Dorothy Vaughan

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Dorothy Johnson Vaughan

Dorothy Johnson Vaughan (Kansas City, 20 settembre 1910Hampton, 10 novembre 2008) è stata una matematica e programmatrice statunitense afro-americana che ha lavorato per il National Advisory Committee for Aeronautics (NACA) e successivamente per la NASA, al Langley Research Center a Hampton, in Virginia.

Prima di raggiungere il Langley Research Center della NACA nel 1943, Vaughan fu professoressa di matematica alla R. R. Moton High School di Farmville, in Virginia.[1] Nel 1949 fu nominata responsabile ad interim della West Area Computers, un gruppo di lavoro composto esclusivamente da matematiche afro-americane, diventando la prima donna afro-americana a supervisionare un gruppo di dipendenti del centro.

Durante i suoi 28 anni di carriera, Vaughan si preparò all'introduzione dei computer all'inizio degli anni '60, insegnando a sé stessa e al suo staff il linguaggio di programmazione Fortran; in seguito diresse la sezione di programmazione della Analysis and Computation Division (ACD) a Langley e partecipò al progetto Scout.[2]

La Vaughan è una delle tre donne presenti nel libro del 2016 di Margot Lee Shetterly Il diritto di contare[3] (Hidden Figures in originale[4]). È stato adattato sempre nel 2016 nel film biografico omonimo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia e istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Dorothy Vaughan nacque il 20 settembre 1910 a Kansas City in Missouri, figlia di Annie e Leonard Johnson. La sua famiglia si trasferì a Morgantown in Virginia Occidentale, dove si diplomò al liceo di Beechurst nel 1925 come valedictorian della sua classe.[5] Vaughan ricevette una borsa di studio dalla Conferenza della West Virginia dell'A.M.E. Sunday School Convention.[6] Nel 1929, all'età di 19 anni, si laureò con lode in matematica presso la Wilberforce University, una università storicamente afroamericana a Wilberforce in Ohio.[7] Nel 1932 sposò Howard Vaughan. La coppia si trasferì a Newport News, in Virginia, dove ebbero sei figli: Ann, Maida, Leonard, Kenneth, Michael e Donald.[8] La famiglia è vissuta anche con i ricchi e rispettati genitori e nonni di Howard sulla South Main Street a Newport News in Virginia. La Vaughan era molto devota alla famiglia e alla chiesa, il che avrebbe avuto un ruolo importante nel trasferimento a Hampton, in Virginia, per lavorare alla NACA.

Anche se incoraggiata dai professori a frequentare corsi di laurea presso la Howard University[6], la Vaughan lavorò come insegnante di matematica alla Robert Russa Moton High School a Farmville in Virginia, al fine di aiutare la sua famiglia durante la Grande depressione.[5] Durante i 14 anni della sua carriera come insegnante, le scuole pubbliche e le altre istituzioni della Virginia erano ancora segregate razzialmente secondo le leggi Jim Crow.[9]

Nel 1935 la NACA aveva istituito una sezione di matematici donne, che eseguivano calcoli complessi.[6]

Nel 1943 la Vaughan iniziò una carriera di 28 anni come matematica e programmatrice presso la NACA in cui si specializzò nei calcoli per i percorsi di volo, il Progetto Scout sotto la presidenza di John Fitzgerald Kennedy.

Nel 1949 fu nominata responsabile afroamericana al NACA e una delle poche supervisori donne. Dirigeva un gruppo composto interamente da matematiche afroamericane.[10] Ricoprì per anni un incarico ad interim prima di essere promossa ufficialmente alla carica di supervisore.[5] La Vaughan lavorò per le donne del West Computing così come per le donne degli altri dipartimenti.[11] La matematica Katherine Johnson fu inizialmente assegnata al gruppo di Vaughan, prima di essere trasferita alla divisione di Meccanica del volo di Langley.

Nel 1958, quando la NACA divenne NASA, le strutture segregate, compreso l'ufficio West Computing, furono abolite e la Vaughan continuò a lavorarvi.[11]

Nel 1961 si trasferì nell'area del calcolo elettronico, dopo che la NASA introdusse al centro i primi calcolatori digitali (non umani). Divenne esperta di programmazione informatica, insegnando a sé stessa e ai suoi collaboratori il Fortran e altri concetti per prepararli alla conversione. Contribuì al programma spaziale attraverso il suo lavoro sul famiglia di lanciatori Scout.[11]

Lavorò nella divisione Tecniche Numeriche durante gli anni '60. Dorothy Vaughan e molti degli ex West Computers si unirono alla nuova Analysis and Computation Division (ACD), un gruppo integrato a livello razziale e di genere sulla frontiera dell'informatica elettronica. Operò alla NASA-Langley per 28 anni.[10]

Durante la sua carriera a Langley, ebbe modo di allevare i suoi sei figli. Uno di loro più tardi lavorò anche alla NASA-Langley.

