Disordini di Memphis del 1866

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Disordini di Memphis del 1866
Attacco dei bianchi agli uomini di colore nel 1866 a Memphis (da Harper's Weekly)
Data inizio1º maggio 1866
Data fine3 maggio 1866
LuogoMemphis
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Stato federatoTennessee
ConteaContea di Shelby (Tennessee)

I disordini di Memphis del 1866[1] (detti anche massacro di Memphis) furono una serie di eventi violenti che ebbero luogo tra il 1º maggio 1866 e il 3 dello stesso mese a Memphis, nel Tennessee (USA). La violenza razziale fu innescata da razzismo politico e sociale a seguito della guerra di secessione, nei primi stadi dell'era della ricostruzione.[2] Dopo un alterco a colpi di arma da fuoco tra poliziotti bianchi e veterani di colore recentemente congedati dallꞌesercito dellꞌUnione, folle di residenti bianchi e poliziotti si scatenarono nei sobborghi della gente di colore e nelle case degli ex schiavi liberati, attaccando e uccidendo soldati e civili di colore e commettendo molti atti di rapina e incendi.

Le truppe federali furono inviate per reprimere la violenza e la pace fu ripristinata il terzo giorno. Un successivo rapporto da parte di un Comitato del Congresso descrisse in dettaglio la carneficina, con le persone di colore che soffrirono di gran lunga la maggior parte dei ferimenti e degli omicidi: 46 persone di colore e 2 bianchi furono uccisi, 75 persone di colore ferite, più di 100 di loro rapinate, 5 donne di colore stuprate e 91 abitazioni, 4 chiese e 8 scuole (tutte le chiese e le scuole delle persone di colore) bruciate nella comunità delle persone di colore.[3] Moderne stime calcolano le perdite patrimoniali in oltre $100000, sofferte per la maggior parte da persone di colore. Molti fra questi ultimi lasciarono la città per sempre ed entro il 1870 la popolazione era calata di un quarto rispetto al 1865.

La pubblica attenzione a seguito dei disordini e dei rapporti sulle atrocità, insieme al massacro di New Orleans del 1866, avvenuto in luglio, rafforzarono il caso posto dai Repubblicani Radicali nel Congresso degli Stati Uniti che più ebbe da fare per proteggere gli ex schiavi liberati negli Stati Uniti meridionali e garantire loro pieni diritti come cittadini.[4] Gli eventi influirono sull'approvazione del XIV emendamento, che garantiva piena cittadinanza agli Afro-Americani, come anche alle Leggi di Ricostruzione, che stabiliva distretti militari e supervisione su certi stati.[5]

Indagini sui tumulti suggerirono specifiche cause relative alla concorrenza nella classe lavoratrice per abitazioni, lavoro e spazio sociale: gli Irlandesi americani e i loro discendenti erano in concorrenza con gli schiavi liberati in tutte queste categorie.

I proprietari bianchi di piantagioni volevano portare gli schiavi liberati fuori da Memphis e farli tornare alle piantagioni per sostenere la coltivazione del cotone con il loro lavoro. La violenza era il modo di rafforzare l'ordine sociale dopo la fine dello schiavismo.[6]

Antefatti[modifica | modifica wikitesto]

Il commercio del cotone crollò nel primo anno di guerra, aggravando pesantemente i problemi economici del Tennessee occidentale. Dopo lꞌoccupazione di Memphis da parte delle forze dellꞌUnione nel 1862 e lꞌoccupazione dello stato, la città divenne centro per campi di "contrabbando" e un paradiso per gli schiavi rifugiativi in cerca di protezione dai loro precedenti padroni.

Nella Contea di Shelby e nelle quattro adiacenti intorno alla città, la popolazione totale di schiavi nel 1860 era di 45000 unità. Quando gli schiavi liberati e quelli fuggiti migrarono nella città, la popolazione di colore di Memphis aumentò dai 3000 abitanti nel 1860, a quasi 20000 nel 1865.[7] La popolazione complessiva di Memphis nel 1860 era di 22623 e, mentre essa cresceva rapidamente, le migliaia di persone di colore ebbero un effetto prevalente. Nel 1870 la popolazione della città aveva raggiunto i 40226 abitanti.[8]

Mentre alcune persone di colore vivevano nei campi, le famiglie del 3º artiglieria, una unità di soldati di colore che era stata lì di stanza, costruì capanne e baracche, essi si sistemarono oltre i confini della città, vicino a Fort Pickering, presso quella che fu chiamata Memphis Sud. Molte delle loro famiglie si spostarono nella stessa zona.[9]

