Dungeons & Dragons: Shadow over Mystara

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Dungeons & Dragons: Shadow over Mystara
videogioco
PiattaformaArcade
Data di pubblicazioneGiappone 6 febbraio 1996
19 giugno 1996
Zona PAL 19 giugno 1996
Bandiera della Cina 19 giugno 1996
Bandiera del Brasile 23 giugno 1996
GenerePicchiaduro a scorrimento, Action RPG
TemaFantasy
OrigineGiappone
SviluppoCapcom
PubblicazioneCapcom
DesignKenji Kataoka, "Malachie"
Direzione artisticaKinu Nishimura
SceneggiaturaAlex Jimenez
MusicheMasato Kouda
Modalità di giocoGiocatore singolo, multigiocatore
SerieMystara
Specifiche arcade
CPUCP System II
JAMMA+
SchermoOrizzontale
Periferica di inputJoystick 8 direzioni, 4 pulsanti

Dungeons & Dragons: Shadow over Mystara (ダンジョンズ&ドラゴンズ シャドーオーバーミスタラ?, Danjonzu & Doragonzu Shadō ōbā Misutara), pubblicato da Capcom nel 1994, è il secondo di due videogiochi arcade basati sui giochi di ruolo da tavolo Dungeons & Dragons, che hanno per ambientazione l'universo di Mystara. È un picchiaduro a scorrimento orizzontale con alcuni elementi RPG. Il gioco fu anche pubblicato su Sega Saturn, assieme al suo predecessore Dungeons & Dragons: Tower of Doom, sotto il titolo Dungeons & Dragons Collection[1]. Nel 2013, entrambi i giochi furono ripubblicati per console moderne come Dungeons & Dragons: Chronicles of Mystara[2][3][4].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

I temi musicali si devono a Masato Kouda.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Taylor Cocke, Classic Dungeons & Dragons Games Will Hit XBLA, PSN, in IGN, 15 marzo 2013. URL consultato il 24 settembre 2019.
  2. ^ (EN) Colin Moriarty, This Week on the PSN (June 18, 2013), in IGN, 19 giugno 2013. URL consultato il 24 settembre 2019.
  3. ^ (EN) Richard George, E3 2013: Nintendo's Wii U eShop Spotlight, in IGN, 11 giugno 2013. URL consultato il 24 settembre 2019.
  4. ^ (EN) Andrew Goldfarb, Dungeons & Dragons Chronicles of Mystara Announced, in IGN, 22 marzo 2013. URL consultato il 24 settembre 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]