Discussione:Banca d'Italia

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Banca d'Italia
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiadiritto ed economia
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

Da inserire ????

Occorre verificare una notizia e semmai inserirla: si tratta dell'ammontare delle riserve auree della BI; dalla wiki eng si hanno 2,451.8 tonnellate (http://en.wikipedia.org/wiki/Official_gold_reserves).


il 5% restante delle azioni di banca d'italia sembra essere detenuto dall'INPS, unico azionista non bancario[[1]]. dallo stuidio di Mediobanca manca questo per 5% per completare la composizione dell'azionariato.


Ho tolto il riferimento a Cavour che, essendo morto nel 1861, non poteva partecipare alla fondazione della BI nel 1893.--Guerrierodellaluce 16:19, 25 dic 2005 (CET)[rispondi]


Non mi sembra piu` necessario indicare questo articolo come uno stub... oramai e` ben corposo. O mi sfugge qualcosa? --Lou Crazy 03:33, 5 gen 2006 (CET)[rispondi]

Sono d'accordo l'ho rimosso --Trek00 18:33, 21 gen 2006 (CET)[rispondi]

Cancelliamo la sezione Governatori, visto che è presente già nell'articolo Governatore della Banca d'Italia? --Alfredxz 14:40, 16 gen 2006 (CET)[rispondi]

Rimosso --Trek00 18:33, 21 gen 2006 (CET)[rispondi]

--- non si riesce a sapere quando è sorta questa composizione azionaria che risulta al 2005.dal possesso dei Bombrini e le altre famiglie di banchieri, l'articolo salta direttamente al 2000.[2], da verificare, afferma che quando ciampi era governatore le azioni passarono alle banche private. in precedenza di chi erano?

c'è poi da mettere il decreto Berlusconi che ha imposto il passaggio del 100%delle azioni in mano pubblica. A chi?Al tesoro, governo,quale ente pubblico?L'esprorpio delle azioni della banca d'Italia è avvenuto con indennizzo..ossia, il governo italiano le ha ricomprate e a che prezzo, non essendo azioni quotate in borsa?l'ultima nazionalizzazione fu quella dell'enel..

>In realtà i soci della Banca non hanno alcun potere diretto, e dunque non possono influenzare l'attività di vigilanza. Nominano invece il Consiglio Superiore che oltre a partecipare al processo di nomina dei membri del Direttorio, svolge funzioni amministrative, e non può condizionare l'operato dei servizi e delle filiali.

ma se gli azionisti elegono l Consiglio Superiore che nomina il Direttorio, non è fuori luogo dire che non hanno nessuna influenza sulla vigilanza bancaria, quando è il Direttorio che ne è incaricato?è il direttori, e spesso solo il Governatore negli ani passati, che prendono tutte le decisioni strategiche..ingresso di banche straniere in italia, fusioni, aumenti di capitale, etc.

è il direttorio che può condizionare i competitor presenti e le loro quote di mercato. seppure con la "mediazione" del consiglio superiore, un potere dei condizionare le nomine del direttorio non è indubbiamente il massimo dell'indipendenza.


IL POTERE DI WIKIPEDIA....??[modifica wikitesto]

>Lo Statuto della Banca Centrale all'art.3 specifica le tipologie giuridiche dei soggetti che possono detenere quote del capitale sociale, e indica che il pacchetto di controllo deve essere detenuto da un insieme di enti pubblici o di società controllate da soggetti pubblci.

era su wikipedia l'unico articolo che si trovava nelle prime pagine di google e faceva notare la rilevanza di queste affermazioni e la loro contradditorietà col trattato Maastricht.

lo stesso articolo è stato modificto con decreto (d'urgenza) il 12 dicembre 2006 [3].