Unico tra gli stati, a causa della occupazione militare a lungo termine subita durante la guerra, il Tennessee creò un genere de facto di Black Codes[10], che dipendeva dalla complicità della polizia, giudici, secondini, ecc.[11] Proprietari di schiavi del Tennessee e dellꞌarea di Memphis combattevano con la mancanza di mano d'opera dovuta alla fuga degli schiavi in cerca di libertà dietro le linee dell'Unione, ed essi non potevano più contare sui vantaggi economici derivanti dal lavoro forzato. I bianchi non lo sopportavano ed erano allarmati dai molti ex schiavi liberi a Memphis e sollecitarono i militari ad obbligare le persone di colore a lavorare. I militari presero in custodia le persone di colore classificate come vagabondi e li costrinsero ad accettare contratti di lavoro nelle piantagioni.[12]

Al generale Nathan Dudley, che impose questa politica del lavoro al Freedmen's Bureau (lꞌagenzia per gli schiavi liberati) di Memphis, il locale reverendo T. E. Bliss scrisse:

(EN)

«How is it that the colored children in Memphis even with their spelling books in their hands are caught up by your order & taken to the same place & there insolently told that they 'had better be picking cotton.' Is it for the purpose of conciliating' their old rebel masters & assisting them to get help to secure their Cotton Crop? Has it come to this that the most Common rights of these poor people are thus to be trampled upon for the benefit of those who have wronged them all their days?»

(IT)

«Comꞌè che i bambini di colore a Memphis anche con i loro sillabari in mano vengono presi per vostro ordine e portati negli stessi luoghi e viene detto loro con insolenza che essi farebbero meglio a raccogliere cotone. È forse allo scopo di conciliare i loro vecchi maestri ribelli e assisterli per garantire il loro raccolto di cotone? Si è giunti a questo che i diritti più comuni di questa povera gente sono calpestati a beneficio di coloro che hanno fatto loro dei torti per tutti quei giorni?»

I soldati di colore contrastarono gli sforzi di obbligare la loro gente a tornare nelle piantagioni. Il generale Davis Tilson era il capo del Freedmen's Bureau prima di Dudley. Riferendosi alle attività dei soldati emesse per minacciare i vagabondi di ritornare al lavoro nelle piantagioni, egli disse: "i soldati di colore interferiscono con i loro lavori e dicono a persone libere che le dichiarazioni a loro attribuite … sono false, quindi intralciano le operazioni del Freedmen's Bureau"[13]

Residenti irlandesi[modifica | modifica wikitesto]

Prima della guerra, gli immigrati irlandesi avevano costituito la maggior ondata di nuovi venuti nella città: l'etnia irlandese costituiva fino al 9,9% della popolazione nel 1850, quando la popolazione cittadina era di 8841 abitanti.[8] La popolazione si espanse rapidamente e nel 1860 era di 22623 unità,[8] di cui gli irlandesi costituivano il 23,2%.[14][15][16] Essi incontravano considerevoli discriminazioni, ma nel 1860 occupavano gran parte delle posizioni nelle forze di polizia e avevano ottenuto molti eletti e posizioni di prestigio nel governo della città, compresa la carica di sindaco.[17] Ma gli irlandesi competevano anche con gli ex schiavi liberi per i lavori destinati alle classi più basse, respinti dai bianchi, contribuendo così all'animosità fra i due gruppi[7] (simile animosità fra gente bianca della classe lavoratrice, compresi gli immigrati irlandesi, e persone di colore libere in competizione per il lavoro furono tra le cause di violenza nel Nord, compresi i disordini di New York del 1863).

La gran parte degli irlandesi erano arrivati all'inizio di metà secolo a causa della Grande carestia degli anni 1840. Molti si sistemarono nella Memphis Sud, un nuovo quartiere a composizione razziale mista costruito su due ꞌꞌbayouꞌꞌ[18]

Memphis fu sede di gran parte delle famiglie di artigiani e operai semi-specializzati. Quando lꞌesercito occupò Memphis, esso stabilì vicino a Fort Pickering la sua base operativa.

Il Freedmen's Bureau istituì una filiale anche in questa zona.[19] Un insediamento di neri rifugiati si trovava ancora più a sud, fuori dai limiti cittadini.

