Domenico Sabbatino

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Domenico Sabbatino
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Anglona-Tursi (1702-1721)
 
Nato10 settembre 1653 a Strongoli
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo20 novembre 1702 da papa Clemente XI
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Decedutosettembre 1721 a Tursi
 

Domenico Carlo Sabbatino[1] (Strongoli, 10 settembre 1653Tursi, settembre 1721) è stato un vescovo cattolico e teologo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Domenico Sabbatino nacque a Strongoli, nell'allora diocesi omonima, il 10 settembre 1653 da Carlo e Francesca Amato[2].

Ordinato presbitero in data ignota, conseguì il dottorato in utroque iure alla Sapienza di Roma l'8 giugno 1684[3]. Una volta terminati gli studi fu preposto come canonico della cattedrale di Strongoli e poi come parroco della basilica di San Nicola in Carcere a Roma, oltre ad assumere il ruolo di procuratore fiscale per conto della Congregazione della visita apostolica[3].

Il 20 novembre 1702 papa Clemente XI lo promosse vescovo della diocesi di Anglona-Tursi, prendendo possesso della diocesi in via ufficiale il 2 febbraio 1703[2].

Nel 1704 compì la sua prima visita pastorale nel comune di Valsinni, dove donò una reliquia di san Fabiano alla comunità; Sabbatino gli suggerì anche di adottarlo come loro patrono, proposta che alla fine il popolo valsinnese accolse[4][5]. Fece probabilmente la stessa cosa in quel periodo anche con la comunità di Rotondella, quando su suo suggerimento adottarono sant'Antonio di Padova come loro patrono[6].

Nell'aprile 1706 tenne un sinodo diocesano[2] e, nel prosieguo del suo episcopato, avvierà anche significativi lavori di restauro e ampliamento del seminario diocesano sostenendolo a proprie spese.

Nel 1718 fece ricostruire la torre campanaria a cuspide della cattedrale dell'Annunziata[7][8]; a testimonianza di ciò vi è una targa commemorativa sulla quale venne inciso il seguente testo:

«D.O.M.
Turrim hanc sacram diu dirutam
Praesul
Dominicus Sabbatinus Strongytem
Propriis sumptibus
construere et aedificare fecit
Anno Domini 1718»

Si spense a Tursi nel settembre 1721, dopo aver governato la diocesi per quasi 19 anni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gianluca Cappucci, La magia, la superstizione e le tradizioni popolari nel sinodo diocesano del 1656, su tursitani.com. URL consultato il 28 aprile 2019.
  2. ^ a b c Giovanni Marangoni, Thesaurus Parochorum, Roma, Hyeronimi Mainardi, 1730, p. 47.
  3. ^ a b Konrad Eubel, Hierarchia catholica medii aevi, vol. 5, p. 86.
  4. ^ Rocco Lista, Valsinni e Isabella Morra. Un rapporto odio amore, Matera, Grafiche Paternoster, 1985.
  5. ^ Pasquale Montesano, Il glorioso san Fabiano patrono di Valsinni, Matera, Editrice BGM, 1998.
  6. ^ Convento di Sant'Antonio da Padova (PDF), su rotundamaris.it. URL consultato il 28 aprile 2019.
  7. ^ La Cattedrale dell'Annunziata, su rilievo.stereofot.it. URL consultato il 28 aprile 2019.
  8. ^ R. Bruno, pp. 118-119.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Anglona-Tursi Successore
Matteo Cosentino 20 novembre 1702 - settembre 1721 Ettore Quarti