Discussione:Israele/Archivio 3

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Origine del nome[modifica wikitesto]

Una richiesta di modifica che mi sembra assai neutra. La correlazione mostrata nella prima parte tra il nome Israele in caratteri ebraici (ישראל), e quello di Giacobbe come Uomo che vide Dio ( יש ראה אל) mi sembra tanto evidente da giustificare la rimozione dell'avviso citazione necessaria. E magari si potrebbe anche cambiare la seconda grafia con quella che mostro qui sopra, di cui Israel è una contrazione. Grazie.--Ub Bla bla 22:57, 9 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Posso procedere senz'altro a rimuovere la richiesta di citazione (se l'avessi notata prima l'avrei tolta direttamente), ma non sono sicuro di aver capito esattamente quale sostituzione di caratteri suggerisci. Per cortesia me la metti nella forma esistente--->nuovo ? Grazie. --Piero Montesacro 23:38, 9 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Modifiche e aggiunte[modifica wikitesto]

Avrei voluto fare un discorso quanto più possibile completo e organico, ma alla mia domanda se sia lecito a me correggere quello che io medesima ho scritto non si risponde. Quindi elenco qui di seguito alcune delle aggiunte e delle correzioni, che io avrei inserito nel discorso iniziatoIlCarro

Matrimoni in Israele[modifica wikitesto]

Mi correggo. Quanto ho scritto sui matrimoni fra religioni non è rilevante per ciò di cui qui ci occupiamo, alias lo stato di Israele, perché quel che conta non sono le leggi delle varie comunità religiose, ma la legge israeliana. Per la legge israeliana, gli ebrei non possono, in Israele, sposare chi è di altra religione, o non ha una religione. Possono sposarsi all'estero, il che è molto più costoso che farlo in Israele; o non sposarsi affatto. Vedere cosa scrivono ebrei del centro israeliano Reformed ((EN) [1]), nel paragrafo dal titolo Free Choice of Spouse, in (EN) {{| http://www.ohchr.org/english/bodies/cerd/docs/ngos/cerd69_irac.doc | Non Governmental (Shadow) Report submitted by The Israel Religious Action Center (IRAC) Regarding Israel's consolidated tenth, eleventh, twelfth, and thirteenth periodic report to the UN Committee on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination (CERD) July 2006 | accesso=11 - 08 - 2007}}
È in via di approvazione in Israele una normativa per i 'gentili', alias coloro che il rabbinato ortodosso considera non ebrei, che desiderino sposarsi fra loro; questi non possono, in Israele, sposare coloro che il rabbinato ortodosso considera ebrei/e. È destinata a quegli immigrati dall'ex Unione Sovietica, che hanno usufruito della legge israeliana 'del Ritorno' ma che, per il rabbinato, non sono ebrei (EN) [2], (EN) [3] (EN) [4]IlCarro


Divieto di convivere, anche in caso di matrimonio, con palestinesi dei Territori Occupati[modifica wikitesto]

Qui, come in altri casi, Israele presenta all'opinione pubblica mondiale i suoi problemi come problemi 'di sicurezza', mentre le sue principali preoccupazioni sono in realtà demografiche: ridurre la percentuale di 'arabi' nello stato degli ebrei (EN) [5], (EN) [6]. Questo, nelle parole stesse dei suoi rappresentanti.

«Questo fenomeno non è qualcosa di innocente, ma un tentativo di porre in atto il cosiddetto diritto al ritorno dalla porta di servizio. ... Chiaramente, vi è un desiderio di cambiare in modo significativo il carattere dello stato in molte maniere.... Lo stato di Israele è uno stato ebraico democratico... che ha chiaramente il diritto di proteggersi e di preservare il proprio carattere di stato ebraico, come lo stato del popolo ebraico....»

Circa un anno dopo:

«A quell'epoca fu presa la decisione, che per ora sarebbe cessata l'unificazione famigliare, perché sentivamo che sarebbe stata sfruttata per ottenere un diritto strisciante al ritorno.... Vale a dire, decine di migliaia di arabi palestinesi stanno entrando nello stato di Israele.»

Dal 2005, questa legge è stata parzialmente attenuata: ora le palestinesi sopra i 25 anni di età, ed i palestinesi sopra i 35, possono chiedere il permesso di risiedere temporaneamente con il/la coniuge, in Israele o a Gerusalemme Est. La procedura tuttavia riguarda persone di età superiore a quella in cui i palestinesi normalmente si sposano (20 anni di età per le donne, 25 per gli uomini: (EN) [7]), è molto costosa, dura in media 5 anni ed è di risultato incerto; vedere (EN) {{| http://www.ochaopt.org/documents/Pages1-23_Jerusalem_30July2007.pdf | The Humanitarian Impact of the West Bank Barrier on Palestinian Communities - East Jerusalem | accesso=12 - 08 - 2007}}, p. 23.IlCarro

Gerusalemme[modifica wikitesto]