Nei primi anni dell'occupazione, l'esercito dell'Unione permise un governo civile, mentre proibì a noti veterani confederati di assumere cariche pubbliche. A causa di ciò, molti appartenenti all'etnia irlandese ottennero incarichi pubblici in questo periodo. Il generale Washburne sciolse il governo della città nel luglio 1864, ma esso fu ripristinato dopo la fine dell'occupazione militare nel luglio 1865.[20]

Tensioni crescenti[modifica | modifica wikitesto]

The Daily Avalanche fu uno dei giornali locali che esacerbò le tensioni verso la gente di colore, come contro gli sforzi della Ricostruzione dopo la guerra.[21] Il rapporto del Freedmen's Bureau dopo i disordini descrisse la lunga "amarezza" tra le persone di colore e i "bianchi di basso livello", aggravata da alcuni recenti incidenti tra di loro.[22] Essendogli stato detto dal sindaco e dai cittadini di Memphis nel 1866 che essi potevano mantenere l'ordine, il Maggior Generale George Stoneman aveva ridotto le sue forze a Fort Pickering, avendo assegnato colà solo 150 uomini. Essi vennero utilizzati solo per proteggere la gran quantità di materiali presso il forte.[23]

Le tensioni sociali in città aumentarono quando l'esercito USA utilizzò soldati di colore per pattugliare Memphis. Vi era competizione tra il governo locale e quello militare su chi doveva comandare; dopo la guerra, il ruolo sviluppatosi del Freedmen's Bureau si aggiunse all'ambiguità.[20] All'inizio del 1866, ci furono numerosi casi di minacce e risse tra soldati di colore che transitavano in città e poliziotti bianchi di Memphis, che erano per il 90% immigrati irlandesi. Numerosi osservatori oculari testimoniarono sulle tensioni tra i gruppi etnici.

Funzionari del Bureau riferirono che la polizia arrestava soldati di colore per infrazioni minori e normalmente li trattava con brutalità, in contrasto al trattamento riservato ai bianchi sospettati. "Uno storico descrisse la composizione delle forze di polizia come "portare una truppa di leoni per sorvegliare un branco di riottosi bovini"(U.S. House 1866:143)."[20] La polizia fu usata per interagire con le persone di colore secondo le leggi del Tennessee sugli schiavi e non sopportava la vista di uomini di colore in uniforme.[24]

Gli incidenti dovuti alla brutalità della polizia aumentarono.[5] Nel settembre 1865 il Brigadiere Generale John E. Smith bandì "i pubblici intrattenimenti, balli, e ricevimenti fino a quel momento dati frequentemente dalle persone di colore di questa Città." La polizia interveniva talvolta violentemente nelle riunioni di persone di colore e in un'occasione tentarono di arrestare un gruppo di donne con la motivazione di prostituzione; esse erano le mogli dei soldati in riunione. I soldati prevennero gli arresti e seguì una tregua armata.[25] La polizia spintonava e picchiava la gente di colore nelle vie della città con l'accusa del reato di "insolenza."[26]

Il giorno prima dei disordini[modifica | modifica wikitesto]

Gli ufficiali raccomandarono ai soldati di colore la moderazione in questi casi. Ma voci si diffusero nella comunità bianca che le persone di colore stavano pianificando una vendetta organizzata per tali incidenti. I disordini furono anticipati dopo che molte truppe di colore dell'Unione (Il terzo reggimento di colore di artiglieria pesante) si adunarono al di fuori dell'esercito il 30 aprile 1866. Gli ex soldati dovettero rimanere in città per parecchi giorni mentre attendevano la loro paga di congedo; l'esercito si riprese le armi, ma alcuni uomini ne avevano di proprie. Essi passavano il tempo passeggiando per la città, bevendo e festeggiando.

Nel pomeriggio del 30 aprile, scoppiò una rissa tra un gruppo di tre soldati di colore e quattro poliziotti irlandesi. Dopo essersi scherniti lꞌun lꞌaltro e venuti alle mani, un ufficiale della polizia colpì alla testa con la propria arma un soldato così fortemente da romperla. Dopo ulteriori scontri, i due gruppi presero strade separate. Le notizie dell'incidente si diffusero in città.[27][28]

Violenza di massa[modifica | modifica wikitesto]

Non trovando soldati nella tarda sera. La folla bianca che aveva formato dei turni per attaccare le varie persone di colore nella zona, saccheggiando e assalendo le persone che trovavano.[29][30] Essi attaccarono case, scuole e chiese, incendiandone molte, così come attaccarono indiscriminatamente residenti di colore. Alcuni di questi morirono quando la folla li obbligò a rimanere in casa mentre questa bruciava.[22][31]