Azioni o quote?[modifica wikitesto]

La proprità è divisa in Azioni (come per le s.p.a.) o in quote quote (come per le s.r.l.)? Nel testo si parla di quote, ma poi di azionisti ... Il capitale è diviso in quote. Il termine esatto non è azionisti bensi' partecipanti.

p.s.: ho inserito nell'inipit un accenno alla singolare e anomala situzione proprietaria della Banca d'Italia (che molti credono di proprietà pubblica, tipo un ministero o simile ... . Melgio chiarire fin dall'inizio) --ChemicalBit - scrivimi 00:40, 12 gen 2007 (CET)[rispondi]

Ordine delle sezioni[modifica wikitesto]

Prima di toccare di nuovo l'articolo, decidiamo tutti insieme in che ordine mettere le sezioni?

Ad es. io metterei i governatori del passato nella storia, e lo status giuridico subito dopo la storia...

--Lou Crazy 13:53, 12 mar 2007 (CET)[rispondi]

da editare[modifica wikitesto]

dal testo:

La moneta del Regno aveva pochissime riserve auree; con l'annessione del sud avrebbe ricostituito una massa di riserve tale da poter emettere molta nuova moneta, con la politica di non tenere una piena convertiblità fra l'oro e la moneta dello stato piemontese. Infatti, il Banco di Napoli e il Banco delle due Sicilie disponevano di una quantità ingente di riserve auree da incamerare.

Il paragrafo e' privo di senso e scritto malissimo. Manca inoltre di una logicita' interna: la cosi' detta "annessione del sud" (impresa dei mille?) e' assai precedente alla costituzione della banca d'italia. Io sarei per togliere del tutto il paragrafo... --Hal8999 06:34, 20 mar 2007 (CET)[rispondi]

Sono corrette le date? C'era qualcosa che avesse le funzioni di Banca d'Italia dall'unificazione al 1893?? Ne ho bisogno per scrivere un articolo sul vecchio palazzod ella banca d'italia durante il periodo di Firenze Capitale (1865-1870), da quello che si evince qui all'epoca non poteva esistera una banca d'italia. Grazie --SailKoFECIT 14:16, 3 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Tratto da: http://www.bancaditalia.it/la_banca/storia/lastoria.pdf Con legge 10 agosto 1893, n. 449, venne autorizzata la fusione della Banca nazionale nel Regno con la Banca nazionale toscana e la Banca toscana di credito per le industrie e il commercio d’Italia, al fine di costituire un istituto di emissione nuovo, la Banca d’Italia. Il Banco di Napoli e il Banco di Sicilia conservavano la facoltà di emettere banconote.

La Banca nazionale del Regno, che svolgeva il ruolo di banca centrale nel Regno di Sardegna, era a sua volta la fusione di un istituto piemontese, la Banca di Torino nata nel 1849, e di uno genovese, la Banca di Genova, fondata nel 1844, che i Savoia si ritrovano quando estendono i loro domini a Genova e alla Liguria. La Banca di Genova era molto dinamica, perché Genova in quel momento è una città in forte crescita grazie ai commerci del porto e alla nascente industria.

Fino al 1893 si mantengono le banche centrali esistenti negli stati annessi. Non era chiaro se fosse meglio avere una sola banca centrale o + banche centrali e per molti anni ne restano diverse, prevalendo chi pensa che sia meglio mantenere + istituti di emissione. Tali banche non erano simili alle banche centrali contemporanee, ma erano banche che concedevano prestiti e erano create, possedute e gestite da banchieri privati, spesso imprenditori che investivano i guadagni ottenuti in altri campi. Anche la terminologia rifletteva questa realtà: alla Banca Nazionale del Regno si vieta di assumere un nome che la qualifichi come la banca centrale unica del Regno (banca d'Italia o in modo analogo) perchè questo avrebbe significato una convergenza verso una sola banca centrale, prospettiva che molti per molto tempo rifiutarono. La nascita della Banca d'Italia infine non elimina il diritto, sia limitato, dei banchi di Napoli e di Sicilia di agire ancora (per circa 20 anni) come banche di emissione

Il ministro Manna progetta alla fine degli anni '60 di fondere la Banca Nazionale del Regno e la Banca Nazionale Toscana, ma il progetto di legge non va in porto. Quindi fino al 1893 non c'è una sola banca centrale