Gerusalemme è un po' un caso-test, stante che per la legge israeliana è una città 'unita' (EN) [8]. Di fatto, le discriminazioni, fra Gerusalemme Est e la parte Ovest, saltano agli occhi anche del comune turista; questo malgrado che le medesime tasse siano imposte indifferentemente ai israeliani della parte Ovest e ai palestinesi della parte Est (EN) [9]. Nel '67 Israele annesse, oltre a Gerusalemme Est, i 28 villaggi circonvicini. Ai palestinesi che li abitavano fu confiscata la terra : il 35% di questa fu adoperata per costruire colonie per ebrei, il 14% per le strade per i coloni. A Gerusalemme Est vige la legge israeliana, sebbene Israele non dichiari di aver 'annesso' la città (EN) {{| http://www.afsc.org/israel-palestine/learn/East-Jerusalem.pdf | East Jerusalem and the Politics of Occupation | accesso=05 - 08 - 2007}} (AFSC = American Friends Service Committee: 'Friends' sono i quaccheri) (chiedo nuovamente scusa, e aiuto: il link sopra ha dei problemi, lo utilizzo anche in seguito, e non so da che parte cominciare)
Dal '67, non è più stato costruito un quartiere per i palestinesi: buona parte dei terreni sono stati classificati come 'zona verde', su cui è vietato costruire (a meno a che la zona non venga poi assegnata alla costruzione di una colonia, nel qual caso le restrizioni sono per qualche motivo misterioso annullate). Ai palestinesi le licenze di costruzione sono rilasciate con il contagocce. Questi, per avere un tetto sulla testa, costruiscono senza licenza - e vivono con la spada di Damocle della minaccia di demolizione (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 71-95
Scopo del gioco è mantenere la percentuale di arabi e di ebrei pari a quella che è ora (70:30). La percentuale di palestinesi tende invece a salire - un po' per le minacce israeliane di confiscare la carta di identità di Gerusalemme a chi vive in Cisgiordania, un po' perché Gerusalemme è il polmone economico della Cisgiordania medesima, un po' perché i posti di blocco, e ora il Muro, rendono molto difficoltosi gli spostamenti da e per la Ci(EN) {{| http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3426237,00.html | New Interior Minister: Bring only Jews to Israel | accesso=05 - 08 - 2007}}sgiordania; vedi (EN) {{| http://www.imemc.org/article/20759 | The Israeli Master Plan: Jerusalem 2000 | accesso=12 - 08 - 2007}}, (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 58-60, 156-157, (EN) [10]
- Le infrazioni registrate, per quanto riguarda i permessi edilizi, sono 3-4 volte superiori a Gerusalemme Ovest che a Gerusalemme Est. Le demolizioni sono 3-8 volte (a seconda degli anni) superiori a Gerusalemme Est che a Gerusalemme Ovest (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 33-34
È stato classificato come area edificabile solo il 37% del territorio di Gerusalemme Est . Oltre a ciò, è permesso costruire solo sul 35-75% di questo 37%, mentre a Gerusalemme Ovest si costruisce sul 100% delle aree edificabili (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 37-40
Uno dei motivi per cui non è permesso costruire è la mancanza di infrastrutture (acqua, fognature, strade). Sciaguratamente, la municipalità non investe a Gerusalemme Est - un po' perché non riceve i fondi dal governo, un po' perché al consiglio comunale di Gerusalemme la maggioranza è degli haredim (= ebrei ultraortodossi) di destra, che vogliono giudaizzare la parte araba della città (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 42-43 e 67-70. Un altro motivo è costituito dai requisiti burocratici, spesso difficili da raggiungere, considerando come è la documentazione giordana sui terreni (dato che Gerusalemme Est fino al '67 era sotto il controllo giordano), e che lo stato di Israele ha evitato di registrare la proprietà dei terreni medesimi dal '67 in poi. Uno ulteriore sono il tempo necessario, ed il costo, per far fronte alla procedura di ottenere il permesso edilizio; per una casa di 200 metri quadri, si pagano più di 109.000 shekel (un euro vale attualmente circa 5,9 shekel). Gli israeliani di Gerusalemme Ovest devono pagare tasse consimili, con la differenze che le case nella zona Ovest sono plurifamiliari, monofamiliari a Est, e che quindi il costo ricade su una famiglia sola, e che il livello economico è molto diverso da una parte e dall'altra della città, stante che a Gerusalemme Est il 70% degli abitanti vive sotto il livello di povertà. In più, la municipalità blocca i permessi edilizi perché non ha ancora deciso dove far passare la circonvallazione est, e dove la 'barriera di separazione' (che include non solo il Muro, ma il terreno da una parte e dall'altra del medesimo) (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 42-56.
A Silwan, fuori dalla Città Vecchia, ai palestinesi è proibito costruire (altrimenti 'danneggerebbero la zona archeologica, la "città di Davide"'); ai coloni ebrei, che evidentemente non rischiano di danneggiare alcunché, è permesso. Così i coloni ultrareligiosi di Ateret Cohanim hanno costruito una mostruosità alta 7 piani, priva di autorizzazione comunale e senza pagare le tasse, senza che l'autorità 'se ne accorgesse' (EN) [11] - il tutto mentre distruggeva decine di case palestinesi, 'perché prive di licenza edilizia' (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 177-179
Esito di queste misure è che, nel '99, la densità della popolazione ebraica a Gerusalemme era di 1 persona per stanza; della popolazione palestinese, di 1,8 persone per stanza. Fra il '67 e il 2001, a Gerusalemme sono state costruite 80.800 unità abitative per ebrei, 19.900 per palestinesi. Nel decennio fra l'80 e il '90, sono state costruite circa 3.000 unità abitative/anno nel settore israeliano, 350/anno nel settore palestinese. Le case per palestinesi hanno in linea di massima 2 piani, quelle per israeliani possono arrivare a 8
Dal '67, non è stato costruito alcun quartiere nuovo per i palestinesi, a Gerusalemme. I palestinesi pagano il 26% delle tasse e ricevono il 5% dei servizi. Su terra confiscata ai palestinesi, dal '67 sono state costruite 33.000 case per ebrei (EN) {{| http://www.afsc.org/israel-palestine/learn/East-Jerusalem.pdf | East Jerusalem and the Politics of Occupation | accesso=12 - 08 - 2007}}
Lo scopo di queste misure è di mantenere la maggioranza ebraica nella città (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 60-62. Per lo stato di Israele, le costruzioni palestinesi illegali minacciano la sovranità ebraica su Gerusalemme. Una costruzione ebraica illegale è considerata una mera infrazione amministrativa, una illegale palestinese, invece, una minaccia strategica (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 96-97, 155, 169-172, 174-175
Sul totale degli abitanti di Gerusalemme, quelli della parte Est della città sono il 33%. Il budget loro destinato, a seconda di come lo si valuta, è lo 8,5-11,75% del totale. Pro capite, Gerusalemme spende più di 4 volte tanto per gli abitanti ebrei che per quelli palestinesi (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 110-112
Sul totale della città, a Gerusalemme Est ci sono: il 6% dei campi sportivi e delle palestre (0 piscine, mentre ce ne sono 36 nella parte Ovest); 3 biblioteche comunali (36 nella parte Ovest); 5 centri per la maternità e l'infanzia (32 nella parte Ovest), con il risultato che ogni centro di Gerusalemme Est deve occuparsi di quasi 4 bambini, dove a Gerusalemme ovest si occupa di 1; un contenitore per le immondizie ogni 5.641 abitanti (ogni 39, nella parte Ovest); un camion per le immondizie ogni 4.489 abitanti (ogni 185, nella parte Ovest); 0.9% delle aree verdi
Nel '96, Benvenisti, vicesindaco quando sindaco era Kollek, riscontrò che la municipalità investiva 6 volte tanto per gli abitanti ebrei che per quelli palestinesi della città (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 119-136
Malgrado le peggiori condizioni socioeconomiche, i palestinesi di Gerusalemme Est pagano la tassa detta Arnona (simile alla nostra ICI) più fedelmente degli haredim, che sono pure una popolazione povera e antisionista. Ma gli haredim non corrono i rischi dei palestinesi, se non pagano le tasse (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 137-139, 175, (EN) [12] (anche questo link purtroppo funziona male)
Il 24% dei dipendenti comunali, a Gerusalemme, sono palestinesi. Il comune distingue i dipendenti in 'ebrei' e 'non ebrei'. Tolti insegnanti, assistenti sociali ed infermieri/e (che per la maggior parte non sono palestinesi conquistati nel '67, ma palestinesi cittadini israeliani, alias, secondo la dizione di Israele, arabi israeliani), lo 85% dei dipendenti non ebrei svolge puramente funzioni di manovalanza. I direttori generali sono 3 (tutti ebrei); i capi dipartimento 35 (tutti ebrei); i supervisori 50 (tutti ebrei); i funzionari subordinati 100 (97 ebrei). In pratica non vi sono palestinesi che si occupino della popolazione ebraica della città (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 143-149.
A mettere insieme il progetto pilota per il 2020 sono stati 39 professionisti e 31 appartenenti ae un comitato. Di questi 70, uno solo era palestinese. I dipendenti comunali palestinesi, quindi, non possono occuparsi della popolazione ebraica; ma gli ebrei israeliani 'sanno perfettamente' ciò che è bene per i palestinesi (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 153-154IlCarro


Liberissimo/a di modificare quanto tu stesso/a hai scritto qui (visto che siamo sulla pagina di discussione...), magari con l'opportuno accorgimento di firmare i contributi e segnalare che si tratta di una "nuova" stesura (purtroppo gira e rigira si tratta delle stesse teorie). --SicilGolem 20:33, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Già, scusate, avevo dimenticato di firmare. Che sia una nuova stesura, ampliata, mi sembrava di averlo scritto (sotto "Modifiche e aggiunte")IlCarro 20:59, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Perciò posso archiviare i contributi, ivi compresi i tuoi, più "vecchi"? --SicilGolem 21:57, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Non sono per nulla d'accordo sull'opinione di SicilGolem che chiunque sia "Liberissimo/a di modificare quanto tu stesso/a hai scritto qui (visto che siamo sulla pagina di discussione...)" anche e sopratutto se si edita, come sta accadendo, senza usare il tag strike per segnare le modifiche apportate e senza firmare ogni singola modifica significativa (non sto parlando certo di spostare virgole o correggere errori di ortografia) apportata. Questo per la semplice ragione che tali modifiche alterano la successione cronologica degli interventi e ne fanno perdere la sincronizzazione con quella logica, potendo portare a paradossi e malintesi anche gravi, come accadrebbe senz'altro nel caso in cui fosse modificata la natura di una domanda cui si è già data una risposta, facendo perdere (anche involontariamente) il senso della risposta stessa. --Piero Montesacro 20:23, 26 ago 2007 (CEST)[rispondi]
In realtà devo essermi espresso male: intendevo riferirmi alla possibilità di proporre una diversa formulazione nella forma di un nuovo e diverso post, non intervenendo sull'esistente (avevo capito, forse erroneamente, che IlCarro intendesse procedere in questo senso). Naturalmente firmando i propri contributi ed organizzandoli in maniera idonea a riprendere l'ordine della pagina e permettere agli altri utenti di replicare. Anche per questo ritorno sull'opportunità di un'ampia archiviazione, per lo meno sulla parte ormai "fredda" di discussione, a beneficio di tutti. --SicilGolem 18:11, 27 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Demografie e problemi correlati[modifica wikitesto]

Dato che il problema n. 1 è "come mantenere la maggioranza ebraica?", va da sé che occorre che i palestinesi (per lo meno quelli che non sono cittadini di Israele), facciano parte di un conteggio diverso da quello degli israeliani (EN) {{| http://www.bintjbeil.com/articles/en/020628_galili.html | A Jewish Demographic State | accesso=12 - 08 - 2007}} (quest'ultimo link funziona male. L'articolo di Lili Galili, era stato pubblicato su Haaretz il 28 giugno 2002). Nel marzo del 2005, Michael Brown, Ali Abunimah, e Nigel Parry, di The Electronic Intifada, facendo riferimento ai dati del Dipartimento di Stato USA (EN) {{| http://www.state.gov/g/drl/rls/hrrpt/2004/41723.htm | U.S. Department of State. Israel and the occupied territories - Country Reports on Human Rights Practices - 2004 | accesso=12 - 08 - 2007}} (scusate: il link funziona poco, ma, copiando il titolo su un motore di ricerca funzionante, il testo si trova), hanno riferito che, contando gli abitanti fra il Mediterraneo al Giordano, la maggioranza ebraica non c'era già più
Israele:

«La popolazione del Paese consiste di circa 6.800.000 abitanti, di cui 5.200.000 ebrei, 1.300.000 arabi, e circa 290.000, che fanno parte di altre minoranze.»

