Discussione:Rodovetro

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Ho letto con molto interesse la voce “Rodovetro” da lei inserita in Wikipedia.

Desidero segnalarle una piccola curiosità, che spero troverà interessante: la parola “rodovetro” è stata “inventata” negli anni’40 da Nino e Toni Pagot che in quel periodo stavano realizzando il primo lungometraggio italiano in technicolor “I Fratelli Dinamite”.

Il nome Rodovetro deve la sua origine all’aspetto di questo materiale, l’acetato di vinile è trasparente come il vetro, unito al nome della società che produceva questa plastica, la Rhodia.

Può trovare i riferimenti a questa informazione: in “ I Fratelli Dinamite una storia molto animata” a cura di Roberto della Torre e Marco Pagot, Editrice Il Castoro – ISBN 88-8033-302-X a pag 41 del libro

in “The art of Pagot” a cura di Fulvio Fiori e Marco Pagot – Edizioni BD – ISBN 978-88-6123-366-9

Mi permetto anche di evidenziare due piccole imprecisioni: - il disegno d’animazione veniva trasferito sul rodovetro ridisegnando lo stesso a mano con un pennello molto sottile (il procedimento prende il nome di lucidatura), - la ripresa del fotogramma (all’epoca dei rodovetri) veniva realizzata con una macchina da ripresa a passo 1, in grado cioè di scattare un fotogramma alla volta (come una macchina fotografica) impressionando però una pellicola cinematografica.

Anche i riferimenti a questi due particolari possono essere ugualmente rintracciati nei due summenzionati libri