Queste attività ripresero il mattino del 2 maggio e continuarono per tutta la giornata.[32] Polizia e incendiari costituivano un terzo della folla (24% e 10%, rispettivamente, del totale); ad essi si aggiunsero persone di modeste attività, (28%), impiegati (10%), artigiani (10%) e guardie urbane (4.5%).[33] Si seppe che John Pendergast e i suoi figli Michael e Patrick, giocarono un ruolo chiave nell'organizzare le violenze e usarono il loro magazzino di drogheria all'angolo tra la South Street e la Causey Street come base per le operazioni. Una donna di colore riferì che Pendergast le aveva detto, "Io sono colui che ha portato fuori di qui la folla, ed essi faranno proprio cosa dico loro"[34]

L'edificio scolastico degli schiavi liberati dato alle fiamme.

Dopo il primo giorno, come ebbe a dire successivamente il generale Stoneman, la gente di colore non agì con aggressività nei disordini e combatteva per sopravvivere.[35] Nel luogo dellꞌincidente iniziale, il cronista della città John Creighton incitò una folla di bianchi ad armarsi per uccidere persone di colore e costringerli a lasciare la città.[22] Voci di una rivolta armata dei residenti di Memphis di colore[36] furono diffuse da funzionari bianchi locali e demagoghi. Il sindaco di Memphis, John Park rimase sospettosamente assente (disse di essere intossicato);[22] Il general Runkle, capo del Freedmen's Bureau, non aveva forze sufficienti per intervenire.[22]

Il generale George Stoneman, comandante delle truppe federali di occupazione a Memphis, era indeciso nel tentare di soffocare i primi stadi dei disordini. Questa indecisione provocò un incremento della scala dei danni. Egli dichiarò la legge marziale nel pomeriggio del 3 maggio e ristabilì l'ordine con la forza.[30]

Il Procuratore Generale del Tennessee, William Wallace, si mise a capo di un gruppo di 40 uomini, si dice per incoraggiarli a uccidere e incendiare[37][38]

Incidenti e costi[modifica | modifica wikitesto]

In totale, 46 persone di colore e 2 bianchi furono uccisi (uno si ferì da solo e lꞌaltro fu ucciso apparentemente da altri bianchi), 75 persone furono ferite (la maggior parte di colore), oltre 100 rapinati, 5 donne di colore dichiararono di essere state violentate e testimoniarono presso il successivo comitato di indagine del Congresso, e 91 case incendiate (89 appartenenti a persone di colore, una a un bianco e una a una coppia di razza mista). Quattro chiese di persone di colore e 12 loro scuole furono bruciate. Moderne stime valutano le perdite patrimoniali a oltre $100000, compresi i pagamenti tolti ai veterani di colore dalla polizia nel primo scontro.[39]

Il veterano confederato Ben Dennis fu ucciso il 3 maggio perché conversava con un amico di colore in un bar.[40]

Le risultanze mostrarono che la folla focalizzava la sua violenza contro le case (e le mogli) dei soldati di colore. L'incendio fu il crimine più commesso.[41] La folla sceglieva certe abitazioni risparmiandone altre secondo la percepita subordinazione degli abitanti.[42]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il Daily Avalanche elogiò Stoneman per le sue azioni durante gli eventi, commentando in un editoriale:

(EN)

«He has acted upon the idea that if troops are necessary here to protect the rights of the black people ever, white troops can do this with less offense to our people than black ones. He knows the wants of this country and sees that the negro can do the country more good in the cotton field than in the camp.»

(IT)

«Egli ha agito in base all'idea che se le truppe erano necessarie per proteggere i diritti delle persone di colore, truppe bianche possono farlo con minor offesa alla nostra gente che quelle di colore. Egli conosce il volere di questo paese e vede che il negro può far bene al paese più nelle piantagioni di cotone che nei campi.»

Lꞌ Avalanche sostenne anche la sua convinzione che la violenza avrebbe restaurato il vecchio ordine sociale:

(EN)

«The chief source of all our trouble being removed, we may confidently expect a restoration of the old order of things. The negro population will now do their duty ... Negro men and negro women are suddenly looking for work on country farms ... Thank heaven, the white race are once more rulers in Memphis.»

(IT)

«Essendo stata rimossa la fonte primaria di tutti i nostri guai, noi possiamo attenderci confidenti una restaurazione del vecchio ordine delle cose. La popolazione di colore ora farà il proprio dovere… Uomini e donne di colore stanno improvvisamente cercando lavoro nelle fattorie di campagna… Grazie al cielo, la razza bianca ha una volta di più governanti a Memphis.»