Territori Occupati:

«Nella Striscia di Gaza, la popolazione era pari approssimativamente a 1.400.000 persone, in Cisgiordania (esclusa Gerusalemme Est) a circa 2.400.000, e a Gerusalemme Est a circa 414.518, di cui 177.333 israeliani.»

Tirando le somme: gli ebrei israeliani (classificando come 'ebrei' anche i cristiani ortodossi russi che sono diventati cittadini israeliani grazie alla 'Legge del Ritorno'), erano, nel 2004, 5.200.000 (il numero include i coloni nei Territori Occupati). Abitanti palestinesi di Gaza, Cisgiordania, Gerusalemme Est, sommati a 1.300.000 'arabi israeliani', = 5.300.000 abbondanti (EN) [13]
Diversi commentatori, sia fra chi si oppone che fra chi sostiene il governo israeliano, riferiscono che è questo il motivo per cui Sharon ha ritirato i coloni dalla Striscia di Gaza: se lo stato di Israele riesce a far classificare come 'non più occupata' la Striscia, gli abitanti di Gaza 'non contano più' (EN) [14], (EN) {{| http://www.guardian.co.uk/israel/Story/0,2763,1549897,00.html | Disengagement and ethnic cleansing | accesso=12 - 08 - 2007}} (il link funziona male - è l'articolo di Daphna Baram, pubblicato su il Guardian del 16 agosto 2005), (EN) [15] (articolo di Yossi Alpher), (EN) [16], (EN) [17], (EN) [18] (sotto Israel's demographic and democratic reality)
(Va detto che, per il braccio destro di Sharon, Dov Weisglass, il motivo è stato invece un altro: quello di mettere "in formaldeide" il "processo di pace" (EN) {{| http://www.fromoccupiedpalestine.org/node/1433 | The big freeze | accesso=12 - 08 - 2007}}) (anche quest'ultimo link funziona male - l'intervista, di Ari Shavit, era stata pubblicata su Haaretz Magazine, li 8 ottobre 2004), (EN) [19]
I sionisti più a destra, che si sono opposti al ritiro da Gaza, hanno presentato dati diversi, per quanto riguarda i palestinesi - che, a loro parere, sono in numero minore da quanto riferito dai demografi israeliani Sofer e Della Pergola (EN) {{| http://www.aidrg.com/shahar.htm | Haaretz: June 7, 2005 - Demographically correct | accesso=12 - 08 - 2007}}, (EN) {{| http://www.peacenow.org/mepr.asp?rid=&cid=186 | Middle East Peace Reports: January 17, 2005 | accesso=12 - 08 - 2007}} (nel paragrafo che inizia con Science Fiction). Questo di per sé sposterebbe il problema solo un poco più avanti nel tempo, stante la maggior fertilità delle donne palestinesi rispetto a quellea delle israeliane classificate come ebree (EN) [20], (EN) [21]. Altri sionisti molto di destra, che fanno proprie le preoccupazioni demografiche dei sionisti tipo Sofer, proclamano invece che i palestinesi vadano deportati altrove, perché 'la terra di Israele', dal Mediterraneo al Giordano, sia solo per gli ebrei. Questo è il programma ufficiale del partito israeliano Moledet (= Patria), che propone ufficialmente il 'transfer' (EN) {{| http://www.moledet.org.il/english/ | Moledet | accesso=12 - 08 - 2007}}, (EN) [22]; il programma di Yisrael Beitenu è molto simile (EN) [23], (EN) [24]. Sono partiti che fanno parte dell'attuale governo israeliano (EN) [25] (vedere sotto Elections/Politics)
Il razzismo insito nelle preoccupazioni demografiche, che riportano a quelle di re Faraone (ben note agli ebrei, che le ricordano annualmente celebrando il seder di Pessach),

«Allora si elevò sull'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: "Vedete che il popolo d'Israele è più numeroso e potente di noi. Orsù regoliamoci con scaltrezza nei suoi riguardi, perché moltiplicandosi potrebbe avvenire che in caso di guerre si unisse ai nostri nemici, combattesse contro di noi (...)".»

è stato messo in luce anche sui quotidiani più diffusi in Israele (EN) [26], (EN) [27]IlCarro 20:59, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Acqua e demografie[modifica wikitesto]

Importando sempre più abitanti, per vincere la 'guerra demografica' contro 'gli arabi', Israele deve dar loro un qualità di vita, e quindi acqua, in quantità 'europee' (vedere (EN) {{| http://www.jewishmediaresources.com/article/11/ | New Demographic Time Bomb | accesso=16 - 08 - 2007}} - articolo fornito per informazione, non perché io abbia una minima comunanza di vedute con chi l'ha scritto). Altrimenti gli immigrati re-emigrano ((EN) {{| http://stlouis.ujcfedweb.org/page.html?ArticleID=144274 | Emigration from Israel exceeds immigration, report | accesso=16 - 08 - 2007}}), lasciando Israele al punto di partenza. Che questi immigrati siano o no ebrei, poco importa. Possono pure essere nazisti (EN) [28]. Requisito essenziale è che non siano arabi (EN) [29], (EN) [30] (o, se lo sono, come gli ebrei provenienti dai Paesi arabi, si facciano classificare come ebrei e non come arabi). La discriminazione, in altre parole, è più per 'razza' che per religione. Avendo bisogno di acqua, Israele la prende dove c'è: in Cisgiordania. L'israeliano medio ha a disposizione 5,5 volte più acqua del palestinese medio: il primo gode di 330 litri al giorno, il secondo di 60 (per l'ONU, la quantità minima a testa è di 100 litri/dì). La ditta israeliana che fornisce l'acqua, la Mekorot, d'estate riduce inoltre la quantità fornita ai palestinesi, considerando prioritario rifornire Israele e le colonie.

«La politica israeliana riguardante il rifornimento idrico in Cisgiordania è illegale, e discriminatoria per motivi razziali. Viola in modo flagrante la legge internazionale, che richiede ad Israele di assicurare condizioni di vita adeguate per la popolazione locale e di rispettare i diritti umani dei palestinesi, fra cui quello di ricevere acqua in quantità sufficiente per le necessità di base»

Documentazione di quanto sopra: (EN) [31]; (EN) {{| www.juragentium.unifi.it/en/surveys/palestin/water.pdf | Till the Last Drop: The Palestinian Water Crisis in the West Bank, Hydrogeology and Hydropolitics of a Regional Conflict | accesso=13 - 08 - 2007}} (scusate, così scritto il link non funziona. Forse è più facile partire dal sito Jura Gentium [32] e cliccare sull'articolo di Messerschmid. La sintesi di un aggiornamento di detto testo è in [33]); (EN) [34], (EN) [35] Le 'preoccupazioni demografiche' di Israele dettano il percorso della cosiddetta 'barriera di sicurezza', costruita oltre la Linea Verde, onde annettere il massimo numero possibile di coloni ebrei ed il minimo numero possibile di palestinesi (EN) {{| http://gush-shalom.org/archives/wall_yediot_eng.html | A Wall in their Heart | accesso=13 - 08 - 2007}}
I palestinesi dei Territori Occupati hanno diritto di voto solo per un Parlamento privo di potere, che deve sottostare ai diktat israeliani (pena, ad esempio, l'arresto dei parlamentari di Hamas (EN) [36])
In realtà gli elettori israeliani, dal cui voto esce il governo di Israele, decidono anche che sarà dei palestinesi. Se Dov Weissglas, divenuto consigliere di Olmert, annuncia che si metteranno i palestinesi 'a dieta' (EN) [37], vale a dire alla fame , per punirli di aver votato il partito che Israele non gradisce, ciò è esattamente quanto avviene (EN) {{| http://www.haaretz.com/hasen/pages/ShArt.jhtml?itemNo=697018 | Strangled in Gaza | accesso=16 - 08 - 2007}} (scusate: il link funziona male. L'articolo, di Amira Hass, è stato pubblicato su Haaretz il 22 marzo 2006). Quanto alla decisione di 'mettere i palestinesi a dieta', fu presa quando, secondo i rapporti ONU, già il 22% dei bambini sotto i 5 anni presentava segni di malnutrizione cronica, ed il 9,3% di malnutrizione acuta (EN) [38]IlCarro 21:22, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Demografie e organizzazioni per i diritti umani[modifica wikitesto]

Le preoccupazioni demografiche dettano i regolamenti che impediscono ai palestinesi che vivono all'estero di tornare, persino nei Territori Occupati. Questo separa le famiglie ed 'incoraggia' i palestinesi ad emigrare altrove. Secondo le organizzazioni israeliane per i diritti umani B'Tselem e HaMoked, questo, unito ai metodi per incoraggiare, viceversa, la presenza di coloni ebrei in Cisgiordania, mira a cambiare la demografia anche nei Territori Occupati (EN) [39] (Una sintesi in italiano di questo documento si trova in [40])

«Una politica che mira a cambiare la demografia dei territori occupati è proibita. Questa pratica costituisce discriminazione razziale.»

