Dogma 95

Dogma 95 (Dogme 95) è stato un movimento cinematografico creato nel 1995 dai registi danesi Lars von Trier e Thomas Vinterberg. Alla base di esso un decalogo di regole espresse in un manifesto programmatico pubblicato nel 1995 (da cui il nome)[1]. Si trattava di regole per la creazione di film basati sui valori tradizionali della recitazione e del tema, escludendo l'uso di effetti speciali o tecnologie elaborate.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Vinterberg ha detto che hanno scritto le regole in 45 minuti. Il manifesto inizialmente imita il saggio del 1954 di François Truffaut "Une certaine tendance du cinéma français" in Cahiers du cinéma. Hanno annunciato il movimento Dogma 95 il 13 marzo 1995, a Parigi, alla conferenza Le cinéma vers son deuxième siècle: Il mondo del cinema si era riunito per celebrare il primo secolo del cinema e contemplare il futuro incerto del cinema commerciale. Chiamato a parlare del futuro del cinema, Lars von Trier ha inondato il pubblico divertito con opuscoli rossi che annunciavano "Dogma 95". Il decalogo, al quale aderirono subito anche Søren Kragh-Jacobsen e Kristian Levring, è spesso definito anche con il significativo nome di Voto di castità[2], che lascia intendere lo spirito del movimento, ed è stato stilato e firmato ufficialmente a Copenaghen, lunedì 13 marzo 1995.
L'obiettivo era quello di contrastare il dilagare degli effetti speciali e degli investimenti miliardari nel cinema. Niente luci, nessuna scenografia, assenza di colonna sonora, rifiuto di ogni espediente al di fuori di quello della camera a mano. Le regole da seguire per raggiungere questo obiettivo sono state espresse in un manifesto scritto[3]. Il critico cinematografico americano Armond White ha criticato il movimento, affermando che è stato "il manifesto che ha avvicinato il cinema al porno amatoriale", e credendo che il movimento sarebbe stato respinto come insignificante dagli storici del cinema.
Il primo dei film Dogma è stato il film Festen - Festa in famiglia di Vinterberg del 1998. Acclamato dalla critica e vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes di quell'anno. Anche Idioti di Lars von Trier è stato presentato in anteprima a Cannes quell'anno, ma ha avuto meno successo. Dall'uscita dei due film, altri registi hanno realizzato film basati sui principi Dogma. L'attore e regista franco-americano Jean-Marc Barr è stato il primo non danese a dirigere un film Dogma Lovers, seguito dal regista americano Harmony Korine con Julien Donkey-Boy.
Dalla fine degli anni 2000, l'emergere della tecnologia video nelle fotocamere DSLR ha portato a un'enorme ondata di lungometraggi e cortometraggi girati con la maggior parte, se non tutte, delle regole relative al manifesto Dogma 95. Tuttavia, a causa dei progressi nella tecnologia e nella qualità, l'estetica di queste produzioni appare in genere drasticamente diversa da quella dei film Dogma girati su videocamere a nastro. Così cancellando in gran parte le caratteristiche primitive e problematiche delle tecnologie passate, le nuove tecnologie hanno aiutato i registi di Dogma 95 a ottenere un'estetica di risoluzione più elevata, nonché di contrasto, grana della pellicola e saturazione inferiori.
Le regole del manifesto sono state aggirate fin dai primi due film: Vinterberg "ha confessato" di aver coperto una finestra durante le riprese di una scena in Festen, portando così un oggetto di scena sul set e usando quindi "luci speciali" mentre Von Trier ha utilizzato una musica di sottofondo (Le Cygne di Camille Saint-Saëns) nel film Idioti. Julien Donkey-Boy di Korine presenta due scene con musica non diegetica, diverse riprese con telecamere nascoste non manuali e un oggetto di scena non diegetico. Von Trier, tuttavia, ha elogiato le trasgressioni del film in un'intervista rilasciata sul DVD Epidemic. Come il movimento creativo No Wave Cinema, Dogma 95 è stato descritto come un periodo determinante nella produzione di film a basso budget.
Il movimento si è sciolto nel 2005 e il 20 marzo 2005, a Copenaghen, i registi hanno firmato il documento che ha sancito la fine del patto a dieci anni di distanza[4] nei quali sono stati prodotti 35 film[5]. Spesso a questi ci si riferisce solamente con un numero (Dogma 1, Dogma 2, etc.) anziché con il titolo vero e proprio[senza fonte]Dopo la fine del movimento, altri registi hanno seguito il decalogo ed inserito nel titolo dell'opera prodotta la numerazione crescente, ma è da ritenersi come mera segnalazione della teoria seguita nella lavorazione[senza fonte].
Il manifesto[modifica | modifica wikitesto]
Il testo del manifesto del collettivo Dogma 95[6]: il cosiddetto Voto di castità.
«Dogma 95 è un collettivo di registi cinematografici fondato a Copenhagen nella primavera del 1995.
Dogma 95 si pone lo scopo dichiarato di contrastare "una certa tendenza" del cinema attuale.
