Discussione:Reginella (personaggio)

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Voce riscritta[modifica wikitesto]

Ho rifatta la voce da capo, ampliandola un bel po'. La vecchia versione conteneva anche alcune inesattezze.

--Yupa 20:05, Apr 25, 2005 (CEST)

bellissima, ma è un po' poco enciclopedica[modifica wikitesto]

Il subject l'ho preso da questo messaggio di Indy risalente al 2007... si riferiva a questa versione... da allora nessuno ha raccolto la sfida, se non di poco... . Ero ingenuo e pensavo bastasse chiedere... Inizio a farlo io, anche se adesso ho poco tempo. Intanto sposto qui la parte POV. --KingFanelfanelia 14:09, 29 apr 2009 (CEST)[rispondi]

Paragrafo "Commento" POV senza fonti

La vicenda di Paperino e Reginella presenta dei topoi classici delle storie sceneggiate da Rodolfo Cimino: il viaggio di Paperino in una realtà aliena dove un popolo vive in una utopia armonica tra governati e governanti e tra tecnologia e natura. Le qualità migliori del protagonista lo portano a integrarsi e a venir valorizzato dai suoi ospiti, mentre quelle deteriori, o comunque una qualche incompatibilità, lo costringono a un ritorno, quasi sempre mai felice, nel mondo reale.

Il popolo di Reginella, ignaro della violenza fisica e brutale, doma la devianza sociale e i soprusi tramite la "disapprovazione collettiva", a volte rappresentato come un semplice sentimento di ostilità da parte della massa contro il singolo violento, a volte, invece, come un vero e proprio potere mentale superiore, il cui fulcro è costituito da Reginella. C'è da chiedersi quanto tale disapprovazione collettiva non sia altrettanto violenta, nel suo potere coattivo, di quella fisica. Altrettanto perplessi si può rimanere di fronte al ruolo di Reginella, quello di sovrana quasi sacra, potere regale che ottiene la propria legittimazione dalla massa in virtù di un legame collettivo. In tal senso, dunque, l'utopia tratteggiata da Cimino, vive di una tensione al tempo stesso progressiva a conservatrice. In tal senso può anche essere letta la presenza della tecnologia: avanzatissima e dominante nelle prime due storie, passa decisamente in secondo piano nelle ultime tre, dove il popolo di Reginella viene mostrato come essenzialmente agricolo.

Le tre storie, più le ultime due, sono pubblicate lungo un arco di tempo di vent'anni. Ciò comporta notevoli variazioni, sia testuali che grafiche. Anzi, più grafiche che testuali, tanto che le quattro storie italiane della saga di Reginella sono un ottimo esempio dell'evoluzione grafica di Cavazzano come disegnatore disneyano. La prima storia presenta ancora un tratto sottile, lievemente dinamico, con figure già prossime ad allugarsi ma ancora legate al modello del maestro, Romano Scarpa, e fondali essenziali, privi di troppi dettagli. La seconda storia, invece, è da porre verso il periodo di maggior sperimentazione del disegnatore: un'inchiostratura a tratti marcati, inquadrature dinamiche, personaggi spesso esagitati nella mimica, oggettistica bizzarra e dettagliata. La terza storia appartiene al cosiddetto periodo della maturità: il disegno è tondeggiante, morbido, chiarissimo, equilibrato nell'alternanza tra dettaglio e stilizzazione. Stesso discorso vale per i testi, ancora leggermente ingenui nella prima storia, raggiungono il loro meglio nella terza. Da notare alcune incongruenze: ad esempio, se nella prima storia il mondo d'origine di Reginella ha il buffo nome di Coccuzolandia, pianeta dalla inconsueta forma bislunga, nella seconda non viene nominato, e nella terza è ribattezzato Pacificus, tornando inoltre a una più ovvia forma sferica.

Un discorso a parte merita la quarta storia. Debole nei contenuti, nella sceneggiatura, affrettata nella conclusione, povera nel disegno, assai privo di incisività. Non convince in particolare il coinvolgimento di Paperone in quella che, sino ad allora, era stata una questione privata del solo Paperino. Un Paperone, inoltre, fuori di ruolo, sin troppo morbido nell'elargire al nipote del suo denaro (20.000$!), e sin troppo disinteressato nel possibile sfruttamento economico del pianeta alieno. Non sarebbe dunque del tutto sconsiderato pensare come apocrifa questa quarta storia.

Eppure ci sono lettori che trovano in questa storia la perfetta conclusione della saga. Il richiamo all'ideologia consumistica offre uno sfondo allo stesso tempo classico, accessibile a tutti, ma pone la storia ad un livello moraleggiante e maturo. L'intervento di un estremamente inconsueto Paperone sigilla il fatto di trovarci davanti ad una storia veramente speciale: discostarsi dallo stereotipo produce infatti sempre un effetto di straniamento, che se non è facile sfruttare, consente ai maestri di produrre dei piccoli capolavori. Il finale non sembra nemmeno Disney: un dubbio lieto fine, con una debole speranza sancita nuovamente dall'unione di Paperino e Paperone davanti ad un vero problema di cuore (non dimentichiamoci di Doretta Doremì e Brigitta).

La decadenza della saga conosce il suo culmine tuttavia con la quinta storia, in cui, oltre alla sceneggiatura frettolosa e priva della fresca originalità dei primi tre episodî, si nota il maldestro tentativo di Pujadas di richiamare nel tratto Cavazzano, risultante in figure inespressive ed eccessivamente statiche. Si conferma inoltre l'assurdo ruolo di Paperone consolatore/pigmalione del nipote.

Anche la caratterizzazione grafica di Reginella evolve lungo le prime tre storie (rimanendo stabile tra la terza e la quarta). Appena abbozzata all'inizio, già ha una sua forte presenza nella seconda. L'apice, tuttavia, è raggiunto nella terza. Gli occhioni grandi e sinceri, il sorriso piccolo e candido, l'aspetto minuto, i capelli corti, fanno di Reginella un sorprendente esempio di kawaii in versione disneyana.

Senza rivalità[modifica wikitesto]

Nelle storie, probabilmente, nonostante Reginella è amica amorosa di Paperino, Paperina sembra avere una rivalità per lei, ma non accadono mai affatto nelle storie, dove cui Paperina non c'è. 19:38, 2 mag 2011 (CEST)

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