La denuncia di B'Tselem - HaMoked è stata ripresa da Amnesty (EN) [41]
Lo stesso motivo, quello di prevenire la 'minaccia demografica', detta la normativa che impedisce i matrimoni fra israeliani e abitanti dei Territori Occupati, presentata all'opinione pubblica come mirante al prevenire attacchi terroristici; vedi sopra, e (EN) {{| http://www.merip.org/mero/mero060106.html | Israel’s “Demographic Demon” in Court | accesso=16 - 08 - 2007}}. Le norme, infatti, riguardano anche il permesso dei figli infradiciottenni, di coppie in cui uno solo dei genitori è israeliano o è residente in Israele (vale a dire, se ha la carta di identità dei residenti a Gerusalemme), di vivere in Israele (o a Gerusalemme (Est)) (EN) [42], (EN) [43]

«Dichiarazioni di funzionari israeliani indicano che l'obiettivo del rigettare richieste di unificazione famigliare è puramente demografico: prevenire un aumento della popolazione palestinese nei Territori Occupati proibendo ai coniugi di immigrarvi, ed incoraggiando famiglie separate ad andarsene. Israele non cerca di nascondere che le considerazioni politico-demografiche fanno parte di quelle che dettano la sua politica di unificazione famigliare (...).
L'Ufficio del Procuratore statale ha ammesso che la politica di rigettare le richieste di unificazione famigliare obbliga chi vuole vivere con il coniuge ad andare all'estero. Ha suggerito che chi desidera l'unificazione famigliare lasci i Territori Occupati: "Le famiglie in una tale situazione possono unirsi al di fuori della regione...: il coniuge locale può lasciare la regione e andare dove risiede il coniuge straniero".»

B'Tselem e HaMoked {{| http://www.btselem.org/Download/200607_Perpetual_Limbo_Eng.doc | Perpetual Limbo - Israel's Freeze on Unification of Palestinian Families in the Occupied Territories - July 2006 | accesso=17 - 08 - 2007}}, pp. 66-73 (scusate, vedo che non funziona (forse perchè wikipedia non accetta i link che 'downlodano'?) Vi si può accedere da (EN) [44], cliccando a destra su Full report, DOC), hanno osservato che questo è in violazione dei diritti umani [45]:

«1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione.(...)
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.»

Il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia implica il diritto che il coniuge ed i figli ricevano uno status legale nella terra in cui si è nati. Questa era stata la conclusione, ad esempio, del Comitato per i Diritti Umani, che ha statuito che la normale vita famigliare dipende in primis, e soprattutto, dal fatto che i componenti della famiglia siano in grado di vivere insieme (vedere il paragrafo 5 di (EN) {{| http://www.wunrn.com/reference/pdf/Gen_Comment23_on19.PDF | General Comment 19, "Protection of the family, the right to marriage and equality of the spouses," Thirty-ninth Session, Par. 5 (1990) | accesso=17 - 08 - 2007}}) (scusate: il link funziona solo in copia-incolla)

Colonie e strade per i coloni[modifica wikitesto]

(anche questo, scusate, è l'ampliamento di quanto già scritto, ma non ho capito se mi è permesso correggere quanto scritto in precedenza, per cui vado avanti qui)

Le colonie sono collegate da autostrade percorribili solo da auto con la targa israeliana (in pratica, per i coloni (EN) {{| http://magma.nationalgeographic.com/ngm/0210/feature5/index.html?fs=www7.nationalgeographic.com | Lines in the Sand - Deadly Times in the West Bank and Gaza | accesso=16 - 08 - 2007}}. I palestinesi possono usare strade dissestate, che collegano i loro villaggi. A questo riguardo, vi sono le denunce delle organizzazioni israeliane B'Tselem e Peace Now. L'una e l'altra utilizzano, per questo stato di cose, il termine apartheid: (EN) {{| http://www.btselem.org/download/200408_Forbidden_Roads_Eng.pdf | Forbidden Roads: Israel's Discriminatory Road Regime in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}}, p. 3; (EN) [46]. La terra per le strade che collegano le colonie fra di loro e con Israele (bypass roads) è ottenuta confiscandola ai palestinesi: (EN) {{| http://www.btselem.org/Download/200205_Land_Grab_Eng.pdf | Land Grab: Israel's Settlement Policy in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}}, pp. 47-50. (Di questo scritto esiste una traduzione italiana: vedere [47]).

Alcune delle strade che connettono le colonie sono state costruite con lo scopo esplicito di avere una barriera fisica ad impedire lo sviluppo urbano palestinese: prevengono che si formino aree edificate palestinesi contigue in aree di cui Israele vuol mantenere il controllo. Il progetto pilota per le colonie, del 1983 -1986, dichiara espressamente che una delle considerazioni principali, nella scelta del luogo in cui impiantare colonie, è quello di limitare la costruzione in villaggi palestinesi. Per esempio, fu scritto esplicitamente che le colonie lungo la strada 60 miravano ad impedire l'edilizia palestinese:

Ministry of Agriculture and the Settlement Division of the World Zionist Organization. Master Plan for the Settlement of Samaria and Judea: Development Plan for the Area for the Years 1983-1986. Jerusalem,', Spring, 1983.'.

(in ebraico); (EN)

{{| http://www.btselem.org/download/200408_Forbidden_Roads_Eng.pdf | Forbidden Roads: Israel's Discriminatory Road Regime in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}}, pp. 5-8; per un quadro 'fisico' della situazione, vedere (EN) {{| http://www.btselem.org/Download/200205_Land_Grab_Eng.pdf | Land Grab: Israel's Settlement Policy in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}}, pp. 113-131.
Così, il sistema delle autostrade divide la Cisgiordania in tanti piccoli bantustan non comunicanti {{| http://www.larivistadelmanifesto.it/archivio/11/11A20001102.html | Perche' è fallito | accesso=17 - 08 - 2007}} (scusate: anche cliccando su questo link si finisce non sull'articolo; ma scrivendo 'perché è fallito' nello spazio apposito, l'articolo si trova); (EN) [48]
IlCarro 21:32, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Uno stato, due stati[modifica wikitesto]

Il rischio, per Israele, è che i palestinesi, stante i 'fatti sul terreno', vale a dire colonie, annessi e connessi, costruiti da Israele in 40 anni di occupazione, che il governo israeliano non ha alcuna intenzione di smantellare, e che rendono di fatto impossibile non solo costituire uno stato palestinese non diviso in parti scollegate, e in grado di sopravvivere economicamente, ma pure il semplice recarsi da una parte all'altra del territorio 'palestinese', dovendo per questo far conto sul 'buon volere' della cosiddetta 'Amministrazione Civile', che dipende dalla gerarchia militare (vedere articolo VI, punto 1, di (EN) [49]), e dei soldati di guardia,si rendano conto dell'inutilità di chiedere 'due stati' (EN) [50], e ne chiedano invece uno solo, fra il mare e il Giordano, che non discrimini per 'razza' e religione. A questo proposito, vedere

Virginia Tilley. The One-State Solution: A Breakthrough for Peace in the Israeli-Palestinian Deadlock. Ann Arbor, University of Michigan Press, 2005. ISBN 0472115138.
Ali Abunimah. One Country: A Bold Proposal to End the Israeli-Palestinian Impasse. New York, Metropolitan Books, 2006. ISBN0805080341.

