Discussione:Chiesa di Nostra Signora di Mesumundu

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Ho spostato la frase Nostra Signora di Mesumundu fu utilizzata come chiesa dagli abitanti di Villanova Montesanto, almeno fino a quando non fu costruita la chiesa di San Vincenzo Ferrer (reviviscenza di Villanova Montesanto: seconda metà del XVIII secolo - abbandono definitivo: inizio del XIX) nel paragrafo curiosità. Inoltre su Villanova Montesanto si sa ben poco; tuttavia di recente si sono fatti degli scavi archeologici nell'area (di Villanova Montesanto), per cui, nel caso esistano degli studi sarebbe utile citarli, tuttavia l'argomento principale della voce è Nostra Signora di Mesumundu.--Fpittui (msg) 17:06, 5 apr 2012 (CEST)[rispondi]

Del resto, oltre all'innegabile propinquità geografica, l'attinenza tra Nostra Signora di Mesumundu e Villanova Montesanto risulta pure documentata, in quanto il luogo sacro in oggetto venne parimenti chiamato "Santa Maria de Villanueva" oppure "la Virgen de Montesanto", in alternativa al titolo principale di "Nostra Signora de Mesumundu". Basta leggere i riferimenti della mia nota (7) che Frank Pittui - di professione architetto e non storico - si ostina a rimuovere (Giovanni Deriu - Salvatore Chessa, "L'assetto territoriale dell'odierno Meilogu dal Basso Medioevo ai nostri giorni", Cargeghe, Documenta, 2011, pp. 48-49 nn. 15-16 e 50-51 n. 32, dove sono citati gli studi precedenti che contengono l'elenco di tutte le afferenti fonti documentali. Ora anche in versione elettronica: Cagliari, Logus Mondi Interattivi, 2012 http://www.logus.it/ebookCatalogo.html). A prescindere da indiscutibili prove documentarie, i recenti scavi (2011) nell'area adiacente a San Vincenzo Ferrer, chiesa del XVII-XVIII secolo, hanno riportato alla luce le vestigia di un insediamento ascrivibile alla seconda parte del XV secolo sino alla metà del XVII, la cui chiesa, almeno sino alla costruzione di San Vincenzo Ferrer, non poteva non essere la vicina Nostra Signora di Mesumundu. I predetti scavi non hanno ancora interessato l'effimera Villanova risorta nella seconda metà del Settecento, nonché definitivamente scomparsa entro il 1814 (informazioni a carattere archeologico fornite dal prof. Marco Milanese, direttore degli scavi in argomento, mentre i dati storici sono stati attinti dalle fonti già accennate). Oltre a ciò, la prima vita di Villanova Montesanto (secoli XI-XIII) è certificata dal Condaghe di San Pietro di Silki. Le tracce di tale "villanova" andranno cercate, con ogni evidenza, tra l'attuale sito archeologico e la chiesa di Mesumundu. Per Santa Maria di Bubalis (Bubalis > Bualis), ubicata nel territorio di Tergu, e dissimile da Nostra Signora de Mesumundu: cfr. Salvatore Chessa, L'insediamento umano medioevale nella curatoria di Montes (comuni di Osilo e Tergu), Sassari, Magnum, 2002, scheda "Bualis-Bainzolu", pp. 145-51; Antonio Loriga, Osilo, Sassari, ISSR, 2011, scheda "Bualis", pp. 86-100. Di contro, a prescindere da supposizioni di certi storici ottocenteschi, seguiti senza spirito critico da studiosi del Novecento, quale sarebbe il documento che comproverebbe l'identificazione Mesumundu = Bubalis? Alla stregua della tua scheda relativa alla chiesa di San Nicola di Trullas (Semestene), in cui avevi asserito che il relativo condaghe omonimo era molto impportante per la storia politica (sic!) sarda. Tuttavia, per siffatta scheda, hai avuto il buon senso di lasciare la mia sostituzione dell'aggettivo "politica" con quelli più aderenti di "sociale ed economica"...

Stento a capire l'intervento anonimo riportato qui sopra, ma cerco di spiegare il mio punto di vista circa la voce. Nessuno vieta ad un utente (ancorchè anonimo) di inserire delle informazioni sopratutto se con fonti.
Tuttavia in questo caso la voce è relativa alla struttura bizantina ed alla storia successiva anche fino a oggi. Per cui le notizie che l'anonimo utente (che probabilmente è uno dei due autori del testo citato, che a questo punto farebbe bene a rivelarsi visto che fa i nomi degli altri) inserisce continuamente potrebbero essere inserite ma nella dovuta maniera e nel dovuto contesto ed allora sarebbero utili. Per es. la frase "La chiesa di Nostra Signora di Mesumundu, generalmente identificata -benché senza l'ausilio di prove documentarie - con Santa Maria di Bubalis" la frase sottolineata è inutile in quanto nell'avverbio generalmente (che ho aggiunto dopo gli inserimenti anonimi), fa capire che non vi è sufficiente documentazione per cui non c'è bisogno di rimarcarlo. Tuttavia l'ipotesi di Chessa che Santa Maria di Bubalis (Bubalis > Bualis), ubicata nel territorio di Tergu, può essere inserita in una nota. Il resto ma che fu invece l'edificio sacro di Villanova Montesanto, abbandonata entro il 1655 (togliendo magari l'invece perchè nessuno afferma il contrario) è una notizia che andrebbe collocata in un altro paragrafo e non nell'incipit, per stare nell'incipit la notizia dovrebbe essere scrita con due parole.
Lo stesso vale per l'affermazione E' certo, invece, che Nostra Signora di Mesumundu fu utilizzata come chiesa dagli abitanti di Villanova Montesanto....... anche in questo caso infatti sarebbe utile che l'anomimo Chessa -Deriu quel è certo che lo accompagnasse con evidenze documentarie e nel caso la notizia andrebbe inserita in un paragrafo a parte.
Infine sarebbe molto interessante ed utile se magari il Chessa-Deriu creasse una voce Villanova Montesanto--Fpittui (msg) 13:36, 10 apr 2012 (CEST)[rispondi]