Risposte legali[modifica | modifica wikitesto]

Nessun procedimento penale ebbe luogo contro gli istigatori o i perpetratori dei disordini di Memphis. Il Procuratore Generale degli Stati Uniti, James Speed, sentenziò che le azioni giudiziarie per i disordini rientravano nella giurisdizione dello stato. Ma funzionari statali e locali rifiutarono di prendere provvedimenti e non fu convocato alcun Grand Jury.

Criticato a quel tempo per la sua inazione, il generale Stoneman fu indagato e infine discolpato da un comitato del Congresso. Egli disse di essere stato allꞌinizio riluttante a intervenire, poiché la gente di Memphis aveva detto che essi avrebbero potuto provvedere da soli. Egli necessitava di una comunicazione diretta e di una richiesta da parte del sindaco e del consiglio comunale. Il 3 maggio, quando gli chiesero il suo sostegno nel mettere insieme una forza, egli disse loro che non lo avrebbe permesso. Egli impose la legge marziale, rifiutò di permettere a gruppi di riunirsi e soppresse i disordini. Stoneman si trasferì in California, dove fu successivamente eletto governatore, rimanendo in carica dal 1883 al 1887.

Indagini del Freedmen's Bureau[modifica | modifica wikitesto]

I disordini di Memphis vennero indagati dal Freedmen's Bureau, con l'aiuto dell'esercito e dell'Ispettore Generale del Tennessee, che raccolse ꞌꞌaffidavitꞌꞌ da coloro che erano stati coinvolti.[22] In aggiunta, ci fu un'indagine e un rapporto da parte di un Comitato del Congresso, che giunse a Memphis il 22 maggio e intervistò 170 testimoni compreso Frances Thompson, raccogliendo dettagliate versioni orali sia da persone di colore che da bianchi.[23]

Effetti politici[modifica | modifica wikitesto]

I risultati dei disordini di Memphis e di simili incidenti (il Massacro di New Orleans nel luglio 1866) aumentarono il sostegno per una ricostruzione radicale. Rapporti sui disordini screditarono il Presidente Andrew Johnson, che proveniva dal Tennessee e ne era stato governatore militare sotto Lincoln. Il programma di Johnson della Ricostruzione Presidenziale fu bloccato e il Congresso si orientò sulla Ricostruzione Radicale.[2] I Radicali Repubblicani vinsero le elezioni congressionali del 1866, ottenendo una maggioranza a prova di veto a Washington. Di conseguenza, essi approvarono leggi-chiave, come i Reconstruction Acts, gli Enforcement Acts e il XIV emendamento che garantiva la cittadinanza, la pari protezione delle leggi e un giusto processo agli ex schiavi. Il cambiamento nel clima politico, catalizzato dalla risposta ai disordini razziali, alla fine fece sì che gli ex schiavi ottenessero pieni diritti di cittadinanza.[31][43]

Per l'Assemblea del Tennessee, i disordini misero in luce la mancanza di leggi di stato che definissero lo status degli schiavi liberati.[44]

Memphis[modifica | modifica wikitesto]

Molte persone di colore lasciarono definitivamente la città a causa dell'ambiente ostile. Il Freedmen's Bureau continuò a combattere per proteggere i residenti rimasti. Nel 1870 la popolazione di colore era diminuita di un quarto dal 1865, a circa 15000,[45] su un totale della popolazione cittadina di più di 40.000.[8]

La comunità di colore continuò a resistere; il 22 maggio 1866, i lavoratori dei dock sul fiume scioperarono e marciarono per ottenere paghe più alte (tutti gli scioperanti furono arrestati.) Dopo l'estate, i Sons of Ham, organizzazione fraterna di uomini di colore, tenne dimostrazioni per il diritto di voto alle persone di colore.[46] Essi lo ottennero nel XIX secolo, ma alla fine, vicino al ventesimo. Il Tennessee si unì agli altri stati del Sud nel creare barriere alla registrazione degli elettori e al voto, escludendo effettivamente gran parte delle persone di colore dal sistema politico per più di sei decenni.