Fotogian 17:24, 3 mag 2007 (CEST)[rispondi]

Grazie della precisazione illuminante.. qualcosa si potrebbe anche trasferire nella voce non credi? Magari in una pagrafetto sulla storia prima dell'unificazione. --SailKoFECIT 19:43, 3 mag 2007 (CEST)[rispondi]

perchè non si precisa che la Banca d'Italia è una società pert azioni, e che le banche socie partecipano alla ripartizione dell'utile derivante dal signoraggio, in quanto a sua volta la Banca d'Italia è socia della BCE? --olicla 10:58, 4 feb 2008 (CET)[rispondi]

Perche` non e` una SpA e gli utili vanno in parte alle riserve valutarie (che sono di tutti gli italiani) ed in parte al tesoro (che le usa al posto di farci pagare ulteriori tasse). La parte di utili che va alle banche partecipanti al capitale della banca e` inferiore, ogni anno, ai diecimila euro. Una miseria, insomma...
Basta leggere lo statuto della banca.
--Lou Crazy 06:25, 7 feb 2008 (CET)[rispondi]

L'ho fatto, grazie per la precisazione. L'art. 38 dello statuto dice infatti che una volta approvato il bilancio, il Consiglio superiore delibera l’assegnazione degli utili e il dividendo da distribuire ai partecipanti e da corrispondere. Ma non è comunque il caso di precisare che si tratta di un istituto di diritto pubblico, di proprietà privata, come per a BCE (INPS a parte)?--olicla 10:35, 7 feb 2008 (CET)[rispondi]

Esiste forse una categoria di istituti di diritto pubblico di proprietà privata? O ci sono gli istituti di diritto pubblico e basta? E poi se la proprietà è privata e se fosse una spa come si fa ad acquistarne una quota?

Fotogian 12:40, 7 feb 2008 (CET)[rispondi]

La cassazione ha chiarito la questione. "Istituto di diritto pubblico", che dunque prescinde dalla natura della proprieta` (che peraltro e` mista e non privata) anche perche` i proprietari delle quote hanno ben poca voce in capitolo.
--Lou Crazy 05:43, 8 feb 2008 (CET)[rispondi]

la disitntzione fra diritto pubblico e privato non fa riferimento alla propietà dei soggetti pubblic o privati, ma alla loro gestione. il diritto pubblico pone il osggeto in un rapporto di sovraordinazione rispetto agli altri per il perseguimento di scopi di pubblica utilità. Salvo questa eccezione tutti i soggetti sono uguali davanti alla legge, e i diritto privato li pone in una rapporto di equiordinazione.

per tradizione la pubblica utilità è contrapposta allo scopo di lucro e collegata a soggetti che non dichiarano un utile in bilancio, come può esser eun ente pubblico ma anche una onlus.

diversamente sorge un conflitto di interessi fra questo scopo e la pubblica utilità. la giurisprudenza non chiarisce come si possa coniugare diritto pubblico eproprietà privata. che la proprietà sia del tutto inifluente sulla gestione è solo una bella storia.

"Istituto di diritto pubblico" in mano privata?[modifica wikitesto]

Continuo a non capire per quale motivo nel capitolo "storia" sia stato dato il dovuto risalto alla modifica all'Art. 3 del vecchio statuto, in particolare per quanto riguarda il contenuto e la portata di detta modifica. Andrebbe chiarito che con l'approvazione del nuovo statuto è stato abrogato il comma che prevedeva quanto segue:
In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici.
La maggioranza pubblica della BCI non esiste più dal 2006, quindi di fatto la Banca d'Italia è in mano privata (solo in minima parte dell'INPS) a prescindere dal fatto che la Cassazione abbia dichiarato che si tratti di un "istituto di diritto pubblico".
Trovo doveroso sottolineare questa "anomalia" di un ente c.d. pubblico quasi totalmente in mano privata. Non mi si venga a dire che le banche private hanno un'influenza minima nelle decisioni di Bankitalia. Perchè si sarebbero altrimenti affrettate ad acquisirne il capitale?
per chi non lo conoscesse, allego il link al sito ufficiale del governo dove viene riportato per esteso il testo del provvdimento (DPR 12 dicembre 2006, G.U. 291 del 15/12/2006)
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/banca_italia_statuto/dpr_121206.pdf[4]