Nel 2007, sulla questione, vi sono stati il dibattito fra i dissidenti, il primo antisionista, il secondo sionista, Pappe-Avnery {{| http://www.rete-eco.it/component/option,com_alphacontent/section,2/cat,14/task,view/id,161/Itemid,19/ | Perché un solo stato | accesso=16 - 08 - 2007}}, {{| http://www.rete-eco.it/component/option,com_alphacontent/section,2/cat,14/task,view/id,160/Itemid,19/ | Il letto di Sodoma. L'illusione «Sudafrica» | accesso=16 - 08 - 2007}}, e il corso tenuto all'università di Madrid {{| http://www.rete-eco.it/content/view/163/3/ | «L'unica soluzione in Palestina: Uno stato unico per tutti» | accesso=16 - 08 - 2007}}
Viceversa, la soluzione a cui Olmert punta, nell'agosto 2007, è quella dei 'due stati': oggi, è Olmert a dire di volere uno 'stato palestinese' (EN) [51]. Il problema principale di Israele, ebbe a dire Olmert già nel 2003, è la 'demografia' (EN) [52] IlCarro 21:35, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Esultiamo : stiamo per raggiungere le 1000 righe di discussione. --Ub Bla bla 21:49, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Traduzione e commento di testi portati da SGH[modifica wikitesto]

Da {en}} {{| http://www.cfisrael.org//a608.html?rsID=119 | Law of Return: an Introduction | accesso=17 - 08 - 2007}}

«Vi è anche un aspro dibattito circa "Chi è ebreo", e, per estensione, su chi può compiere l'alyah in base alla Legge del Ritorno. Attualmente, la definizione si basa sulle leggi hitleriane di Norimberga: il diritto al Ritorno è garantito a chiunque abbia un(a) nonno/a ebreo/a, o che sia sposato a qualcuno che abbia un(a) nonno/a ebreo/a»

Prioritario è stato considerato il vincere la 'minaccia demografica araba': (EN) {{| http://mondediplo.com/1999/04/11pals2 | Demographic stakes | accesso=17 - 08 - 2007}}, e che questo sia lo scopo reale oggi della Legge del ritorno è sancito dalle fonti di informazione ufficiali israeliane (EN) {{| http://www.cfisrael.org//a608.html?rsID=119 | Law of Return: an Introduction | accesso=17 - 08 - 2007}}. Per mandare i nuovi immigrati a vivere nelle colonie, non è necessario imporre leggi vessatorie: nelle colonie si pagano meno tasse che in territorio israeliano, e questo le rende attrattive ai più poveri (EN) {{| www.worldwide-tax.com/israel/isr_reduc.asp | Israel Tax Reductions | accesso=17 - 08 - 2007}} (il link funziona solo in copia-incolla), (EN) {{| http://mondediplo.com/2006/08/04settlers | Settlers on Israel’s eastern frontier | accesso=17 - 08 - 2007}}. Per le colonie, lo stato di Israele non bada a spese (EN) [53], (EN) [54].
(EN) {{| http://www.arij.org/index.php?option=com_content&task=view&id=277&Itemid=35&lang=en | ARIJ Monthly Report on the Israeli Colonization Activities in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}})

«Il partito Yisrael B’aliyah sta formando il proprio movimento di coloni, allo scopo di fornire abitazioni agli immigranti russi ebrei in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Il primo stadio sarà di popolare le comunità ebraiche che già esistono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza; il secondo sarà di costituire nuove colonie (insediamenti) per gruppi di immigranti russi ebrei organizzati allo scopo.»

L'importante è vincere la 'guerra demografica' contro 'gli arabi', alias i palestinesi (EN) {{| http://www.news.uiuc.edu/ii/03/0724/07israel_P.html | Russian immigrants push Israel's 'Law of Return' to its limits | accesso=17 - 08 - 2007}} (scusate: il link funziona solo in copia-incolla). IlCarro 21:51, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Fare paralleli strampalati con le leggi razziali è ovviamente nello stile della nostra carretta. Che forse non sa che ci sono leggi religiose fatte qualche migliaio di anni prima che dicono queste cose. Che poi Goebbels abbia usato queste leggi er denigrare, come lei fa, è un altro discorso. Nihil sub sole novì. --Ub Bla bla 18:58, 8 gen 2008 (CET)[rispondi]

Per la legge internazionale, le colonie sono tutte illegali. Ma lo stato ebraico riesce a finanziare pure quelle che sono illegali per le sue stesse leggi (gli 'unauthorized outposts'). Traduco senza commenti cosa aveva scritto Talya Sason, a cui Sharon aveva dato l'incarico di preparare una relazione sugli insediamenti non autorizzati (EN) [55]:

«Aiuto finanziario per infrastrutture ed edilizia pubblica in insediamenti non autorizzati.
Il Ministero per le Costruzioni e l'Edilizia ha assistito i consigli regionali in Giudea, Samaria e Gaza, finanziando fondamenta ed infrastrutture (come preparazione del terreno, sviluppo, costruzione e pavimentazione di strade, connessioni alla rete idrica ed elettrica e ad altre strutture, approntamento di infrastrutture per roulotte), e istituendo edifici pubblici in insediamenti non autorizzati. L'aiuto era camuffato dal costruire nuovi quartieri in colonie già esistenti, per scavalcare la mancanza di una decisione governativa sul costruire insediamenti.
(...) Nel 2001 il Ministero per le Costruzioni e l'Edilizia ha creato una speciale clausola di budget, denominata "misc. di sviluppo generale", e l'ha usata per finanziare insediamenti non autorizzati. Nel 2001 questa sezione ammontava a 17 milioni di shekel; nel 2002, a 34 milioni di shekel. (...)
Secondo le informazioni fornite dal Ministero per le Costruzioni e l'Edilizia, in riferimento ad una lista parziale consegnata, fra il 2000 e il 2004 questo ha speso 71.870.000 shekel per insediamenti non autorizzati.
(...) La somma non include (...) il denaro pagato dal Ministero per le Costruzioni e l'Edilizia per le infrastrutture, gli edifici pubblici e la pianificazione nei quartieri non autorizzati in Giudea, Samaria e Gaza.
Acquisizione di roulotte e loro posizionamento in insediamenti non autorizzati nel 2003
(...) Nel 2003 il Ministero per le Costruzioni e l'Edilizia ha deciso di finanziare l'acquisto di roulotte da parte dei consigli regionali in Giudea, Samaria e Gaza. Budget necessario per l'acquisto: 33.749.180 shekel.
(...) A quell'epoca, sono state posizionate nei territori, in totale 140 roulotte - di cui 90 in insediamenti non autorizzati.
(...) L'Unità di Supervisione L'Unità di Supervisione è il ramo dell'Amministrazione Civile che fa applicare la legge; è responsabile delle costruzioni illegali in Giudea, Samaria e Gaza. Si presuppone che controlli le costruzioni illegali, israeliane e palestinesi. (...) Tuttavia, (...) ha smesso del tutto di controllare le colonie israeliane in Giudea, Samaria e Gaza (...). In molti casi non ha presentato relazioni su nuovi quartieri, l'espandersi di quartieri e insediamenti non autorizzati. (...)
Gli ordini di demolizione non sono messi in atto: l'Unità di Supervisione ha emanato migliaia di ordini di demolizione (...), ma non sono stati messi in atto. Apparentemente, tali ordini possono essere messi in atto solo per direttiva del Ministro della Difesa. Il Ministro della Difesa ha evitato per anni di dare direttive circa il porre in atto ordini di demolizione, tranne che in casi isolati. (...)
Pertanto, questa unità lavora inutilmente.
Per concludere, l'Unità di Supervisione è insignificante e quasi priva di valore, come strumento per applicare la legge sulle costruzioni non autorizzate. (...)
Permesso per convogliare roulotte
Il tipico modo per fondare insediamenti non autorizzati è di convogliare roulotte, di piazzarle sul terreno e di porre le connessioni. Una roulotte è "una casa sulle ruote". Che sia mobile permette di fondare una colonia di notte. (...) Pare che il Viceministro della Difesa - Questioni delle Colonie abbia approvato il convogliare roulotte nei territori. Secondo il Rapporto del Controllore di Stato ed altri documenti, il precedente Viceministro della Difesa ha fatto lo stesso.
(...) Il Viceministro della Difesa - Questioni delle Colonie ha scritto alla Divisione delle Colonie una lettera concernente la fornitura di elettricità per l'illuminazione periferica negli insediamenti non autorizzati. (...) In linea di principio, connettere un insediamento non autorizzato alla linea elettrica è illegale. (...)
Applicazione della Legge in Giudea, Samaria e Gaza
(...) Riscontro tre motivi principali per la mancata applicazione della legge riguardante gli insediamenti non autorizzati:
A. Le autorità dello stato, i funzionari dello stato e le pubbliche autorità erano implicati, illegalmente, nel fondare insediamenti non autorizzati.
B. Applicazione inefficace della legge.
C. Assenza di leggi e di strumenti adeguati per affrontare il costruire insediamenti non autorizzati.
Il trattamento legale dei reati derivati che accompagnano il fondare insediamenti non autorizzati
Fondare insediamenti non autorizzati implica reati penali.
Il trattamento legale può essere di due tipi: il primo penale, il secondo amministrativo, da parte dell'esercito e dell'Amministrazione Civile, rimuovendo cioè la roulotte o la costruzione illegale fuori dai confini, o evacuando l'insediamento, etc..
Il procedimento penale si scontra con molti problemi, alcuni per assenza di una legislazione adeguata. (Ad esempio: convogliare una roulotte senza permesso in Giudea, Samaria e Gaza è un reato punibile con 5 anni di carcere, ma nessun tribunale ha giurisdizione su questo reato. Ne risultano cause ed investigazioni penali che procedono invano. Costruire illegalmente non è un reato penale nei territori. Ne deriva che nessuno è portato in tribunale per questo motivo. Etc.) (...) Un'altra difficoltà è l'essere lo stato e le pubbliche autorità implicate nell'infrangere la legge con il fondare insediamenti non autorizzati.
Il procedimento amministrativo richiede direttive a livello politico. Nessun ordine di demolizione sarà attuato senza una direttiva da parte del Ministro della Difesa; nessun insediamento non autorizzato sarà evacuato senza una direttiva da parte del Primo Ministro e del Ministro della Difesa, etc..
Sono passati anni da quando Ministri della Difesa hanno dato istruzioni per attuare ordini di demolizione. (...)
Oltre a ciò, non si dà alcuna direttiva politica generale per emettere ordini di delimitazione contro gli insediamenti non autorizzati (un insediamento può essere evacuato solo dopo che tale ordine è stato emesso). Persino insediamenti i cui ordini di delimitazione sono stati approvati da mesi dall'Alta Corte di Giustizia non sono stati evacuati (sono sei, quattro dei quali erano stati evacuati in precedenza, ma in cui i coloni avevano fatto ritorno).
Questo dà un chiaro segnale di non applicazione della legge dei territori.
(...) L'applicazione della legge riguardante gli insediamenti è principalmente nelle mani dei quadri politici
La conclusione è che, inversamente che in Israele, l'applicazione della legge nei territori è in parte nelle mani dei quadri politici, specialmente per quanto riguarda gli insediamenti non autorizzati.
Il messaggio dato a livello politico a riguardo dell'applicare la legge circa gli insediamenti non autorizzati
Per quanto riguarda l'applicare la legge, i quadri politici mandano un messaggio di non applicazione, quando si arriva ai territori. I criminali non sono puniti. Il quadro generale fa concludere che nessuno vuole davvero applicare la legge:
Parte delle confische di terra e delle costruzioni illegali sono state fatte con l'aiuto non autorizzato del Ministero dell'Edilizia e della Divisione delle Colonie, che in questo violano pubblicamente la legge; lo Stato di Israele finanzia almeno parte della fondazione di insediamenti non autorizzati; l'Amministrazione Civile trascura per anni l'espandersi di quartieri, vicini o lontani dalle colonie che siano, fatti (...) talvolta su proprietà privata palestinese; (...) rifiuta di fornire informazioni circa gli insediamenti (...); il Ministero della Difesa talvolta permette alle roulotte di entrare in Giudea, Samaria e Gaza, persino se non vi è un progetto legale circa la loro destinazione; il Viceministro della Difesa - Questioni delle Colonie certifica ad altre autorità statali che insediamenti non autorizzati sono colonie idonee ad avere un emblema (il che significa che sono idonee per i budget delle autorità locali da parte del Ministero dell'Interno) (...); gli insediamenti continuano ad aumentare e ad infittirsi, mentre non si emana alcun ordine di delimitazione, nemmeno per gli insediamenti citati nell'elenco del marzo 2001, che Israele si era preso l'impegno, politico ed esplicito, di evacuare; ordini di delimitazione emessi ed approvati dall'Alta Corte di Giustizia restano inapplicati (...). Soldati dell'esercito arrivano dovunque qualcuno abbia deciso di costruire un insediamento, e lo proteggono.
Ne deriva che l'esercito è (...) trascinato a porre il suo "sigillo" sugli insediamenti illegali, con l'essere presente e con il proteggere i coloni. (...) Proteggendo chi viola la legge, l'esercito (...) dà a costoro protezione, anziché evacuarli.
Quindi pare che il violare la legge si sia istituzionalizzato. Non abbiamo di fronte un criminale, o un gruppo di criminali (...): il quadro nel suo insieme è quello di una sfrontata violazione delle leggi compiute da certe autorità statali, pubbliche autorità, consigli regionali in Giudea, Samaria e Gaza e da certi coloni (...).
L'atteggiamento (dell'esercito) verso i coloni che violano la legge è nella maggior parte dei casi quello di metterci una pietra sopra. Il risultato è un grande incremento dei reati (...).»