Il parlamento statale prese il controllo delle forze di polizia della città.[20][47] Approvò una legge che rivide anche il sistema punitivo penale di Memphis, che entrò in effetto il 1º luglio 1866.[48]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Memphis Massacre - Memphis Massacre - The University of Memphis, su memphis.edu.
  2. ^ a b Zuczek, Richard (ed.). 2006. Encyclopedia of the Reconstruction Era: Memphis Riot (1866).
  3. ^ (EN) United States Congress, House Select Committee on the Memphis Riots, Memphis Riots and Massacres, 25 July 1866, Washington, DC: Government Printing Office (reprinted by Arno Press, Inc., 1969)
  4. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 243.
  5. ^ a b (EN) Waller, "Community, Class, and Race" (1984), p. 233.
  6. ^
    (EN)

    «The Memphis riot was a brutal episode in the ongoing struggle that continued well past the actual moment of emancipation to establish the boundaries around and possibilities for action by black people. The rioters asserted dominance over black people and attempted to establish limitations on black behavior. Where one cultural code had governed racial interaction under slavery, another, more appropriate to the new black status, had to be established after black people claimed their freedom.»

    (IT)

    «I disordini di Memphis furono un brutale episodio nella battaglia che continuava ben oltre l'effettivo momento dell'emancipazione per stabilire i confini intorno e le possibilità di agire da parte della gente di colore. I rivoltosi asserivano il dominio sul popolo di colore e tentavano di stabilire limiti al comportamento di quest'ultimo. Quando un codice culturale ha governato le interazioni razziali sotto lo schiavismo, un altro, più appropriato al nuovo ꞌꞌstatusꞌꞌ delle persone di colore, avrebbe dovuto essere stabilito dopo che le persone di colore avevano preteso la loro libertà.»

  7. ^ a b (EN) Ryan, "The Memphis Riots of 1866", 1977, p. 244.
  8. ^ a b c d Census of Population and Housing, su census.gov, United States Census Bureau. URL consultato il 3 ottobre 2014.
  9. ^
    (EN)

    «Once large numbers of black soldiers came to be stationed at members of their families began to settle there as well.»

    (IT)

    «Una volta che un gran numero di soldati di colore venne per sistemarsi a Memphis, i membri delle loro famiglie incominciarono a sistemarvisi anche loro.»

  10. ^ Black Codes, termine generico per indicare le leggi che governavano i diritti e i doveri degli afroamericani negli Stati Uniti d'America.
  11. ^ Direttamente da "Striking Resemblance" (1996), pp. 12–13.
  12. ^
    (EN)

    «"Major William Gray, one of Dudley's officers, remarked in September, that 'I am daily urged by influential persons in the city' to compel freedmen and women to accept plantation jobs.' Dudley's attitude regarding the status of freedmen is apparent in a letter that same month, in which he wrote 'worthless, idle, persons have no rights to claim the same benefits arising from their freedom that the industrious and honest are entitled to.' In October he ordered that the streets be patroled by soldiers from Fort Pickering to pick up 'vagrants' and force them to accept labor contracts with rural planters. To some, and especially to black people, this policy seemed akin to the reimposition of slavery."»

    (IT)

    «Il maggiore William Gray, uno degli ufficiali di Dudley, fece notare a settembre che "Io sono sollecitato quotidianamente da persone influenti della città ad obbligare gli ex schiavi e le ex schiave liberate ad accettare lavoro nelle piantagioni". L'atteggiamento di Dudley riguardante lo ꞌꞌstatusꞌꞌ di ex schiavo libero compare in una lettera dello stesso mese, nella quale egli scrisse "Persone prive di capacità, oziose, non hanno diritto di pretendere gli stessi benefici emergenti dalla loro libertà, cui hanno diritto gli onesti e industriosi." In ottobre egli ordinò che le vie fossero pattugliate da soldati del Forte Pickering per fermare i vagabondi e obbligarli ad accettare i contratti di lavoro dei piantatori rurali. Ad alcuni, specialmente alle persone di colore, questa politica pareva equivalente alla reimposizione dello schiavismo.»

  13. ^ Hardwick, "Your Old Father Abe Lincoln Is Dead And Damned" (1993), p. 116.
  14. ^ (EN) Marius Carriere, "An Irresponsible Press: Memphis Newspapers and the 1866 Riot", Tennessee Historical Quarterly 60(1):2, 2001
  15. ^ (EN) John Bordelon, "'Rebels to the Core:' Memphians under William T. Sherman," Rhodes Journal of Regional Studies 3:7, 2006
  16. ^ (EN) Barrington Walker, "'This is the White Man's Day:' The Irish, White Racial Identity, and the 1866 Memphis Riots," Left History, 5(2), 1998, p. 36
  17. ^ (EN) Congress (1866), Memphis Riots and Massacres, p.6
  18. ^ Il ꞌꞌbayouꞌꞌ è un ecosistema tipico del delta del Mississippi, in Louisiana.
  19. ^
    (EN)