In un'intervista del 1994 la Vaughan ricordò che mentre lavorava a Langley durante la corsa allo spazio le sembrava di essere "in prima linea per qualcosa di molto eccitante".[10] Commentando il fatto di essere una donna afro-americana in quel periodo, osservò: "Ho cambiato quello che potevo, e quello che non potevo l'ho sopportato".[12]

Ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Andò in pensione nel 1971, all'età di 61 anni. Morì il 10 novembre 2008 all'età di 98 anni. Oltre ai sei figli, lasciò dieci nipoti e quattordici pronipoti.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Vaughan è una delle tre donne presenti nel saggio di Margot Lee Shetterly del 2016 Il diritto di contare (Hidden Figures), e nel film omonimo, insieme a Katherine Johnson e Mary Jackson. Nel film esse calcolano le traiettorie di volo per il programma Mercury e l'Apollo 11 negli anni sessanta.[8]

Il 16 ottobre 2019 le è stato dedicato un cratere sulla Luna.[13][14] Questo nome è stato scelto dalla planetologa Ryan N. Watkins e proposto in quello che sarebbe stato il 109º compleanno di Dorothy Vaughan.[15]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

  • La Vaughan, che viveva a Newport News in Virginia, si recò sempre al lavoro ad Hampton con i mezzi pubblici.
  • Fu membro della Alpha Kappa Alpha, una confraternita afro-americana, nonché membro attivo della Chiesa Episcopale Metodista Episcopale Africana, partecipando ad attività musicali e missionarie.
  • Scrisse una canzone intitolata Math Math Math Math.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dorothy J. Vaughan, su Legacy.com, 12 novembre 2008. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  2. ^ Golemba (PDF), su Geographic Information Systems (GIS) Team, NASA Langley Research Center. URL consultato il 26 dicembre 2018.
  3. ^ Margot Lee Shetterly, Il diritto di contare, HarperCollins Italia, 19 gennaio 2017, ISBN 9788858964910. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  4. ^ (EN) Margot Lee Shetterly, Hidden Figures: The American Dream and the Untold Story of the Black Women Mathematicians Who Helped Win the Space Race, William Morrow, 6 settembre 2016, ISBN 9780062363596.
  5. ^ a b c (EN) Margot Lee Shetterly, Hidden Figures: The American Dream and the Untold Story of the Black Women Mathematicians Who Helped Win the Space Race, William Morrow, 6 settembre 2016, pp. 21–22, 91–92, ISBN 9780062363596.
  6. ^ a b c (EN) Margot Lee Shetterly, The Hidden Black Women Who Helped Win the Space Race, su The Cut, 30 agosto 2016. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  7. ^ Hidden Figure: Dorothy Vaughan, su Spelman College, novembre 2016. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  8. ^ a b (EN) Euell A. Nielsen, Dorothy Johnson Vaughan (1910-2008), su BlackPast, 7 gennaio 2017. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  9. ^ (EN) Christopher McFadden, Dorothy Vaughan: NASA's "Human Computer" and American Hero, su Interesting Engineering, 11 marzo 2018. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  10. ^ a b c Dorothy Vaughan (nee Johnson) (PDF), su NASA Langley Research Center Geographic Information Systems (GIS) Team. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2013).
  11. ^ a b c Dorothy Vaughan, su The Human Computer Project. URL consultato il 18 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2020).
  12. ^ Eric Vitug, Dorothy J. Vaughan, su NASA, 24 maggio 2017. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  13. ^ Name Approved for Lunar Crater: Vaughan, su USGS Astrogeology Science Center. URL consultato il 17 ottobre 2019.
  14. ^ Planetary Names: Crater, craters: Vaughan on Moon, su Planetary Names. URL consultato il 18 ottobre 2019.
  15. ^ (EN) Ryan Watkins, Thrilled to announce that this small (3 km) crater on the Moon now has a name - Vaughan! My student and I chose to name Vaughan crater after Dorothy Vaughan (you may remember her from @HiddenFigures , where she was portrayed by @octaviaspencer), su Twitter, 16 ottobre 2019. URL consultato il 18 ottobre 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN8279149068594865730008 · LCCN (ENno2017088346 · GND (DE1128105926 · J9U (ENHE987007361326205171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2017088346