Discussione:Ferdinando Forlati

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La ricerca biografica sul FF oggi è costituita da un elenco di 120 progetti nei quali FF fu coinvolto o direttamente responsabile nell’arco della sua attività professionale iniziata nel 1907 e che durò fino al 1972; attraversando, in ambito teorico, dal restauro stilistico- filologico al restauro critico e affrontando, in maniera del tutto innovativa, le problematiche inerenti ai monumenti danneggiati per causa degli eventi bellici nelle due guerre mondiale. In FF si riconosce e si loda un’altissima competenza artistica e tecnica, la creazione di una metodologia di lavoro e una base teorica fondata nella pratica di cantiere. I meriti personali, tra cui una grand’umiltà nell’abbordare un nuovo progetto e il rispetto per i collaboratori, sono anche molte volte menzionati. Scritti di FF come L’architettura della Basilica [di Aquileia] (Bologna 1933), Torcello (Venezia 1940), La basilica di San Marco attraverso i suoi restauri (Trieste 1975), sono solo alcuni esempi che attestano la sua competenza in ambito della ricerca storica. Gli interventi di raddrizamento dei muri strampiobandi (Palazzo dei Trecento, Treviso; Chiesa degli Eremitani, Padova; Basilica di Santa Sofia d’Ochrida, Macedonia); l’uso di anime metalliche per rinforzo di colonne (Palazzo Ca d’Oro, Venezia; Santa Maria Assunta, Torcello; Loggia a Capodistria e Palazzo Contarini, Venezia) e iniezioni di cemento a pressione (Torre degli Anziani, Padova e Castelo di Gorizia) sono alcune delle tecniche di consolidamento da egli utilizzate e, alcune volte, inventate. I suoi interventi più conosciuti rimangono quelli nella Basilica di San Marco a Venezia (dove fu Proto di S. Marco, dal1952 al 1972), il recupero dell’Isola di San Giorgio per incarico di Vittorio Cini che lí creò la Fondazione in onore del suo figlio e i giá menzioni progetti del Palazzo del Trecento e Torre degli Anziani per le difficoltá tecniche affrontate con sucesso. Si menziona spesso anche la “Ala” della Arena di Verona e la Basilica Palladiana di Vicenza oltre gli interventi internazionali quali la relazione per l’Unesco, stesa insieme a C. Brandi e I. Foidevoux della giá menzionata Basilica bizantina di Santa Sofia d’Ochrida e la proposta di restauro statico e di nuove sistemazioni per il Santo Sepolcro di Gerusalemme. La critica, che riconosce in FF gli aspetti innovativi, evidenzia che il suo operare anticipa alcuni spunti critici ma che potrebbe risultare piú “una espressione tipica del nostro tempo” che non rappresentativa di un’epoca. Si nota anche che FF ritiene l’architettura diversa dalle altre arti libere; errore giá confutato a suo tempo da B. Croce per il quale l’architettura è*‘arte’ a tutti gli effeti, come altre manifestazioni figurative, nonostante gli apparenti maggiori vincoli d’ordine pratico, economico e costruttivo. Molto se è giá scritto sul FF e comunque si sente la mancanza di un libro ‘complessivo’ che permetta al lettore di capire i vari aspetti inerenti al suo lavoro; la creativitá che egli esprime in essi, siano aspetti tecnologici, di ricerca storica o quelli specifici sul linguaggio architettonico.