Non dimenticherei infine che la Legge 28 dicembre 2005, n. 262 ("Disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari") ha previsto all'art. 19, comma 10:
10. Con regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 17 della legge 23 agosto 1988, n. 400, è ridefinito l’assetto proprietario della Banca d’Italia, e sono disciplinate le modalità di trasferimento, entro tre anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia in possesso di soggetti diversi dallo Stato o da altri enti pubblici.
--olicla 11:08, 5 mar 2008 (CET)

Olicla, leggiti lo statuto della Banca d'Italia e vedrai quanto contano i detentori di quote del capitale della banca nelle sue decisioni...
Domandi perche` hanno acquisito quelle quote... perche` in passato, prima che la Banca assumesse una serie di competenze (fra cui la vigilanza) quelle quote avevano maggior valore. Oggi il loro valore e` molto minore (ma comunque superiore a quello nominale) per cui nessuno le vende. Pero` grazie alle varie fusioni bancarie il "peso" delle quote private diminuisce sempre piu`. Infatti, dallo statuto puoi vedere che una banca comunque non puo` avere piu` di 50 voti nell'Assemblea dei Partecipanti. Se due banche che gia` hanno 50 voti si fondono, invece di avere 50+50 voti ne hanno solo 50, perdendone... eppure le banche italiane continuano a fondersi!
--Lou Crazy (msg) 07:02, 9 apr 2008 (CEST)[rispondi]


Credo che la versione sostenuta da Lou Crazy in questa parte... <<Tale situazione è da alcuni considerata un'anomalia foriera di possibili conflitti di interesse, poiché i soci della Banca sono i gruppi bancari sul cui operato la Banca d'Italia è chiamata dalla legge a vigilare. Nella realtà, però, il potere dei soci si limita all'approvazione del bilancio ed alla nomina del Consiglio Superiore. Il Consiglio Superiore svolge funzioni amministrative, e partecipa al processo di nomina dei membri del Direttorio e del Governatore, che esercitano il potere di vigilanza.>> ...sia fuorviante, perche' se cio' che si dice nella seconda/terza frase e' vero (cioe' che i soci possono nominare il Consiglio Superiore, il quale partecipa alla nomina dei membri del Direttorio e del Governatore che isieme esercitano il potere di vigilanza), cio' non fa che rafforzare i dubbi sui possibili conflitti di interesse menzionati nella prima parte. Pertanto riterrei che la parola <pero'> sia assolutamente fuori luogo, in quanto forse e' proprio per la spiegazione fornita che "Tale situazione è da alcuni considerata un'anomalia foriera di possibili conflitti di interesse". Pertanto riterrei che la seguente versione... <<Tale situazione è da alcuni considerata un'anomalia foriera di possibili conflitti di interesse, poiché i soci della Banca sono i gruppi bancari sul cui operato la Banca d'Italia è chiamata dalla legge a vigilare. Nella realtà, infatti, il potere dei soci non si limita alla sola approvazione del bilancio, ma anche alla nomina del Consiglio Superiore. Quest'ultimo svolge funzioni amministrative, ma partecipa anche al processo di nomina dei membri del Direttorio e del Governatore, che infine esercitano il potere di vigilanza. >> ...renda maggiore coerenza tra la sostanza sostenuta nella seconda/terza frase e quanto e' accennato nella prima frase.


