Dyalma Stultus

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Dyalma Stultus (Trieste, 31 ottobre 1901Darfo Boario Terme, 24 settembre 1977) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio illegittimo di Erminia Stultus e di Ralph Pacor[1], studiò presso la Scuola Industriale di Trieste, l'unica della città (all'epoca ancora austroungarica) che contemplasse corsi di educazione artistica[2]. Grazie ad una borsa di studio ottenuta dal Comune di Trieste, andò poi a perfezionarsi presso l'Accademia di belle arti di Venezia.

Nel 1922, invitato dal celebre critico d'arte Nino Barbantini, allestì la sua prima mostra personale a Ca' Pesaro. Dopo essere rientrato a Trieste, si recò a Firenze in un primo lungo soggiorno (dalla primavera del 1927 al 1928), per stabilirvisi definitivamente nel 1941, quando otterrà incarichi di insegnante nelle scuole d'arte a Firenze e a Siena. Nelle chiese e nei musei ebbe modo di assimilare la lezione dei maestri del Rinascimento toscano, ma anche a carpire le suggestioni dei Macchiaioli e dei Simbolisti, anche se non volle mai aderire a compagini o a movimenti stilistici: non espose mai difatti alle numerose mostre del gruppo novecentista, promosse da Margherita Sarfatti in Italia e all'estero.[2]

A partire dal 1930 si registrano sue importanti presenze a Roma (Prima Quadriennale, 1931) e alla Biennale di Venezia (1930, 1932, 1934)[3] e numerose personali a Trieste, a Portorose, Milano, Torino, Genova, Vicenza, Este, Parma, Riva del Garda[2], oltre a mostre collettive a Parigi, New York, Budapest, Baltimora e Barcellona.

Morì improvvisamente nel 1977, per un infarto, a Darfo, in casa di una delle sue tre figlie, dove si trovava per villeggiatura.[2]

Oltre che pittore, è stato scultore e disegnatore. A lui sono state dedicate numerose mostre retrospettive postume e vari libri tra cui Dyalma Stultus nei ricordi della moglie e degli amici edito nel 2003 con autore Marina Petronio, traduzione di una biografia tedesca scritta da un amico di Stultus Hans Gregor Gregory.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Un artista triestino (PDF), su giulianodalmato.com. URL consultato il 22 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2014).
  2. ^ a b c d Lucio Scardino, Amare la forma. Dyalma Stultus, pittore triestino "fiorentinizzato", in Vittorio Sgarbi (a cura di), Dyalma Stultus. Opere dalla Fondazione Cavallini Sgarbi, La Milanesiana, Milano, Fondazione Elisabetta Sgarbi, 2023, pp. 47-59.
  3. ^ Biografia, su archiviods.it. URL consultato il 22 ottobre 2012.
  4. ^ Presentazione del volume su Dyalma Stultus [collegamento interrotto], su arcipelagoadriatico.it. URL consultato il 22 ottobre 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • E.Cozzani Mostra personale del pittore Dyalma Stultus : dal 15 al 30 gennaio 1934, Roma, 1934
  • Dyalma Stultus : Sala comunale d'arte di Palazzo Costanzi, Trieste, aprile-maggio 1980, Il torchio, Firenze, 1980
  • Dyalma Stultus : 21 gennaio-21 febbraio 1982, Palazzo della Permanente, Milano, Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente, Milano, 1982
  • Nicoletta Comar, Dyalma Stultus, Edizioni LINT, Trieste, 1993
  • R.Bossaglia e altri, Dyalma Stultus: dipinti e sculture dal 1925 al 1977, Archivio Dyalma Stultus, Firenze, 2000
  • M.Petronio, Dyalma Stultus nei ricordi della moglie e degli amici, Ibiskos, Empoli, 2002
  • Vittorio Sgarbi, (a cura di), Dyalma Stultus. Opere dalla Fondazione Cavallini Sgarbi (catalogo della mostra della Fondazione Elisabetta Sgarbi, Ascoli Piceno, giugno-ottobre 2023), Fondazione Elisabetta Sgarbi, Milano, 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN96261158 · ISNI (EN0000 0000 5012 2146 · SBN SBLV269764 · ULAN (EN500081047 · LCCN (ENnr95014827 · GND (DE122368703 · CONOR.SI (SL207647331 · WorldCat Identities (ENlccn-nr95014827