Discussione:Rajiv Gandhi

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"Tel Aviv, allora, gettò la spada sulla bilancia: se Saddam ci manda un altro Scud rispondiamo con le armi nucleari. Quella era una minaccia seria, e gli USA non avevano argomentazioni né mezzi da opporre – salvo la forza – opzione ovviamente improponibile. “USA ed URSS unite nella lotta” invece ha funzionato a lungo, più di quello che si creda. Si fa avanti Rajiv Ghandi – premier indiano (vicino a Mosca) – ed afferma candidamente che i missili indiani sono in grado di “ombreggiare” Israele, termine tecnico per chiarire che l’India potrebbe rispondere al lancio di un’atomica su Baghdad con un’altra su Tel Aviv. Fine della storia, salvo per un piccolo particolare: Rajiv Ghandi viene assassinato pochi mesi dopo da un estremista Sikh, con una corona di fiori imbottita d’esplosivo."[1]

Assassinio di Rajiv[modifica wikitesto]

Che l'assassinio di Rajiv Gandhi venne perpetrato da un estremista sikh può sembrare un'opzione plausibile: la madre Indira fu uccisa dalla sua scorta sikh per essersi mossa in armi contro Il Tempio d'Oro di Amristar, e quindi per aver profanato il luogo sacro del sikhismo. Rajiv Gandhi si era macchiato della stessa colpa con l'operazione "Tuono Nero" nel 1988. Ma una serie di circostanze susseguitesi dopo la sua morte, e la natura stessa dell'attentato, non sembrano lasciar dubbi che la responsabilità del crimine sia da attribuirsi all' LTTE ( Tigri per la Liberazione dell' Eelam Tamil). Meno chiara risulta la logica dell'attentato.