La seguente frase <<Lo status giuridico di ente pubblico esclude la possibilità di fallimento della Banca d'Italia e, tramite il suo intervento nei casi di crisi, la possibilità di fallimento delle banche private, garantendo la stabilità dell'intero sistema bancario italiano.>> fa intendere che la Banca d'Italia sia un ente pubblico quando poco prima viene affermato che la stessa Banca è un "istituto privato di diritto pubblico". Tutto ciò è in evidente contraddizione: nessun istituto privato di qualsivoglia natura può mai essere considerato un ente pubblico, pertanto la possibilità di fallimento della Banca potrebbe essere "esclusa" soltanto se tale istituto fosse effettivamente controllato dallo Stato.

tutte le banche, non solo banca d'italia, non possono fallire per legge, anche se si tratta di imprese private. Per avere il beneficio del non fallimento non occorre essere un ent epubblico, basta essere un istituto di diritto pubblico.

Per chi crede che sia una società per azioni[modifica wikitesto]

Non è una spa perchè non esistono azioni... nè alcuna caratteristica delle spa

Nello Statuto della Banca d’Italia si trova 5 volte il termine società, negli articoli 37 e 42. Mai si parla di società per azioni o a responsabilità limitata o di qualsiasi genere di società prevista dal codice civile. L'articolo 1 dello Statuto dice che la Banca è un istituto di diritto pubblico. Di istituto di diritto pubblico parlano anche negli articoli 3, 5, 18, 20, 31 e 42. In una normale società per azioni (s.p.a.) il proprietario può cedere le azioni. Nel caso della Banca, non ci sono azioni, ma quote di partecipazione (art. 3) il cui trasferimento non è libero ma “avviene, su proposta del Direttorio, solo previo consenso del Consiglio superiore”. Inoltre il potere dei soci è fortemente limitato e soggetto al Parlamento e al Governo (art. 41). La natura di istituto di diritto pubblico è stabilità anche dalla legge bancaria del 1936 e dalla legge 262 del 2005 (legge sul risparmio), articolo 19 comma 2. Le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno ribadito che la Banca d'Italia “non è una società per azioni di diritto privato ... bensì un istituto di diritto pubblico, secondo l'espressa indicazione dell'art. 20 del r.d. 12 marzo 1936, n. 375 (di recente ribadita anche dall'art. 19, comma 2, della legge 28 dicembre 2005, n. 262)”. Si potrebbe obiettare che si tratta di una società che agisce come una società per azioni. Ma anche questa tesi è da rigettare, perché una s.p.a. agisce seguendo le regole del codice civile. L’articolo 2325 del codice civile prevede che “Le quote di partecipazione dei soci -di una spa- sono rappresentate da azioni”. Allo stesso modo gli articoli 2346 e seguenti parlano di azioni, mentre la Banca non possiede azioni. L’articolo 2364 del codice civile stabilisce che l'assemblea dei soci di una s.p.a. nomina gli amministratori, i sindaci e il presidente del collegio sindacale. La Banca d'Italia non ha un'assemblea dei soci, ma dei partecipanti, che non ha nominato il governatore Draghi né in base all'articolo 2383 del codice civile ha potuto revocare il mandato al governatore Fazio. Che la nomina e la revoca del Governatore non risponda alle regole valide per qualsiasi s.p.a. lo testimonia anche la legge 262 del 2005 che richiede (art.19 comma 8) che occorre un decreto del Presidente della Repubblica.

Fotogian (msg) 23:12, 7 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Senza contare che il numero di quote possedute non si traduce sempre in voti nell'assemblea dei partecipanti. --Lou Crazy (msg) 04:09, 13 ago 2008 (CEST)[rispondi]
non è una società per azioni, ma è pur sempre una società di capitali. Il capitae non è fortmato da azioni, ma da quote vendibili solo a determinati soggetti e condizioni individuate dallo statuto, ma in possesso di soggetti di diritto privato.