    «"It was one of several neighborhoods in Memphis whose residents could have entertained reasonable hopes for social and economic mobility, but whose precarious position within the social structure made them most vulnerable to economic fluctuation. ... While the entire economy of Memphis suffered from the complete collapse of the cotton trade in the first year of the war, it was this new, economically precarious neighborhood which was most directly confronted in with the dramatic social and demographic changes which accompanied the capture of Memphis by Union forces on June 6, 1862»

    (IT)

    «Era una delle periferie di Memphis i cui residenti potevano aver nutrito ragionevoli speranze per una mobilità sociale ed economica, ma la loro posizione precaria nella struttura sociale li esponeva alle fluttuazioni economiche … Mentre tutta l'economia di Memphis soffriva per il completo collasso del commercio del cotone nel primo anno di guerra, fu questa nuova, economicamente precaria prossimità che si confrontò direttamente con i drammatici mutamenti sociali e demografici che accompagnarono la occupazione di Memphis da parte delle Forze dellꞌUnione il 6 giugno 1862»

  20. ^ a b c d Art Carden and Christopher J. Coyne, "An Unrighteous Piece of Business: A New Institutional Analysis of the Memphis Riot of 1866", Mercatus Center, George Mason University, July 2010, accesso 1º febbraio 2014
  21. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 245.
  22. ^ a b c d e f (EN) "Report of an investigation of the cause, origin, and results of the late riots in the city of Memphis made by Col. Charles F. Johnson, Inspector General States of Ky. And Tennessee and Major T. W. Gilbreth, A. D. C. To Maj. Genl. Howard, Commissioner Bureau R. F. & A. Lands", 22 May 1866, Freedmen's Bureau Online, website, accessed 31 January 2014
  23. ^ a b Congress (1866), Memphis Riots and Massacres, p.1
  24. ^
    (EN)

    «Such behavior on the part of black soldiers was fundamentally challenging to the Memphis police, who prior to the war had been charged with enforcing the local slave codes. The soldier's conduct was disorderly, but it was flagrantly so by comparison with the expectations of black public behavior under slavery.»

    (IT)

    «Tale comportamento da parte dei soldati di colore era fondamentalmente una sfida alla polizia di Memphis, che prima della guerra era stata incaricata di far rispettare le leggi locali sugli schiavi. La condotta dei soldati fu disordinata, ma essa fu palesemente così in confronto alle aspettative del comportamento pubblico delle persone di colore sotto lo schiavismo.»

  25. ^ Hardwick, Your Old Father Abe Lincoln Is Dead And Damned (1993), pp. 117–118.
  26. ^ Hardwick, "Your Old Father Abe Lincoln Is Dead And Damned" (1993), p. 119.
  27. ^

    «Tre uomini di colore in uniforme militare, camminando a sud del marciapiede, hanno incontrato quattro poliziotti che andavano nella direzione opposta. Gli uomini di colore cedettero il passo ai poliziotti, ma furono scambiate parole, le due parti si fermarono e vi furono battibecchi. Una delle persone di colore balzò nella strada fangosa, incespicò e cadde. Un poliziotto seguì, si scontrò con lui e cadde. Entrambi si rialzarono e tornarono sul marciapiede. Tutti gli uomini erano arrabbiati, bianchi e neri insultandosi gli uni con gli altri. Gli ufficiali estrassero i loro revolver.»

  28. ^
    (EN)

    «That very afternoon an incident in which black people fought against their tormentors provided an ominous foreshadowing of the next day's riots. Four Irish policemen and three or four former soldiers battled briefly with fists and bricks in the middle of Causey Street. After several minutes both parties separated, threatening each other with pistols and knives.»

    (IT)

    «Quel pomeriggio un incidente nel quale uomini di colore combatterono contro i loro tormentatori fornì un sinistro presagio per i successivi giorni di disordini. Quattro poliziotti irlandesi e tre ex soldati si scontrarono brevemente battendosi con pugni e mattoni nel centro di Causey Street. Dopo alcuni minuti entrambe le parti si separarono, minacciandosi l'un l'altra con pistole e coltelli.»

  29. ^
    (EN)

    «Finding the streets empty, the crowd divided into smaller bands. Some members, including Sheriff Winters, returned to their homes. Others, led by the city police, invaded the black community under pretext of seeking arms. Once inside the homes of the Negroes, the white men often robbed, beat or raped the inhabitants. They also ' ... commenced an indiscriminate slaughter of innocent, unoffending and helpeless negroes wherever found, and without regard to age, sex or condition; the crowd set fire to their houses and tried-to force the inmates to remain there until they should be consumed by flames, or, if they attempted to escape, shooting them as wild beasts.»