Identificazione: N. S. di Mesumundu = S. M. di Bubalis?[modifica wikitesto]

Stenti a capire? Rileggi meglio ciò che ho scritto! Il mio intervento in questa discussione è stato necessario perché, poco democraticamente, rimuovevi i miei chiarimenti a carattere storico, qualificandoli di "non attendibili" o addirittura di "atti di vandalismo", laddove volevo invece precisare - per puro amore della verità - l'equazione "Mesumundu = Villanova Montesanto", anziché "Mesumundu = Santa Maria di Bubalis". Ad ogni buon conto, non hai risposto alla mia domanda: "Quale documento comproverebbe l'identificazione Mesumundu = Bubalis?". L'espressione "Generalmente identificata, benché senza l'ausilio di prove documentarie, con Santa Maria di Bubalis" ha un significato alquanto diverso dalla tua "Generalmente identificata con Santa Maria di Bubalis"... Le fonti documentarie accennate, come già ribadito, sono state elencate nelle note dell'opera citata, consultabile persino - tra le altre - nella Biblioteca Comunale di Siligo. Aggiornamenti sono inoltre previsti per il tomo II della trilogia dedicata al Meilogu (sempre a cura di Giovanni Deriu e Salvatore Chessa)... Non è soltanto Salvatore Chessa a sostenere che Santa Maria di Bubalis fosse dislocata nel territorio di Tergu, ma altresì Mons. Antonio Loriga, nella sua recentissima opera succitata. Con tutto ciò, complimenti per la tua descrizione tecnica di Santa Maria di Villanova, alias "sa cheja de Mesumundu" (la chiesa di Mesumundu), per la quale non ho niente da eccepire. Tuttavia, se tu avessi lasciato le mie integrazioni storiche, la tua scheda sarebbe stata più perfetta. Alla stregua della tua scheda concernente la chiesa di San Nicola di Trullas (Semestene), in cui avevi asserito che l'omonimo condaghe (secoli XII-XIII) era molto importante per la storia "politica" (sic!) sarda del tempo. Sennonché, circa la scheda preannunciata, hai avuto il buon senso di lasciare la mia sostituzione del tuo aggettivo "politica" con quelli assai più aderenti di "sociale ed economica"...


Nell'atto di donazione di Barisone si legge: Sic tradidimus atque concedimus basilica Sancte Maria Dei genitricis domini, de loco quod diccitur Bubalis, deinde Sancto Elias de Monte Sancto…
sul portale della cattedrale dell’abbazia di Montecassino, nel nono pannello della valva destra, vi era la dicitura: “… item in Sardinia ecclesia Sanctae Mariae in loco qui dicitur Bubalis Sancti Heliae de Monte Santo”.
Io non sono certo che l'identificazione di tale nome con la chiesa di mesumundu sia sicuro, tuttavia penso sia verosimile; in ogni caso ci vorrebbe una fonte alternativa che dimostri che tali indicazioni si riferiscano ad altro edificio, e questo non mi pare che esista (o meglio io non lo so). Ritengo tuttavia che l'ipotesi di Chessa possa anche avere motivo di esistere...
insomma, mi pare di capire, il problema è solo relativo all'identificazione della struttura con tale nome (mesumundu=S. M. di Bubalis?)

In ogni caso i monaci benedettini presero possesso della chiesa di Mesumundu e la trasformarono, su questo mi pare non ci siano dubbi; ma anche qui, in alternativa, bisognerebbe allora capire chi abbia adattato il tempio bizantino a chiesa romanica--Fpittui (msg) 12:48, 17 apr 2012 (CEST)[rispondi]


L'atto di donazione ai Cassinesi delle due chiese di Santa Maria di Bubalis e Sant'Elia di Montesanto (1064-65), come pure la relativa iscrizione nella Porta di Bronzo dell'Abbazia di Montecassino, non dimostrano affatto l'identificazione della prima chiesa con Nostra Signora di Mesumundu. Del resto, in tutte le conferme successive (1122-1474), Santa Maria di Tergu (non nominata nel 1064-65) precede sempre Sant'Elia e Sant'Eliseo di Montesanto, nonché le altre chiese sarde appartenenti a Montecassino, in quanto primaziale di quell'ordine monastico nell'Isola. All'incontro, nessuna traccia di Santa Maria di Bubalis, sostituita appunto - come preannunciato - da Santa Maria di Tergu. Ho sempre precisato che "Nostra Segnora de Mesumundu" equivale, non già a "Santa Maria di Bubalis", bensì a "Santa Maria de Villanueva" o alla "Virgen de Montesanto". Rimando alle opere e alle pagine già citate (senza trascurare minimamente quella recente di Mons. Antonio Loriga), così come a Giovanni Deriu - Salvatore Chessa, Meilogu II (in corso di rielaborazione per la stampa)...