L'istituto pubblico o ente pubblico di diritto privato sono una giustificazione giuridica trovata partendo dal presupposto di poter distinguere nettamente fra proprietà e gestione, e che possa esistere una gestione pubblicistica, nell'interesse della collettività, pur avendo una proprietà di privati. Quest'idea è legata al superamento della separazione fra pubblico e privato, ammettendo ibridi come società di soggetti pubblici che fanno profitti, e società di privati, come la banca d'italia, che dovrebbero perseguire la pubblica utilità.

il fatto che la gestione privatistica è fortemente limitata dalla leggi è opinibile. a leggersi lo statuto si vede come i partecipanti possono intervenire nella gestione. Di più.

La pubblica utlità è innanzitutto non nella gestione e quindi nella governance, ma nella partecipazione pubblica agli utili della banca centrale. Le quote di privati vanno a ridurre la percentuale di utile corrisposta allo Stato. Prima i soldi, la proprietà del denaro o dei guadagni legati all'emissione di moneta, e solo in secondo luogo una gestione di queste attività nell'interesse comune.

Bankitalia S.p.A[modifica wikitesto]

Probabilmente avrai ragione... pero' perche' continua a chiamarsi Bankitalia S.p.A? Non credi che dovrebbero cambiargli il nome? Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 193.63.247.68 (discussioni · contributi) 22:16, 22 ago 2008 (CEST).[rispondi]

E` difficile cambiargli nome, visto che non si chiama "bankitalia S.p.A." ma "Banca d'Italia". Vedi ad esempio nello statuto. --Lou Crazy (msg) 04:38, 23 ago 2008 (CEST)[rispondi]

Conti alle Isole Cayman[modifica wikitesto]

Qual'e' la necessita' da parte della Banca d'Italia di avere i seguenti conti nel notorio paradiso fiscale delle Isole Cayman? Senz'altro deve esserci una risposta plausibile...

700 26891 A01 N BANCA D'ITALIA UFFICIO RISCONTRO VIA NAZIONALE, 91 I-00184 ROMA, ITALIA 85

709 27154 A01 N BANCA D'ITALIA SERVIZIO RAPPORTI CON L'ESTERO, UFFICIO RISCONTRO 2484 VIA NAZIONALE, 91 I-00184 ROMA, ITALIA

Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 193.63.247.68 (discussioni · contributi) 22:16, 24 ago 2008 (CEST).[rispondi]

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Attenzione ad annullare i contributi[modifica wikitesto]

Mi riferisco sopratutto ad un utente che recentementa aveva praticamente eliminato una nota importante, cioè il collegamento alla banca d'Italia e la lista dei suoi partecipanti, che sono banche private per la maggior parte.

Quindi prego di non fare i vandali, prima di annullare le modifiche se ne deve parlare! --Unbeliver (msg) 19:34, 21 ott 2008 (CEST)[rispondi]

Aggiornamento e domanda[modifica wikitesto]

I dati pubblicati sulle partecipazioni sono da aggiornare. Seguendo la stessa fonte ora abbiamo generali al terzo posto, se qualcuno ha un` oretta ed una calcolatrice sarebbe il caso di fare l` aggiornamento.

P.s. che dice la sentenza della corte di cassazione? Perche` se e` antecedente al 2005 non ha piu` molto valore, con la legge 262 del 28/12/05 (articolo 19 com 8) e le revisioni successive allo statuto io mi sentirei in diritto di dire che e` privata al 94,6% e basta, ora non rende neanche piu` conto al consiglio dei ministri, ma trasmette solo le sue decisioni, quindi di pubblico c`e` rimasto solo un mucchio di briciole per inps e inail --Christian Ice (msg) 01:17, 4 feb 2009 (CET)[rispondi]

La sentenza della corte di cassazione riprende solo la legge che è tutt'ora in vigore. La banca d'itala è un ente di diritto pubblico anche dopo la legge del 2005 --Harrod (msg) 19:41, 26 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Satana ha fondato Bankitalia?[modifica wikitesto]

Essendo Wikipedia l'enciclopedia delle bufale, segnalo al lettore accorto la totale assenza di fonti che giustifichino l'inserimento di Satana tra i soci fondatori della Banca d'Italia.

