Disastro della LoveParade 2010
Disastro della LoveParade | |
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Immagine del 2008 del tunnel dove è avvenuta la strage. | |
Data | 24 luglio 2010 |
Luogo | Duisburg |
Stato | Germania |
Coordinate | 51°25′13.2″N 6°46′20.78″E |
Conseguenze | |
Morti | 21 |
Feriti | 510 |
Il disastro della LoveParade avvenne il 24 luglio 2010 nel corso della diciannovesima edizione della LoveParade svoltasi a Duisburg in Germania. Morirono 21 persone e ne rimasero ferite altre 510.[1]
Le cause del disastro sono state oggetto di un'inchiesta archiviata il 4 maggio 2020 da parte della procura di Duisburg. In seguito all'incidente gli organizzatori della LoveParade hanno annunciato che quella del 2010 sarebbe stata l'ultima edizione della manifestazione.[2]
Il contesto
[modifica | modifica wikitesto]La LoveParade era un popolare festival di musica dance gratuito nato a Berlino nel 1989. Il festival prevedeva esibizioni su palchi e aveva come principale caratteristica la presenza di una parata in giro per le strade con DJ e ballerini che si muovevano in mezzo al pubblico. L'edizione del 2010 venne svolta a Duisburg, come parte delle manifestazioni per celebrare la scelta della Ruhr come Capitale europea della cultura. Fu la prima a svolgersi in uno spazio chiuso, nell'area di una vecchia stazione merci. La capacità della stazione era limitata a 250.000 persone sebbene, sulla base dell'esperienza delle edizioni precedenti, fossero attese oltre un milione di persone.[3]
Dinamica del disastro
[modifica | modifica wikitesto]L'entrata nella stazione iniziò alle 12:00 CEST (10:00 UTC) attraverso un tunnel di 240 metri dal lato est e da una serie di sottopassaggi dal lato ovest. Entrambi gli ingressi si riunivano poi su una rampa che era l'unico punto di ingresso e di uscita dall'area del festival.[4]
Alle 15:30, a causa del sovraffollamento, gli organizzatori chiesero alla polizia di bloccare l'afflusso dei partecipanti. La polizia annunciò tramite altoparlanti alle persone in attesa che non era più consentito l'ingresso e chiuse l'accesso all'area del festival.[5][6] La folla continuò a entrare dall'altro lato del tunnel, ignorando l'avvertimento, e in breve tempo l'area all'uscita del tunnel divenne sovraffollata.[7][8]
A causa del sovraffollamento la situazione divenne presto insostenibile e nacque una calca improvvisa che causò le morti e i feriti.[9] La maggior parte delle morti avvenne per schiacciamento della cassa toracica.[10] Per evitare ulteriori scene di panico la manifestazione fu proseguita sino al termine, senza informare il resto della folla della tragedia appena avvenuta.[9]
Le vittime
[modifica | modifica wikitesto]Nazionalità | Morti | Età |
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Germania | 14 | 18-38 |
Spagna | 2 | 21-22 |
Paesi Bassi | 1 | 22 |
Australia | 1 | 27 |
Cina | 1 | 38 |
Italia | 1 | 21 |
Bosnia ed Erzegovina | 1 | 21[11] |
Totale | 21 |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (DE) Duisburg-Ticker: Trauerzug durch den Tunnel - Kraft fordert indirekt Rücktritt, su spiegel.de, Der Spiegel, 28 luglio 2010. URL consultato il 7 novembre 2011.
- ^ (EN) Cathrin Schaer, David Crossland, The World from Berlin: Love Parade Stampede 'Was a Tragedy Waiting to Happen', su spiegel.de, Der Spiegel, 26 luglio 2010. URL consultato il 7 novembre 2011.
- ^ (DE) Rede von Minister für Inneres und Kommunales Ralf Jäger (PDF), su spiegel.de.
- ^ Catastrophe point: 25 metre long mouth of the Karl-Lehr-Strassen Tunnel underpass area with Ostrampe (east-ramp) especially around the small stairs; see also (DE) video at 17.00 clock.
- ^ Stampede at German Love Parade festival kills 19, su bbc.co.uk, BBC News, 24 luglio 2010. URL consultato il 24 luglio 2010.
- ^ 19 killed in stampede at Love Parade street party, su france24.com, France 24, 24 luglio 2010. URL consultato il 24 luglio 2010.
- ^ Michael Sohn e Vanessa Gera, 18 killed in mass panic at Germany's Love Parade [collegamento interrotto], su washingtonpost.com, The Washington Post, 24 luglio 2010. URL consultato il 24 luglio 2010.
- ^ (DE) interview: crowd manager Carsten Walter
- ^ a b Duisburg, 19 morti alla Love Parade, su corriere.it, Corriere della Sera, 24 luglio 2010. URL consultato il 7 novembre 2011.
- ^ (DE) Heftige Vorwürfe gegen Veranstalter der Loveparade, su sueddeutsche.de, Süddeutsche Zeitung, 28 luglio 2010.
- ^ (EN) Articolo sulle vittime della LoveParade
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