Discussione:Scudo fiscale

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BANCA ETICA[modifica wikitesto]

  • Proporrei di togliere la citazione di Banca Etica dal momento che non solo questa banca, ma numerosi istituti di credito di minori dimensioni si sono rifiutati di accogliere i capitali in rientro grazie allo scudo fiscale sia per motivi etici che per la mancanza di personale in grado di seguire con la necessaria professionalità le complesse operazioni. Deguef.
  • Per quanto riguarda il pericolo di riciclaggio si deve considerare il fatto che il rientro di capitali in contanti (la tipica operazione sospetta) deve essere segnalato alla frontiera alla GdF e quindi consente l'identificazione e la caduta dell'anonimato. Sarà possibile un implacabile monitoraggio successivo delle persone identificate da parte della GdF. Si deve aggiungere che la banca italiana, nel contesto della disciplina antiriciclaggio anche al fine di evitare sgradite sorprese, deve prudentemente verificare che vi sia stata un'operazione di prelievo dei contanti presso una banca estera presso la quale le somme erano depositate e che il nome di chi ha fatto il prelievo corrisponda a quello di chi attraversa la frontiera con il denaro. In tutti gli altri casi in cui possono sorgere ragionevoli sospetti di legami con il mondo della criminalità le banche debbono prudentemente rifiutare l'operazione e segnalare il caso alle autorità competenti.Deguef.
Ciao DeGuef, benvenuto. Ti invito a firmare i tuoi commenti, per rendere più agevole la comprensione della discussione, e a segnalare fonti riguardo a ciò che sostieni, così che tali affermazioni possano essere prese in considerazione. Cordialmente,--Dans (msg) 14:21, 24 ott 2009 (CEST)[rispondi]
  • Non appare la mia firma non per mia scelta di anonimato, ma per il semplice fatto che da qualche giorno non riesco a firmare con il meccanismo presiposto da wikipedia. Non ne comprendo il motivo. Per quanto riguarda poi il commento, si tratta di mie considerazioni personali collegate con la mia professione di consulenza. Grazie comunque per il suggerimento. In conclusione vorrei osservare che quest'operazione è stata strumentalizzata per fini politici. Si può disapprovare lo scudo fiscale , ma evitiamo di sperare che sia un insuccesso. Si può disapprovare la presenza militare italiana in Afganistan senza tifare per i talebani e per il successo delle loro imboscate contro i nostri soldati. De resto in passato vi sono stati altri esempi di decisioni politiche discutibili prese in stato di necessità come quella odierna sullo scudo. Pensiamo ad altri condoni e scudi fiscali, agli indulti, ai benefici a favore dei "collaboratori di giustizia", all'amnistia a favore dei responsabili della strage di Porzus. Infine il confronto con USA e Regno Unito non è del tutto appropriato perchè si riferisce a contesti assai diversi da quello italiano. In questi paesi l'elenco di cedimenti dello stato fatto in precedenza sarebbe improponibile. Le pene in carcere si scontano completamente, non si fanno condoni o sconti, la democrazia nel dopoguerra non è mai stata a rischio. Gli evasori fiscali finiscono in carcere. I responsabili della strage di Porzus invece che ricevere una pensione dallo stato sarebbero stati condannati alla pena capitale per tradimento. I coniugi Rosenberg sono stati giustiziati per colpe veniali, quasi trascurabili rispetto ai crimini impuniti italiani. Deguef.
Rispondo sulla tua pagina di discussione.--Dans (msg) 21:08, 26 ott 2009 (CET)[rispondi]
Le mie divagazioni servono a spiegare che gli autori dell'articolo di LA VOCE hanno giocato in modo scorretto riportando l'esempio americano. Un filo-Tremonti avrebbe potuto citare qualche altro paese dove gli esportatori di capitali non pagano il 5% e, forse, beneficiare di un premio. Deguef.
Please do, ma citando fonti.--Dans (msg) 20:01, 3 nov 2009 (CET)[rispondi]
Un attento esame della normativa fiscale vigente e delle situazioni concrete evidenzia la precarietà dell'anonimato previsto dallo scudo fiscale (v. A: CONTRINI, "Dove inciampa la corsa allo scudo fiscale", LA VOCE, 10.11.2009). Deguef.
Ciao Deguef, bentornato. Il testo cui fai riferimento è interessante e ottimo come fonte. Potresti introdurre un paragrafo relativo ai "rischi" di adesione allo scudo fiscale o simili, riassumendo i punti salienti del testo di Contrino. Cordialmente :) ,--Dans (msg) 19:50, 11 nov 2009 (CET)[rispondi]