Alla base di questo ci sono gruppi ebraici, israeliani e non (coopera all'impresa la World Zionist Organization (vedere (EN) [56]), qualcuno più, qualcuno meno legato a partiti, qualcuno più, qualcuno meno religioso, in genere di destra IlCarro 21:56, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Colonie e discriminazioni[modifica wikitesto]

Vedere (EN) {{| http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150332007?open&of=ENG-ISR | Enduring occupation - Palestinians under siege in the West Bank | accesso=18 - 08 - 2007}}, al capitolo 4. ISRAELI SETTLEMENTS: THE REASON FOR THE RESTRICTIONS).

«La politica israeliana delle colonie è caratterizzata da discriminazione basata su nazionalità, etnicità e religione. Le colonie sono solo per ebrei, che hanno il diritto di ottenere la nazionalità e la protezione della legge israeliana anche se sono immigrati da altri Paesi che vanno a vivere nelle colonie nei Territori palestinesi Occupati (OPT), senza aver mai risieduto nello Stato di Israele. I palestinesi, che sono soggetti alla legge militare, anziché a quella civile israeliana, non hanno il permesso di entrare o di avvicinarsi alle colonie israeliane o di adoperare le strade dei coloni; hanno quindi restrizioni di movimento. I coloni ricevono anche sostanziosi benefici finanziari e d'altro genere, e possono sfruttare terreno e risorse naturali che appartengono alla popolazione palestinese.»

Israele fa parte dell'ICERD (International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination) dal 1979. Tuttavia, nel presentare il rapporto al Comitato ONU per l'eliminazione della discriminazione razziale, non ha fatto riferimento ai Territori Occupati e alle Alture del Golan, dal momento che rifiuta di applicare la legge internazionale sui diritti umani ai Territori Occupati. Criticando la posizione israeliana, detto Comitato ONU ha sancito categoricamente che i palestinesi dei Territori Occupati non devono essere discriminati 'per cittadinanza e origine nazionale'. (EN) {{| http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150172007?open&of=ENG-ISR | Israel and the Occupied Palestinian Territories: Urgent steps needed to address discrimination | accesso=18 - 08 - 2007}}
Nel gennaio del 2006 (EN) {{cita web| http://domino.un.org/UNISPAL.NSF/eed216406b50bf6485256ce10072f637/6d0826e7b4d333f48525728a00575624!OpenDocument | Israel/Occupied Territories Briefing to the Committee on the Elimination of Racial Discrimination (CERD) | accesso=18 - 08 - 2007}} (scusate: questo link funziona solo in copia-incolla), e di nuovo nel febbraio del 2007 (EN) {{| http://web.amnesty.org/library/Index/ENGMDE150072007?open&of=ENG-ISR | Israel/Occupied Palestinian Territories - 70th Session of the UN Committee on the Elimination of Racial Discrimination (CERD), 19 February to 9 March 2007: Update to Comments by Amnesty International on Israel’s compliance with its obligations under the International Convention on the Elimination of all Forms of Racial Discrimination (ICERD) | accesso=18 - 08 - 2007}}, Amnesty International ha osservato che Israele non aveva ottemperato alla Convenzione Internazionale sull'eliminare le discriminazioni razziali (ICERD).
L'articolo 2 dell'ICERD impegna ad eliminare la discriminazione razziale; l'articolo 3 condanna la segregazione razziale e l'apartheid, ed impegna gli stati che sono parte della Convenzione a prevenire, proibire ed eradicare tutte le pratiche di questa natura nei territori sotto la loro giurisdizione. L'articolo 5 obbliga gli stati a garantire a tutti, senza distinzione per razza, colore, origine etnica o nazionale, l'eguaglianza davanti alla legge (EN) {{| http://www.ohchr.org/english/law/cerd.htm | International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination - Adopted and opened for signature and ratification by General Assembly resolution 2106 (XX) of 21 December 1965 - entry into force 4 January 1969 | accesso=18 - 08 - 2007}} (scusate: il link funziona solo in copia-incolla). Il principio di non discriminazione è inderogabile: anche in corso di guerra, uno stato non può compiere discriminazioni razziali (vedi l'articolo 4 dello International Covenant on Civil and Political Rights, in (EN) [57].

