a partire dal 1966 sarà una vera e propria serata televisiva trasmessa sulle reti Rai fino al 1982: dato il crescente riscontro, questa nel 1975 trasloca da Asiago - dove si era svolta sino all'anno precedente, con le eccezioni delle edizioni 1965 (svoltasi a Milano), 1966 e 1967 (svoltesi invece a Salice Terme) - all'Arena di Verona, che ne diventerà così sede "storica".
Il pieno successo nella televisione commerciale[modifica | modifica wikitesto]
Nel 1983, con il passaggio alle reti Fininvest (dapprima su Canale 5, poi su Italia 1 a partire dal 1989), la manifestazione cambia regolamento e format, piegandosi maggiormente alle logiche degli ascolti televisivi e divenendo uno spettacolo itinerante, ripreso settimanalmente da una diversa piazza d'Italia. Alcune location (come l'arena Alpe Adria di Lignano Sabbiadoro) diventeranno "storiche", ospitando la kermesse per molti anni consecutivi, e nel 1997 due puntate sono state girate addirittura nell'Arena di Pola, in Croazia. Anche il meccanismo di voto cambia: le "gettonature" assumono un ruolo sempre meno rilevante, data anche la progressiva scomparsa dei juke-box dai bar delle località di villeggiatura italiani. Il vincitore sarà stabilito in base al numero di passaggi radiofonici e televisivi ottenuti e dai risultati di vendita.
L'edizione del 1986 segna una novità all'interno del solito rituale, cioè la nascita del Festivalbar 33', ovvero la premiazione del miglior 33 giri (poi album) dell'estate. La popolarità di cui ha sempre goduto e lo spazio televisivo guadagnato (sempre maggiore) ha contribuito a rendere il Festivalbar un appuntamento irrinunciabile dell'estate. Non di rado, infatti, è proprio dal suo palco che sono lanciati la maggior parte dei cosiddetti tormentoni estivi, e molti artisti emergenti trovano l'adeguato spazio grazie anche all'introduzione, in anni recenti, di un premio speciale (detto premio Rivelazione) per i nuovi talenti.
Il Festivalbar ha portato fortuna anche a molti dei suoi presentatori: proprio negli anni ottanta, ad esempio, ha segnato il debutto in prima serata di una giovanissima Licia Colò; inoltre, nel decennio successivo ha costituito un importante trampolino di lancio per Fiorello (che in questa occasione strinse un solido e proficuo sodalizio artistico con Alessia Marcuzzi) e Amadeus, entrambi inizialmente deejay e presentatori di programmi musicali ma "consacrati" in seguito come intrattenitori e showmen a tutto tondo.

Ed è appunto negli anni novanta che il Festivalbar effettua alcuni aggiustamenti di rotta: inizia infatti tradizionalmente a fine maggio, con un gala di apertura registrato in un'unica serata ma trasmesso in due parti, per proseguire per tutto giugno e luglio con due-tre appuntamenti dalle varie piazze italiane che andranno in onda in seguito (il tempo di "differita" va da pochi giorni a una settimana) e suddivisi per distribuire in più puntate le esibizioni, rigorosamente in playback. Dopo una pausa ad agosto, a settembre va in onda - sempre registrato - il gala finale: a volte in due parti, ma comunque si svolge sempre in un'unica soluzione.
Assume importanza anche un breve spin-off chiamato Anteprima Festivalbar, in onda a partire dall'edizione del 1987: un montaggio (mandato in onda come striscia quotidiana in vari orari oppure con un unico appuntamento settimanale spesso in seconda serata o in tarda mattinata) di varie riprese nei backstage o durante le prove, interviste agli artisti e approfondimenti sulla località ospitante. Queste ultime informazioni vengono poi riprese nella tradizionale cartolina, ovvero una sorta di mini-spot con la voce di Vittorio Salvetti che introduce il luogo che ospita la tappa, in onda durante la puntata vera e propria.