Io giuro di sottostare al seguente elenco di regole elaborate e confermate dal DOGMA 95:
Inoltre giuro come regista di astenermi dal gusto personale! Non sono più un artista. Giuro di astenermi dal creare un'"opera", perché considero l'istante più importante del complesso. Il mio obiettivo supremo è di trarre fuori la verità dai miei personaggi e dalle mie ambientazioni. Io giuro di far ciò con tutti i mezzi possibili ed al costo di ogni buon gusto ed ogni considerazione estetica.
Così io esprimo il mio VOTO DI CASTITÀ."
A nome del DOGMA 95 Lars von Trier, Thomas Vinterberg» |
(Manifesto del Dogma 95) |
Filmografia[modifica | modifica wikitesto]
- Festen - Festa in famiglia (Festen), regia di Thomas Vinterberg - Dogma #1 (1998)
- Idioti (Idioterne), regia di Lars von Trier - Dogma #2 (1998)
- Mifune - Dogma 3 (Mifunes Sidste Sang), regia di Søren Kragh-Jacobsen - Dogma #3 (1999)
- Il re è vivo (The King Is Alive), regia di Kristian Levring - Dogma #4 (2000)
- Lovers - French Dogma Number One (Lovers), regia di Jean-Marc Barr - Dogma #5 (1999)
- Julien Donkey-Boy, regia di Harmony Korine - Dogma #6 (1999)
- Interview, regia di Hyuk Byun - Dogma #7 (2000)
- Fuckland, regia di José Luis Marquès - Dogma #8 (2000)
- Babylon, regia di Vladan Zdravkovic - Dogma #9 (2001)
- Chetzemoka's Curse, regia di Maya Berthoud, Dave Nold, Marlon Schmidt, Rick Schmidt, Morgan Schmidt-Feng e Chris Tow - Dogma #10 (2001)
- Diapason, regia di Antonio Domenici - Dogma #11 (2001)
- Italiano per principianti (Italiensk For Begyndere), regia di Lone Scherfig - Dogma #12 (2000)
- Amerikana, regia di James Merendino - Dogma #13 (2001)
- Joy Ride, regia di Martin Rengel - Dogma #14 (2001)
- Camera, regia di Rich Martini - Dogma #15 (2000)
- Bad Actors, regia di Shaun Monson - Dogma #16 (2000)
- Reunion, regia di Mark Poggi e Leif Tilden - Dogma #17 (2001)
- Et Rigtigt Menneske, regia di Åke Sandgren - Dogma #18 (2001)
- Når Nettene Blir Lange, regia di Mona J. Hoel - Dogma #19 (2000)
- Strass, regia di Vincent Lannoo - Dogma #20 (2001)
- En kærlighedstorie, regia di Ole Christian Madsen - Dogma #21 (2001)
- Era outra vez, regia di Juan Pinzás - Dogma #22 (2000)
- Resin , regia di Vladimir Gyorski e Steven Sobel - Dogma #23 (2001)
- Security, Colorado, regia di Andrew Gillis - Dogma #24 (2001)
- Converging with Angels, regia di Michael Sorenson - Dogma #25 (2002)
- The Sparkle Room, regia di Alex McAulay - Dogma #26 (2001)
- Ikke udsendt - Dogma #27 (2001)
- Open Hearts (Elsker dig for evigt), regia di Susanne Bier - Dogma #28 (2002)
- The Breadbasket, regia di Matthew Biancniello - cortometraggio, Dogma #29 (2002)
- Días de boda, regia di Juan Pinzás - Dogma #30 (2002)
- El Desenlace, regia di Juan Pinzás - Dogma #31 (2004)
- Se til venstre, der er en svensker, regia di Natasha Arthy - Dogma #32 (2003)
- Residencia, regia di Artemio Espinosa - Dogma #33 (2004)
- Forbrydelser, regia di Annette K. Olesen - Dogma #34 (2004)
- Così per caso, regia di Cristiano Ceriello - Dogma #35 (2004)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) What is Dogme 95? A beginner's guide, su Movements In Film. URL consultato il 18 settembre 2020.
- ^ Trier, Lars von in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it. URL consultato il 18 settembre 2020.
- ^ (EN) Dave Kehr, Dogme: Still Strong, but Less Dogmatic, in The New York Times, 21 marzo 2004. URL consultato il 18 settembre 2020.
- ^ Fabio Severo, Che cos’è stato, davvero, Dogma 95, su IL Magazine, 18 marzo 2016. URL consultato il 18 settembre 2020.
- ^ (EN) Dogme95 Films: A Complete List (1995 - 2004), su Movements In Film. URL consultato il 18 settembre 2020.
- ^ (EN) Andrew Utterson, Technology and Culture, the Film Reader, Psychology Press, 2005, ISBN 978-0-415-31985-0. URL consultato il 18 settembre 2020.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Dogma 95, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Bruno Fornara, DOGME, in Enciclopedia del cinema, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2003.
- A tribute to the official Dogme95, su Dogme95.dk.
- Dogma 95, su Internet Movie Database, IMDb.com.