«La politica israeliana di stabilire colonie nei Territori Occupati viola l'ICERD, soprattutto perché le colonie sono solo per ebrei (ebrei israeliani e di altri Paesi, che non hanno ancora acquisito la cittadinanza israeliana), escludendo la popolazione palestinese locale dei Territori Occupati. (...) L'esistenza di queste colonie va al cuore del principio di non-discriminazione su cui si basa l'ICERD. Sono dunque contrarie all'obiettivo ed allo scopo del trattato stesso e corrispondono ad una violazione di base delle sue clausole, e cioè, di incoraggiare l'eliminazione della discriminazione razziale (...)
ALTRI ATTI DISCRIMINATORI CHE DERIVANO DALL'ESISTENZA DI COLONIE ISRAELIANE
Estese violazioni dei diritti umani nei Territori Occupati sono derivate e continuano a derivare dal mantenere le colonie israeliane. Queste comprendono le restrizioni rigorose imposte al movimento della popolazione palestinese; la rete di strade "di circonvallazione" per coloni israeliani; l'imposizione di coprifuoco, chiusure, blocchi, posti di blocco; distruzione di case, terreni ed altre proprietà; confische ed appropriazioni illegali di proprietà; e la costruzione della barriera/muro. Ciò, a sua volta, ha causato diffusamente miseria, disoccupazione, problemi di salute, e creato un generale sottosviluppo. Israele sostiene che la maggior parte di questi atti sono una risposta alla minaccia contro la sua sicurezza. Tuttavia, in realtà tali atti e restrizioni sono di natura discriminatoria, dato che sono applicati all'intera popolazione palestinese per il fatto che è palestinese. Non sono applicati ai coloni ebrei.
Strade di circonvallazione (Bypass roads)
Violazioni di: Articolo 2, Articolo 3, Articolo 5 (...)
Le bypass roads, come le colonie, sono un'iniziativa discriminatoria. Sono costruite per connettere le colonie israeliane fra di loro e con Israele, e sono costruite su terra confiscata ai palestinesi. La maggior parte dei palestinesi ha il divieto di usarle.
(...) Sempre più, negli ultimi anni, si è impedito ai palestinesi di usare queste strade, tramite un numero crescente di blocchi e di posti di blocco, così come con la confisca di veicoli, multe, arresti, persino spari. Nei casi in cui è possibile passare attraverso posti di blocco, ritardi di molte ore sono comuni.»

IlCarro 22:24, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Archiviazione[modifica wikitesto]

Per cortesia non archiviare per tempo di scrittura. Fai invece una distinzione in cartelle in base alla storia di Israele e Territori Occupati, per esempio:
Contributi che si riferiscono a prima del '48
Contributi riferiti agli anni fra il '48 e il '67
Contributi che si riferiscono a dopo il '67
Contributi che si riferiscono all'oggi
(Si può anche fare una distinzione geografica: entro e oltre la Linea Verde)
Poi ai miei doppioni ci penso io. Grazie IlCarro 23:35, 23 ago 2007 (CEST)[rispondi]

molto interessante l'ultimo intervento de 'il carro'. Mi auguro che la sua prospettiva vemga compresa nel corpo della voce 'israele' a beneficio di quanti cercano su wikipedia un orientamento alla propria riflessione

Egr.Canto, probabile Sockpuppet di IlCarro, anche tu sei invitato a firmare i "contributi" ed a posizionarli opportunamente. --SicilGolem 14:36, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Diritti umani[modifica wikitesto]

Mi pare di essere debitrice, a questo proposito, di una risposta a Sicilgolem
I 'diritti umani' non sono ciò che a proposito di rispetto dell'umano pare a te o a me: sono codificati. La Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo è riportata (ad esempio) qui: [58]; fu adottata dall'Assemblea dell'ONU, nel dicembre 1948. Era stata scritta da un ebreo, Cassin, proprio per evitare che si ripetessero gli orrori nazisti (EN) [59]: vedi il secondo paragrafo del preambolo, e Cfr. [60], al paragrafo 2.1
All'articolo 2, questa recita:

«Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.»

In base a questo articolo, direbbe la sottoscritta, Israele viola i diritti umani discriminando, per 'razza' e religione, gli abitanti dei Territori Occupati. Le condizioni dei coloni, ebrei, non sono le stesse di quelle degli abitanti palestinesi (musulmani e cristiani). Vedere (EN) [61] e (EN) [62] Ma, in onore a wikipedia, mi astengo. Mi limito a dire che le varie ONG, quando parlano di diritti umani, non fanno riferimento a un benvolere generico verso il genere umano, ma alla dichiarazione di cui sopra

Per qualche misterioso motivo, ci sono utenti (che forse sono anche amministratori, non ho capito) che mi accusano di 'odiare' Israele, e, quando sono di umore peggiore del solito, magari anche gli ebrei (!). Non so perché questo sia rilevante ai fini dell'enciclopedia, ma suggerisco a chi proclama tali accuse di riflettere quale sarebbe la sua reazione se uno stato qualunque infliggesse agli ebrei un decimo di quello che Israele infligge ai palestinesi. Che aggettivo/i userebbero, per lo stato in questione? A porre il medesimo quesito sono ebrei israeliani (EN) {{| http://www.kibush.co.il/downloads/meirbook-hw.pdf | Discrimination in the Heart of the Holy City | accesso=12 - 08 - 2007}}, pp. 159, 163, 167, 172-173, 179-181
(traduzione mia) IlCarro 09:41, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

ho oscurato il brano tradotto, in quanto violazione del copyright --Hal8999 09:47, 28 ago 2007 (CEST)ps visto che non tutti hanno a disposizione 25 ore al giorno per leggere la montagna dei documenti presentati e' possibile fare un bignamino?[rispondi]

perché è violazione del copyright, stante che l'ho tradotto io (e l'ho pure scritto)? Quanto a riassumere, ho dei problemi (me l'hanno rimproverato spesso) IlCarro 10:13, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]


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(Quella illuminata là in fondo è la porta. Grazie, conserveremo un buon ricordo di te.)

--Ribbeck 10:30, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Ribbeck, sei ripetitivo. Quanto sopra me l'hai già scritto, almeno una volta. E sei anche tu, più il tuo amico Ub, a usare il termine 'demoplutogiudomasso' etc., che io non uso (era mussoliniano)IlCarro 12:31, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Sei tu che ti ripeti, usando impropriamente pagine di servizio, intasando le discussioni con papiri illeggibili e creando malumori dove metti le mani. --Ribbeck 12:44, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Ribbeck, piacere di conoscerti. E' bello avere un amico, anche se presentato da un carro armato (IlCarro + Spararsi). --Ub Bla bla 13:03, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Guarda, Ribbeck, c'è un sistema (già che ritengo che tu sia un amministratore). Sblocca le pagine che sono state bloccate per evitare che io vi contribuissi: vedrai che non 'intaso' più le pagine di discussione, e, se si smette di censurarmi, anche di chiedere aiuto. Wikipedia 'neutrale' che piace alla maggioranza di chi contribuisce su 'Israele e dintorni', assomiglia stranamente a informazionecorretta IlCarro 13:14, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Non sono admin e non ti posso accontentare. --Ribbeck 13:25, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Sbloccare le pagine? Così invece d'intasare la discussione intasi quelle? Comunque neanch'io sono admin, se lo fossi ti accontenterei senz'altro... --SicilGolem 14:38, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
intervento de il carro

