Discussione:Rinnovamento Meiji

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Proporrei di modificare il nome della voce da "Restaurazione Meiji" a "Rinnovamento Meiji" in quanto più appropriato. --Nipposardo 10:20, 3 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Su ja.wiki dicono ishin (維新?), che mi pare si traduca meglio con "restaurazione"; dopotutto, anche se si trattò di un rinnovamento, quello che volevano gli ishin shishi era proprio una "restaurazione" del potere imperiale. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 23:49, 4 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Sebbene i movimenti del periodo Meiji puntassero sinceramente ad una restaurazione del potere imperiale, a mio avviso, non si può parlare di restaurazione ma di rinnovamento (escludendo a priori il termine rivoluzione) in quanto le riforme del periodo trasformarono la scena politica giapponese in qualcosa che non era mai esistito prima in questo paese. L'imperatore, pur rivalutato come figura simbolica, nonchè fortemente carismatica data la sua presunta discendenza sovrumana, non riacquistò mai potere effettivo come in alcuni periodo storici precedenti. Riguardo il termine 維新 ishin: 維 per "livellamento o pareggio", 新 per "nuovo"; il termine "rinnovamento" non discorderebbe con il significato dei due kanji sebbene il giapponese possa sempre presentare ambiguità in sede di traduzione. D'altra parte, come fa notare De Palma, è ormai opinione diffusa che il termine restaurazione è una traduzione letterale del termine inglese restoration (con tutte le ulteriori ambiguità che questo comporta), termine tradizionalmente usato per indicare queste riforme nei vecchi testi di storia del Giappone in lingua inglese. Proporrei di utilizzare Rinnovamento e segnalare come "altrimenti detta" restaurazione e rivoluzione. --Nipposardo 10:55, 5 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Mi piacerebbe conoscere il parere di qualcun altro sull'eventualità di modificare, per questi motivi, il nome della voce. --Nipposardo 20:49, 8 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Ok non ho sentito obiezioni per cui per le motivazioni sopraesposte mi accingo a cambiare il nome della voce. se non andasse bene potete disfar tutto. --Nipposardo 00:02, 29 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Se mi permettete l'obiezione la sollevo io. D'accordo con voi nel fare un ragionamento linguistico ma mi sembra appurato ormai che l'uso del termine "Restaurazione" sia universalmente riconosciuto e ampiamente usato da tutti gli yamatologi in italia (almeno per quanto ne so io) oltre che, come giustamente sostieni, in ogni traduzione di testi inglesi sul tema. Ne consegue che a mio modesto parere sarebbe il caso di uniformarsi alla dicitura corrente e se vogliamo "ufficiale".--Gianfrancesco Pomponazzi 11:49, 24 nov 2007 (CET)[rispondi]

Forse in un intervento precedente mi sono espresso male. 'Restaurazione' in questo caso non è, come ho scritto erroneamente sopra, una traduzione letterale dall'inglese 'restoration' ma un prestito adattato; il prestito a mio parere (ma anche di altri, vedi De Palma) ha comportato uno spostamento del campo del significato del termine italiano 'restaurazione' utilizzato in questo specifico caso. In italiano 'restaurazione' ha un significato del tutto diverso da ciò che avvenne in Giappone nel periodo Meiji, in quanto non venne restaurato o ricostruito nulla delle vecchie istituzioni, anzi ne vennero distrutte alcune e create altre nuove e originali, ed altre ancora furono mantenute per il loro mero significato simbolico (in realtà i restauratori ci furono eccome, Saigo in primis, ma la loro causa fu stroncata dai rinnovatori).Con questo ovviamente non dico che utilizzare 'restaurazione' sia proibito, in quanto molti altri storici ne affermano la possibilità di utilizzo anche per ragioni di "tradizione" storico-letteraria. Proporrei solo di mantenere 'restaurazione' nell'elenco "altrimenti detta" e 'rinnovamento' come titolo.--Nipposardo 12:45, 24 nov 2007 (CET)[rispondi]
Come ho già detto non sono contrario a livello del significato ma semplicemente dell'uso. Anzi in parte concordo con te, anche se in effetti si potrebbe affermare che seppure all'imperatore non fu mai restituito un'effettivo potere esecutivo, e che quindi in termini assoluti la sua posizione a livello politico non differì poi di molto da quella che era nel periodo feudale, la "restaurazione" del potere imperiale fu il tema alla base delle nuove riforme del periodo. Sostenuta a livello ideologico da molti intellettuali, anche nella scia del kokugaku e della legittimazione della religione shintō come religione ufficiale del Giappone. In sintesi come la maggior parte degli eventi politici anche questo si può analizzare su un duplice livello, e naturalmente dal punto di vista politico sembrerebbe erroneo parlare di restaurazione quando questa in effetti non ci fu, per le varie ragioni politiche e storiche più o meno note. Ma d'altro canto seppure in forma mutata e con una carica più simbolica che pragmatica la figura del tennō tornò ad essere centrale ed a rappresentare la nazione giapponese. E anche se il potere effettiva era detenuto dagli oligarchi della dieta almeno istituzionalmente il potere gli veniva conferito dall'imperatore.
Tuttavia la mia affermazione era relativa pittosto a un fatto di uniformità linguistica. A quanto ne so questa vicenda viene chiamata Restaurazione in tutti i testi di storia del giappone che conosco, nonchè indicata con questo termine in pressapoco ogni altra fonte. Quindi mi pareva logico mantenere la dicitura corrente e più usata in quanto se, senza voler esser vittima di umiltà esagerata, i più grandi storici del giappone in italia (cito a memoria: Gatti, Caroli, Zanier, Pischer e altri) usano questo termine mi pare si possa considerare legittimo.--Gianfrancesco Pomponazzi 14:20, 25 nov 2007 (CET)[rispondi]
La tradizione italiana è di chiamare questo evento "Restaurazione Meiji". Wikipedia non dovrebbe modificare le cose, ma solo esporle, perciò trovo sbagliato questo cambiamento. Inoltre credo che il significato originale sia quello di restaurazione, perché in Giappone, come e più che in tutto il mondo prima della presa del potere da parte dei "progressismi", era tabù pensare al progresso: ogni cambiamento era ritenuto male, gli dei avevano voluto il mondo in un certo modo e cambiarlo sarebbe stato empio. Perciò anche quando si voleva cambiare le cose, non si poteva dire: si doveva dire che si voleva restaurare un sistema precedente, che stato abusivamente stravolto dal presente che si voleva abolire. Non so se mi spiego. Perciò mi sembra che "rinnovamento" faccia capire ciò che è successo di fatto, ma non la cornice ideologica in cui lo si è dovuto descrivere. Lele giannoni (msg) 15:15, 28 mag 2013 (CEST)[rispondi]