Domenico della Rovere (vescovo di Asti)

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Domenico della Rovere, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
Busto del vescovo Della Rovere conservato presso la cattedrale di Asti
 
Incarichi ricopertiVescovo di Asti (1569-1587)
 
Nato1518 ad Asti
Nominato vescovo23 marzo 1569 da papa Pio V
Consacrato vescovomaggio 1569 dal cardinale Carlo Borromeo
Deceduto19 marzo 1587 ad Asti
 

Domenico della Rovere (Asti, 1518Asti, 19 marzo 1587) è stato un vescovo cattolico italiano, vescovo di Asti tra il 1569 e il 1587.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato da una nobile famiglia astigiana, apparteneva all'Ordine domenicano.

La famiglia della Rovere, aveva una lunga tradizione ecclesiastica. Basti pensare che tra il 1482 ed il 1515, a capo dell'arcidiocesi di Torino, si succedettero il cardinale Domenico della Rovere, grande fautore della ristrutturazione del Duomo di Torino, Giovanni Ludovico della Rovere e l'arcivescovo Giovanni Francesco della Rovere.[1]

Inoltre, nello stesso periodo del vescovo astigiano, a Torino era in carica l'arcivescovo Girolamo della Rovere (15641592).

Domenico della Rovere, aveva in precedenza svolto il compito di inquisitore. La nomina alla cattedra di Asti, il 23 marzo 1569 da parte di papa Pio V, grande inquisitore dal 1558, avvenne probabilmente per la sua esperienza e la sua zelante attitudine ad abbracciare in pieno le riforme tridentine, visto il periodo delicato della Chiesa cattolica con un notevole aumento di infiltrazioni protestanti.

L'operato[modifica | modifica wikitesto]

L'episcopato del della Rovere fu molto attivo: intervenne in tre concili provinciali di Milano (1569, 1573 e 1576), effettuò due visite pastorali e ben quattro sinodi.

A Domenico della Rovere va dato il merito di aver fondato il monte di pietà ad Asti il 7 luglio 1575, con bolla papale di papa Gregorio XIII e l'autorizzazione del duca Emanuele Filiberto di Savoia, con la denominazione di "Sacro Monte di Pietà a sollievo dei bisognosi".[2]

Inoltre aprì il primo seminario nel 1574, in una casa attigua all'antica chiesa di Sant'Ilario e con il benestare del cardinale Carlo Borromeo, vi insediò sulla cattedra Carlo Mandello.

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Guglielmo Visconti, Diocesi di Asti e Istituti di vita religiosi, Asti 2006
  2. ^ Crosa G., Asti nel Sette - Ottocento. Asti SeDiCo Lorenzo Fornaca 1993.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Assandria, Il libro verde della Chiesa di Asti.
  • Pietro Giovanni Boatteri, Serie cronologica-storica de' Vescovi della Chiesa d'Asti, Asti 1807
  • Gaspare Bosio, Storia della Chiesa di Asti, Asti 1894
  • Gabotto F., Le più antiche carte dell'archivio capitolare di Asti (Corpus Chart. Italiae XIX). Pinerolo Chiantore-Mascarelli 1904
  • Lorenzo Gentile Storia della Chiesa di Asti, Asti 1934
  • Ughelli, in Italia Sacra, Astenses Episcopi, Venezia 1719
  • Carlo Vassallo, Gli Astigiani sotto la denominazione straniera, Firenze 1879
  • Guglielmo Visconti, Diocesi di Asti e Istituti di vita religiosi, Asti 2006

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Asti Successore
Gaspare Capris 23 marzo 1569 – 19 marzo 1587 Francesco Panigarola
Controllo di autoritàVIAF (EN6223159478079127990003 · BAV 495/356210