Premio "È giornalismo"

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Il premio È giornalismo è un riconoscimento che viene attribuito in ambito giornalistico.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È stato fondato nel 1995 da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e Giancarlo Aneri[1] e vanta la maggiore dotazione fra quelli attribuiti in Italia con 15 493,71 €. Nel 2013, la giuria risulta composta da Aneri (unico ancora in vita tra i fondatori), Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Curzio Maltese, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella[2].

Il premio, che nel 2003 è stato assegnato per la prima volta ad un esponente della televisione, Antonio Ricci, (creatore e autore del tg satirico Striscia la notizia di Canale 5), negli anni passati è stato vinto da Curzio Maltese, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella, Ettore Mo, Claudio Rinaldi, Natalia Aspesi e Francesco Tullio Altan. L'edizione 2004 è stata vinta per la prima volta da uno straniero: Bill Emmott direttore responsabile di "Economist".[3][4]

Per l'anno 2005 il premio, che è giunto alla sua decima edizione, è stato assegnato alla scrittrice ed editorialista Barbara Spinelli. Per l'anno 2006 il premio è stato assegnato a Francesco Giavazzi, editorialista del Corriere della Sera e docente di economia politica all'Università Bocconi, per avere sfidato conformismi e ipocrisie del potere[5][1].

Per l'anno 2007 il premio è stato assegnato a Fabio Fazio per la conduzione del programma televisivo Che tempo che fa. Per l'anno 2008 il premio è stato assegnato a Milena Gabanelli giornalista freelance e conduttrice del programma Report. "Giorgio Bocca ha commentato: È l'ultima giornalista che fa inchieste vere, in un momento in cui su tutti i giornali sono state abbandonate. E addirittura stupisce che le possa fare."[6]

Per l'anno 2009 il premio è stato assegnato ad Attilio Bolzoni, giornalista di Repubblica. Attilio Bolzoni è stato premiato quale "miglior cronista del Sud, che ha saputo dare le migliori informazioni sulla mafia e sulla camorra" - come ha detto Giorgio Bocca. Aneri si è detto felice che il premio sia andato a "un giornalista che ha sempre seguito con scrupolo e serietà le inchieste che hanno fatto capire al lettore la gravità del fenomeno mafioso e camorristico". Nel 2010 è andato all'editorialista del Corriere, Sergio Romano, perché, ha detto Bocca, "giornalista che parla di cose che conosce bene, soprattutto in politica estera: è indipendente, onesto e bravo". Nel 2011 il premio è stato vinto da Mario Calabresi, direttore del quotidiano La Stampa. Per l'anno 2012 il premio è stato assegnato a Claudio Magris, scrittore italiano, germanista e critico, ritenuto uno dei più profondi saggisti contemporanei, nonché collaboratore del Corriere della Sera.

Per l'anno 2013 il premio è stato assegnato a Hal Varian, Chief Economist di Google, il quale ha chiesto alla giuria di "identificare persone che si siano distinte nel giornalismo digitale in Italia a cui assegnarlo";[2] i componenti della stessa hanno indicato le giornaliste Arianna Ciccone e Anna Masera. Nel 2014 ad aggiudicarsi il premio è stato Massimo Gramellini, vicedirettore de La Stampa, per aver "saputo essere straordinaria sintesi del giornalismo ironico e pungente di Montanelli, di quello di inchiesta di Biagi, di quello di analisi di Bocca".[7] L'edizione del 2015 è stata vinta dal comico Rosario Fiorello, descritto come "un personaggio che ha fatto informazione in modo decisamente fuori dal comune, inventando - e proponendone l'importanza al grande pubblico - una edicola atipica", grazie al suo programma Edicola Fiore.[8]

Per l'edizione del 2023 il premio è stato assegnato a papa Francesco, per il suo impegno a favore del principio della realtà, con un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia.

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Ed. Anno Vincitore Nazione
I 1996 Curzio Maltese Bandiera dell'Italia Italia
II 1997 Gianni Riotta Bandiera dell'Italia Italia
III 1998 Gian Antonio Stella Bandiera dell'Italia Italia
IV 1999 Ettore Mo Bandiera dell'Italia Italia
V 2000 Claudio Rinaldi Bandiera dell'Italia Italia
VI 2001 Natalia Aspesi Bandiera dell'Italia Italia
VII 2002 Francesco Tullio Altan Bandiera dell'Italia Italia
VIII 2003 Antonio Ricci Bandiera dell'Italia Italia
IX 2004 Barbara Spinelli Bandiera dell'Italia Italia
X 2005 Bill Emmott Bandiera del Regno Unito Regno Unito
XI 2006 Francesco Giavazzi Bandiera dell'Italia Italia
XII 2007 Fabio Fazio Bandiera dell'Italia Italia
XIII 2008 Milena Gabanelli Bandiera dell'Italia Italia
XIV 2009 Attilio Bolzoni Bandiera dell'Italia Italia
XV 2010 Sergio Romano Bandiera dell'Italia Italia
XVI 2011 Mario Calabresi Bandiera dell'Italia Italia
XVII 2012 Claudio Magris Bandiera dell'Italia Italia
XVIII 2013 Hal Varian per Google Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
XIX 2014 Massimo Gramellini Bandiera dell'Italia Italia
XX 2015 Fiorello Bandiera dell'Italia Italia
XXI 2016 Enrico Mentana Bandiera dell'Italia Italia
XXII 2017 Mattia Feltri Bandiera dell'Italia Italia
2023 Papa Bergoglio Argentina

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b È giornalismo a Giavazzi, in La Repubblica, 28 marzo 2006, p. 58. URL consultato il 26 marzo 2009 (archiviato il 21 febbraio 2014).
  2. ^ a b Premio "È giornalismo" vince l'innovazione, su lastampa.it, 24 maggio 2013. URL consultato il 6 maggio 2020 (archiviato il 27 novembre 2015).
  3. ^ (EN) Award: Bill Emmott, in Economist, 18 dicembre 2004.
  4. ^ Enrico Franceschini, È giornalismo a Bill Emmott, in La Repubblica, 7 aprile 2004. URL consultato il 26 marzo 2009 (archiviato il 4 marzo 2016).
  5. ^ Premiato Giavazzi una sfida al potere, in La Repubblica, 25 marzo 2006, p. 49. URL consultato il 26 marzo 2009 (archiviato il 4 marzo 2016).
  6. ^ Premio “È giornalismo”: Milena Gabanelli vince l’edizione 2008 [collegamento interrotto], su guide.supereva.it. URL consultato il 1º settembre 2020.
  7. ^ A Gramellini premio è Giornalismo 2014, su ansa.it, 21 aprile 2015. URL consultato il 1º settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2019).
  8. ^ Il Premio È giornalismo a Fiorello, su ansa.it, 11 maggio 2016. URL consultato il 1º settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 26 marzo 2019).