Come c'è finito? Mah, probabilmente qualcuno ha "frainteso" (?) un documento presente su internet, scritto da qualche anonimo attivista neoborbonico, che recita così:

«Come il Diavolo, Bombrini, Bastogi e Balduino (titolari e fondatori della banca, che sarebbe poi divenuta Banca d'Italia) non tessevano e non filavano, eppure avevano messo su bottega per vendere lana»

Passo che ovviamente va letto così:

«Come Satana, neanche Bombrini, Bastogi e Balduino tessevano e filavano, eppure vendevano lana»

Da cui si evince che i soci storici erano Bombrini, Bastogi e Balduino (e questo è arcinoto e documentabilissimo). Ma non Satana, accomunato ad essi - nella prospettiva neoborbonica - solo per essere maestro nel vendere lana senza tèsserla né filarla (sic!).

È esistita davvero una famiglia di banchieri dal cognome "Diavolo" che ha fondato Bankitalia? Io non ne ho contezza ma … è altamente improbabile. Se così fosse la cosa andrebbe documentata con fonti estremamente attendibili … È ragionevole dare per buona - senza alcuna fonte - che i fantomatici banchieri Diavolo abbiano fondato Bankitalia? …Nah, probabilmente i wikipediani vogliono solo propagandare la bufala dei banchieri che hanno fatto un patto con il diavolo per dominare il mondo. Classic.

Pensa, lettore accorto, che l'errore (?) era stato inserito da 131.175.72.203 in data 8 novembre 2005. Ricordalo, quando piovi su Wikipedia.

[Peccato che non potrai leggere questo messaggio perché sarà presto cancellato in quanto scritto da - cito - un vandalo evaso da un blocco, conosciuto, plurirecidivo. E va bene, almeno si ride]


l'oro del banco di napoli[modifica wikitesto]

Ciao, relativamente al paragrafo La moneta del Regno aveva pochissime riserve auree[senza fonte]; con l'annessione del sud avrebbe ricostituito una massa di riserve tale da poter emettere molta nuova moneta, con la politica di non tenere una piena convertibilità fra l'oro e la moneta dello stato piemontese[senza fonte]. Infatti, il Banco di Napoli e il Banco delle due Sicilie disponevano di una quantità ingente di riserve auree da incamerare[senza fonte], segnalo che ci siamo occupati di questo argomento alla voce questione meridionale. La nostra conclusione è che si tratti di una cattiva interpretazione della frase di Nitti "Le monete degli antici Stati Italiani al momento dell'annessione ammontavano a 686 milioni così ripartiti: Regno delle Due Sicilie, milioni 443,2, Lombardia 8,1, Ducato di Modena 0,4, Parma e Piacenza 1,2, Roma 35,3 Romagna, Marche e Umbria 55,3, Sardegna 27,0, Toscana 85,2, Venezia 12,7. Il Regno delle Due Sicilie avea due volte più monete di tutti gli altri Stati della penisola uniti assieme." In definitiva, quando negli anni '60 dell'800 vennero ritirate le monete del vecchio conio, il sud disponeva del doppio del circolante in metallo degli altri stati (sempre secondo nitti). Si trattava di metalli di tutti i tipi, la cui componente aurea, scambiata (apparentemente) con cartamoneta, ando' a rinforzare le riserve delle banche centrali (e non solo di quella d'italia). Si trattava comunque di risparmio privato (al sud preferivano accumulare monete) e non di riserve delle banche. Se siete d'accordo provvedo a editare il paragrafo.Midlander (msg) 14:30, 21 feb 2011 (CET)[rispondi]

senza contare che i presunti fatti, si riferiscono ad un periodo antecedente alla fondazione dell'Istituto. --Hal8999 (msg) 14:39, 21 feb 2011 (CET)[rispondi]
avevo dimenticato di firmare. Per quello che mi riguarda, sarei d'accordo con quanto dite sopra di eliminare l'intero paragrafo; al limite si può inserire a titolo di curiosità che una parte delle riserve auree deriva dal ritiro di moneta all'entrata in vigore della lira, giusto per evitare che questa cosa rispunti dalla finestra. Resta però che non è particolarmente significativa, in quanto non sappiamo quante di quelle 443M monete fosse d'oro, e che in piemonte circolava già la lira, quindi non fu ritirato molto.Midlander (msg) 15:36, 21 feb 2011 (CET)[rispondi]