In questi anni il Festivalbar condivide spesso il palcoscenico con le selezioni italiane del concorso di bellezza europeo The Look of the Year, che si proponeva di eleggere una miss che rappresentasse l'Italia nelle finali che si sarebbero tenute alla fine dell'estate, dove avrebbero partecipato ragazze provenienti da tutti i paesi europei. A ogni tappa venivano presentate alcune concorrenti di cui però solo una "passava il turno" (spesso il metodo utilizzato era la semplice acclamazione del pubblico in piazza, chiamato ad esprimere rumorosamente il suo gradimento per questa o quella ragazza), fino alla proclamazione della vincitrice che solitamente avveniva nella serata finale della manifestazione. Durante una di queste selezioni venne proposta Elenoire Casalegno che, tappa dopo tappa, conquistò l'accesso alla finale europea. Allo stesso periodo risale una polemica che portò il Ministero dei Beni Culturali a negare le autorizzazioni affinché il gala finale potesse svolgersi nella storica sede dell'Arena di Verona: l'ente negava l'accesso, ufficialmente appellandosi a un divieto normativo, in realtà temendo il danneggiamento dell'importante struttura, dato il grandissimo afflusso di pubblico eterogeneo che la manifestazione richiamava. Durante questo periodo di lontananza anche la serata finale assunse un carattere itinerante, svolgendosi ogni anno in una piazza diversa, ma sempre in cornici storicamente e architettonicamente prestigiose tra le quali ricordiamo Piazza degli Scacchi di Marostica, la Piazza del Popolo di Ascoli Piceno e Piazza del Plebiscito a Napoli.
Vittorio Salvetti, ideatore e per molti anni unico presentatore del Festivalbar, muore nel 1998: sempre nello stesso anno, la finale ritorna ad avere luogo nell'Arena di Verona, come aveva fortemente voluto durante l'ultima edizione di cui è stato organizzatore. Alla produzione della kermesse subentra l'anno successivo il figlio Andrea, già co-conduttore delle edizioni 1987 e 1988.
La crisi e la fine[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2002 viene per la prima volta accantonato il playback e molti artisti iniziano a esibirsi dal vivo[1]: inizialmente il programma continua a ottenere il favore del pubblico, con buoni risultati in termini di share; ma l'edizione del 2006 - cominciando la formula ad accusare il peso dei suoi anni - registrerà invece ascolti deludenti[2].
Quella del 2007 riduce così il numero delle tappe toccando tre città: Milano per il galà di apertura, Catania e - come sempre - Verona per la finale. La produzione include anche Internet tra i mezzi per misurare il gradimento del pubblico: viene aperta una pagina MySpace in cui gli utenti possono dialogare direttamente con lo staff e il cast e visionare contenuti audio e video esclusivi (interviste e riprese dietro le quinte), nonché istituito il premio Digital al pezzo più scelto e scaricato dai navigatori, che verrà vinto dai Tokio Hotel con il brano Monsoon. Questa fu, di fatto, l'ultima edizione del Festivalbar.
Infatti l'edizione del 2008, inizialmente annunciata con la conduzione di Teo Mammucari affiancato da Lucilla Agosti, non si svolge per mancanza di fondi: nonostante la sua assenza dalle piazze e dagli schermi televisivi, viene tuttavia pubblicata - per l'ultima volta dopo trent'anni - la tradizionale compilation che raccoglie tutti i successi dell'estate.
Edizioni[modifica | modifica wikitesto]
Nella seguente tabella sono elencate le singole edizioni, con indicazione dei conduttori e dei vincitori di categoria[3].
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Festivalbar, 250 mila a Napoli
- ^ Ligabue sbanca anche il Festivalbar
- ^ Baroni, pp. 164-165.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Joseph Baroni, Dizionario della televisione, Raffaello Cortina Editore, 2005, ISBN 88-7078-972-1.
- Aldo Grasso (a cura di), Enciclopedia della televisione, 3ª ed., Garzanti, 2008, ISBN 978-88-11-50526-6.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su festivalbar.it.