Discussione:Assedio di Macallè

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Guerra
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Osservazioni riguardanti l'assedio.[modifica wikitesto]

"La guarnigione italiana venne fatta marciare davanti all'ala destra degli etiopi quasi a guisa di scudi umani, per poi rientrare nelle linee italiane il 30 gennaio ad Aibà; Galliano ed i suoi ufficiali, trattenuti come ostaggi, vennero liberati quattro giorni dopo". Questa è la tesi riportata da Indro Montanelli e Mario Cervi nella Storia D'Italia che riporta alcune voci circolate, in Italia, già all'epoca. Il fatto, in realtà, è assai poco credibile se si prendono in considerazione due fatti: prima di tutto la consistenza degli schieramenti contrapposti. Gli italiani erano circa 1200 (un migliaio di eritrei e circa 200 italiani) mentre le truppe del negus Menelik II ammontavano a circa 80.000-100.000 uomini. Come potevano i pochissimi italiani fare da "scudo" al grande esercito etiope? Inoltre le nostre truppe non furono disarmate. Se fossero stati considerati da Menelik "ostaggi" o "scudi umani" sarebbero senz'altro stati privati delle loro armi dal negus che era un capo militare tutt'altro che sprovveduto.

Ho riportato entrambe le opinioni in merito, attingendo per quanto detto sopra all'opera di Del Boca (che non avevo quando scrissi questa pagina); va meglio? --Franz van Lanzee (msg) 23:53, 11 apr 2012 (CEST)[rispondi]

La foto pubblicata a destra non si riferisce al forte di Enda Jesus (Forte Galliano) costruito sulle fondamenta di una chiesa che sorgeva sulle alture prospicienti a Macallè bensì al palazzo del Negus Giovanni costruito dall'italiano Giacomo Naretti (così detto Castello di Re Giovanni) che era ed è (credo) tuttora posto all'interno della città stessa. Riguardo alle interpretazioni sulla condotta del Negus Menelik II sul rilascio delle forze italiane dopo l'assedio non credo che riportare, senza approfondire, voci circolate già ai tempi dei fatti possa essere utile alla ricostruzione degli eventi. Un tema, per esempio, assai trascurato dagli storici, riguarda l'uso dei cannoni dalle truppe del negus. Il maggiore Galliano, assediato all'interno del forte, si stupì dell'ottimo funzionamento delle artiglierie etiopi dato che fino a poco tempo prima l'esercito del negus non possedeva cannoni e aveva dimostrato di non saperli usare. Tanto che il Galliano ipotizzò che vi fossero degli europei presenti al fianco degli etiopi. Questo punto non è stato mai, stranamente, approfondito e trattato in modo assai superficiale da tutti (compreso il Del Boca). L'ipotesi non sarebbe affatto campata in aria dato che, ad esempio, la Francia cercò, in vari modi, di ostacolare la presenza dell'Italia nel Corno d'Africa.

Ho sostituito l'immagine del box con l'altra presente in pagina.
Circa tutto il resto, se hai fonti affidabili con cui affrontare l'argomento sei liberissimo di apportare modifiche alla pagina: tieni conto però che su Wikipedia non sono ammesse ricerce originali (RO), ma ci si deve limitare a riportare posizioni già sostenute da altri altrove (Wikipedia non è una fonte primaria ma semmai secondaria se non terziaria). --Franz van Lanzee (msg) 12:17, 12 apr 2012 (CEST)[rispondi]

Appunto ad un più approfondita ricerca delle fonti mi riferivo non limitando tali riferimenti a storici più o meno "alla moda". Per esempio, quanto riporto sopra viene trattato da una delle tue fonti: http://zxk357w.altervista.org/storia/02.07a.html <..(La) Francia faceva di tutto per favorirlo (ci si riferisce al Negus Menelik), permettendo che armi e munizioni di sua fabbricazione giungessero per Obock e Gibuti in Abissinia, come molti documenti comprovano, fra cui una lettera del capitano Luigi Canovetti, scritta alla madre alcuni giorni prima del tragico combattimento dell'Amba Alagi: "I nostri nemici sono armati di fucili francesi e sono provvisti di cartucce della medesima origine: è penoso, è grave. La nazione francese ne risponderà davanti a Dio e agli uomini".> senza che tu abbia minimamente preso in considerazione questo fatto.

Per quanto riguarda invece le osservazioni del maggiore Galliano sull'artiglieria nemica fanno parte di una notissima lettera-diario scritta dal maggiore al suo collega-amico Rajneri: 9 gennaio (1896) "...visibilmente il nemico impiega contro il mio povero forte 12 pezzi d'artiglieria, di cui due sono nostri da montagna presi ad Amba Alagi (erano quattro ma due sono inservibili) e pei quali non possono che avere pochi colpi; dieci a tiro rapido DI COSTRUZIONE FRANCESE, e molto ben serviti; impossibile che non vi siano degli europei, fanno forcella molto bene e quasi tutti i colpi cadono nel terrapieno, molti mi hanno danneggiato i muri della polveriera per cui ho dovuto sgomberarla...". Questa lettera è stata più volte pubblicata. Ad esempio nell'"Ambesà di Macallè (Giuseppe Galliano)" del Sen. Tancredi Galimberti Ed. O.Zuccchi, Milano 1937 pag.77-78.

Naturalmente ho più volte pensato di apportare modifiche alle varie voci di Wikipedia riguardanti questi eventi storici. Ma il fatto di essere un lontano discendente del Ten. Col. Galliano mi ha (per ovvi motivi) dissuaso dal farlo.

Purtroppo devo ricorrere a Montanelli e Del Boca non perché siano "alla moda", ma semplicemente perché non ho altro con cui lavorare.... :-). Comunque ora vedo di inserire qualche dettaglio sull'argomento (tieni conto però che il fatto delle forniture di armi francesi agli etiopi attiene più in generale all'intero conflitto che al solo assedio di Macallé, quindi magari merita di essere trattato dettagliatamente nella pagina del conflitto).
Circa il problema della parentela, a parte i casi di autobiografie (che sono fortemente sconsigliate) su Wikipedia conta molto di più la fonte che sostiene la modifica piuttosto che l'identità di chi fa la modifica: se sostenuto da una solida fonte terza, un intervento non può essere messo in discussione sulla base dell'identità dell'autore. --Franz van Lanzee (msg) 14:11, 12 apr 2012 (CEST)[rispondi]
P.S.: visto che sei un utente registrato ricordati di "loggarti" e di firmare i tuoi interventi nelle pagine di discussione, in quanto aiuta a seguire meglio il discorso.

Scusami... non sono ancora pratico di queste pagine... Franco Galliano.


Ora mi sembra proprio una buona pagina. Ti ringrazio Franz. Franco Galliano.