Propongo di fare così: se qualcuno ha motivi particolari per tenere il paragrafo si faccia vivo entro un paio di giorni, altrimenti venerdì lo cancelliamo.Midlander (msg) 15:02, 22 feb 2011 (CET)[rispondi]

In assenza di indicazioni contrarie, provvedo a cancellare il paragrafo. Midlander (msg) 13:07, 25 feb 2011 (CET)[rispondi]

Governance e soci Enti pubblici[modifica wikitesto]

[@ Ignisdelavega], importante mantenere la riforma della Governance e magari chiarire, senza cancellare l'importante riforma, che parte dalla scadenza del mandato del Governatore è si completa con regole (quali?) sulla Governance di Enti PUbblici. --Carlo Dani (msg) 15:16, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]

non è scritta in italiano. Se la scrivi in modo comprensibile si può lasciare ma così è illeggibile. Tolgo comunque la parte meno comprensibile --ignis scrivimi qui 17:02, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]

riscrivo la voce in base alle fonti. Se puoi, evita di annullare e discuti qui --ignis scrivimi qui 17:44, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]

posso chiedere a che serve citare un articolo (19 comma 10) che pare non avere avuto seguito? --ignis scrivimi qui 17:51, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]
riepilogando, ho espresso un dubbio sul testo della voce, hai cancellato oltre 2.000 caratteri togliendo le 2 più importanti riforme BKI degli ultimi 10 anni, ne hai ripristinata solo una (Governatore a tempo), io ho documentato è meglio espresso la seconda (governance pubblica). Ora mi sembra che la voce sia chiara, poiché la seconda riforma riguarda solo l'eliminazione della previsione del controllo diretto dello Stato (mai attuata per via del "divorzio"), ma ha mantenuto il controllo pubblico (INPS, ecc. ) sulla Governance della BKI. Per inciso, non ho annullato, ma ho raggiunto il testo che avevi eliminato, integrandolo con ref, e chiarendone il significato. Mi sembra che ora anche la seconda riforma importante sia ben espressa nella voce. --Carlo Dani (msg) 18:31, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]
a me pare invece che tutto il paragrafo relativo all'articolo 19 comma 10 sia fumoso e senza fonti secondarie che lo esplichino e vi diano rilevanza --ignis scrivimi qui 19:09, 21 mar 2015 (CET)[rispondi]

Il primo capoverso della sezione storia mi sembra fuori tema: parlando del 1865 non può riferisri alla BdI, ma alla Banca nazionale del Regno d'Italia. Perciò lo sposterei in quella voce. Lele giannoni (msg) 18:08, 22 mag 2016 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 03:53, 9 feb 2018 (CET)[rispondi]

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 21:22, 18 lug 2018 (CEST)[rispondi]

Indipendenza banca centrale[modifica wikitesto]

Ho provveduto a modificare una frase, riguardante il famoso "divorzio" del 1981, portandola in linea con la dottrina economica ordinaria (ossia la piena indipendenza come elemento imprescindibile per evitare spirali inflazionistiche causate da governi troppo "larghi di manica"), correggendo la precedente opinione che proponeva il divorzio come causa dell'aumento del debito (opinione non suffragata nemmeno da fonti, se non da un riferimento ad un blog semi complottista e da un articolo che in realtà sosteneva il contrario, che infatti ho lasciato tra le fonti della nuova, corretta, versione). --93.144.152.29 (msg) 12:49, 15 ott 2018 (CEST)[rispondi]

concordo --ignis scrivimi qui 13:14, 15 ott 2018 (CEST)[rispondi]

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