    (IT)

    «Trovando le strade vuote, la folla si divise in piccole bande. Alcuni partecipanti, compreso lo sceriffo Winters, tornarono alle loro case. Altri, guidati dalla polizia cittadina, invasero la comunità di colore con il pretesto di cercare armi. Una volta entrati nelle case delle persone di colore, i bianchi saccheggiarono, picchiarono o violentarono gli abitanti. Essi anche «… iniziarono un massacro indiscriminato di innocenti, inoffensivi e impotenti persone di colore ovunque li trovassero, senza riguardo per l'età, il sesso o la condizione; la folla appiccò fuoco alle loro case e tentarono di obbligare gli abitanti a rimanerci mentre le fiamme consumavano le case o, se essi tentavano di fuggire, sparavano loro come ad animali selvatici.»

  30. ^ a b
    (EN)

    «About ten o'clock Allyn's troops left South Memphis, and some time thereafter a larger "posse" arrived in the area. Finding no organized resistance, this new group split up into small groups to look for black soldiers. Under the pretext of searching for arms, and led by policemen and local community leaders, these men entered the homes of many black people, beating and killing the inhabitants, robbing them, and raping a number of black women.»

    (IT)

    «Verso le dieci le truppe di Allyn lasciarono il Sud di Memphis, e qualche tempo dopo un gruppo giunse nella zona. Non trovando una resistenza organizzata, il nuovo gruppo si divise in gruppi più piccoli per cercare soldati di colore. Con il pretesto della ricerca di armi, guidati da poliziotti e dai capi locali della comunità, questi uomini entrarono delle case di quelli di colore, bastonando e uccidendone gli abitanti, rapinandoli e violentando un numero di donne di colore.»

  31. ^ a b "Memphis Race Riot", Tennessee Encyclopedia
  32. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 248
  33. ^ Waller, "Community, Class, and Race" (1984), p. 237.
  34. ^
    (EN)

    «At the center of the riot, the intersection of the grocery-saloon keeper mentioned most often as leader operated his business. ... Many witnesses corroborated the fact that Pendergast and his two sons, Michael and Patrick, were the chief organizers and planners of the riot, that their grocery store was a sort of headquarters where rioters gathered to collect ammunition and make plans.»

    (IT)

    «Al centro dei disordini l'incrocio fra South e Causey Streets, il citato gestore della drogheria, molto spesso come capo, conduceva i suoi affari… Molti testimoni confermarono il fatto che Pendergast e i suoi due figli, Michael e Patrick, erano i capi organizzatori e pianificatori dei disordini, che la loro drogheria era una specie di quartier generale dove i fomentatori dei disordini si riunivano per raccogliere munizioni e fare dei piani.»

  35. ^ Congress (1866), Memphis Riots and Massacres, p.4
  36. ^ (EN) "The Memphis Riots", Harper's Weekly: A Journal of Civilization, 26 May 1866
  37. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), pp. 250–251.
  38. ^ Herbert Shapiro, White Violence and Black Response: From Reconstruction to Montgomery; University of Massachusetts Press, 1988; p. 7.
  39. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 249.
  40. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 250.
  41. ^ Waller, "Community, Class, and Race" (1984), p. 240.
  42. ^
    (EN)

    «It is clear, however, that while the rioters were very much concerned with disarming black people, they sought more fundamentally to subjugate the black community and especially community members with Union military connections.»

    (IT)

    «È chiaro, comunque, che mentre gli i rivoltosi erano molto interessati al disarmo delle persone di colore, essi cercavano fondamentalmente di soggiogare la comunità di colore e in particolare i membri di questa con collegamenti militari all'Unione.»

  43. ^ Ash, Massacre in Memphis (2013), p. 187.
  44. ^ (EN) Forehand, Striking Resemblance (1996), pp. 44–47.
  45. ^ Ryan, "The Memphis Riots of 1866" (1977), p. 254.
  46. ^ (EN) Ash, Massacre in Memphis (2013), pp. 184–185.
  47. ^ Bobby L. Lovett, "Memphis Riots: White Reaction to Blacks in Memphis, May 1865-July 1866", Tennessee Historical Quarterly 38: 9-33, 1979
  48. ^ Ash, Massacre in Memphis (2013), p. 185.

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