SCUDO FISCALE E IMMIGRATI: UNA SCANDALOSA DIMENTICANZA

  • Sia l'Agenzia delle Entrate che la stampa hanno dimenticato di menzionare alcune categorie di persone fisiche che non rientrano nel cliché consueto degli esportatori di capitali e che sono collegati al fenomeno migratorio. In primo luogo gli italiani che lavorano all'estero (stagionali e frontalieri) alle dipendenze di datori di lavoro esteri e che vedono accreditati i loro salari/stipendi all'estero. Questi cittadini detengono talora parte dei loro risparmi all'estero, ma evidentemente non per scopo di evasione fiscale. Secondariamente vi sono lavoratori di origine straniera immigrati in Italia e con residenza e talora cittadinanza italiana (doppia cittadinanza). Queste persone al momento di lasciare il loro paese avevano spesso proprietà immobiliari, ma si sono dimenticate di farne denuncia nell'apposito quadro nella dichiarazione dei redditi. Gli stessi immigrati hanno inviato rimesse ai paesi di origine. I fondi sono stati investiti talora in immobili a loro intestati o mantenuti nei depositi bancari. Anche questi movimenti di capitale non sono stati dichiarati. Sarebbe forse opportuno che le autorità competenti od altri organismi fornissero assistenza agli immigrati per regolarizzare le loro posizioni. La ristrettezza dei tempi richiederebbe uno spostamento di almeno un bimestre nella data di scadenza del provvedimento, eventualmente con un aumento di 0,5% nell'imposta. In Italia ci sono circa 4,5 milioni di immigrati regolari con status di residenti ai quali si debbono aggiungere gli immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Molti di costoro forse qualche centinaio di migliaia di persone posseggono beni immobili nei paesi di provenienza e probabilmente pochi hanno compilato il quadro specifico nella dichiarazione annuale dei redditi. Da quest'anno, anche per stimolare l'adesione allo scudo, sono state previste sanzioni molto elevate per queste omissioni. Sono sbalordito nel costatare che nè il Ministero né la stampa (che tanto spazio ha riservato allo scudo fiscale) si siano resi conto del problema. Gli immigrati corrono, senza rendersene conto, gravi rischi e nessuno li avverte o offre loro assistenza per regolarizzare le loro posizioni di proprietari di beni all'estero non dichiarati. Siamo un curioso paese dove molti parlano di integrazione, ma pochi fanno veramente qualcosa. Deguef.
Ciao Deguef, come al solito c'è bisogno che tu citi fonti a supporto di ciò che sostieni. Wikipedia non può accettare opinioni personali nè ricerche originali. Cordialmente,--Dans (msg) 18:56, 20 nov 2009 (CET)[rispondi]

SCUDO FISCALE E IMMIGRATI[modifica wikitesto]

La fonte non la si trova certamente negli articoli di giornale, ma nel testo della legge: DL n. 78/2009., convertito in Legge n. 102. Tra i soggetti interessati ad avvalersi dell'emersione sono le persone fisiche residenti in Italia che detengono beni all'estero in volazione al monitoraggio fiscale, di cui al DL n. 167/90, non denunciati nel Quadro RW del Modello Unico PF. Rientrano quindi nel ruolo dei violatori delle norme tutti gli immigrati stranieri, con o senza cittadinanza italiana, purchè residenti in Italia che detengono all'estero proprietà immobiliari o strumenti finanziari di valore superiore ai 10.000 Euro.

Vi sono quindi compresi decine e forse centinaia di migliaia di stranieri che lavorano onestamente in Italia e che la banche italiane sembrano snobbare. Invece di ritirarsi sull'Aventino turandosi il naso, Banca Etica avrebbe potuto offrice la propria assistenza. Sarebbe stata una scelta encomiabile a favore di lavoratori stranieri che intendono regolarizzare la loro posizione fiscale avvalendosi dello scudo.

L'Agenzia delle entrate si è accorta della dimenticanza e, a partire dalla dichiarazione in corso, chiede agli immigrati residenti in Italia la compilazione del Quadro RW con l'indicazione dei beni posseduti all'estero e del loro valore. Ci sono centinaia di migliaia di immigrati che rientrano in quest'obbligo, ma molti non lo sanno e le CAF non danno assistenza in proposito e non inseriscono il citato quadro nel mod. 730 invitando il contribuente, quando lo domanda, a provvedere per proprio conto presentando una dichiarazione separata aggiuntiva. Insomma tutto serve a complicare le cose. Il risultato prevedibile sarà che il 90% degli immigrati poprietari di beni all'estero non sarà in regola.--Deguef (msg) 14:42, 14 mag 2010 (CEST)[rispondi]

obsolescenza[modifica wikitesto]

Voce da integrare in virtù dello scudo fiscale promosso dal governo Monti e tassato nel decreto legge 6 Dicembre 2011

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