Su questo, devo una risposta a Hauteville (e mi spiace di averci messo tanto tempo) In breve: il sistema elettorale israeliano è strettamente proporzionale (con una soglia del 2% dei voti): vedere (EN) [63], sotto 'The Electoral System'. Nella pratica, questo significa che i governi sono fatti da coalizioni di partiti: i partiti maggiori (Labour - Likud Kadima), che non hanno un numero di voti sufficienti a fare il governo da soli, devono quindi 'pagare pegno' ai partiti religiosi, onde poter avere la maggioranza (EN) [64], e soprattutto (EN) [65] (ultimo paragrafo)
Poiché gli 'arabi israeliani', come li denomina Israele, o i 'palestinesi cittadini israeliani', come il medesimo gruppo denomina se stesso, sono il 20% della popolazione, ci si immaginerebbe che, con questo sistema, avessero il 20% dei seggi in Parlamento. Così non è. Per la legge israeliana, per partecipare alle elezioni un partito deve riconoscere lo stato di Israele come stato del popolo ebraico (EN) [66] (vedere sotto 'Who Can Participate in Elections?'). Questo porterebbe facilmente ad eliminare i partiti arabi dalle elezioni, ma Israele avrebbe poi problemi a presentarsi al mondo come stato democratico al suo interno. Nella pratica, i partiti arabi hanno 10 seggi (su 120) (vedere (EN) [67], sotto 'Arab parties'). Che ne abbiano 10/120, anziché il 20%, deriva dal fatto che, pur partecipando alle elezioni, i partiti arabi non hanno fatto parte di alcuna coalizione governativa da quando è nato lo stato (vedere il primo paragrafo di (EN) [68] (link che metto solo per informazione, non perché io abbia alcuna comunanza di idee con il sito suddetto), e (EN) [69]). Questo significa che, per avere un minimo potere nella gestione pratica delle cose, i palestinesi cittadini di Israele preferiscono spesso votare i loro che fanno parte di partiti sionisti, anziché di partiti arabi. Nel governo israeliano attuale, c'è 1 (uno) ministro arabo, eletto nelle liste del Labour (EN) [70] - ed è la prima volta (in passato, c'era stato un (1) druso)
La riduzione della rappresentanza politica araba palestinese porta con sé, evidentemente, un aumento del potere dei partiti ebraici. Così, la protesta di israeliani rispettabili, che si lamentano di dover sottostare ai partiti religiosi (che comporta, ad esempio, la mancanza di treni, autobus o della maggior parte dei taxi nello 'Yom shabbat', e cioè per 25 ore consecutive ogni settimana (FR) [71], (EN) [72] (EN) [73]), più le altre feste comandate, va temperata dall'osservazione che 'chi è causa del suo mal pianga se stesso'
Tutto questo è aggravato dal fatto che Ben Gurion diede il potere sugli affari religiosi (matrimonio incluso) ai religiosi (EN) [74] (altro articolo con cui non concordo, e che fornisco solo per informazione), e che nella dizione 'religiosi' rientrano in questo caso solo gli ebrei ortodossi (e quindi, per necessità, i rappresentanti religiosi musulmani e cristiani: anche musulmani e cristiani devono potersi sposare, per lo meno fra loro). Manca la separazione fra sinagoga e stato. Gli ebrei 'Reformed' e 'Conservative', che costituiscono la maggioranza assoluta degli ebrei negli USA (EN) [75] (e, in genere, nei Paesi in cui la tradizione storica è protestante), e che probabilmente avrebbero opinioni più aperte, sulle questioni israeliane non hanno voce in capitolo (EN) [76], (EN) [77], (EN) [78]. Il rabbinato israeliano riconosciuto è solo quello ortodosso

Una ulteriore aggravante è che gli ebrei provenienti dai Paesi arabi (i mizrahi), percependo di essere discriminati dall'élite laica askenazita (alias est-europea e tedesca), che votava (e probabilmente vota ancora) laburista, hanno votato (e probabilmente votano ancora) partiti di destra, come quello di Begin, e religiosi, come lo Shas (EN) [79], (EN) [80]. Nel voto ai partiti religiosi rientra il fatto che questi forniscono assistenza, che il governo non fornisce più (vedere (EN) [81]) - ad esempio, orari prolungati per i bambini a scuola, e pasti a scuola (EN) [82], (EN) [83]. In questo modo, famiglie di disoccupati, o in cui entrambi i genitori lavorano, si garantiscono che i figli abbiano un pasto caldo. I bambini vengono così indottrinati nell'ideologia religiosa, ma questo, quando non si hanno denari per dar da mangiare ai propri figli, è un problema secondario. E così i partiti religiosi si assicurano anche il voto delle generazioni successive: vedere (EN) [84]

Spero di essere stata esauriente IlCarro 12:31, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Esauriente? Prolissa e illeggibile come al solito; ma chi pretendi che possa leggere schermate del genere? Impara ad usare il template {{cassetto}} e siamo tutti più contenti. --Ribbeck 13:11, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Volentieri - mi spieghi da che parte si comincia? IlCarro 13:17, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]
Eccoti un saggio dell'utilizzo del tl. --Ribbeck 13:23, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Secondo me per finanziare wiki dovremmo mettere una tassa di un centesimo di euro per ogni 100 lettere scritte e salvate in pagina di discussione --Hal8999 14:31, 28 ago 2007 (CEST)[rispondi]

Documentazione sulle colonie[modifica wikitesto]

Jeff Halper, Michael Younan. Obstacles to Peace: A Reframing of the Palestinian - Israeli Conflict, 3rd Edition (Paperback). Palestine Mapping Center, 2005. 9659062605.

Difetto: è datato: scritto con Sharon ancora in attività, propone come possibile soluzione del conflitto la Road Map.
In [85], il testo di Christian Aid. Difetto: è ancora più datato (2004): all'epoca le conseguenze della cosiddetta 'Barriera di Saparazione' potevano essere solo ipotizzate. Vantaggio: è tradotto in italiano. MedA

Lo so che non è un forum e sinceramente non me ne sbatte un fico secco di vandalizzare un pò, visto come avete stuprato sta pagina. Possibile che siamo l'unico cazzo di paese incapace di gestire una pagina su israele? Peres è diventato presidente mesi fà, le informazioni sono datate, vi perdete in un pugno di mosche e in questa FOTTUTISSIMA politica che con la descrizione generale di un paese non ha NIENTE da spartire. Uso spesso questa pagina per dimostrare ai miei amici l'impraticabilità del progetto wikipedia, nonostante le buone attenzioni che ammiro. Loro sono d'accordo. Saluti.

Grazie mille per il cortese e soprattutto costruttivo contributo. Anzichè dimostrare una supposta impraticabilità, perchè lei e i suoi amici non ci date una mano? -- Sannita - L'admin (a piede) libero 19:37, 15 set 2007 (CEST)[rispondi]

Dato che la pagina è bloccata[modifica wikitesto]

Qualche admin potrebbe sistemare il wikilink Salvador (prima occorrenza nel testo) che attualmente punta a una disambigua che sto orfanizzando? Andrebbe sostituito con il piped link [[El Salvador|Salvador]]. Grazie mille, e in bocca al lupo a tutti per la risoluzione dei problemi--Gacio dimmi 17:49, 27 set 2007 (CEST)[rispondi]

✔ Fatto --Piero Montesacro 17:55, 27 set 2007 (CEST)[rispondi]

Il Sionismo e il Mandato britannico[modifica wikitesto]

Sotto il titolo di questa sezione credo si potrebbe aggiungere un "vedi anche" che punti a Mandato britannico della Palestina --Yoggysot 23:01, 28 ott 2007 (CET)[rispondi]

✔ Fatto --Piero Montesacro 00:25, 29 ott 2007 (CET)[rispondi]

Categoria errata[modifica wikitesto]

Segnalo che fra le varie categorie, Israele è stata messa nella categoria errata Città di Israele

✔ Fatto grazie della segnalazione. --Piero Montesacro 17:44, 29 ott 2007 (CET)[rispondi]

Ho realizzato la voce: sarebbe meglio correggere in Herzliya l'attuale Herzlya. Va bene che c'è il redirect ma quella vocale "i" ci va... Puoi farlo? Grazie ed a presto! --SicilGolem 15:43, 30 ott 2007 (CET)[rispondi]

✔ Fatto (Grazie a te). --Piero Montesacro 17:48, 30 ott 2007 (CET)[rispondi]

Dati da aggiornare in tabella Stato[modifica wikitesto]

 |HDI= 0,932 (alto)
 |HDIAnno= 2005
 |HDIOrdine= 23

Tra l'altro l'anno indicato precedentemente (2006) era errato in quanto il rapporto 2006 faceva riferimento ai dati 2004, l'ultimo rapporto 2007 fa riferimento ai dati 2005 (che sono quelli indicati x l'aggiornamento)--Actarux/msg 11:54, 26 dic 2007 (CET)[rispondi]

✔ Fatto (segnalo in ritardo) -- Sannita - L'admin (a piede) libero 22:42, 9 gen 2008 (CET)[rispondi]

Salve a tutti, volevo sottoprvi una questione. Nel paragrafo "La crisi di Suez, la guerra dei sei giorni e la guerra del Kippur" si legge "Constatato che Egitto, Siria e Giordania stavano ammassando truppe a ridosso dei propri confini, Israele decise di passare ad un attacco preventivo", troverei più corretto far notare che dagli accordi successivi alla crisi di suez l'Egitto si impegnava a lasciar transitare le navi israeliane e che un'eventuale chiusura del canale era un atto di guerra, che in realtà gli israeliani ritengono che l'attacco sia stato lanciato dai carri armati egiziani che hanno sconfinato, e che Siria e Giordania hanno attaccato Israele per primi. Insomma non trovo affatto corretto far passare la guerra dei sei giorni come un'aggressione unilaterale quando mi sembra che le colpe siano da dividersi un po' tra tutti.

Io modificherei così:"Nel 1967, scoppiò un nuovo conflitto fra Israele e i vicini Paesi arabi, denominato guerra dei sei giorni. Contravvenendo agli accrdi presi l'Egitto decise di chiudere lo stretto di Tiran alle navi Israeliane (e ciò era stato dichiarato come casus belli), non c'è accordo su chi abbia effettivamente lanciato il primo attacco ma dopo i primi scontri tra truppe egiziane e israeliane Siria e Giordania decidono di dichiarare guerra a loro volta."

Spero di non aver fatto errori:)